Se ascolto l’ironia rannicchiata in fondo alle cose, essa si scopre lentamente. Strizzando un occhio piccolo e chiaro, dice: “Vivete come se...”
Nonostante le molte ricerche, tutta la mia scienza è qui.
Camus, Il rovescio e il diritto
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Quindici minuti di ritardo del tuo ciclo mestruale e già ti chiedi se manderai la bambina al catechismo e a quanti anni vuoi insegnarle l’inglese. Primina sì o no? vestitini rosa o tute? Ci sarà un asilo Montessori in Campania? liceo scientifico o linguistico?
A questo punto interviene la parte di te che si vanta di essere razionale e ti elenca i motivi per cui non puoi essere incinta:
perché tu e tuo marito avete deciso di lasciar fare alla natura solo poche settimane fa;
perché tuo marito è un informatico e non un cecchino e quante possibilità ci sono che ci si riesca al primo tentativo?
perché su Vanity Fair ogni settimana ci sono lettere terrificanti di donne disperate che non riescono ad avere un bambino nemmeno ritagliandolo dalle pubblicità, e chi ti dice che tu non sia una di loro?
Venti minuti di ritardo, ti ricordi che tua nonna paterna aveva due fratelli gemelli omozigoti e il cuore ti salta un battito: quanti gemelli ci vogliono per creare una familiarità e la conseguente possibilità di averne anche tu?
Un'ora e ti convinci che è tutto frutto della sindrome premestruale: ormoni rissosi che risalgono le tue arterie fino al cervello e gli sussurrano fantasie. Hai il seno dolorante, è senz’altro PMS.
O forse no? Intanto, tu che hai scordato anche le tabelline riprendi nozioni di genetica apprese in un’altra vita al liceo: dunque, se il marito ha gli occhi scuri, tu li hai tra il verde e il castano (o, come ti ha detto gentilmente il tuo alterego Fayaway, 'gialli come quelli dei vampiri di Twilight') quindi un mezzo cromosoma di occhi chiari, visto che tua madre ha gli occhi azzurri come il mare di giugno, ce li hai, e già ti vedi una bimba con due laghi alpini al posto degli occhi.
Aspetta però, tua madre non ci vede da qui a lì, sarà il caso di attingere ai suoi geni?
Due ore di ritardo: sarà il caso di iscriverla alle liste di prenotazione dell’asilo nido. Ma con quale nome? Non basterebbero nove mesi per deciderne uno. Se poi sono gemelle come i prozii addio, le chiameremo Bimba1 e Bimba2, poi quando diventano maggiorenni scelgono loro il nome che preferiscono.
Il giorno dopo ti svegli: ancora niente sangue. Ti disponi a una lunga giornata di attesa e ti imponi di non pensarci ogni cinque minuti.
Fai finta di riuscirci.
Poi, tra una lavatrice e una mail, ti assale il pensiero più stupefacente, più inaspettato, più scioccante di tutti:
E SE FOSSE MASCHIO?
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