Creato da jo_march1979 il 28/01/2007

Signora mia

Mezze stagioni e altri teoremi

 

Messaggi di Agosto 2007

Degli Amici Acquisiti

Post n°72 pubblicato il 21 Agosto 2007 da jo_march1979
 

Chiunque abbia un rapporto di coppia abbastanza sviluppato fuori dal letto da includere un minimo di vita sociale, conosce uno dei momenti in cui si misura la solidità della relazione: in un’uscita con gli amici di lui o di lei.

Nel mio caso, i test di resistenza avvengono soprattutto con gli amici di lui, dal momento che i miei amici sono disseminati in giro tra Cilento e Pechino, o alle prese con pargoli inattesi.

Il coefficiente di difficoltà è aumentato dal fatto che gli amici di lui sono quasi tutti informatici, quindi al di là del genere umano normalmente inteso.

Il coefficiente di difficoltà è inoltre raddoppiato dal fatto che le uscite con gli amici di lui comprendono anche le rispettive fidanzate: fanciulle perfettamente gradevoli, con le quali tuttavia ho in comune meno cose di quante ne avrei con una mandria di buoi muschiati.

 

Dopo un bel po’ di tempo di frequentazioni forzate sono in grado di dividere gli Amici Acquisiti in varie categorie:

 

a) Quelli che, dopo anni di frequentazione, hanno perso la seconda A e sono diventati Amici a tutti gli effetti. Specie estremamente rara, ancorchè gradevole e sorprendente. Diventano spesso ancore di salvezza quando si ha a che fare con le altre categorie e il legittimo fidanzato è in bagno o impegnato a spettegolare sulle ultime promozioni in azienda.

 

b) Quelli di cui, dopo anni di frequentazione, conosci  le stesse cose che hai saputo la prima volta che li hai incontrati: la pizza preferita (sempre la stessa), la meta delle vacanze estive (sempre la stessa nelle stesse date), gli esami che mancano alla laurea (sempre lo stesso numero).

 

c) Quelli di cui, dopo anni di frequentazione, non te ne può fregar di meno: ti accorgi che sono al tuo tavolo al momento del dolce, o seduti due posti più in là all’uscita dalla sala del cinema (spesso le categorie b e c si intersecano).

 

d) Quelli con cui, dopo anni di frequentazione, non sai cosa dire dopo le prime due battute, o, nel caso di giovani avvocati con ambizioni cabarettistiche, dopo che hanno esaurito il repertorio. E’ la specie più comune.

 

e) Quelli che, dopo  anni di frequentazione, odi come il primo giorno. Cerchi di  salutarli senza baciarli sulle guance o, meglio ancora, di non salutarli affatto. Le loro spiritosaggini ti fanno venire violenti conati di vomito, le critiche al menu ti fanno istantaneamente aderire all’area radicale del sindacato dei cuochi, i loro tentativi di raccontare una storiella stuzzicano le tue migliori doti di rompipalle al momento clou. Trascorri la sera bloccata tra il fidanzato e un Amico di fascia A, sempre di guardia affinchè tu non morda.

 

Comunque, queste uscite, nel mio caso quasi sempre mangerecce, sono utili per due buoni motivi.

Da un lato, può anche succedere che una volta ogni tanto ci si diverta sul serio.

Dall’altro, la disastrosità della serata è direttamente proporzionale alla soddisfazione che si prova quando,dopo essere tornate a casa, essersi struccate, incremate e impigiamate, ci si può mettere a letto al fianco ad un sonnacchioso colui e cominciare: “L’ho sempre detto io che i tuoi amici...”.

Roba che dopo ti viene voglia di una sigaretta.

 

 
 
 

Della gioia delle vacanze in famiglia

Post n°71 pubblicato il 19 Agosto 2007 da jo_march1979
 

Sono tornata da una setttimana a casa di mia nonna in un paesino sperduto tra Cilento e Vallo di Diano. Che meraviglia le vacanze in famiglia.

 

Soprattutto se hai una famiglia matriarcale, in cui il rapporto uomo-donna è 1:7, e le 7 donne in questione hanno tutte un bel caratterino. Puoi vivere in casa con loro, dividendo un solo bagno la cui porta si chiude a chiave per incanto ogni volta che pensi “Mi scappa la pipì”. Puoi goderti le prediche di tua madre in stereofonia, perchè nonne e zie le fanno uguali e  in contemporanea, una al tuo orecchio destro, una di fronte e l’altra al tup orecchio sinistro.

