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News Juventus 23/04/2009

Post n°1638 pubblicato il 23 Aprile 2009 da corsivo79

JUVENTUS ELIMINATA ED UMILIATA
RABBIA ULTRA' SU RANIERI E SOCI!

I bianconeri vedono sfumare anche l'ultimo obiettivo stagionale, dopo l'ennesima partitaccia casalinga. A Torino passa anche la Lazio, che conquista la finale di coppa Italia con un meritato 2-1. Magia di Zarate, Kolarov e poi l'ininfluente gol di Del Piero. Alla fine durissimo sfogo dei tifosi contro la squadra, la dirigenza e l'allenatore: assedio agli spogliatoi, si arriva quasi allo scontro fisico e deve intervenire la polizia. Il popolo bianconero chiede la testa di Ranieri, che anche ieri ne ha combinate di tutti i colori. Ma lui non vuole mollare: "Volevamo la finale, pazienza. Troppe voci hanno distratto la Juve. I fischi? Il popolo è sovrano. Ma io non mi dimetto e continuerò a lavorare duramente fino alla fine. Ora dobbiamo tenere il 2° posto. La protesta di Iaquinta al cambio? Non avremmo tenuto con tutti e tre gli attaccanti davanti" Cobolli: "Fallito un altro obiettivo. Juve debole, arriveranno rinforzi. Ma Ranieri resterà anche il prossimo anno. Le contestazioni? I tifosi sono i padroni". Buffon: "Chiediamo scusa. I tifosi hanno ragione. Anche vincere le 6 gare di A non li ripaga". Mercato, in attesa di conoscere le sorti dell'allenatore (prende corpo l'idea Spalletti), la Juve ottiene il sì di Quagliarella. Trovato l'accordo, ora si tratta con Pozzo. Anche Hamsik e Lavezzi nel mirino: Secco incontra l'agente del Pocho. Trezegol verso l'addio: Barça o Lione.



JUVE FUORI. RANIERI, IL TEMPO E' SCADUTO - La Stampa - La Lazio va meritatamente in finale di Coppa Italia e la Juve all’inferno, dove l’hanno mandata idealmente anche i tifosi più ostinati, quelli che si sono svegliati adesso per riconoscere l’inadeguatezza di una squadra e di un tecnico che per un paio di mesi, in autunno, hanno illuso e ora sono rimasti nudi con i loro difetti. Squadra esaurita e senza idee, senza gioco. Finché ressero le prodezze di Del Piero e qualche altro, la nave galleggiava sicura, quando è venuto il momento di calare sul tavolo le qualità fisiche, tecniche e di strategia la coperta si è mostrata piccola. Questa sconfitta, che ripete il 2-1 dell’andata, sarà devastante e le avvisaglie si sono colte ieri con trecento persone ad assediare gli spogliatoi nel dopopartita. Il più contestato era Ranieri, la cui posizione traballa già per il giugno prossimo e non quello del 2010. Ma se dalle parti di corso Galileo Ferraris pensano che basti indirizzare sullo stratega scaduto, o sulla vecchia guardia, l’insofferenza che cova ovunque il calcolo è sbagliato. Che Ranieri sia un gestore e non l’uomo del rilancio lo pensavamo da tempo, chi lo scelse invece non se ne accorgeva e lo scarica adesso nei fatti più che nelle parole. Sarebbe stato un regalo per la Juve se le avessero risparmiato il primo tempo per passare direttamente al secondo perché per 45 minuti più che alla semifinale di Coppa Italia sembrava di stare al raduno di un Cral, dove anzi si vive di più agonismo. Buono per la Lazio che al 38’ trovava il gol tranquillizzante di Zarate con un tiro preciso a rientrare, concessogli dalla marcatura lassa di Ariaudo e dallo zompo tardivo di Buffon. Pessimo per i bianconeri cui neppure i giovani forniscono il ricambio del sangue. In una squadra che non funziona è improbabile che siano i meno esperti a trascinare il carro, così la Juve non ha avuto vantaggi dall’innesto di De Ceglie, fermo, e di Giovinco. La Formichina ha cercato la posizione, prima sull’esterno, quindi dietro alle punte per avere la libertà di cui non sapeva che farne. Nell’intervallo è rimasto negli spogliatoi