JUVENTUS

"RINGRAZIO TUTTI PER LA STIMA, MA IO PENSO A RIPRENDERMI L'ITALIA!"

Il rinnovo di Alex tarda ad arrivare e le big non si fanno avanti. Le voci smentite di un interesse del Milan, Briatore che lo vorrebbe al Qpr, Zamparini che cerca uno sponsor per pagarlo. E c’è chi lo vede anche all’Inter. Attorno al giocatore si è creato un finto mercato: ma oltre la Juve, solo bluff. Intanto ieri il Capitano tra i piu' attivi nell'amichevole della Juve contro lo Young Boys: 1-1 gol di Olivera. Ancora in ombra Tiago. Vince 2-0 l'Italia di Capitan Buffon. Ma Gigi accusa: "In campo qualcuno camminava". Per la gara di mercoledì convocato anche Nocerino".

IL MERCATO FINTO DI ALEX: OLTRE LA JUVE SOLO IL BLUFF - La Stampa - Una volta Del Piero era la bandiera, il giocatore che non aveva mercato, che nessuno trattava per evitare di prendersi una porta in faccia. La realtà è cambiata, anche se Pinturicchio non è in vendita in maniera ufficiale. Tuttavia le difficoltà nel trovare un accordo per il nuovo contratto possono, per ora virtualmente, fargli vivere una situazione insolita da giocatore che ha perso la qualifica di intoccabile. Del Piero alla ricerca di una squadra a un mese dal 33° compleanno accende la fantasia e mette in agitazione i falchi del mercato. E lui in fondo è gratificato da tanta attenzione, infatti ammette: «Ringrazio tutti per gli attestati di stima che mi rendono orgoglioso. E grazie anche a Veltroni che mi considera sempre la bandiera della Juve. Ma il momento è particolare e preferisco non dire molto. Sono sereno, sto bene, mi alleno bene e penso alla partita con il Genoa». Stasera la Nazionale, lui davanti alla tv: «Farò il tifo, l’ho detto ai compagni al telefono. Fra 8 mesi voglio essere di nuovo qui in Svizzera per gli Europei». Anche Ranieri lo vede tranquillo: «Non lo conosco a fondo, ma se finge è un grande attore». Alex, vedi spot dell’acqua minerale, sa recitare bene. Oggi sembra sincero. E’ stato bravo anche con «Striscia la notizia». Il Del Piero «attapirato» è un’inedita versione del giocatore che da qualche tempo non ha più carta bianca e deve ridisegnarsi un futuro. Ma che mercato ha (avrebbe)? Per ora è un mercato finto, fatto di voci e ipotesi. Le grandi squadre, quelle a cui in teoria potrebbe aspirare Del Piero, stanno a guardare. Forse incredule che qualcosa possa davvero succedere. Il primo a gettare una ciambella di salvataggio al giocatore è stato Ancelotti, anche se prima ha ammesso di essere pronto ad accoglierlo a fine stagione a parametro zero, poi ha ritrattato dicendo che era solo una battuta. Ma intanto il messaggio è stato lanciato e si sa che Alex e Carletto filano d’amore e d’accordo. Il vero mercato del capitano naviga altrove. Ovvero in quella fascia di squadre che non puntano allo scudetto, ma vorrebbero offrire ai propri tifosi una vita più tranquilla. Sembra la storia del Borgorosso Football Club: nel film il presidente Alberto Sordi metteva mano al portafogli e comprava per la squadretta romagnola un Omar Sivori un po’ bollito che si addormentava perfino sul camion che portava la squadra in trasferta. Il Borgorosso di Del Piero potrebbe avere i colori di tante provinciali che stanno annusando che aria tira. Per esempio il rosanero del Palermo. Zamparini da anni flirta con Pinturicchio, ma prima cerca uno sponsor per pagarne