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News Juventus 17/04/2009

Post n°1634 pubblicato il 17 Aprile 2009 da corsivo79

JUVENTUS TRA INTER E MERCATO 
DIEGO PUO' ARRIVARE IN SALDO!

Domani il Derby d'Italia contro i nerazzurri: Ranieri non ha ancora sciolto i dubbi sull'impiego di Trezeguet. Nedved potrebbe giocare in mediana per far posto a Giovinco sulla sinistra. Del Piero: "Orgoglioso della Juve. All'Inter non invidio nulla. Sono fiero dei miei anni in bianconero, soprattutto degli ultimi". La carica di Legrottaglie: "Vogliamo tornare subito ai nostri livelli e cercare di non subire neppure un gol in queste 7 partite che restano". Manninger: "Pronto a sostituire Buffon se va via. Il mio obiettivo è sempre stato quello di giocare. Non mi sono mai sentito un dodicesimo". Amauri: "Diego? Farebbe comodo. Lo seguo dalla sua esplosione nel Santos, ha grandi qualità". E proprio Diego potrebbe finire alla Juve a prezzo di saldo. Una svolta clamorosa: i bianconeri possono pagarlo meno della metà (11 mln) con l'articolo 17. Ma il Werder non ci sta: mancano 6 mesi per poter sfruttare la norma Fifa. I bianconeri intanto insistono per Mexes, Hamsik e Quagliarella. Risparmiando per Diego con l'art. 17, Secco può puntare sul romanista e sullo slovacco. Col bomber c'è già l'accordo. Il ds non molla Silva e segue Esposito del Lecce. L'agente di Buffon: "Un'offerta dello United? Tutto falso". Benitez: "Xabi Alonso non andrà alla Juve". Moggi difende Ranieri e attacca la dirigenza: "Non ha azzeccato un acquisto"

RANIERI NON HA ANCORA SCIOLTO IL NODO TREZEGUET - La Stampa - Sul sito internet www.trezegol.com ieri, 16 aprile, cliccando sul rettangolino «parla David» compariva un bel quadratone blu scuro. Vuoto. In effetti c’è da chiedersi cosa abbia da dire in questo momento «l’attaquant du 21eme siecle» dopo essere stato degradato al rango di seconda scelta. Un gol a Palermo il 21 febbraio al rientro dopo l’intervento chirurgico del 23 settembre. Due partite (Chelsea e Napoli in casa) da titolare, poi la frattura con Ranieri. La sostituzione a dodici minuti dalla fine con gli inglesi che diventa un affronto per il francese, lo sfogo immediato di David e la replica dell’allenatore. Domani c’è l’Inter. Ovvero la partita che ogni juventino vorrebbe giocare e che il presidente Cobolli Gigli vuole vincere «per la faccia e per l’onore». Trezeguet è nel gruppo di quelli che sarebbero pronti a incidere sulla sfida, ormai poco decisiva in proiezione scudetto, ma che diventa fondamentale per il mantenimento del secondo posto e per l’orgoglio di tutta la Juve. Oggi Ranieri non chiarirà la situazione dei tre attaccanti. Non ha fatto concessioni neppure alla vigilia di partite meno importanti, è difficile che si sbilanci proprio a poche ore da un confronto così delicato. Ci sono comunque buoni motivi per credere che al francese l’Ufficio Scontenti abbia già riservato un posto in panchina. Fino alla scorsa stagione poteva essere un affronto alla logica immaginare David non titolare in una partita di questo livello. Oggi le gerarchie sono cambiate. In questo momento Trezeguet è il terzo attaccante dopo Del Piero e Iaquinta. Non è il quarto perché Amauri non è ancora pronto e domani gli verrà concessa al massimo la panchina. Ieri il centravanti di Rouen ha fatto soltanto palestra. «Come da programma» ha precisato la Juve sul proprio sito internet. Un chiarimento per tenere alla larga altre polemiche. Tuttavia se si organizza un allenamento lontano dai compagni all’antivigilia dell’Inter, qualcosa vuol dire. Per esempio che David sta scaldando i motori per la prossima occasione. Che dovrebbe essere sicuramente la semifinale di Coppa Italia di mercoledì con la Lazio. Il problema di Ranieri non è soltanto Trezeguet. Ranieri ha anche da gestire un certo Del Piero, sul cui impegno ha detto di non avere nessuna riserva. Il capitano è da sempre un macigno penzolante sulla testa di ogni allenatore che abbia pilotato la Juve. Ranieri, come è accaduto a Capello, fatica a mantenere un rapporto tranquillo con il mai remissivo Alex. Obiettivamente è più facile mettere da parte Trezeguet che Pinturicchio. Così pare tutto chiaro già da ieri: Alex e Iaquinta sono gli anti Mourinho.
