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« BUFFON E' GIA' IN CLIMA DERBYSTASERA IL DERBY DELLA MOLE! »

TREZEGOL AVVERTE I BOVINI

Post n°1201 pubblicato il 29 Settembre 2007 da corsivo79

"SIAMO PRONTI, VEDRETE CHE JUVE L'ORGOGLIO E' LA NOSTRA FORZA!"

Il bomber franco-argentino pronto a incornare il Toro: "Senza Champions League, il derby assume valore. Ben venga il Toro: è il momento giusto per affrontarlo. A livello di squadra ci sono ancora delle cose da sistemare, ma l´orgoglio sarà la costante della nostra annata. Io tra gli ultimi centravanti veri. La famiglia è una tribù, dopo il gol guardo mia madre". Cobolli carica Del Piero: "Vorrei un gol di Del Piero, simbolo Juve. Abbiamo 14 milioni di tifosi, ora rafforziamo l’immagine in città". Iaquinta e Rosina in forte dubbio per domenica. Arbitrera' il toscano Rocchi.


TREZEGOL: "ORGOGLIO E NIENTE COPPA, VEDRETE CHE JUVE" - Repubblica  - David Trezeguet, la Juve è quasi in vetta e domani vi aspetta il derby. Intanto, lei e Ibrahimovic siete capocannonieri: si ricorda dei bei tempi in cui stavate assieme?
«Ben venga il Toro: è il momento giusto. In quanto a Ibra, io faccio solo gol, lui la differenza. È l´attaccante più completo con il quale abbia mai giocato: è veloce, ha tecnica e adesso segna pure».
Gliel´ha insegnato lei?
«Ibra non è il tipo di giocatore che ha bisogno di istruzioni. La sua forza è che si diverte e che pensa solo a quello».
Lei non pensa altro che al gol?
«È che non so fare molto altro. Non segnerò mai come Maradona all´Inghilterra. Sono uno specializzato».
Ma a segnare s´impara?
«Imparare no, ma ci si può lavorare sopra: si studiano i movimenti, si curano i dettagli, l´istinto da solo non basta. Se arrivo per primo su un pallone, è perché so che il compagno crosserà in un certo modo e che la palla cascherà proprio lì».
Il gol è?
«Il momento più sublime, è il senso del calcio, è la strada per vincere. Per questo se segno sono contenti tutti. Anzi, quando segno sono felice soprattutto per gli altri».
In che senso?
«Il vero godimento del gol lo assaporo quando vedo i compagni che mi corrono incontro o la gente che si abbraccia in tribuna: è bellissimo pensare che stai regalando felicità, è questa la vera soddisfazione che provo segnando».
E fa contenta anche la mamma?
«Dopo aver segnato butto sempre l´occhio in tribuna, dove c´è lei con la mia famiglia. Siamo una tribù».
Come farà, domani?
«Gioca in casa il Toro: niente biglietti. Mi mancheranno, i miei».
Cos´è il suo derby?
«Sento di più altre partite: quelle con il Milan, con l´Inter, anche con la Roma. La gente per strada mi chiede di segnare a San Siro, non al Torino. Ma purtroppo quest´anno il derby è più importante».
Purtroppo?
«Senza Champions League, il derby assume valore».
Quindi non le è mancato?
«A me è mancato giocare davanti a 80 mila persone, come domenica all´Olimpico».
Come avete fatto a scrollarvi di dosso la ruggine della serie B?
«Con la voglia di rivincita. A livello di squadra ci sono ancora delle cose da sistemare, ma l´orgoglio sarà la costante della nostra annata».
Fino allo scudetto?
«È un anno difficile, per noi ma anche per gli altri: Milan e Inter lo stanno dimostrando. Abbiamo il vantaggio di poter pensare solo al campionato, alla fine potrebbe fare la differenza. È stato importante avere reagito alla prima sconfitta. Mi rimaneva quell´incognita: come ci saremmo comportati, alle prime difficoltà? La risposta è stata molto positiva. Vuol dire che la squadra c´è».
Qual è il suo attaccante preferito?
«Ho sempre avuto un debole per Ronaldo».
Di chi aveva il poster, da ragazzino?
«Sono cresciuto con l´immagine di Batistuta».
La prima volta che ha giocato in cortile, in che ruolo s´è messo?
«In attacco, e non mi sono mai spostato. Da bambino guardavo in televisione la gente che festeggiava un gol e pensavo: da grande la farò festeggiare io».
Esiste l´egoismo del centravanti?