l’ingaggio. Anche la provincia del Nord si è mossa. Ruggeri dell’Atalanta, Preziosi del Genoa, Corioni del Brescia: sembrano tutti stuzzicati dalla pazza idea. Purtroppo per Alex, anche le offerte che stanno arrivando dall’estero non provengono da squadre di Champions. Ieri Flavio Briatore, nuovo proprietario del Qpr di Londra, formazione della First Division (la nostra B), ha confessato di sognare Del Piero in Inghilterra. Il manager della Formula 1 spera di approfittare delle incertezze della Juventus per migliorare l’immagine a livello internazionale del suo club. L’operazione sarebbe favorita dall’arrivo in Inghilterra di Franco Ceravolo, ex collaboratore di Moggi alla Juve. Ma Antonio Caliendo, ex proprietario del Qpr e molto vicino a Del Piero, pare scettico: «Non escluderei un interessamento dell’Inter. Alessandro sta attraversando un momento particolare, fra poco diventerà padre. Ha ancora tanto da dare al calcio». Ieri sera Del Piero ha giocato contro lo Young Boys dal primo minuto, anche perché era l’unica punta di ruolo disponibile. Prestazione senza squilli, così come quella del sempre più misterioso Tiago. Nessun tiro in porta, parecchio nervosismo da parte del capitano. E’ finita 1-1: vantaggio elvetico con João Paulo, pareggio di Olivera. Tutto nel primo tempo.
"DEL PIERO VIENI A LONDRA". IL QPR AL CENTRO DEL MONDO - Repubblica - Si parla soltanto del Queens Park Rangers. Tutti dovrebbero andare ad allenarlo, Totti dovrebbe finire lì la carriera e nel caso in cui il capitano giallorosso dicesse cortesemente di no una spedizione di probiviri sbarcherà a Torino e riuscirà a convincere Del Piero a trasferirsi a Loftus Road insieme a Guidolin, uno come punta di diamante, l´altro come esperto in riesumazioni di collettivi apparentemente mummificati. Fantasie. Ma è chiara la volontà di Briatore, nuovo boss del club, di dare un segnale a presidenti e procuratori: «Qui abbiamo da spendere un po´ di soldi, accorrete se potete». Quasi non ci si crede. E´ come se improvvisamente fosse scattata un´ossessione per l´Avellino, ultimo in serie B come lo è il Queens Park Rangers della Championship, la B inglese. La differenza è che il calcio inglese puzza di investimenti, quello italiano solo di grane. Mediaticamente, se dietro la scrivania uno ci sa fare, e Briatore ci sa fare, persino una squadretta (purché inglese) può arrivare a contare come un top club: dipende da come si "intorta" l´interlocutore, quante volte gli si telefona, le parole che si usano. E´ vero che il fenomeno Qpr è l´effetto di un sistema che ha bisogno di "freaks", di mostri sportivi, di stranezze, di assurdità, di eccessi da sbattere in prima pagina altrimenti ci si annoia. Ma è anche merito di Briatore che nel giro di un mese - assistito da Ecclestone - ha acquistato lo storico club londinese in disarmo per 21 milioni di euro (1,5 per il club, 19,5 per debiti) e non ha perso un solo minuto per far capire a tutti le proprie intenzioni: rilancio, rilancio, rilancio. Che vorrebbe dire passare dai sei punti in dieci partite attuali in serie B (il Qpr ha vinto la sua prima partita lunedì contro il Norwich, 1-0 su rigore) a un ritorno trionfale nella Premier, ad essere una delle squadre londinesi che lottano su tre quattro cinque fronti, Champions League compresa: «Il Qpr come la Renault di Alonso». Hai detto niente.
