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OGGI COL CAGLIARI IL MISTER PUNTA TUTTO SUL RITORNO DI DEL PIERO

Post n°1615 pubblicato il 31 Gennaio 2009 da corsivo79

RANIERI DA' LA CARICA ALLA JUVE: "FORZA RAGAZZI, NON MOLLIAMO!"

Stasera alle 20.45 i bianconeri ricevono all'Olimpico i sardi. Ranieri vuole una grande Juve: "Chi pensava che lottare per il primo posto fosse facile non ha capito niente. Contro i rossoblù mi aspetto una reazione dei ragazzi dopo il ko di Udine. Mi serve l’aiuto della squadra. Il nostro campionato non è finito, non dobbiamo mollare l'Inter. Il rientro di Del Piero mi fa stare più tranquillo. Trezeguet non è pronto per giocare dall'inizio". Giovinco infortunato e non convocato. In avanti si ricomporrà il tandem Alex-Amauri. Dopo 40 giorni di stop torna il leader della retroguardia Chiellini, che ha risolto il problema ai flessori e fara di nuovo coppia con Legrottaglie. Una difesa-bunker. Quando c’è Giorgio più punti e meno gol subiti. Nelle statistiche supera persino Messi. Buffon carica la squadra: "Con il Cagliari obbligati a vincere. Dobbiamo dare un segnale e rimanere in scia dell'Inter. E in Europa vogliamo arrivare fino in fondo. Se la Juve non fosse andata in serie B, sarei andato via". Mercato, la Juve ha ratifica l'acquisto del bulgaro Mario Kirev, 19enne portiere dello Slavia Sofia che rimarrà in prestito al Grassophers. Definitivo lo scambio Belardi-Chimenti. Secco prepara l'attacco del futuro e blocca Floccari, che a giugno potrebbe sostituire Iaquinta se Vincenzone dovesse essere ceduto allo Zenit. Interessa anche Quagliarella. Calciopoli, clamorosa rivelazione in tv dell'ex arbitro Paparesta: "Moggi non mi ha chiuso nello spogliatoio di Reggio. Luciano e Giraudo urlarono solamente". Cade un'altra pesante accusa. Come l'accusa rivolta a Moggi nel processo Gea, sgretolata anche dalle motivazioni: "Arrogante ma non delinquente", scrivono i giudici, che bacchettano duramente la Figc per omesso controllo e l’intero sistema per comportamenti simili.