«Esiste quello che vuole segnare a tutti i costi e anche quello che cerca di non fare segnare un compagno, per invidia. Ma è gente che non fa strada».
Ma esistono ancora i centravanti?
«Siamo rimasti in pochi, di quelli vecchi maniera come me. Ho voluto continuare a giocare in Italia anche perché questo è l´unico campionato in cui veniamo ancora apprezzati: penso a Toni, a Lucarelli, a Inzaghi».
In Francia, infatti, non la considerano.
«Spero che sia solo perché Domenech vede il calcio in maniera diversa».
Perché non ha un procuratore?
«Perché non mi è mai servito. C´è mio padre, che di calcio ne mastica e che ho la certezza che non mi tradirà mai».
Lei è rognoso, quando si tratta di rinnovare contratti: come mai?
«Non è colpa mia se Moggi ci mise un anno e mezzo a farmi firmare o se l´attuale dirigenza non aveva ancora ben chiaro quello che voleva fare di me. Io sono un tipo diretto, non uso mezzucci nella trattative».
Perché un centravanti come lei, che ha una percentuale realizzativa mostruosa, ha sbagliato i rigori più importanti della sua vita, nella finale di Champions League e in quella del Mondiale?
«I rigori non c´entrano niente con il calcio. È questione di fortuna, più che altro. Perciò non ho mai sentito il peso del rimorso per quei due errori, così come non mi ha mai esaltato pensare a quando segnai dal dischetto contro l´Italia ai Mondiali del 1998, quando avevo appena 18 anni».
Qual è il gol che ancora non ha fatto?
«Uno da metà campo».
E dove vorrebbe segnarlo?
«Nella finale di Champions League, l´unica cosa che mi manca».
Perché non mette la sua faccia negli spot, al contrario ti tanti illustri colleghi?
«Perché la mia parte pubblica comincia a finisce su un campo di calcio, il resto è mio e soltanto mio. Vivo bene lo stesso, anche con un po´ di soldi e di notorietà in meno».
COBOLLI: "VORREI UN GOL DI DEL PIERO, SIMBOLO JUVE" - La Stampa - Presidente Cobolli Gigli, è già in clima derby?
«Comincio a sentire la partita adesso, e me la fanno sentire tutti quelli che mi circondano».
Perché, prima non le interessava?
«Niente affatto. Mi interessa molto che la Juventus faccia più punti possibile. E non sarà facile. Anche se il Toro sta attraversando un momento di parziale difficoltà. Mi impressiona pensare a uno stadio che sarà quasi tutto granata. Sarà la prima volta da quando sono presidente che entrerò all’Olimpico e non lo vedrò solo con i nostri colori»
Ricordi del passato quando della Juve era soltanto tifoso?
«Il derby dell’83 quando vincevamo 2-0 e in tre minuti perdemmo per 3-2. Ero a passeggio con la mia fidanzata, che è poi diventata la madre di mia figlia, e appresi del disastro dalla radiolina. L’ho sempre detto che nella vita bisogna procedere con prudenza».
La Juve questa volta può fare il Toro? Ovvero ha più voglia dei granata di vincere il derby?
«Veniamo dalla B che abbiamo sentito come una grande ingiustizia e vogliamo recuperare in fretta. Alcuni giocatori hanno già giocato questa partita, altri ne hanno sentito soltanto parlare. Mi pare che ci sia l’atmosfera giusta».
I caratteri dei due allenatori rappresentano bene lo spirito delle squadre che guidano?
«Novellino lo conosco poco, ma lo assolvo per quello che ha fatto a Parma perché spero sempre nell’assoluzione anche per me. Ranieri mi piace, ha sposato l’immagine della Juve»
Qual è il suo rapporto con Urbano Cairo?
«Lo conosco da tanti anni, ha molti meriti come imprenditore. Negli ultimi mesi il nostro pensiero non è sempre stato univoco. La maglietta anti Juve? Uno può trovarsi in mano una maglietta senza sapere di cosa si tratta. Almeno, lui l’ha spiegata così»
Toro uguale Torino città, Juve uguale Italia. Giusto?
«Noi vogliamo che anche la Juve diventi fortemente torinese. Poi sono contento dei 14 milioni di tifosi che abbiamo nel Paese, ma l’obiettivo è rafforzare la nostra immagine in città»
Sogna un vittoria con un gol di Trezeguet al 91’?
«Firmo subito. Ma preferirei che a segnare fosse Del Piero. Perché nelle ultime settimane ha dato molto e ricevuto poco. Del Piero porta dentro la juventinità. Per questo spero che il gol della vittoria sia suo. E’ una persona equilibrata. Vedremo al derby quanto è anche tranquillo».