e finalmente ha trovato pace. Giovinco è stato più convincente quando Ranieri lo ha buttato in mischia nei finali, perché un po’ spaia i giochi: in campo dall’inizio, con la responsabilità di inventare gli attacchi che lo stratega del Testaccio prepara poco in settimana, il ragazzino si perde. E’ ingiusto scaricare comunque su di lui la colpa di una prestazione imbarazzante. Non c’è stata la Juve dei giovani (come Ariaudo buttato per necessità al fianco di Mellberg che avrebbe già bisogno lui di un «tutor») e neppure quella degli altri, persino gli scafatissimi Trezeguet e Iaquinta, due gatti di marmo. A giudicarla da questa partita, che era a parole importantissima e quindi doveva offrire il meglio, nel futuro potrebbe ritornare non soltanto Cannavaro, che le curve non vogliono e l’hanno urlato chiaro, ma anche Fanna, Bonini e quanti altri Jean Claude Blanc vorrà riesumare dall’armadio dei fuori stagione non trovando soluzioni più fresche. Ranieri ha regalato alla Lazio il primo tempo. La contestazione lo ha avvolto per la prima volta con virulenza, come accade a chi non ha più le spalle coperte da una società forte. Per la gente è già un ex, con questo insuccesso la strada verso l’esonero a fine stagione si allarga. La confusione di progetti e di idee non mette a rischio soltanto lui. In una notte rabbiosa, quando si sono attenuati i cori contro Balotelli, hanno preso corpo anche gli insulti a questa dirigenza. Insomma ce n’è stato per tutti nel nome di una Juve che non esiste più eppure scatena nostalgie, quella dell’Avvocato che dal cuore della curva ma anche dalla tribuna al nostro fianco è stato invocato come un antico protettore. Nella ripresa Ranieri provava a rimediare con un’iniezione di esperienza. Il gioco funzionava un po’ meglio ma il raddoppio sul tiro di Kolarov che scavalcava Buffon anche grazie ala deviazione di Grygera rendeva la rimonta una chimera. Il gol di Del Piero, un palo di Nedved, la solita espulsione di Camoranesi (la seconda consecutiva) non modificavano la storia. Delio Rossi alla fine chedeva che risultato avesse fatto l’Inter, che gioca oggi. Poverino, era in trance. La Juve di più.
RANIERI: "PUBBLICO SOVRANO, MA IO NON MI DIMETTO" - La Stampa - Il popolo dell’Olimpico sarà anche «sovrano», come dicono insieme Giovanni Cobolli Gigli e Claudio Ranieri, ma non vedrà esaudite le proprie richieste: mandare a casa il tecnico e la dirigenza Juve. «Le critiche sono giuste - dice subito l’allenatore - ma a dimettermi non ci penso per nulla. Io non mollo, sono uno che ne ha passate tante». Subito dopo è il presidente che lo cementa sulla panchina anche per il prossimo anno, onorando il contratto in scadenza il 30 giugno 2010: «Come ha detto l’ad Blanc qualche giorno fa - ribadisce Cobolli Gigli - Ranieri sarà ancora il nostro allenatore anche a giugno». La botta è forte, in ogni caso, perché la Coppa Italia avrebbe per lo meno sollevato la stagione, ora appena al secondo posto in campionato: «Abbiamo fallito uno dei nostri obiettivi - riprende il presidente - e per questo c’è delusione. Amarezza no, perché le critiche fanno parte del nostro mestiere e i tifosi sono i nostri sovrani padroni». A loro, promette una squadra più forte: «Arriveranno rinforzi - aggiunge - perché Blanc e il ds Secco, in accordo con Ranieri per non ripetere questi incidenti capitati nelle ultime settimane». Il primo, Fabio Cannavaro, è però già stato bersaglio della curva, con palesi insulti e cori di sfiducia: «Ho sentito - ha detto Cobolli Gigli - ma penso che Cannavaro saprebbe riconquistare la fiducia con i gesti e le sue prestazioni». Meglio pensare alla prossima, domenica a Reggio Calabria, come fa Ranieri: «Da domani (oggi, ndr) ci parleremo, perché