DEL PIERO: "ORGOGLIOSO DELLA JUVE. ALL'INTER NON INVIDIO NULLA" - Gazzetta -  Con questa sono sette. Sette le copertine di SportWeek dedicate a Alessandro Del Piero. Il capitano della Juventus è il più presente storicamente sulla prima del settimanale della Gazzetta. Per l’occasione, rieccolo. A parlare di calcio, ma anche no. Di Obama, per esempio. "Ho detto che il nuovo presidente degli Stati Uniti sarebbe stato McCain e l’ho fatto per scaramanzia. Gli americani hanno votato Obama perché incarna la speranza di un mondo migliore. Lo penso anch’io". Di Sonia, sua moglie. "Più che una ragazza "normale" è una donna e una madre eccezionale. Non so cosa sarei stato se avessi sposato una velina, perché non mi piace ragionare con i se". Di Tobias e i pannolini. "So fare tutto, cambiare i panni e preparare la pappa. Io ce la metto tutta per essere un bravo papà. E finché mio figlio non imparerà a parlare, e potrà dunque rinfacciarmi che la mia pappa fa schifo, sono tranquillo. A me piace stare a casae giocare con lui, Tobias mi ha aperto le porte di un mondo fantastico". Del suo carattere, schivo. "A causa del mio lavoro sono una persona molto esposta. Nella vita privata cerco molto la riservatezza. Credo che ciascuno dovrebbe tendere a questo, come aspirazione massima". Della crisi economica e di come investe i suoi soldi. Dei valori con cui è cresciuto a Conegliano e di quelli con cui crescerà (per ora) a Torino i suoi figli (sta per arrivare il secondogenito). E poi, ovviamente di calcio. Tanto calcio. L’orgoglio di essere alla Juve. La voglia di esserci ancora, anche se..."Il mio contratto scade nel 2010, e ora come ora preferisco tenere chiusi certi scenari. Sono molto concentrato sui tre mesi che restano alla fine della stagione, tre mesi importantissimi per me e per la Juve. Li vivo come se fossero gli ultimi. È questo il mio modo di affrontare il calcio". E l’Inter, l’avversaria di domani. "Non invidio niente a loro. Sono orgoglioso dei miei anni in bianconero, compresi gli ultimi, i più difficili. E so che tutto quello che di buono abbiamo fatto di recente, lo abbiamo fatto a cento all’ora". E poi Mourinho. "È molto sveglio, furbo e preparato». E Ibra. «Non ho nulla da perdonargli. Quando siamo andati in B, ha cambiato squadra, è una scelta. Non so se è stato lui a cambiare l’Inter. Credo che molto hanno fatto i soldi di Moratti". Ma c’è pure Giovinco e...