 

Che meraviglia avere in casa una vivace cuginetta di 10 anni. Puoi vedere le tue zie di ferro soccombere ai capricci più impensati. Puoi scoprire che la zia che a merenda ti dava yogurt fatto in casa rigorosamente senza zucchero, a lei dà pane e salame o due gelati. Puoi scoprire che a 10 anni, in procinto di andare in prima media, l’adorabile pargoletta ancora batte i piedi a terra se qualcosa la contraria. E che alle tue parenti sergenti la cosa sembra perfettamente normale.

 

 

Che meraviglia avere parenti stranieri in visita.

Soprattutto se nessuno li ha mai visti, non parlano italiano e una di loro è incinta. Puoi portarli in giro per il paesello, impiegando 8 ore per un tragitto di poche centinaia di metri perché fotografano religiosamente ogni pietra visibile.
Puoi tentare invano di spiegargli che quello che parlano loro NON è italiano ma brandelli del dialetto che parlavano i loro nonni quando emigrarono 50 anni fa, incomprensibile non solo nella civiltà ma anche nello stesso paesello.

Puoi fargli visitare la chiesa, farli partecipare alla processione e fargli baciare la mano miracolosa della Madonna per poi scoprire che una è di religione ebraica. Puoi arrivare al punto in cui parli italiano con loro e inglese con tua nonna – e in entrambi casi ottieni una risposta-.

 

Questa vacanza, insomma, è stata una tale meraviglia che mi sa mi ci vorrà un’altra vacanza per riprendermi.

 

 
 
 

Delle questioni di genere

Post n°70 pubblicato il 08 Agosto 2007 da jo_march1979
 

Dedicato al mio amico di blog Eric_Van_Cram,
che giusto ieri nei commenti a questo post
mi ha rinfacciato di aver voluto la parità tra sessi,
e, conseguentemente, di dovermela tenere.

Leggo con sgomento sul Corriere della Sera di oggi che anche il XXI secolo è afflitto dal secolare problema delle discriminazioni sessuali.

Nel 2007 esistono ancora persone sottopagate a causa di una mera identità biologica. Persone così svantaggiate e psicologicamente umiliate da non riuscire a proseguire in modo decente gli studi.
Persone la cui autostima viene scossa così continuamente dal sesso forte, che perdono perfino la salute, ammalandosi più spesso.
Persone senza più  cognizione dei propri diritti: dal dormire fino a tardi alla custodia dei figli.

Mi duole dirlo, ma queste persone esistono ancora. Nessun Paese ne è immune. Perfino in Nord Europa, storica patria della parità tra sessi, esiste tale grave problema.

Ed è proprio dalla colpitissima Norvegia che si è levato  il grido d'allarme:

I MASCHI SONO DISCRIMINATI.

Ebbene sì.
Pare che in Norvegia le donne siano molto più forti economicamente, giuridicamente e politicamente, al punto che il ministro (o la ministra?)
 Karita Bekkemellem ha deciso di istituire una commissione (composta di soli uomini, naturalmente), che studi come risolvere la mancanza di diritti dei norvegesi.

Grazie all'intervento di questi 32 saggi, i maschi di Norvegia potrebbero andare meglio a scuola, guadagnare di più, ammalarsi di meno e non vergognarsi della loro virilità.

(Per saperne di più - e sincerarsi che non sia una notizia da me inventata di sana pianta- questo è il link al sito del Corriere).

Cose dell'altro mondo. Meno male che qui in Italia non abbiamo di questi problemi. Noi siamo ben oltre.
Qui da noi, uomo e donna che tu sia, è già tanto se ce l'hai, uno stipendio.

 
 
 

Degli svantaggi dell'etica

Post n°69 pubblicato il 06 Agosto 2007 da jo_march1979
 

Stamattina, per ingannare il tempo nella mia ora e mezza di fila alla posta avevo due possibilità: guardare le risse (che nell'ufficio del quartiere Sanità a Napoli sono sempre numerose e appassionanti), o comprare un giornale.

Stavolta, per far qualcosa di diverso, ho optato per una rivista. La scelta è caduta su A (ex Anna), che questa settimana costa solo 50 centesimi.

Sfogliando le pagine, scopro che A ha lanciato un'ammirevole campagna dal nome No ai senza talento: su questa rivista non si parla di personaggi noti alle cronache per vicissitudini giudiziarie,  gossip, scandaletti sessuali eccetera.

L'iniziativa mi appare meravigliosa, e mentre sfoglio il giornale scoprendo che non c'è neanche una parola sui vari Ricucci, Corona, Paris Hilton e compagnia bella, già medito su come fare un banner da inserire sul mio blog per aderire alla campagna No ai senza talento.

All'improvviso però mi assale una feroce consapevolezza: se non parlassi di senza talento, a che argomento dedicherei metà dei miei post?

E, fuori dal blog, con chi me la prenderei se  decidessi di non (s)parlare più di Silvia Toffanin?

 
 
 

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