sarà dura: loro si giocano la retrocessione, noi il secondo posto». Una chiacchierata c’è stata pure ieri sera, negli spogliatoi, dove sono entrati i dirigenti: la Coppa Italia era un obiettivo da centrare - è stato detto - e ora sarà necessario difendere il secondo posto in campionato. «Dobbiamo assolutamente tenere il secondo posto», ha infatti ricordato il presidente davanti alle telecamere. Intanto, qualche crepa le voci sul possibile cambio di panchina, anche futuro, l’hanno aperta: «Io non cerco scuse - spiega Ranieri - non mi piacciono, ma le voci toccano l’equilibrio dello spogliatoio, che è delicato. E basta poco per romperlo». Non è un mistero che al tecnico non sia piaciuto, nonostante le dichiarazioni di facciata, il pranzo tra l’ad bianconero e Marcello Lippi, di certo inopportuno, che ha innescato tutte le chiacchiere in un momento delicato della stagione. Per la squadra, ha parlato Gigi Buffon, piuttosto abbacchiato, ma lucido nell’analisi: «Chiedo scusa ai tifosi, anche se dico loro che i primi delusi siamo noi. Però mi rendo conto della delusione della gente. Ora dovremo cercare di vincere le sei partite che restano per un tentativo molto parziale di ripagare la loro fiducia». Insomma, meglio non ripetere le ultime quattro uscite: «Perché con venti giorni di follia non si può buttare tutto nel gabinetto». Nessun ammutinamento, garantisce il portiere: «La squadra è con Ranieri - ha chiuso Buffon - come è da quando sono alla Juve. Puoi trovarti simpatico o antipatico, ma quando si va in campo queste cose non contano». Però, a ognuno i suoi problemi: «La contestazione al tecnico e ai dirigenti sono cose che non mi riguardano»
BUFFON: "CHIEDIAMO SCUSA. PER LA JUVE ZERO TITOLI" - Tuttosport - Tra i giocatori uno solo prende la prola a nome della squadra. Non è capitan Del Piero, ma l'altro capitano, Gigi Buffon. Parole chiare, inequivocabili, impossibili da dimenticare per chi dovrà decidere in futuro le sorti della Juve. «Chiediamo scusa alla gente: dovevamo raggiungere questa finale, abbiamo fallito anche questa. I tifosi hanno ragione a contestarci. Noi ora possiamo solo cercare di vincere le ultime sei partite, ma questo non cambierà la stagione. Una stagione quasi fallimentare. Certo: non vinceremo nessun titolo e questo non può soddisfare la Juve».
BUFFON, IL GIORNO DOPO: "ORA DOBBIAMO RICONQUISTARE I TIFOSI" - Tuttojuve.com - La notte non ha lenito la delusione di Gigi Buffon per la cocente eliminazione della sua Juventus dalla coppa Italia. Stamane il portierone bianconero ha commentato sulle colonne del proprio sito internet (gianluigibuffon.com) la pessima prova della sua squadra contro la Lazio, ribadendo alcuni concetti espressi nell'immediato dopo partita ed invitando il gruppo a non mollare, perchè all'orizzonte c'è un finale di stagione da onorare e ci sono milioni di tifosi da "risarcire": "Purtroppo contro la Lazio non è andata come ci aspettavamo e come i tifosi bianconeri avrebbero meritato - spiega il numero uno -. Fino a venti giorni fa avevamo disputato una stagione egregia e in questi ultimi venti giorni abbiamo sprecato troppe occasioni. In questo momento non possiamo far altro che chiedere scusa ai nostri sostenitori che, sono sicuro, sono delusi tanto quanto lo siamo noi. Andare a giocarci la finale di Coppa Italia a Roma sarebbe stato un primo passo per poter poi ambire a traguardi più prestigiosi in futuro. La stagione comunque non è finita, ci sono ancora sei partite di campionato da disputare e da vincere per riscattarci e soprattutto per riconquistare la fiducia che i nostri tifosi hanno sempre riposto in noi", conclude Buffon, l'unico a scusarsi. Anche se, forse, a chiedere scusa dovrebbero essere altri.