AMAURI: "DIEGO? ALLA JUVE FAREBBE COMODO" - Tuttosport - Ci si mette pure Amauri a creare i presupposti giusti per sferrare l’assalto decisivo a Diego. Parla a Sky il brasiliano e sono parole di elogio particolare per il bi-connazionale (anche Diego ha passaporto italiano). «Non conosco Diego personalmente, ma conosco giocatori che sono cresciuti con lui, ho seguito nella sua esplosione dal Santos all’Europa e per me è un campione, uno che sta dimostrando cose importanti al Werder Brema. E’ uno che alla Juve farebbe comodo, come d’altronde ad ogni squadra, uno con le grandi qualità di Diego». Amauri cerca di spiegare le ragioni del secondo posto bianconero. «La Juve non è in crisi, ma ci sta anche di perdere col Genoa che esprime un calcio bellissimo. Siamo la Juve e non possiamo permetterci di sbagliare certe partite, se vogliamo in futuro vincere qualcosa d’importante. Se giochiamo come sappiamo, sicuramente possiamo continuare a lottare o stare lì davanti, al secondo posto, che è importante. Significa fare qualcosa in più dell’anno scorso. Rimanere davanti, ci dà quel qualcosa in più». Il brasiliano ammette qualche errore della squadra. «Forse nelle partite più importanti, in quelle che ci potevano far fare il salto per avvicinarci all’Inter, abbiamo sbagliato. Volevamo uno scontro diretto per lo scudetto, ma resta una gran bella partita, che non vuole perdere nessuno. Poi, sono dell’avviso che finché la matematica non dice che siamo fuori completamente, io vado avanti per la mia strada. E’ quello che penso, ma che pensano anche i miei compagni». In arrivo per Juve-Inter anche il ct brasiliano Dunga: Amauri non partirà di certo titolare, ma ci sarà l’occasione per riparlare della questione del passaporto. Amauri ricorda le interviste del ct della Seleçao in cui metteva il nome del centravanti della Juve in ballottaggio «con Adriano, Pato, Vagner Love, Keirrison, Luis Fabiano». Amauri risponde ironico: «Se nel Brasile lotto da ottavo, beh, non è che con l’Italia mi troverei ad avere tanta meno concorrenza: c’è Toni che è stato scarpa d’oro pochi anni fa ed è il campione del mondo, Gilardino, Del Piero, quella forza della natura che è il mio amico Iaquinta, Pazzini. Mi dovrei giocare il posto coi primi della classe e non sarei certo il favorito".
LA CARICA DI LEGROTTAGLIE: "ORA NON SUBIAMO PIU' GOL" - Tuttosport - Legrottaglie tira fuori la grinta. Il difensore della Juve è già carico in vista del derby d'Italia con l'Inter: «Sappiamo di dover affrontare una grande partita e sappiamo anche quanto possa contare. L’anno scorso, vincere a Milano ci servì davvero tanto. Ora vogliamo ripeterci, per conquistare tre punti di prestigio e riportare a sette il distacco in classifica». Difesa di ferro quella della Juve. Ma nelle ultime partite, contro Chievo e Genoa, ha scricchiolato pericolosamente: «Per gran parte della stagione siamo stati i meno battuti e questi sei gol rischiano di rovinare quanto di buono abbiamo fatto. Per questo vogliamo tornare subito ai nostri livelli e cercare di non subirne neppure uno in queste sette partite che restano da giocare». Il campionato è una chimera, come ha detto il presidente Cobolli. Ma se dovesse arrivare il successo in Coppa Italia sarebbe un signor campionato, spiega Legrottaglie: «Dovessimo arrivare secondi in campionato e vincere la Coppa sarebbe sicuramente una grande stagione e nessuno potrebbe dire il contrario. Anzi, credo che tutti sarebbero contenti. Quindi non ci resta che farlo!»