L'APPELLO DI RANIERI - La Stampa - Con l’idea di non bissare la carestia di ottobre, che poi fu dovuta a due sconfitte filate, con il Palermo in casa e a Napoli, la Juve vuol tornare in fretta a vincere, da stasera all’Olimpico contro il Cagliari: «Aspetto un pronto riscatto - ha detto ieri Claudio Ranieri - perché il nostro campionato non è finito. E noi dobbiamo stare là nel momento decisivo della stagione». Là, sarebbe nei pressi dell’Inter, per poi giocarsela al tempo del faccia a faccia, il 19 aprile, e fino all’arrivo. Che sarebbe stata una parete da scalare, ricorda il tecnico, già lo si immaginava: «Sapevamo tutti che sarebbe stato un campionato difficile, che c’era da lottare: chi si aspettava fosse tutto semplice, non ha capito nulla». Il guaio, quando tocca il ruolo d’inseguitori, e davanti c’è una squadra che viaggia come l’Inter, è che ogni stop ti porta via guadagni costati settimane. Così, dopo una brusca fermata (Udine), qualsiasi sfida è un appello da non fallire, pena una condanna quasi definitiva. L’appello l’ha fatto pure Ranieri, per contare chi può finalmente ritornare a dare una mano, dopo lunga degenza. Da Trezeguet e Zanetti, a Iaquinta e Poulsen, tutta gente guarita, ma che avrà bisogno dei risultati del gruppo per inserirsi senza scompensi: «Inizio a recuperare giocatori che sono sulla via della guarigione e non possono essere al cento per cento - ha spiegato il tecnico -. Se la squadra mi aiuta, diventa più facile». Il manuale prevede inserimenti progressivi, più agevoli quando il resto della compagnia funziona: che in Italia significa poi vincere. Prima questione, dunque, l’aiuto degli ex degenti, perché nonostante la difesa dell’allenatore («Non credo che siamo stanchi»), qualcuno la lingua un po’ se la trascina dietro. Si rivedrà Trezeguet, ma a show iniziato: «Non è ancora pronto per giocare subito: ha bruciato le tappe, ma un conto è l’allenamento, un altro la partita». Dovrebbe esserci, invece, Chiellini («Ha fatto bene in settimana, è a disposizione»), meno possibilità per Zanetti («Buoni allenamenti, vedremo la rifinitura»). Con l’infermeria, comunque, non finiscono le insidie cui deve far fronte Ranieri, nella complessa gestione della Juve. Rischiano sempre di far rumore, per esempio, i rapporti con Alex Del Piero, nonostante entrambi si siano venuti incontro, per superare la crisi d’autunno. E nonostante l’ultimo episodio, quel piumino gettato al vento al momento del cambio con la Fiorentina, sia stato subito azzerato da capitano e allenatore. Così come diventa spesso chiassosa la gestione di Sebastian Giovinco, che può innescare polemiche quando non gioca, o quando lo fa male: «La verità è che bisogna avere pazienza - ha ripetuto Ranieri dopo la notte di Udine - perché Giovinco è un ragazzo di talento ma che s’è messo le scarpe da calcio domani». Non letteralmente, visto che stasera resterà in pantofole, per una botta alla caviglia presa mercoledì. Non bastasse, da qualche giorno s’è fatta movimentata anche la posizione di Iaquinta, un giocatore che il tecnico ha sempre stimato, ma che infiniti acciacchi gli hanno troppo spesso sottratto. Ora s’è messo in mezzo lo Zenit San Pietroburgo, con gli argomenti della Gazprom, cioé un sacco di soldi: una decina di milioni di euro alla Juve, quattro stagionali al giocatore, quasi il doppio dello stipendio attuale. La società, che continua a muoversi per riavere il prestito di Palladino, chiuderebbe pure l’affare, ma l’attaccante azzurro non pare molto convinto di traslocare in Russia. Distrarsi è uno dei rischi che Ranieri vorrebbe evitare assolutamente: «Perché, come ho sempre detto, noi dobbiamo giocare al 120 per cento». Altrimenti si può andare in crisi, come a ottobre: «Ci sta, visto che i campionati sono fatti di momenti favorevoli e meno: e noi dobbiamo tornare al trend stupefacente che abbiamo tenuto dopo la sconfitta di Napoli». Altrimenti, bye bye Inter, ma per davvero.