Il contratto del capitano?
«Non sarà difficile l’accordo. Non sono ottimista, ma più che ottimista».
Si diceva una volta: a Torino basta una squadra in A. D’accordo?
«Non è più come una volta, servono due buone squadre: una per vincere la Champions, l’altra l’Uefa»
Dai tifosi cosa si attende?
«Il derby è un momento epico, atmosfera da Far West. Mi auguro, percò, che poi sia tutto tranquillo. Torino è cambiata come immagine a tutti i livelli, il fatto che si giochi in notturna è un atto di fiducia per la città che cercheremo di mantenere anche in futuro»
Chi teme del Toro?
«Recoba. Non è ancora un granata a tinte intense, ma con un tiro risolve la partita. Non ha mai fatto gol a Buffon, spero che la tradizione negativa prosegua».
LEGROTTAGLIE: "UN DERBY ATTESO" - juventus.com - In quattro giorni, la stagione di Nicola Legrottaglie ha avuto la svolta. Quarantacinque minuti buoni nel big match contro la Roma, una prestazione maiuscola – con tanto di gol – mercoledì sera con la Reggina. Il difensore barese è arrivato al top nel momento più atteso dai tifosi: alla vigilia della doppia sfida con Torino e Fiorentina. Claudio Ranieri sa di poter contare su un’arma in più per la sua difesa dopo gli infortuni di Boumsong e Andrade. Il Legrottaglie di questi ultimi giorni è un giocatore che sta bene fisicamente, ma soprattutto dal punto di vista mentale. Una serenità che traspare anche dalle sue parole: “Mercoledì ho vissuto uno dei momenti più belli della mia carriera, arrivato dopo anni non bellissimi, di pazienza e sofferenza. Ho ritrovato anche il gol oltre alla prestazione. Mi hanno fatto piacere i commenti della critica e dei tifosi. Anni fa non è andata bene e ora sono qui per riprendere il cammino. Anche grazie alla fede, sono molto maturato, rivalutando alcuni miei atteggiamenti passati. Se rivedo le foto di quando sono arrivato a Torino, capisco quanto sono stato superficiale, non avevo l’umiltà giusta. Ho capito i miei errori e ora spero di essere giudicato per quello che sono realmente. Il mio futuro? Fino a quando indosserò questa maglia darò il massimo, poi sarà la società a decidere, sapendo comunque che tra me e la dirigenza c’è stima reciproca”. Il gol contro la Reggina ha galvanizzato il difensore barese che ora spera di poter scendere in campo nel derby. Una sfida particolare che non ha mai potuto giocare ma, essendo a Torino da tanto tempo, sa quanto è importante per i tifosi e per la città intera: “Ho tanti amici in città e molti sono granata, quindi anch’io sento la gara in modo particolare. Alcuni di questi giocano nel Toro, come Corini, Lanna e Barone, miei ex compagni al Chievo. Sarà bello affrontarli in uno stadio pieno”. Legrottaglie sogna un derby spettacolare, magari risolto da un giovane compagno molto apprezzato: “Vinciamo 1-0 con gol di Criscito su calcio d’angolo. Sarebbe una gioia per il gruppo e per lui un premio meritato. Per noi la settimana è iniziata bene, spero possa finire altrettanto. Resta una sfida molto attesa in cui non ci sono favoriti. Mi auguro solo che sia spettacolare e che possa piacere alla gente. Dopo anni di assenza, c’è tanta attesa, anche se le due squadre sono cambiate tanto rispetto all’ultima volta. Ma il fascino non dipende da chi scende in campo ma dalla partita stessa”.