MANNINGER: "PRONTO A SOSTITUIRE BUFFON SE VA VIA" - Tuttosport - «Se Buffon dovesse lasciare la Juventus, sarei prontissimo a sostituirlo». Parola di Alex Manninger il quale, intervenuto a Juventus Channel, ha spiegato che «il mio obiettivo è sempre stato quello di giocare. Non mi sento e non mi sono mai sentito un dodicesimo. Spero di rimanere a lungo nella Juventus». Visti i numeri dell'ex portiere del Siena, la dirigenza bianconera potrebbe anche pensare di cedere Buffon, specie se le cifre offerte sono quelle riportate dai giornali (non meno di cinquanta milioni di euro): nelle sedici partite disputate, l'austriaco ha subito undici gol (uno ogni 134 minuti), mentre l'estremo difensore della nazionale italiana, che ha giocato lo stesso numero di gare, ne ha subiti diciotto (uno ogni 82 minuti). Nel derby d'Italia di sabato sera contro l'Inter, tuttavia, Manninger non dovrebbe essere nemmeno in panchina: «Sto meglio- spiega il portiere- sono fermo da quasi un mese per l'infortunio al polpaccio, ma questa settimana mi sono allenato quasi sempre con il gruppo. Se non rientrerò sabato, lo farò nella partita successiva». Nel match d'andata contro i nerazzurri, perso per uno a zero, era lui il titolare: «Fu una partita strana. L'inter giocò bene e meritò la vittoria. Anche se riuscirono a fare gol in modo fortunato e casuale. Purtroppo nel calcio ci sta di perdere così. Sabato, però, mi aspetto la rivincita. Più per orgoglio che per il campionato. Abbiamo grande voglia di affrontare l'Inter. Loro hanno fatto bene in questa stagione, hanno una rosa talmente ampia e di qualità che non temono gli infortuni. Ma noi vogliamo accorciare distanze in classifica. Sarà una grande partita». Gli ultimi risultati in campionato hanno permesso al Milan di avvicinarsi a soli due punti dai bianconeri, mettendo in discussione il secondo posto, ma Manninger assicura che «non temiamo di perdere la seconda piazza. Nelle ultime partite abbiamo subito troppi gol, ma purtroppo in serie A basta poco per prenderne. Comunque sappiamo il pericolo che corriamo, perchè il Milan ha una rosa di grande qualità, ma noi staremo attenti a non farci sorpassare. Nelle ultime due gare non abbiamo dato il cento per cento, vuol dire che nelle prossime daremo più del cento per cento». In Champions League ci sono tre formazioni inglesi tra le quattro semifinaliste, le squadre d'oltre Manica sono più forti delle nostre? «Non credo- risponde l'austriaco- Io ho giocato in Premier con l'Arsenal e ora sono in Italia da sette anni. Devo dire che la qualità dei giocatori è la stessa. Solo che in Inghilterra si gioca un calcio più fisico, più competitivo, mentre qui si cura molto l'aspetto tattico». Infine gli chiedono quale attaccante gli fa più paura: «Nessuno in particolare, anche perchè i più forti sono alla Juventus».