DEL PIERO, IL RITORNO - Il Giorno - Tranquilli, adesso ci pensa Alex. E così la Juventus riparte da Del Piero. Ancora lui, l’uomo della provvidenza, il capitano di mille battaglie. Stasera toccherà a Pinturicchio suonare la carica contro il sorprendente Cagliari di Allegri, perché a Udine non c’era e la partita l’ha vista soltanto davanti alla televisione, prendendosi un turno di riposo, forse per evitare la panchina e sbollire la rabbia dell’ultima sostituzione contro la Fiorentina. Perché Del Piero preferisce giocare, sempre, per lui o tutto o niente. Le vie di mezzo al capitano non interessano. «Il capitano è un punto di riferimento — spiega Ranieri —, ma è capitato di aver fatto bene anche senza di lui, come ad esempio a Lecce, Bologna e Cagliari. È vero però che averlo in campo mi dà più tranquillità». Dunque, niente alibi, avanti tutta e pedalare. Al suo fianco dovrebbe esserci ancora il ragazzo di Carapiquiba. «Amauri non è stanco — ha sottolineato il tecnico romano — nell’ultimo periodo ha fatto fatica a segnare, ma sta dando lo stesso apporto di sempre alla squadra. Capita che un attaccante rimanga all’asciutto, gli manca solo il gol: lo vedo forte e si allena duramente». Quindi Trezeguet partirà ancora dalla panchina, come d’altronde Iaquinta, sempre corteggiato dallo Zenit San Pietroburgo. Chiellini invece dovrebbe affiancare dall’inizio Legrottaglie. Per non perdere la scia della capolista, bisognerà battere il Cagliari, ma l’allenatore juventino è consapevole che non sarà una passeggiata: «Loro stanno vivendo un ottimo momento, corrono, segnano e ai giocatori riesce tutto. Verranno qui per giocarsela come contro la Lazio, quindi siamo avvisati. Dopo Udine mi aspetto un riscatto».
Anche per Buffon l’imperativo è vincere: «Dobbiamo dare un segnale per far vedere che ci siamo ancora. Lo scudetto non lo molliamo». Gigi sogna la finale di Champions («Il 27 maggio a Roma mi piacerebbe esserci, è il sogno di tutti») e svela un piccolo segreto: «Se la Juventus non fosse andata in serie B, sarei andato via per un po’ di cose che c’erano e non mi piacevano. Ma quello che è successo ha fatto in modo che rimanessi ed è stato un bene». A proposito di portieri. La società ha fatto sapere di aver acquistato dallo Slavia Sofia il 19enne Mario Kirev. Titolare della sua squadra e della nazionale Under 21, Kirev si era allenato per qualche tempo a Vinovo sotto la stretta osservazione dello staff tecnico bianconero. Il portiere bulgaro ha firmato un contratto fino al giugno 2013, ma finirà questa stagione in prestito al Grasshoppers.
AMAURI-DEL PIERO, ORA FUORI I GOL - Tuttosport - Si ricompone la coppia più logica, quella con le maggiori affinità elettive: Alessandro Del Piero al fianco di Amauri. E non soltanto perché Se­bastian Giovinco è indispo­nibile a causa di una botta rimediata contro l’Udinese e David Trezeguet non è ancora pronto per partire titolare. Amauri e Del Piero finora sono stati i bomber d’attacco più affidabili, la coppia che ha trascinato la Juventus fino all’aggancio, anche se soltanto per un giorno, con l’Inter. E adesso che ci sono di nuovo sei punti da recuperare Clau­dio Ranieri non può che consegnarsi nelle mani (e nei piedi) di loro due. Non ne voglia Vincenzo Iaquin­ta, il campione gregario smanioso di giocare e l’ulti­mo ad arrendersi a Udine, ma le possibilità per l’attac­cante calabrese di prendere il posto di Amauri stasera sono ridotte al lumicino no­nostante la stanchezza che accompagna le ultime usci­te del brasiliano e che farebbe propendere per un turno di riposo.
IRRINUNCIABILE - La cer­tezza in attacco si chiama Del Piero: il capitano ritor­na dopo aver saltato la tra­sferta di mercoledì sera a Udine coincisa con la scon­fitta che ha confermato quanto Alex sia indispensa­bile alla Juventus. La sua presenza non è soltanto fondamentale per l’apporto di gol e assist ma per l’at­teggiamento complessivo della squadra: Alex è l’uo­mo spogliatoio e il leader in campo, può dare quella ca­rica e quella determinazio­ne che sono mancati a Udi­ne e che diventano basilari in questo momento del campionato in cui i bianco­neri sono chiamati ad al­lontanare i fantasmi della crisi e trovare l’immediato riscatto. Anche fisicamente il capitano è a posto, ha su­perato quei leggeri proble­mi al ginocchio destro che hanno giustificato la sua assenza nel turno infraset­timanale. Il piano di recu­pero concordato con Ranie­ri è completato: con un Del Piero in più in campo l’im­presa di frenare l’irresisti­bile truppa di Massimilia­no Allegri, sempre vincente nelle utlime tre partite, di­venta meno impossibile.
