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Messaggi del 22/10/2017

Serendipità....

Post n°3716 pubblicato il 22 Ottobre 2017 da g1b9
 

 

Il termine serendipità è un neologismo  per  la sensazione  emotiva nello scoprire  una cosa non cercata e imprevista mentre se ne sta cercando un'altra.Il termine deriva da Serendip, l'antico nome persiano dello Sri Lanka.Il termine fu coniato dallo scrittore Horace Walpole che lo usò in una lettera in cui raccontava  ad un suo amico  come avesse pensato di usare questa parola dopo la lettura di una antica favola persiana" Tre principi di Serendippo"La storia descrive le scoperte dei tre prìncipi come intuizioni dovute sì al caso, ma anche allo spirito acuto e alla loro capacità di osservazione. Scrisse Julius H. Comroe: «la serendipità è cercare un ago in un pagliaio e trovarci la figlia del contadino».

Oltre ad essere una sensazione, la serendipità indica anche quell'elemento della ricerca scientifica, quando spesso scoperte importanti avvengono mentre si sta ricercando altro.  Il concetto di serendipità/casualità delle scoperte scientifiche, in contrapposizione  alla ricerca, dimostra che in ogni scoperta, come in ogni aspetto della vita reale,  esiste qualche elemento di casualità . In questo senso una nuova scoperta scientifica ottenuta mediante intuizione o serendipità da un ricercatore è cosa sostanzialmente diversa rispetto all'ottenimento di una conferma sperimentale di un evento mai prima osservato, ma previsto - da uno scienziato -  Posso farvi l'esempio di  questa affermazione. Fleming scopri la penicillina osservando una formazione di muffe che stava uccidendo i batteri di una cultura che stava  preparando per una ricerca completamente diversa, qui parliamo di Serendipità.  Mentre Newton, osservando una mela cadere dall'albero ebbe la conferma della gravitazione universale,  che stava studiando.  La stessa cosa fu la scoperta de ll'America, perchè  Colombo pensava di essere arrivato nelle Indie.

 I tre principi di Serendippo.

"Fu anticamente nelle parti orientali, nel paese di Serendippo, un grande e potente re, nominato Giaffer, il quale ritrovandosi tre figliuoli maschi  ,principi, figli di Giaffer, re di Serendippo, educati dai più grandi saggi del tempo, coltissimi e pronti a cogliere ogni sfida intellettuale, privi però di un'esperienza altrettanto importante di vita vissuta,  per provare, oltre alla loro saggezza, anche le loro attitudini pratiche, Giaffer,deliberò, per farli compiutamente perfetti, che andassero a vedere del mondo, per apparare da diversi costumi e maniere di molte nationi con l'esperienza quello che colla lettione de' libri, e disciplina de' precettori s'erano di già fatti padroni".

Nasce così, per il volere di un genitore esigente e  realista, il viaggio verso l'ignoto dei tre principi, che subito incocciano nella disavventura che li farà passare alla storia.

 Mentre i tre sono da poco giunti nel Paese di Beramo, "potente imperadore", si imbattono in un cammelliere, che ha perduto il proprio prezioso animale, unica fonte di guadagno. I tre non l'hanno visto, ma per  burla e dilettarsi del proprio intelletto, dicono al poveretto che l'hanno incontrato "nel cammino, buon pezzo a dietro". E  forniscono tre elementi che convincono il cammelliere della loro buona fede: il cammello perduto è cieco da un occhio, "gli manca uno dente in bocca" ed è zoppo. Il buon uomo, rincuorato dalle notizie, ripercorre a ritroso la strada ,ma nonostante il lungo cammino, non riesce a ritrovare l'animale.

Il giorno seguente, ritornato sui suoi passi, incontra di nuovo i tre giovani e si lamenta con loro di averlo ingannato. Per dimostrare di aver detto il vero i tre principi aggiungono altri tre elementi:la prova che hanno veramente visto il cammello, ma anche la loro condanna.

Dicono: il cammello aveva una soma, carica da un lato di miele e dall'altro di burro, portava una donna, e questa era gravida. Di fronte a questi particolari, il cammelliere è certo che i tre abbiano visto il suo animale e  credendo di essere stato gabbato accusa i tre giovani, vestiti tra l'altro con panni modesti e non certo regali, di avergli rubato il cammello.Iniziano così le peripezie dei nobili singalesi, imprigionati nelle segrete dell'imperatore Beramo che, considerate le apparenze, e le scuse addotte dai tre , è costretto a condannarli a morte perché ladri. E i giovani  sarebbero stati  giustiziati se un altro cammelliere, trovato il cammello ,non lo avesse ricondotto al legittimo proprietario. Recuperato il mal tolto, e dimostrata in tal modo la propria innocenza, i tre vengono liberati. Prima però devono spiegare come abbiano fatto a descrivere nel dettaglio l'animale, senza averlo mai visto. E' a questo punto che l'abduzione scende in campo, modificando il destino dei tre principi. Ciascun particolare del cammello è stato immaginato, ed è poi risultato vero, grazie alla capacità di osservazione e alla sagacia dei tre giovani. Che fosse cieco da un occhio era dimostrato dal fatto che, pur essendo l'erba migliore da un lato della strada, era stata brucata quella del lato opposto, a indicare che il cammello vedeva solo da un occhio, quello che dava sul lato della strada con l'erba mangiata. Che fosse privo di un dente lo dimostrava l'erba mal tagliata che si poteva osservare lungo la via. Che fosse zoppo, poi, lo svelavano senza ombra di dubbio le impronte lasciate dall'animale sulla sabbia. E' sulla spiegazione del carico, però, che l'abduzione diventa più difficile e mira a stupire: il cammello portava da un lato miele e dall'altro burro perché lungo la strada da una parte si accalcavano le formiche (amanti del grasso) e dall'altro le mosche (amanti del miele); aveva sul dorso una donna perché in una sosta il passeggero si era fermato ai lati della strada a urinare, e questa urina aveva attratto l'attenzione di uno dei principi che, chinatosi per osservarla, aveva visto vicino delle orme di piede umano molto piccolo, che poteva essere di donna o di ragazzo. Per sciogliere la sua curiosità aveva posto un dito nell'urina (cosa non strana per i tempi, e che i medici facevano comunemente al letto del malato) e la odorò, venendo "assalito da una concupiscenza carnale" che può venire solo da urine di donna. Infine la donna doveva essere gravida, perché poco innanzi alle orme dei piedi c'erano quelle lasciate, più profondamente dalle mani, usate dalla donna per rialzarsi a fatica visto "il carico del corpo".

 Come si vede, le scoperte fatte dai principi nascono dal caso, dall'osservazione e dalla sagacia, secondo le tre regole auree della serendipità.

 

 

 
 
 
 
 

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