CLAMOROSO: DIEGO ALLA JUVE A PREZZO DI SALDO - Tuttosport - Altro che distanza sulle cifre: è una battaglia sul filo dei regolamenti quella che impedisce alla Juventus di trovare un accordo con il Wer­der Brema per l’acquisto di Diego Ribas da Cunha. Che, dopo aver già raggiunto un’in­tesa con i bianconeri sul suo ingaggio, avrebbe infatti deci­so di ricorrere all’articolo 17 del regolamento Fifa per re­scindere unilateralmente il contratto (in scadenza nel 2011) con il club tedesco. Un'indiscrezione - pubblicata stamane dal quotidiano "Tuttosport" - che illumina di una luce molto più vivida tut­te le zone d’ombra che aveva­no sin qui costellato la tratta­tiva. Non tutti, però, nell’entourage del campione, sembrano d’accordo con questa strategia che, invece, sarebbe portata avanti con de­cisione dal padre del giocato­re, Djair Ribas da Cunha. Il Wer­der, ovviamente, è perfetta­mente al corrente della cosa e ostenta una certa tranquillità perché è convinto che non vi siano i margini regolamenta­ri per ricorrere all’articolo 17. Che, nel caso di giocatori con meno di 28 anni, prevede che siano già passati tre anni di contratto. Ora, è vero che i te­deschi comprarono Diego dal Porto nel 2006 ma - so­stengono - già sei mesi dopo vi fu un adeguamento e quindi da quella data vanno calcola­ti i 3 anni. Insomma: a Diego (e alla Juve?) mancherebbero ancora sei mesi per poter far scattare il grimaldello buro­cratico. Al di là di questo, poi, c’è da tener conto dell’irrita­zione che si è impadronita del ds tedesco Klaus Allofs. Per­ché è vero che formalmente tutto il meccanismo è stato in­nescato dall’entourage del gio­catore, ma è altrettanto evi­dente come i dirigenti tede­schi siano a questo punto mal disposti verso i loro colleghi bianconeri: «Il padre di Diego è libero di incontrarsi con chi vuole e di fare i suoi giochi di mercato - ha sibilato Allofs ­tanto alla fine bisogna venire a bussare alla nostra porta...». Che non si aprirà per meno di 20 milioni. La Juve si è avvi­cinata fino a 18 (con l’articolo 17 lo pagherebbe “solo” 11) ma è difficile immaginare che i te­deschi, visto il clima, siano di­sposti a fare sconti.
MEXES, HAMSIK E QUAGLIARELLA: LA JUVE SOGNA COSI' - Tuttosport - Non sappiamo se Jean Claude Blanc sia un patito del poker, comunque stan­do alle sue parole la società bianconera avrà ot­time carte da giocare da qui a luglio. Esclude­remmo un bluff: economicamente la Juve è un club solido, un discreto gruzzolo è stato messo da parte per lo shopping e nessuno dubita che la difficile congiuntura internazionale aumen­ti il potere d’acquisto delle poche società virtuo­se. A queste condizioni essere ambiziosi è un dovere, infatti l’iniziale idea di concedersi un grande acquisto si è via via ampliata. I colpi della Juve saranno almeno due, ma nemmeno si può escludere un clamoroso tris che consen­tirebbe a Madama di colmare davvero il gap con l’Inter. Della situazione di Diego parliamo diffusamente in altra pagina, ma le novità emerse nelle ultime ore fanno ipotizzare un so­stanzioso risparmio su quanto inizialmente preventivato, un ulteriore elemento che spin­ge a credere che la Juve possa pensare in gran­de. Blanc ha parlato letteralmente di "opportunità da cogliere". Ovvero la situazione di Philippe Mexes, antesignano dell’articolo 17 (utilizzato per liberarsi dall’Auxerre e approda­re alla Roma). Il difensore francese ha ancora due anni di contratto con i giallorossi, ma se a fine stagione non arrivasse la qualificazione in Champions League (possibilità molto concreta alla luce degli 8 punti di distacco dal quarto po­sto) l’addio sarebbe inevitabile. Da tempo si parla di un corteggiamento da parte di Adria­no Galliani, ma anche a Milano, sponda rosso­nera, non è che vivano un momento esaltante dal punto di vista economico e al momento il passaggio di Mexes in rossonero non è nulla di più che una gran bella idea. La stessa che si concedono a Torino e non si tratta della prima volta, infatti nell’estate 2004 Luciano Moggi tentò