IAQUINTA E ROSINA IN FORSE - Repubblica ediz Torino - Rosina e Iaquinta:,sono i loro dolori ad agitare la vigilia del derby: il granata, in odore di pubalgia, si è allenato a parte anche ieri e il dubbio sulla sua presenza verrà risolto soltanto all´ultimo, anche perché Novellino sta meditando di tornare al suo amato 4-4-2. Ma anche alla Juve sono preoccupati: il campione del mondo è fermo da domenica perché lamenta un dolore al polpaccio e pure nel suo caso il dubbio verrò sciolto soltanto nel pomeriggio di domani. Dalla presenza di Rosina e Iaquinta, tra l´altro, dipendono anche i moduli che i due allenatori schiereranno: del 4-4-2 granata s´è detto, ma anche Ranieri potrebbe decidere di riproporre la formula più collaudata, visto che il 4-3-1-2 ha un senso soprattutto se c´è l´ex udinese. Di sicuro, la Juve avrà i suoi big: Nedved e Del Piero sono pronti, dopo il riposo di mercoledì. Il numero 10 ieri pomeriggio ha fatto un giretto alla Sisport, dove si allenava fino all´anno scorso e dove adesso è di casa il Toro. E mentre il capitano granata Comotto dice che «la Juve non è imbattibile. I tempi sono cambiati, quando la affrontavo con Vicenza, Reggina o con lo stesso Toro sapevamo che, per un motivo o per l´altro, avrebbero vinto loro», Legrottaglie spiega che «ai granata toglierei Corini, un esempio. Al derby tengo tantissimo, anche perché la maggior parte dei miei amici sono del Toro. Ma mi auguro che vinca la Juve con un gol di Criscito». E ieri sera Cairo e Cobolli hanno giocato la loro partita: «Questa città merita una Juve da Champions e un Toro da Uefa», ha detto lo juventino. «Ho fatto un bel sogno, ma non lo dico», ha ammiccato il granata.
E' ANCHE IL DERBY DEI CONTRATTI - La Stampa - E’ anche il derby dei contratti. Quello del granata Rosina e quello dello juventino Del Piero. Ieri ne hanno parlato i due amministratori delegati, Stefano Antonelli e Jean-Claude Blanc. Rosina è il caso più delicato. Ha spiegato Antonelli: «Stiamo cercando l’equilibrio per accontentare tutti. Di sicuro non ci sarà alcuna clausola, perché non è giusto fare un contratto con una via di fuga». Rosina, infatti, vorrebbe avere le possibilità di lasciare il Toro in caso di una grande offerta. Per Del Piero calma piatta: «Parliamo tranquillamente - ha spiegato Blanc - c’è la volontà di andare avanti insieme. Non ci sono limiti di tempo, bisogna tutelare gli interessi di tutti». Rosina è in dubbio per domani a causa di un problema all’adduttore con sospetta pubalgia. Alla fine ci sarà. Invece sono ridotte al minimo le probabilità di vedere in campo Iaquinta, afflitto da un problema muscolare al polpaccio. Ieri ha corso e poi si è bloccato. Quindi Ranieri dovrebbe tornare al 4-4-2. Rientreranno Grygera, Nedved e Del Piero.
TRAPPOLA STADIO: RISCHIO SCONTRI - La Stampa ediz. Torino - Trentasei ore al derby. E mentre i club mettono a punto le coreografie e gli striscioni (approvati dalla questura, ma tutti rigorosamente segreti) già ci si interroga sui rischi della partita. Rischi, sì, perché il ritorno della stracittadina, dopo quattro anni, potrebbe scatenare la voglia di scontri tra le tifoserie opposte. Specialmente tra chi il derby non lo ha mai vissuto: i tifosi più giovani, quelli allo stadio ci vanno da poco. «Stiamo incontrando separatamente le tifoserie, non vogliamo lasciare nulla al caso. Il derby deve essere un momento di sport» dice il questore vicario Spartaco Mortola che, su disposizione del questore Berrettoni si occupa dello stadio. E di tutti i problemi ad esso connessi. Certo, prevenire e arginare eventuali voglie di menare le mani di frange di tifosi è un lavoro complicatissimo. L’area attorno al Comunale è un dedalo di strade difficile da controllare. E, sul lato di corso Agnelli, ancora di più. Un esempio per tutti: corso Sebastopoli, nell’area del mercato. I negozianti guardano con sospetto alle bancarelle «parcheggiate» sotto i platani. «Possono diventare armi», dice qualcuno. «Ma la vigilanza in tutta la zona sarà molto intensa. E il traffico delle auto, sui corsi Agnelli e Unione Sovietica verrà sospeso già dalle 17,30», chirisce ancora il Vicario, Mortola. Le altre aree «a rischio» incontro-scontro tra le tifoserie sono più o meno tutte in zona. A partire da piazza Santa Rita per arrivare all’incrocio tra corso Sebastopoli e corso Orbassano. E poi c’è l’enorme area dello «stadio Delle Alpi»: più d’uno è pronto a giurare che da quelle parti potrebbero volare ceffoni. E pietre. A ridosso del Comunale, invece, la vigilanza sarà alta, anche già dalla giornata di oggi. Bonifiche all’interno dello stadio, certo, ma anche bonifiche esterne sono già in calendario. E poi saranno vietate le bottiglie, di qualunque tipo e dimensione: bar e paninari ambulanti non possono vendere alcun genere di bevande in contenitori che non siano bicchieri di plastica. In caso contrario scatteranno i consueti provveimenti amministrativi. Per il resto si spera bene. Ancora Mortola: «All’interno dello stadio, nelle coreografe c’è posto per tutto: ironia, tifo e sfottò. Ma tutto nei limiti. E niente petardi. Abbiamo rinforzato anche i filtraggi agli ingressi e i cordoni di separazione delle due tifoserie: ci saranno steward, ma anche uomini delle forze di polizia. Insomma: tifo sì, ma con saggezza».