STAKANOVISTA - Accanto al capitano ci sarà lo staka­novista Amauri, 30 presen­ze e 13 gol stagionali, ap­parso però appannato nelle ultime uscite. Nonostante le prestazioni non ottimali Ranieri punta ugualmente sul brasiliano per ravvivare il gioco d’attacco: il tecnico considera l’attaccante assai utile anche quando non se­gna per il lavoro di raccor­do che svolge con il centro­campo e per frenare le ri­partenze dei cagliaritani. Ma dopo essersi spremuto in tutto il girone d’andata ed essere il capocannoniere bianconero del campionato, Amauri sembra aver finito la benzina. il calo fisico è evidente, lo ha dimostrato non solo a Udine ma anche sabato scorso contro la Fio­rentina. E l’assenza di gol (non segna dal 21 dicembre a Bergamo contro l’Atalan­ta), sebbene non sia un ostacolo per il tecnico, può creare una certa pressione psicologica al giocatore così abituato ad andare in rete.
CON CHIELLINI E' BUNKER-JUVE: E' IL MESSI BIANCONERO - Tuttosport -  Chiellini meglio di Messi. Ok, detta così è grossa, allora precisiamo: Chiellini più importante di Messi. Che è as­solutamente opinabile, ma ha un fondamento statistico in­contestabile: almeno sul piano dei risultati, la Juve ha soffer­to le assenze del difensore li­vornese più di quanto il Bar­cellona abbia patito i forfait del fuoriclasse argentino. Dato che spiega bene quanto conti per Ranieri recuperare l’azzurro, che stasera contro il Cagliari tornerà al centro della difesa, dopo che da una settimana si allena con i compagni.
MEGLIO DELLA PULCE - I problemi ai flessori della coscia sinistra sono finalmente risol­ti, come ha accertato anche l’e­same biomeccanico a cui Chiellini si è sottoposto a Peru­gia dal professor Cerulli. Un test necessario per capire co­me mai quello che sembrava un semplice affaticamento ha costretto il difensore a saltare cinque partite. E quanto pesi­no le assenze del ventiquat­trenne centrale lo spiega ab­bastanza bene la tabella che pubblichiamo: con Chiellini in campo la Juve ha tenuto una media di 2,33 punti a partita, subendo in media 0,57 gol a gara; senza di lui la media punti scende a 1,44, mentre la media delle reti incassate sale a 0,88 a partita. Quando gioca Chiellini, quindi, la Juve fa quasi un punto in più a parti­ta: 0,89, per la precisione. Co­me anticipato, neppure Messi, che oggi come oggi è probabil­mente il miglior giocatore del mondo, incide così tanto: con la Pulce in campo il Barça ha una media di 2,66 punti a par­tita, che scende a 2 senza di lui. La differenza è "solo" di 0,66.
BUFFON: "CON IL CAGLIARI OBBLIGATI A VINCERE" - Tuttosport - «Quella con il Cagliari è una partita importante perchè dobbiamo dare un segnale, dobbiamo fare vedere subito che siamo tornati». Gianluigi Buffon lancia l'assalto dopo lo schiaffo preso dalla Juve al Friuli. «C'è stata una voglia di vincere dell'Udinese superiore alla nostra- ha detto- Hanno avuto una rabbia maggiore. Capita».
VINCERE COL CAGLIARI E SEGUIRE IL SOGNO CHAMPIONS - Adesso bisogna ripartire immediatamente. Anche per non fare scappare l'Inter. «Il Cagliari è un'ottima squadra, ma noi abbiamo l'obbligo di vincere se vogliamo continuare a inseguire l'idea di lottare per lo scudetto. Io penso che ce la possiamo giocare fino alla fine. Adesso dobbiamo cercare di rimanere nella scia dell'Inter, poi vediamo cosa succede quando ricomincia anche la Champions». La finale il 27 maggio a Roma. «Speriamo di esserci. È la speranza nostra e dei tifosi. La finale di Champions è un sogno che va coltivato per cercare di farlo diventare realtà».