Il problema, non da poco, è che il Qpr è tutto passato (anche se in più di cento anni di storia alla fine ha vinto soltanto una Coppa di Lega nel ´67) e niente presente. Pare che l´ultima emozione dei tifosi dei "superhoops" sia stata un 4-1 rifilato al Manchester all´Old Trafford. Ma è roba del nel ´93 e nei pub di Hammersmith (la zona geografica londinese di competenza del club) ancora se ne parla e quando le pinte diventano più di tre sembra che sia appena accaduto, tanta è la concitazione del ricordo: «I tifosi del Qpr sono i più intensi della capitale», spiegava poco tempo fa il "Mirror" facendo inviperire tutti gli altri. Ora però i tifosi del Qpr sono appesi alle possibilità di riuscita del loro nuovo presidente italiano (lo era anche il vecchio, Gianni Paladini). Il boss della Renault sta incontrando l´apprezzamento di tutti, riceve applausi, pacche sulle spalle, ma anche una sfilza di no da far paura. In dieci giorni, dopo la feroce liquidazione dell´allenatore John Gregory, che non ha fatto a tempo a dichiararsi felice per l´arrivo di Briatore che è stato messo alla porta, Vialli, Baresi, Hoddle, Venables, Costacurta, Adams sono stati costretti a declinare l´invito. L´ultimo a doversi tutelare è stato Guidolin. In Inghilterra lo danno per certo, ma lui ha detto: «Mai avuto contatti». Garantito: anche oggi, domani e dopodomani si parlerà dell´Avellino di Londra.
LA JUVE FA 1-1 A BERNA. OLIVERA GOL, ALEX TRA I PIU' ATTIVI - La Stampa - Va in archivio con un pareggio l’amichevole tra Young Boys Berna e Juventus. I bianconeri, giunti allo Stade de Suisse privi di ben dieci uomini della prima squadra, si presentano al fischio d’inizio in formazione largamente rimaneggiata per disputare quello che alla fine risulterà essere soprattutto un buon test atletico in vista dei prossimi impegni, primo fra tutti quello di domenica 21 ottobre quando Del Piero e compagni si troveranno di fronte il Genoa allo Stadio Olimpico di Torino. Dopo un avvio di partita intraprendente con la Juve padrona del campo, che vede prima Salihamidzic e poi Nedved (due volte) andare alla conclusione, sono i padroni di casa a portarsi in vantaggio.  Al 38’ il brasiliano Joao Paulo, subentrato da circa mezzora a Frimpong, supera Belardi con un tiro da centro area. Passano pochi minuti e allo scadere della prima frazione è l’uruguaiano Ruben Olivera a rimettere le cose in ordine con quello che sarà poi il gol del definitivo 1-1: traversone dalla fascia di Birindelli, palla a Nedved che finta il tiro e serve con un tocco morbido al centro dell’area l’accorrente Olivera che di testa batte l’estremo difensore Wolfli. Nella seconda frazione, girandola di cambi. Subito dentro il giovane Esposito per Nedved e Grygera per Zebina. Nel resto del tempo entrano anche Almiron, Nocerino, Bassaoulè e Pasquato per Zanetti, Salihamidzic, Birindelli e l’autore del gol Olivera.  Tra i più attivi c’è Del Piero. Pinturicchio cercare di vivacizzare una sfida avara di emozioni, ma prima gli assist per Olivera e poi la conclusione che finisce sul fondo al 24’ non sortiscono l’effetto voluto. La partita scema così verso la conclusione che l’arbitro fischia dopo appena un minuto di recupero.