COBOLLI: "JUVE DEBOLE, ARRIVERANNO RINFORZI" - Tuttosport - Il presidente della Juve Cobolli Gigli non si nasconde dopo il ko interno con la Lazio che ha decretato l'uscita dei bianconeri anche dalla Coppa Italia, dopo l'addio prematuro al sogno scudetto e l'eliminazione in Champions League. Né potrebbe fare finta di niente, dopo avere assistito a una prova inguardabile della sua squadra. A completare il fosco quadretto, ecco la contestazione dei tifosi. Dura e durata a lungo. Anche dopo la fine del match.
CONTESTAZIONE - «I tifosi che contestano sono liberi di dire quello che vogliono - dice Cobolli -. I tifosi sono i padroni. Abbiamo fallito uno dei nostri obiettivi. Più che mai ora concentrarci sulle sei partite da giocare: spero che troveremo la concentrazione per le ultime». Per il futuro, il numero 1 bianconero promette «cambiamenti di strategia»: «Arriveranno dei rinforzi, i nostri dirigenti Secco e Blanc stano lavorando con Ranieri per rafforzarci». Infine, un'affermazione che suona come una condanna per la rosa attuale: «Nelle ultime ha dimostrato di essere inferiore alle proprie avversarie: questa Juve va rafforzata, lo sappiamo».
L'ANALISI - L'impietosa analisi di Cobolli non si ferma qui. Il presidente ne ha anche per Camoranesi. «Fino all'espulsione coi grandi vecchi potevamo anche recuperare, sfortunato Nedved. Poi Camoranesi è caduto in un trabocchetto in cui un campione così non doveva. Non voglio scaricare nessuno, ma Camo deve dimostrarsi più maturo. Curve ribellate? Hanno ragione a criticare, dal Chievo non ne abbiamo più imbroccata una. È successo qualcosa alla Juve. Il Milan ci incalza: è difficile tenere il secondo posto, ma dobbiamo tenere».
I TIFOSI CONTESTANO FUORI E DENTRO LO STADIO - La Stampa - Serata di contestazioni e polemiche quella vissuta dai tifosi juventini in occasioni della gara di ritorno di Coppa Italia con la Lazio.  Sono continuati i cori contro l'attaccante dell'Inter Balotelli, nonostante il giudice sportivo abbia inflitto alla Juve la punizione di giocare un turno a porte chiuse: questa volta solo offese ma non di marca razzista. Lo speaker dello stadio è intervenuto invitando i tifosi a non continuare nei loro cori offensivi. A modo suo, con un grande striscione appeso, ha preso le distanze dal razzismo la tribuna ovest: «Davids, Seedorf, Sissoko: campioni veri, idoli veri», c'era scritto. Dedicato, non casualmente a giocatori di colore. I tifosi hanno espresso anche il loro disappunto per il possibile arrivo di Fabio Cannavaro con i cori «Noi i mercenari non li vogliamo» e uno striscione «Cannavaro... 30 denari!». Ma le contestazioni più forti sono quelle contro il tecnico Claudio Ranieri e la dirigenza. Alla curva che intona «Ranieri vattene a casa» tutto lo stadio risponde con applausi. Insulti agli esponenti della dirigenza bianconera. Prima del termine della gara, i tifosi hanno poi lasciato lo stadio...... e un centinaio di tifosi arrabbiati si è accalcato alle transenne che dividono la parte esterna dello stadio dall'accesso agli spogliatoi, ma gli animi si sono poi calmati.