TAM TAM SU INTERNET: PER FARE A BOTTE TROVIAMOCI AL DELLE ALPI - La Stampa ediz. Torino - È soltanto un pettegolezzo, una voce tra le tante che circolano in questa vigilia di derby, eppure c’è addirittura chi è pronto a giurare che è una cosa «certissima». Qualcuno starebbe organizzando un «puntello» allo stadio Delle Api. Per sabato notte, in alternativa per la mattinata di domenica, qualche ora prima della partita. Letto nel linguaggio dello stadio il «puntello» è nient’altro che un appuntamento. Tra tifoserie opposte, per una bella scazzottata. Un puntello, dunque, dove qualche decina di «tifosi» intende saldare i conti con un’eguale compagine di eterni antagonisti. Se non è soltanto una leggenda metropolitana, c’è da immaginarsi che qualcuno si farà del male. In attesa di sapere se è una «bufala», oppure un’informazione che corrisponde al vero, sui forum internettiani circola un po’ di tutto. Da messaggi di chi s’inventa finti appuntamenti a chi ammonisce gli altri frequentatori della piazza virtuali: «Occhio a scrivere certe cose: i blu ci osservano, leggono tutto. E mi sa che finisce male» scrive «il vecchio» della curva. E ciò che si teme di più è che la partita si disputi a porte chiuse, magari in un’altra città. Così tra granata che si fingono juventini e viceversa il fuoco incrociato degli sfottò - spesso pesanti - va avanti. «Faccio la ronda davanti allo stadio e se lo vedo gli passo sulla faccia con la moto». Chi parla di «caricare» viene ammonito dai moderatori della piazza. Qualcuno ribatte: «Io vado con mio figlio di tre anni a caricare soltanto i nostri all’ultimo allenamento». Paura da derby. Frasi e linguaggio da derby. Voci pre-derby. Ma sto benedetto «puntello» ci sarà oppure no? La piazza non risponde. Qualcuno ironizza: «Alle xxy di fronte allo xzxzcz portate gli xzyzyc». Aria fritta. Anche se dal mondo delle tifoserie arriva qualche segnale. E se a qualcuno «prudono le mani» altri insistono: «Ragazzi, calmi, qui bisogna tutelare le squadre sennò finisce che la pagano loro».
BLANC E ANTONELLI: MESSAGGIO DI SPORTIVITA' - La Stampa ediz. Torino - E' il loro primo derby della Mole ma Stefano Antonelli e Jean Claud Blanc, amministratori delegati di Torino e Juve, ci tengono a lanciare un messaggio di sportività. «La nostra speranza è che sia una partita dal giusto spirito e con un grande spettacolo in campo e fuori». L'ad bianconero aggiunge: «Spero che domani vinca il calcio, il clima d’attesa è di massimo rispetto». Il dirigente granata invita i tifosi ad evitare provocazioni. «Il corteo bianconero è loro e i nostri sostenitori andranno allo stadio solo per incitare il Toro e godersi la sfida».
ARBITRA IL TOSCANO ROCCHI - Sarà Gianluca Rocchi a dirigere il derby di domenica sera tra Torino e Juventus. Il direttore di gara toscano ha diretto una sola volta la Juventus in partite ufficiali. E’ successo lo scorso anno nella gara giocata in casa dello Spezia finita 1-1 con pareggio nel finale di Nedved dopo l’espulsione di Giannichedda. Quest’estate ha arbitrato l’amichevole di Cesena contro la Roma (5-2). Addirittura nove i precedenti con il Torino, con un bilancio di quattro vittorie, tre pareggi e due sconfitte. Di queste nove, solo due in Serie A, nel corso della passata stagione: una sconfitta interna con la Reggina e una vittoria in casa della Roma. All’Olimpico, domenica sera, Rocchi sarà coadiuvato dagli assistenti Nicola Andrea Nicoletti e Roberto Romagnoli. Il quarto uomo sarà Oscar Girardi.

 
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