STO TROPPO BENE ALLA JUVE - Ospite di Juventus Channel, il portiere bianconero ha chiuso parlando anche della sua scelta di restare quando la società è stata retrocessa in serie B e del futuro. «Se la Juventus non fosse andata in serie B sarei andato via per un po' di cose che c'erano e non mi piacevano. Ma quello che è successo ha fatto in modo che rimanessi ed è stato un bene. Adesso non ci sono i presupposti per lasciare i bianconeri, sto talmente bene qui... È chiaro- ha concluso- che se ci fossero offerte da fantacalcio qualcosa potrebbe cambiare, anche da parte della Juve».
BUFFON-MARCHETTI, INCONTRO TRA EREDI - Tuttosport - Il presente e il futuro. Il migliore portiere del mondo e uno dei suoi possibili eredi. Ovvero Gigi Buffon e Federico Marchetti. Ci sarà anche questo confronto a distanza in Juventus-Cagliari di stasera. E sarà un confronto gustoso, interessante, nel contesto di una gara tutt’altro che semplice per la Juve che deve rialzarsi dopo la sconfitta di Udine.
ANDATA DA RICORARE - Certamente un incrocio più completo rispetto a quello dell’andata, che durò soltanto quarantacinque minuti. Al Sant’Elia iniziò infatti il calvario di Gigi: infortunio all’adduttore destro, tre gare saltate (prima della ricaduta con il Palermo e del nuovo, e più lungo, stop) e spazio a Manninger. Che quel pomeriggio fu decisivo, nel finale di partita, con una parata prodigiosa su Matri. Significò tre preziosissimi punti in cassaforte, firmati Amauri, che nel primo tempo infilò Marchetti. Per motivi diversi, la giornata non fu di quelle da ricordare per entrambi.
L'INCONTRO - [...] Ecco gli ingredienti del nono posto dei sardi, a meno nove punti dalla quota salvezza, addirittura a più quattordici dalla zona caldissima della classifica. Una crescita che non è passata inosservata. A Marcello Lippi, che lo sta tendendo sotto osservazione, e a Buffon, che lo ha indicato come suo possibile erede. «Ci sono molti giovani promettenti come Marchetti, Amelia, Curci e Fiorillo, ma io sono l’eccezione, non la regola. Credo che questi ragazzi non debbano cercare di emularmi, ma debbano essere loro stessi» ha suggerito il portiere campione del mondo. Musica per il numero uno cagliaritano: «Mi godo i complimenti di Gigi, che per me è sempre stato il migliore al mondo. Cerco sempre di rubargli qualcosa, qualche movimento. Quando ero al Torino, Nista, il mio preparatore, me lo presentò al ristorante».
LA JUVE HA MESSO LE MANI SU FLOCCARI - Tuttosport - Attenzione a Sergio Floccari, perché ha ottime possi­bilità di diventare uno degli at­taccati juventini dell’anno pros­simo. Alessio Secco, ds biancone­ro, ha già preso i primi contatti con l’Atalanta e la trattativa non sembra difficile, tanto che - è suc­cesso anche ieri - continuano a circolare voci di una chiusura del­l’affare già in questa sessione di mercato.
LA VERITÀ - In realtà non è così, per­ché il reparto offensivo di Ranie­ri non dovrebbe proprio cambia­re negli ultimi tre giorni del mer­cato (anche se ieri il presidente dell’Atalanta, Alessandro Rugge­ri, e lo stesso Secco, hanno ripar­lato dell’argomento), ma di sicu­ro cambierà a giugno.
IAQUINTA L’AFRICANO Gli as­salti dello Zenit, a quanto pare pronto a fare follie per avere Ia­quinta subito, sono stati respinti con perdite, sia dalla Juventus che da Iaquinta stesso, per nulla entusiasta di "scomparire" nel campionato russo, senza neppure la finestra della Champions Lea­gue. Anche perché l’anno prossi­mo andrà in scena il Mondiale e Vincenzone ha un patto con Mar­cello Lippi: se gioca, ha buone possibilità di trovare un posto sull’aereo per il Sud Africa.
LA JUVE PIOMBA SU FLOCCARI - Corriere dello Sport - La Juventus ha effettuato un son­daggio per verificare la possibilità di trasferire subito a Torino l’attaccante dell’Atalanta Sergio Floccari. Per il mo­mento la società bergamasca è sembra­ta molto fredda di fronte alla proposta bianco­nera perchè ha intenzione di mettere sul mer­cato il suo gioca­tore soltanto a giugno, ma non è poi detto che le cose non possano cambiare nelle pros­sime ore. Lo Zenit San Pietroburgo sta cedendo Arshavin all’Arsenal e ha già un accordo con la Juventus per acqui­stare Iaquinta per una cifra di 11-12 mi­lioni di euro. Il problema è l’attaccante di Crotone il quale, malgrado una pro­posta di ingaggio di cinque milioni di euro all’anno, non sembra intenzionato a trasferirsi in Russia. Non appena i di­rigenti dello Zenit chiuderanno con l’Arsenal per Arshavin, la trattativa en­trerà nella fase decisiva e allora Iaquin­ta, che avrà sempre meno spazio ora che è tornato Trezeguet, dovrà decide­re se andare a giocare o se restare a To­rino sino a giugno per essere poi messo sul mercato. L’ultima e definitiva paro­la sarà quella del giocatore. Se l’attaccante rifiuterà davvero lo Zenit, a fine anno sarà messo co­munque sul mercato perchè la Juve ha inten­zione di puntare su Qua­gliarella o (soprattutto) su Floccari, il preferito da Ranieri.