LE PAGELLE BIANCONERE - La Stampa -
Buffon 5,5 SORPRESO. Zarate gliela piazza teleguidata, nell'angolino alto, e lui pare sorpreso e, forse, un po' spiazzato, specialità nella quale solitamente è un fenomeno. Sul raddoppio, la deviazione amica lo mette fuori causa.
Grygera 5 INGANNATORE. Rare avanzate (innocue) e una deviazione letale, quanto sfortunata, che inganna Buffon.
Mellberg 5 MOVIOLONE. I gol arrivano da fiondate esterne, ma Zarate e Rocchi l'affettano sempre in velocità.
De Ceglie 5 SCARICO. Senza il consueto furore agonistico diventa un giocatore ininfluente.
Ariaudo 5,5 DEPISTATO. Meglio di Mellberg, anche nelle coperture sui lanci lunghi, ma Zarate infila pure lui, e gli spara in faccia il tiro dell'1-0.
Marchionni 5  IMPRECISO. Subito un errore in copertura, poi tanti sprechi e un solo cross spedito in mezzo. (dal 1' st Camoranesi 4,5: seconda espulsione, pure questa per insulti all'arbitro. Così, serve a poco).
Tiago 4,5 UFO. Indirizza pochissime palle e ancor meno ne intercetta. Uno di quelli che dovrebbe prendere in mano la squadra, e neppure allunga il braccio.
Marchisio 5,5 DISARMATO. Meno aggressivo delle sua normale dotazione, quasi mai trova i suoi passaggi. Meglio il nemico, stavolta.
Giovinco 5 RAREFATTO. Flebilissima presenza, sia sulla sinistra che appostato dietro le punte. E quando pilota il contropiede non ha idee geniali (dal 1' st Nedved 6: qualche puntata, centra un palo).
Iaquinta 4,5  SPARITO. Tenta qualche corsa, ma non riesce a incidere. Esce con qualche problema alla gamba destra (dal 15' st Del Piero 6: fa centro al primo colpo). Nella ripresa il tecnico bianconero cambia le ali, innestando Camoranesi e Nedved. Trezeguet resta un fantasma, qualcosina dà Del Piero. Al rosso di Camoranesi era già calata la notte.
Trezeguet 4,5 SFASATO. Colpetto di testa che impegna Muslera nella ripresa, per il resto pericolosità prossima allo zero. Si vede che è lontano mille miglia dalla condizione ideale.
Ranieri 4 TRABALLANTE. Lui e la squadra falliscono l'unico appuntamento rimasto, con una partita sgonfia e un risultato ancor peggiore.
STAMANE STRISCIONI E NERVI TESI A VINOVO. BLITZ DI BLANC E SECCOTuttosport - «Per voi non abbiamo più tempo da perdere». Nessuna contestazione massiccia a Vinovo dopo l'eliminazione dalla Coppa Italia con la Lazio, solo questo striscione appeso fuori dal centro sportivo (foto Sky Sport 24) e firmato dai Drughi, uno dei gruppi più importanti della curva Scirea. La Juventus è tornata ad allenarsi, per preparare la trasferta con la Reggina, senza dovere fare i conti con la rabbia dei tifosi, che hanno esternato tutto il loro disappunto mettendolo su carta. I pochi tifosi presenti hanno affisso anche un altro striscione, con oggetto stavolta il possibile ritorno alla Juve di Cannavaro: assolutamente negativo (eufemismo) il parere di una parte dei tifosi su un'eventuale seconda avventura in bianconero del capitano della Nazionale.