CORI, STRISCIONI E NERVOSISMO: ALEX NON BRILLA - Repubblica Torino - Il nuovo stadio di Berna, ribattezzato Stade de Suisse, dove ieri Young Boys e Juventus si sono esibiti in un onesto 1-1 che però non ha risvegliato il mesto Del Piero di questi tempi, era uno dei modelli cui si ispirò Giraudo quando vagheggiava nuovi e futuristici teatri per la società che dirigeva: questo impianto rinato del 2001 sulle ceneri del mitico Wankdorf, che ospitò la finale del Mondiale del 1954, da fuori sembra un gigantesco centro commerciale, c´è la Coop e ci sono i discount, oltre a sedici ristoranti, una scuola superiore e negozi di ogni genere. Ma dentro, per fortuna, diventa bello: è un gioiellino da 32 mila posti (persino questo ne ha più del misero Comunale), senza barriere tra il campo e gli spalti, elegante e raccolto, moderno eppure tradizionale nell´aspetto (con la chicca di una barella d´antan montata su un carrettino giallo, che a spingerla ci si sente un monatto del Seicento), con le quattro gradinate perpendicolari al prato e il tetto ricoperto di pannelli solari, che garantiscono energia sufficiente a tutta la struttura. Questo particolare, chissà perché, in Italia mai nessuno ha pensato di importarlo. Il terreno di gioco è in sintetico, ma per gli Europei del 2008 (qui si giocheranno tre partite) verrà rimessa l´erba. Insomma, a parte la profusione di attività commerciali, sarebbe effettivamente un modello da seguire, ma ieri non c´era nessun dirigente juventino alto in grado (non Blanc né Cobolli, per intenderci), se non il responsabile commerciale Marco Fassone, che comunque per il progetto stadio sta spendendo molte energie. Per la cronaca, lo Stade de Suisse è costato 200 milioni di euro, cifra a Torino fuori portata. La bellezza dello stadio ha stimolato una partita gradevole, aperta, veloce e quindi godibile, che però hanno visto appena 16.159 spettatori e non troppi italiani: i nostri connazionali erano più o meno cinquemila, ma si sono fatti sentire nell´incitamento ad Alessandro Del Piero che ieri era, insieme con il misterioso Tiago (un mistero da 13 milioni), l´attrazione della serata. Gli ultrà hanno dedicato al capitano cori e striscioni chiedendone la conferma. Ma Blanc non c´era. In cambio, Pinturicchio ha offerto una prestazione generosa però insipida, come se si fosse portato anche qui, nella capitale federale, il peso di tutte le sue angosce. Avrà saputo che al suo ingaggio sarebbero interessati i Queen Park Rangers di Briatore (serie B inglese, con rischio concreto di retrocessione in C), avrà saputo che Veltroni lo ha definito una bandiera («Ma ultimamente mi interessa molto di più il basket»), che Corioni lo vorrebbe al Brescia e Zamparini al Palermo: tutta gente, però, che non gli potrebbe schiudere gli orizzonti ai quali aspira. E tutti questi pensieri deve portarseli anche in campo, vista la fatica che ha fatto a calibrare gli assist o a infilare dribbling sempre ciechi.
Un certo nervosismo è emerso al 20´ st, quando Del Piero ha mandato a stendere Zanetti che aveva sbagliato la misura del lancio, la frustrazione è stata sfogata con improbabili tiri da lontano che non gli hanno certo sollevato il morale. Nemmeno Tiago, portoghese sotto esame, è riuscito a scrollarsi la polvere di dosso: si è limitato a muoversi a passo lento mentre la squadra correva velocissima accanto a lui, il confronto con i pimpanti Zanetti, Salihamidzic e Nedved è stato impietoso. Quanto alla partita nuda e cruda, gli Young Boys sono passati in vantaggio al 35´ con il brasiliano Joao Paulo, che ha sfruttato una dormita collettiva della difesa bianconera. La Juve - in campo con Belardi in porta, Birindelli-Zebina-Legrottaglie-Molinaro in difesa, Salihamidzic-Tiago-Zanetti-Nedved a centrocampo e Del Piero-Olivera in attacco - ha pareggiato nove minuti più tardi con un´ottima combinazione Birindelli-Nedved: il ceco ha smarcato Olivera, libero di segnare di testa. Ci sono state altre occasioni per Salihamidzic, Nedved e Olivera, mentre nella ripresa, un po´ meno brillante del primo tempo, c´è stato posto per i giovanissimi Simone Esposito e Yobie Bassaoule, oltre che per Grygera e Almiron e, nel finale, per Nocerino e Pasquato. 