di beffare all’ultimo momento il “nemico” Franco Baldini. Infatti l’agente del giocatore, Olivier Jouanneaux arrivò effettivamente in sede per discutere della questione, ma i tenta­tivi dell’ex dg bianconero di convincere l’inter­locutore a rimangiarsi l’accordo con i gialloros­si non diede i risultati sperati. Da allora molte cose sono successe e limitandoci a Mexes va ri­cordata la presenza di una clausola che gli per­metterebbe di liberarsi unilateralmente dalla Roma. L’entità della stessa, 17 milioni, induce gli eventuali acquirenti a pensarci bene, ma costituisce comunque un punto di partenza per chi vuole davvero andare alla carica del venti­settenne difensore. La Juve in effetti vorrebbe, ma molto dipende dall’evolversi delle opera­zioni principali. Per dire, se Diego alla fine do­vesse costare una decina di milioni o poco più (grazie al solito articolo 17), Secco si ritrove­rebbe a poter gestire una quindicina di milio­ni inizialmente destinati ad altro. L’altra grande tentazione porta il nome di Marek Hamsik. A dispetto dei messaggi di reciproco amore e fedeltà che lo slovacco e il club azzur­ro si scambiano con regolare cadenza, la situa­zione si presta a un’offensiva. Il giocatore infat­ti preme per guadagnare (molto) di più di quanto gli è garantito dal contratto in scaden­za nel 2013, ovvero meno di un milione a sta­gione. La Juve ha la possibilità di accontentar­lo, oltretutto anche il centrocampista azzurro è un vecchio obiettivo della dirigenza, che nel­l’estate 2007 fu a lungo tentata di prelevarlo dal Brescia, prima di virare su altre piste ( Almiron e Tiago). A pesare nella bocciatura fu la giovanissima età dello slovacco, al tempo appena ventenne, ottima nell’ottica di un inve­stimento ma giudicata pericolosa per un im­mediato inserimento nella nuova realtà. I fat­ti hanno dimostrato che si trattò di una scelta sbagliata, ma ogni società ha il suo nutrito elenco di chance perse per strada e nel caso di Hamsik la Juve può in effetti rimediare all’er­rore commesso. Il Napoli assicura di non voler ce­dere il suo gioiello. Pierpaolo Marino l’ha riba­dito quattro giorni fa: "Hamsik e Lavezzi reste­ranno con noi fino a quando vorranno farlo". Il punto è: Hamsik vuole davvero restare? Gli operatori di mercato non credono a questa pos­sibilità e sostengono che davanti a un’offerta di 20 milioni De Laurentiis darebbe il via libera allo slovacco. La Juve sembra molto interessa­ta ad approfondire l’argomento, a patto di in­serire nel discorso delle contropartite tecniche. Difficilmente si tratterà di Zalayeta, Crisicito invece fa al caso, il discorso si potrebbe allar­gare a Giovinco se il Napoli ne facesse una questione imprescindibile (anche se alla Juve garantiscono che la Formica Atomica non si muoverà). Di sicuro un terzetto Marchisio­Sissoko- Hamsik alle spalle di Diego rappre­senta una grande tentazione, una grande pro­spettiva.
SECCO IN SPAGNA PER SILVA. PIACE ANCHE ESPOSITO - Sport Mediaset - Aspettando la super sfida contro l'Inter, la Juventus pensa al futuro. E così il ds Alessio Secco a Siviglia per il sorteggio della Peace Cup, torneo estivo che ha lo scopo di abbinare il grande calcio alle tematiche sociali, si è dato da fare sul fronte Silva. Dopo l'interessamento dell'Atletico Madrid, la Juve ha intensificato i contatti con il Valencia. Non solo: i bianconeri hanno messo gli occhi su Esposito, 22enne difensore del Lecce.
AGENTE BUFFON: "OFFERTA DELLO UNITED? TUTTO FALSO" - Tuttosport -  Non c'è mica solo il City, a Manchester, disposto a spendere una follia per Gigi Buffon. Secondo il Daily Mail lo United avrebbe messo sul piatto un bel pò di milioni, anche se il tabloid inglese non parla di cifre. Però l'agente del portiere della Juve, Silvano Martina, smentisce tutto: «Non ho niente da dire su Buffon- dice a Calciomercato.it- sono stanco di dover commentare ogni volta qualcosa che non c'è. Il Manchester United? Conosco l'ambiente (Martina è il procuratore di Vidic, ndr) e non c'è assolutamente nulla di vero».