DIRIGENZA - L'ad della Juventus, Jean Claude Blanc si è recato questa mattina al centro sportivo di Vinovo per incontrare squadra e allenatore e invitare tutti a serrare le fila nel momento difficile. La temuta contestazione degli ultrà si è limitata allo striscione. Accanto, un'altra scritta stavolta dispregiativa nei confronti di Cannavaro, accusato di slealtà sportiva. Blanc e il ds Secco sono usciti dopo circa un'ora senza rilasciare dichiarazioni.
JUVE, PRENDE FORZA L'IDEA SPALLETTI - Repubblica - Fischi, contestazione delusione. L'eliminazione dalla Coppa Italia subita dalla Lazio ha lasciato il segno in casa Juventus e i dirigenti non hanno voluto perdere tempo. Questa mattina, quasi all'alba, un vertice a Lingotto tra i massimi dirigenti della società ha cominciato a tracciare le linee di una possibile e immediata rivoluzione. Il primo a pagare sarà Claudio Ranieri. Inutile aspettare un anno per un addio già annunciato e dalla riunione di questa mattina è uscito anche il nome del suo successore: la Juventus punta su Luciano Spalletti. Dopo aver negato per settimane qualunque ipotesi di cambio di panchina e aver ripetuto alla nausea che Ranieri sarà confermato, i dirigenti bianconeri starebbero ripensandoci. E' l'idea che si è fatta avanti con forza è quella di portare Luciano Spaletti (oggi alla Roma) alla guida della squadra bianconera. Che la situazione in casa Juve fosse ormai arrivata ad un punto non più sostenibile si è avuto ieri sera, durante la partita con la Lazio. A Torino nessuno ricorda una contestazione così corale, così completa. Volarono insulti ai giocatori dopo un 2-4 con il Parma, quella notte in cui Lippi disse "Se il problema sono io, me ne vado". Nessuno lo contraddisse, lui se ne andò. Insultarono Ancelotti ("Un maiale non può allenare") e persino Zidane (ma il tifoso che ce l'aveva con lui, si prese un pugno in faccia da Fonseca) dopo un'eliminazione dalla Champions League contro il Panathinaikos, quando un gruppo di ultrà fece notte all'aeroporto di Caselle per accogliere la squadra, e non con mazzi di fiori. Finirono sbertucciati Marchesi e Maifredi, ma non i loro capi: Boniperti nel primo caso, Montezemolo nel secondo. Ma nessuno ha osato nemmeno sfiorare con il sospetto la Triade, che del resto aveva modi di fare - nella sconfitta come nella vittoria - assai graditi alla maggior parte del popolo juventino. Che la gente si scagliasse contemporaneamente contro la dirigenza (invitata ad andare a quel paese), contro i giocatori (invitati ad andare a lavorare) e contro l'allenatore (invitato ad andarsene e basta) non era mai accaduto. Mercoledì sera, gli ultrà hanno tentato persino un assalto, fallito, agli spogliatoi. Hanno bivaccato per un po' fuori dall'Olimpico, e per passare il tempo hanno intonato qualche coro fascista ("Camicia nera trionferà..."): non sono razzisti, no. Tutto sommato, giocare a porte chiuse contro il Lecce, nella prossima gara casalinga, potrebbe anche essere un colpo di fortuna, visto il clima di cui la Juventus è riuscita a circondarsi: non viene salvato nessuno e questo è l'effetto dei risultati, così come i risultati sono l'effetto di una politica ondivaga, insicura e mai completamente trasparente da parte della dirigenza.