RANIERI: "UN BUON TEST" - juventus.com - Rispetto ad un mese fa, quando durante l’ultima sosta per le nazionali la squadra era andata a Saragozza, questa volta Claudio Ranieri può tornare a casa tranquillo. Non tanto per il risultato (un pareggio rispetto alla sconfitta di misura patita in Spagna), quanto per la situazione infortunati. Allora aveva perso Boumsong e rischiato di dover rinunciare a Nocerino. A Berna, invece, nessun problema e il tecnico può partire per i tre giorni di riposo con più serenità, sperando in altre buone notizie dalla gara dell’Italia con la Georgia. “Queste gare servono per cementare il gruppo – commenta a fine gara Ranieri -. C’è stato uno spirito amichevole, è stata una gara giocata bene e finita con un bel pari. E senza infortunati, la cosa che contava di più. Sono soddisfatto della prova di tutti”.
VINCE L'ITALIA DI CAPITAN BUFFON - juventus.com  Missione compiuta per la Nazionale italiana. Contro la Georgia, vittoria doveva essere e vittoria è stata. Ancora più importante alla luce dei risultati del pomeriggio. I successi di Scozia e Francia obbligavano la formazione di Donadoni a non fallire l’appuntamento per restare in corsa. E’ uscito un 2-0, grazie ad una punizione di Pirlo alla fine del primo tempo e al raddoppio di Grosso nella ripresa. Da ricordare quindi per Buffon la prima partita da capitano. Quasi mai impegnato il nostro portierone, unico bianconero in campo. Iaquinta, fermato dalla febbre, è stato costretto al forfait. Chiellini, alle prese nel corso della settimana con un problema muscolare, è andato comunque in panchina.  Con la gara del Ferraris, finiscono qui le fatiche “ufficiali” della Nazionale per questa settimana. Mercoledì, mentre tutte le squadre del gruppo B scenderanno in campo, gli azzurri saranno impegnati in amichevole, a Siena contro il Sud Africa.  Per il discorso qualificazione ad Euro 2008, tutto è rimandato a novembre, quando l’Italia dovrà affrontare la sfida decisiva. Il 17 è in programma lo scontro diretto in casa della Scozia, capolista del raggruppamento con 24 punti, davanti ai 23 degli azzurri e ai 22 della Francia. Pochi giorni dopo, l’ultima sfida, quella casalinga contro le Isole Faroer.
L'ACCUSA DI GIGI: "QUALCUNO CAMMINAVA" - La Stampa - Nonostante il posto in prima fila, da spettatore non pagante, Gigi Buffon non s’è visto un grande spettacolo: «Non è stata una bella Italia, onestamente - spiega il portiere azzurro -. Forse eravamo un tantino sfilacciati: a volte c’era qualcuno che pressava e altri che camminavano». Non è la prima volta che il numero uno sottolinea gli errori della truppa, come pure fece alle Far Oer. La fascia da capitano, semmai, ne ha accresciuto il senso di responsabilità.