LA JUVE ACQUISTA GIOVANE PORTIERE BULGARO KIREV - Tuttosport - Mario Kirev, 19enne portiere bulgaro, è della Juventus. Il club bianconero ha ufficializzato l'acquisto dell'estremo difensore dello Slavia Sofia, che resterà comunque “parcheggiato” in prestito in Svizzera, al Grasshoppers, dove gioca tuttora, fino al termine della stagione. Data la giovane età del giocatore, anche se molto promettente, occorreranno tempi più lunghi per valutarne la maturazione e quindi non è escluso che la Juventus lo ceda in prestito per almeno un'altra stagione. È però chiara la linea di condotta bianconera: puntare su giovani di sicuro avvenire ma a costi ancora bassi, piuttosto che orientarsi su giocatori già affermati ma costosi come il polacco Boruc del Celtic o dello sloveno dell'Udinese Handanovic, i due nomi più gettonati, cui si ricorrerebbe soltanto in caso di una eventuale partenza di Gigi Buffon. Anche Federico Marchetti, il 25enne portiere del Cagliari ma di scuola Torino, che Buffon aveva messo in cima alla lista dei suoi preferiti tra gli emergenti italiani, è ormai un giocatore dalla quotazione consistente perché ha già gli occhi addosso di Milan e Inter, per restare solo all'Italia. Buffon ha appena compiuto 31 anni e ha un contratto che scade nel 2013.
DEFINITIVO LO SCAMBIO BELARDI CHIMENTI - tuttomercatoweb.com - Nella giornata di ieri sono state convertite da cessioni temporanee a definitive quelle di Emanuele Belardi all'Udinese e di Antonio Chimenti alla Juventus.
SECCO VICEPRESIDENTE ADISE - juventus.com - Alessio Secco è stato eletto vicepresidente dell'Adise, l'associazione dei direttori sportivi. Le nomine, assegnate ieri, hanno confermato come vicepresidenti anche Claudio Garzelli e Claudio Molinari e Carlo Regalia come presidente.
PAPARESTA IN TV RIVELA: "MOGGI NON MI HA CHIUSO NELLO SPOGLIATOIO DI REGGIO" - Tuttosport - Non una novità processuale (si sapeva già), ma una verità mediatica quella che racconta a La7 Paparesta: niente sequestro, niente chiave girata, niente sequestro (la Procura di Reggio ha archiviato da un pezzo). «Finalmente dopo anni posso dire l'unica verità su quel 6 novembre 2004: non sono mai stato chiuso in uno spogliatoio da Moggi'». Gianluca Paparesta, l'ex arbitro pugliese coinvolto nello scandalo di Calciopoli, lo ha rivelato nel corso dell'intervista concessa alla trasmissione de La7 'Niente di personale', condotta da Antonello Piroso, che andrà in onda questa sera alle 21. «Moggi e Giraudo entrarono agitati e si lamentarono del mio operato - ha spiegato Paparesta riferendosi a quanto accadde al termine di Reggina-Juventus, conclusasi con la vittoria per 2-1 dei calabresi - Nessuno però mi ha chiuso dentro lo spogliatoio. Si sono solo lamentati in maniera decisa perché non avevo concesso loro un rigore e avevo annullato il gol del pareggio proprio un attimo prima del finale, cosa che per altro dimostra che non soffrivo certo di sudditanza. Poi se ne sono andati via e io ho solo sbagliato a non inserire nel referto di gara l'episodio». «Questa non è la mia versione ma la realtà - ha aggiunto l'arbitro reso ex dall'estromisione respinta dal Tar (prossima settimana Consiglio di Stato, ndr) - non ero solo, con me c'erano assistenti, quarto uomo e un osservatore. Se fosse accaduto qualcosa, qualcuno l'avrebbe segnalato».