BENITEZ: "XABI ALONSO NON ANDRA' ALLA JUVE" - tuttojuve.com - Xabi Alonso (27), protagonista di una strepitosa stagione con la maglia del Liverpool, resta certamente il più grande rimpianto del recente mercato bianconero. I dirigenti della Juventus, infatti, nell'estate scorsa sono stati ad un passo dal fortissimo centrocampista basco, sedotto e abbandonato quando ormai sembrava tutto fatto. A far sfumare la trattativa furono in parte le esigenti pretese economiche del Liverpool e, soprattutto, le indicazioni dell'allenatore juventino Claudio Ranieri, che all'epoca lo giudicò "troppo lento", preferendogli quel fulmine di guerra di Christian Poulsen. Ancora oggi, Xabi, è nei sogni dei tifosi bianconeri e, forse, nei pensieri e nei progetti di qualche dirigente "pentito". Ma rispetto all'estate del 2008 sono cambiate molte cose e sarà dura per chiunque - non solo per la Juve - riuscire a strappare ai Reds il mediano delle "furie rosse". Rafa Benitez, infatti, ha blindato il suo faro del centrocampo, corteggiatissimo dal Real Madrid, dal Barcellona e dalla stessa Juventus. L'allenatore del Liverpool, intervistato dal "Sun", ha parlato in particolare dell'interesse della Vecchia Signora per lo spagnolo: "Abbiamo avuto un'offerta dalla Juventus e chiesto un prezzo elevato perché lui è un grande giocatore. Loro non hanno potuto fare niente. Xabi sta giocando un'ottima stagione. E' un giocatore chiave e vogliamo tenerlo con noi", il chiarissimo messaggio di Benitez, che ha spento definitivamente i sogni dei tifosi bianconeri.
MOGGI: "LA JUVE NON HA AZZECCATO UN ACQUISTO" - Ansa - Sabato prossimo la Juventus può anche battere l'Inter, ma il campionato sarebbe comunque chiuso. È l'opinione di Luciano Moggi, intervistato dal quotidiano online ilsussidiario.net. L'ex direttore generale della Juventus ricorda che fin dall'inizio aveva detto che «il campionato era già finito, non perchè l'Inter ha messo in mostra un gioco scintillante, ma perchè è più attrezzata nei ricambi, può mettere campioni al posto di campioni». Moggi è abbastanza tenero nel giudizio sulla stagione bianconera: «Ha fatto più di quello che poteva fare. Ranieri ha dovuto sopperire a molte assenze. Pensavo finisse al terzo posto (per il momento non è ancora scongiurato), ma resta pur sempre un titolo di merito, viste le condizioni». Quando si parla dei limiti oggettivi della squadra, Claudio Ranieri, nelle parole di Moggi, viene chiamato in causa solo a metà, come responsabile in negativo: «La Juve si ritrova a non aver azzeccato gli acquisti, Poulsen, Tiago, Andrade, Grygera. La colpa non è tutta dell'allenatore, il 50% va attribuita alla società». E indica anche la strada da seguire per il futuro: «Per prima cosa trovare un sostituto adeguato a Nedved, non che sappia fare solo il goleador, ma anche il lavoro di centrocampo. Davanti la Juve è bene attrezzata. Del Piero ha fatto metà stagione eccezionale e l'altra metà un pò meno: la società deve valutare bene, per non fare la fine del Milan con alcuni giocatori troppo anziani». «Trezeguet è un campione - prosegue Moggi - e avrebbe ancora molto da dare, ma non conosco la sua condizione fisica. Venderlo per comprare qualcun altro? Io facevo così perchè non avevo i soldi, ma questa società non ha di questi problemi. Però, quando i giocatori hanno più di 31 anni, bisogna saper rinunciare e puntare su altri».

 
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