Nessuno sfogo, sia chiaro, perché le parole escono lisce, senza acuti, ma l’analisi di una serata dritta solo per il risultato. «Rispetto alle nostre tradizioni - aggiunge Buffon - siamo stati meno brillanti, ma questo dipende anche dall’atteggiamento dell’altra squadra. Loro infatti hanno pensato molto a difendersi, fin dall’inizio, e per noi era molto difficile trovare spazi». Così si impacchetta solo il risultato: «Dovevamo vincere e l’abbiamo fatto, ma non è stata una bella Italia. Abbiamo vinto, ma non convinto». La serata di Marassi, però, non cancella l’ottimismo del portiere bianconero, per la qualificazione azzurra agli Europei 2008: «Credo che si possa sperare in questa Georgia, che nella sua storia qualche risultato importante l’ha fatto. E poi, io penso che tra noi, la Francia e la Scozia quelli stiamo meglio noi: perché gli altri hanno partite difficili, o in Ucraina, o in Georgia». Una mano, secondo Buffon, potrebbe arrivare da chi, ieri sera, non c’era: «Penso che gente esperta come Cannavaro, Zambrotta e Del Piero potrà aiutarci in Scozia». Non fa festa neppure Fabio Grosso, ritornato al gol: «E’ certo che con la Scozia ci vorrà un’altra Italia. Però stasera (ieri, ndr) non era facile, perché abbiamo trovato molte difficoltà: loro ci aspettavano e non era proprio facile». Lui, dopo qualche infortunio e l’addio all’Inter, s’è ritrovato: «Ma io sono sempre stato lo stesso - continua il difensore del Lione -, quello che gioca da 15 anni». Dall’altra parte della tv, lo difende Fabio Capello: «Hanno solo avuto troppa fretta, perché qui in Italia non c’è mai pazienza».  Pochi minuti dopo, le parole di Buffon vengono ammorbidite nell’analisi di Roberto Donadoni: «Il risultato mi sta bene - esordisce il ct azzurro - ed è arrivato con una partita a tratti buona. Poi ci sono stati errori, come sempre può accadere. Nella ripresa, per esempio, a tratti abbiamo gestito troppo, senza pigiare sull’acceleratore. Loro, però, hanno continuato a preoccuparsi di difendere e allora non era facile trova gli spazi. Certo, qualche scelta è stata sbagliata, ma sono soddisfatto di quello che abbiamo fatto». Sperando che, mercoledì, la Georgia possa dare una mano, rosicchiando punti alla Scozia: «Se loro giocano con questo atteggiamento - continua Donadoni - non è facile sbloccare il risultato. Certo, però, che se prendono gol mi sembra che davanti abbiamo problemi. Anche se di fronte al proprio pubblico potrebbero avere un atteggiamento diverso». Alla fine, così, la fiducia è soprattutto nei piedi azzurri: «Adesso abbiamo l’amichevole con il Sud Africa, cominciando a prepararci per la partita di Glasgow, cercando anche di recuperare qualche infortunato per presentarci al meglio. Sono sicuro che in Scozia l’Italia si farà valere». Poi, forse riferendosi a Del Piero, conferma che la porta non è chiusa per nessuno, esordi o ritorni che siano: «Non sono prevenuto contro nessuno, e in passato qualcuno è tornato». Sbucato dagli spogliatoi, tocca invece a Pirlo, cioè l’autore della prodezza, spiegare che non si tratta di un falso: «Quella punizione? E’ che io ci provo tante volte, in allenamento. Non è proprio causale, perché quando il pallone gira con quella velocità, la traiettoria può ingannare il portiere». Da parte sua, Klaus Toppmoller, ct della Georgia, promette impegno: «Aiuteremo noi l’Italia. Sono sempre stato convinto che Italia e Francia sono quelle che si sarebbero qualificate: ne sono ancor più convinto adesso». E’ convinto pure Cristian Panucci, che si gode la vendetta: «Penso che da qualche anno meritassi la Nazionale, ma prima c’era qualcuno che non mi convocava e, forse, non mi vedeva».