DICE POCO - Paparesta non ha poi voluto commentare il fatto che altri suoi colleghi coinvolti in Calciopoli, e tutt'ora sotto processo penale davanti alla procura di Napoli (dove invece la sua posizione è stata archiviata), siano ancora in attività: «A volte mi chiedo perch non arbitro più, ma a me non interessa la posizione di altri miei colleghi, a cui invece auguro di essere completamente prosciolti come me. Ho dimostrato la mia estraneità davanti agli organi inquirenti e, ora che sotto l'aspetto disciplinare sono pulito, solo Collina puo' dire se potro' tornare ad arbitrare o meno. Solo il designatore Collina puo' dire se sono in grado di arbitrare dal punto di vista tecnico». L'ex fischietto, che nel frattempo è stato nominato responsabile del protocollo d'intesa tra i comuni di Bari e Milano in vista dell'Expo2015, ha anche affrontato il tema legato alla telefonata fatta a Moggi l'8 novembre 2004, due giorni dopo la gara di Reggio Calabria: «E' stato il mio unico errore. L'ho chiamato perché era partita nei miei confronti una campagna mediatica incredibile di cui lui si vantava. In molti, anche della mia associazione (l'Aia), dicevano che dovevo smettere di arbitrare e così l'ho sentito per chiarire. Se lui pensava che non ero in grado di arbitrare si doveva rivolgere alle sedi competenti anche perché se la campagna fosse continuata io mi sarei dimesso». Infine, Paparesta ha spiegato la telefonata all'addetto agli arbitri del Milan, Leonardo Meani: «Io sono un cittadino italiano e un commercialista, prima che un arbitro. Dopo aver appreso la notizia, durante il mio lavoro di revisore dei conti, di una possibile procedura d'infrazione contro l'Italia da parte dell'Unione Europea per violazione delle norme sul protocollo di Kyoto in relazione alle energie alternative, ne ho parlato col Meani visto che il presidente del Milan e' anche il premier italiano».
GEA, L'ACCUSA A MOGGI SGRETOLATA ANCHE DALLE MOTIVAZIONI - Tuttosport - Arrogante, non delinquente associato, Luciano Moggi. Lo dipinge così, nelle 318 pagine della motivazione pubblicata della sentenza sul caso Gea, il giudice Luigi Rocco Fiasconaro, presidente della 10ª sezione del tribunale di Roma. «Nessuna sussistenza del reato di associazione per delinquere non solo in ragione della mancanza del numero delle persone, ma anche perché il numero, la natura e la finalizzazione di questi reati è (quelli di violenza privata addebitata a Luciano e Alessandro Moggi, ndr) risultata estranea a un contesto programmatico associativo, mentre è apparsa più compatibile con uno stile di vita caratterizzato da arroganza e sistematica prevaricazione nella ricerca di una costante affermazione della propria posizione di potere da parte dei due Moggi», così scrivono i giudici a pagina 303. Insomma: arroganti nel perseguire i propri scopi.  La reprimenda di Fiasconaro, semmai, è per l’intero mondo del calcio nel quale i Moggi erano protagonisti, ma non attori unici. Lo confermava anche Baldini (pagina 312) che ricordava come Francesco Totti avesse cambiato procuratore (da Zavaglia al fratello) perché all’agente «era stato inibito da Franco Sensi l’accesso a Trigoria». «Il mondo del calcio non è una zona franca, immune dall’applicazione del diritto penale. Nel calcio si vive un fenomeno di generalizzata deregulation anche per la scarsa attenzione degli organi direttivi e di controllo della Figc nel quale i portatori di interessi potenzialmente confliggenti hanno potuto praticare metodologie spesso di natura [...] nella singolare presunzione che quella generalizzazione e diffusione di comportamenti scorretti fosse sufficiente ad escluderne radicalmente la illiceità».

 
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GIU' LE MANI DALLA JUVENTUS



IL 5 MAGGIO BIANCONERO


DEL PIERO MAGIA SCUDETTO


MILAN-JUVE 1-6 !!!
 
 

DEL PIERO LIVE IN SAN SIRO


TREZEGOL INCORNA IL MILAN


SAN GIGI BUFFON: I MIRACOLI


IL MIO CANTO LIBERO


INNI JUVENTUS


L'EUROGOL DI DEL PIERO ALLA GERMANIA


TOKIO, 8 DICEMBRE 1985: JUVENTUS CAMPIONE DEL MONDO
 

JUVENTUS CAMPIONE D'EUROPA

 

DECALOGO DI FARSOPOLI


LA VERA STORIA



PROCESSO FARSA


QUESTO E' MORATTI!
Beppe Grillo svela i loschi affari del presidente dell'Inter e della sua azienda.

 

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