JUVE, C'E' IL SI' DI QUAGLIARELLA. TREZEGOL VERSO L'ADDIO - Tuttosport - Secondo quanto riportato stamane (con dovizia di particolari) dal quotidiano Tuttosport, la Juventus avrebbe trovato l'accordo con Fabio Quagliarella (26), prolifico attaccante dell'Udinese nel mirino di numerosi grandi club. Lunedì, a Milano, il giocatore è stato a pranzo  assieme al papà Vittorio che gli fa anche da procuratore (con l’avvocato Giuseppe Bozzo), con Alessio Secco e Renzo Castagnini (che in occa­sione di Udinese-Werder ha pianificato l’incontro ottenendo il nulla osta dei friulani). Il vertice è co­minciato in uno dei risto­ranti più chic della città anche se la trattativa è proseguita all’Hotel Prin­cipe di Savoia. Le due parti hanno trovato l’ac­cordo. Chi li ha visti assi­cura che tutti hanno la­sciato Milano sorridenti. Calcoli alla mano, l’attaccante azzur­ro dovrebbe percepire un ingaggio di 2 milioni net­ti a stagione per quattro anni. Anche l'Inter si è in­teressata a lui. Mourinho gli ha fatto i complimenti anche di persona e lo avrebbe inserito con entu­siasmo nei suoi schemi. Ma la Juve gli offre più pos­sibilità tecnico-tattiche. E poi, inutile nasconderlo, lui preferisce Torino a Mi­lano visto che è cresciuto nelle giovanili proprio del Torino. Quindi conosce la città. Ha addirittura un alloggio di sua pro­prietà, in corso Unione Sovietica, a cinque minu­ti di macchina da Vinovo. Adesso non resta che trovare l’in­tesa con il patron Pozzo il quale nei giorni scorsi ha ammesso che non avrà difficoltà a lasciare parti­re i suoi gioielli più ri­chiesti. I rapporti tra i due club sono ottimi: tutto è cominciato con l’acquisto juventino di Ia­quinta ed è proseguito negli anni successivi con operazioni di mercato che hanno portato dei benefi­ci a entrambi i club. E non è neppure escluso che nella trattativa vengano in­seriti giocatori: Paolucci del Catania è uno di que­sti. E all’Udinese piace anche lo svedese Ekdal. L’arri­vo di Fabio Quagliarella, ovviamente, comporta lo sfoltimento della rosa of­fensiva e a questo pun­to ci sembra scontato il divorzio con Da­vid Trezeguet che è entrato in rotta di collisione con il tecni­co. Oltretutto il francese chiede un po­sto da titola­re che la Ju­ve, con tutti i campioni che ha a disposi­zione, non gli può garantire. Quindi verrà ce­duto all’estero. Si parla di Bar­cellona e Lione.
SECCO: INCONTRO COL PROCURATORE DI LAVEZZI - Tuttosport - La Juve incontra il procuratore di Lavezzi e lo fa attraverso il direttore sportivo Secco. Si parla di un doppio obiettivo sulla strada di Napoli: oltre all'argentino, infatti, c'è anche Hamsik nelle mirino della società bianconera. Lavezzi dicevamo. Piace alla Juve e tanto ma la promessa ad Aurelio De Laurentiis è quella di muoversi con la massima correttezza su un argomento molto delicato dalle parti di Castelvolturno. Il talento della nazionale argentina sarebbe felice di sbarcare in una grande squadra e, soprattutto, di guadagnare più soldi.
CASTAGNINI: "LAVEZZI ALLA JUVE? FANTAMERCATO" - tuttomercatoweb.com - Dopo l'indiscrezione data nella giornata di ieri da Gianluca Di Marzio a Sky di un'offerta della Juventus per Ezequiel Lavezzi, Tuttomercatoweb ha contattato Renzo Castagnini, capo-osservatore bianconero e braccio destro di Alessio Secco (con cui è volato ieri a Valencia per David Silva): impegnato in riunione, Castagnini ha dedicato però pochi minuti per dare una risposta secca sull'argomento. "Mi posso solo limitare a dire che non esiste e non esisterà mai un'operazione con il Napoli per Ezequiel Lavezzi: è solamente fantamercato. Non so sinceramente chi abbia messo in giro queste voci" ha spiegato: i tifosi del Napoli dunque, almeno per quanto riguarda il fronte bianconero, possono dormire sogni tranquilli con il loro Pocho.

 
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