LA PRIMA VOLTA DI NOCERINO IN AZZURRO  - La Stampa - Antonio Nocerino e Alessandro Rosina hanno tante cose in comune. Sono ragazzi del Sud, nati col pallone in testa, saliti presto al Nord per trasformare una passione in mestiere. Da Napoli alla Torino bianconera il primo, dalla Calabria a Parma il secondo. Obiettivi centrati, in fretta. Compreso quello della Under 21: maglia vestita assieme, nella scorsa stagione. Da ieri sera Nocerino e Rosina hanno un motivo in più per sentirsi gemelli: debutteranno insieme in Nazionale A, mercoledì a Siena nell’amichevole contro il Sud Africa. La prima convocazione era nell’aria. Donadoni li seguiva da tempo. Nessuna sorpresa, dunque. Premio meritato per giovani che da anni fanno bene, se non benissimo, in ruoli completamente diversi. Di Rosina azzurro si parlava ormai da inizio anno. Trascinatore del Toro promosso dalla B e poi ancora decisivo nella salvezza granata. Gol splendidi, ma non solo. Con l’aggiunta di 32 presenze nell’Under 21. L’Italia «vera» sembrava un approdo inevitabile, specie dopo il forfait di Totti. Invece no. Prima la cancellazione dell’amichevole dello scorso febbraio, in seguito alla tragica notte di Catania. Poi, la crisi del Toro che ne limitò il rendimento. Tutto rimandato alla nuova stagione, dunque. «Riparto con due obiettivi - confessò a luglio nel ritiro granata, a Malles -: debuttare in azzurro e arrivare in doppia cifra nella classifica marcatori». Il primo l’ha centrato in fretta. Poco dopo aver prolungato il contratto con il Toro fino al 2011: un problema in meno, un ruolo e un ingaggio da leader da onorare. «Sono felicissimo, la Nazionale è un sogno che si realizza - ha detto ieri sera Rosina -. Il traguardo, adesso, è di rimanerci». Cominciando a far bene contro il Sud Africa che arriva da Città del Capo, un primo rivale non casuale per uno come Ale diventato calciatore sui campetti sterrati della sua Cittadella del Capo calabrese. Nocerino ha trovato spazio sul taccuino di Donadoni un po’ più tardi. Una carriera frenetica, dopo le giovanili juventine: Avellino, Genoa, Catanzaro, Crotone, Messina divorate dal 2003 al giugno 2006. Poi, a Piacenza, l’esplosione. Le promesse che diventano realtà, la quantità che s’abbina alla qualità. Una B e un’Under da mattatore, a 22 anni. La Juve che spende 3,7 milioni per riscattarne anche la seconda metà, ma poi decide di cederlo alla Fiorentina. Antonio era già in auto, verso il viola, quando Ranieri impose la propria volontà: «Quel ragazzo fa comodo a me». Quel ragazzo, nella nuova Juve, finora ha sempre giocato: 5 partite intere su 7, a centrocampo o in difesa, a destra o in mezzo. Preziosissimo, quasi imprescindibile. Ora può ritagliarsi uno spazio anche in azzurro. «Una maglia che sogno fin da bambino», diceva ancora ieri sera da Napoli quando, per scaramanzia, aspettava una comunicazione ufficiale prima di sciogliersi e festeggiare con la famiglia.
MERCOLEDI' C'E' IL SUDAFRICA - La Stampa - Nocerino e Rosina ma non solo. Fra novità e ritorni, ci sono nomi interessanti fra i convocati per l’amichevole di mercoledì sera a Siena contro il Sud Africa. Torna Gilardino in attacco, mentre in difesa mettono piede nel Club Italia gli udinesi Mesto e Dossena e il napoletano Paolo Cannavaro, fratello minore del Fabio campione del mondo.
LIPPI CI RIPENSA: "PORTE APERTE ALLA NAZIONALE" - Repubblica - «Tornare in nazionale? Lascio aperte le porte». Il ct campione del mondo 2006, a giudicare da quanto detto ai microfoni di Radio Deejay, sarebbe anche pronto a tornare: «Ho imparato questo dalla vita: mai dire di no». Spiega: «Adesso sono disponibile, se viene una società seria, anche straniera, con una squadra seria e un programma serio io sono pronto». Poi una risposta provocatoria: «Chi tornerà prima in panchina tra me e Capello? Io, torno io...». Una battuta su Del Piero: «Lui è la Juve, ma per il suo futuro farà quello che gli dice il cuore».
GIOVINCO FENOMENALE, CRISCITO MURO INVALICABILE - Sky - A Chieti, l'Italia di Pierluigi Casiraghi batte 2-0 la Croazia in una gara valevole per le qualificazioni a Euro 2007/2009. Vittoria preziosissima, in parte sofferta, contro l'avversario più temibile del Gruppo 1. Gli Azzurrini faticano nei primi 30', a causa di qualche calo di tensione e per la notevole pressione dei croati. Trovato il primo gol, però, i padroni di casa gestiscono il match con grande sicurezza. Al 36', Acquafresca (nella foto) sblocca il risultato. Bella l'azione, con Rossi protagonista di un assist chirurgico per il compagno di squadra. La Croazia è sfacciata, ben messa in campo e capace, in avvio, di impensierire seriamente la selezione italiana. Pregevole l'iniziativa di Panic al 19'. La sua percussione mette Busic nelle condizioni di colpire per ben due volte a pochi passi dalla porta difesa da Consigli. L'estremo difensore è strepitoso nell'opporsi. Busic segna in rovesciata al terzo tentativo, ma l'azione viene giustamente fermata per gioco pericoloso. Panic protesta vivacemente e rimedia un cartellino giallo. Reparti più corti e maggiore attenzione: Casiraghi aveva chiesto questo poco prima del vantaggio. E i suoi ragazzi applicano il consiglio in maniera impeccabile, anche nel secondo tempo. Se in difesa Criscito è un muro invalicabile, in avanti Rossi è irrefrenabile, Giovinco spettacolare e Acquafresca spietato. La punta del Cagliari realizza il suo quarto gol in azzurro al 12'. Due minuti dopo, l'Italia ha l'opportunità di incrementare il bottino. Acquafresca crea scompiglio sulla sinistra. Entrato in area, serve sul perimetro Giovinco. Il giocatore dell'Empoli inventa un lob che scavalca il portiere e termina di poco sul fondo. Forte del doppio vantaggio, l'Italia nel finale si lascia andare un po' troppo, ma per la Croazia non c'è più tempo per tentare la rimonta. I ragazzi di Casiraghi guidano il girone a punteggio pieno (12 punti). Il prossimo impegno, quello di martedì 16 ottobre, vedrà la nostra Under 21 affrontare la Grecia (ore 21.45, le 20.45 in Italia). Parla il ct - "E' stata dura- ha detto Casiraghi - nel primo tempo loro pressavano tantissimo, ci hanno messo in difficoltà, nel secondo tempo è uscita fuori la qualità dei tre davanti. Ma tutta la squadra è andata molto bene. Hanno fatto tutti una grandissima partita". Contro una Croazia forte. "La Croazia è una bella squadra, era normale soffrire, non sempre si può giocare di fioretto, è venuto fuori la carattere". E la vena di Acquafresca: "Sono contento perchè ha fatto molto bene, ma non dimentichiamo il lavoro di Giovinco e Rossi. Lui ha potuto usufruirne".
UNA SIGNORA COL VESTITO DA SERA: JUVE-INTER ALLE 20.30! - juventus.com - E’ una Juventus pronta a tirare fuori l’abito da sera. La Lega Calcio ha ufficializzato gli anticipi e i posticipi per le giornate dalla 8ª alla 13ª. Su sei turni, i bianconeri giocheranno ben cinque volte in notturna. Si tratta dei match con Genoa, Napoli, Empoli (nell’infrasettimanale), Inter e Palermo. Solo la sfida di Parma sarà in pomeridiana.
Ecco il calendario delle prossime sfide di ottobre e novembre.
8ª giornata, Juventus-Genoa, domenica 21 ottobre, ore 20.30
9ª giornata, Napoli-Juventus, sabato 27 ottobre, ore 20.30
10ª giornata, Juventus-Empoli, mercoledì 31 ottobre, ore 20.30
11ª giornata, Juventus-Inter, domenica 4 novembre, ore 20.30
12ª giornata, Parma-Juventus, domenica 11 novembre, ore 15
13ª giornata, Juventus-Palermo, domenica 25 novembre, ore 20.30