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LUCIANO MOGGI ALL'ATTACCO

Post n°1217 pubblicato il 19 Ottobre 2007 da corsivo79

"NEL CALCIO NULLA E' CAMBIATO: E' UN BORDELLO SENZA VERGINI"

90 minuti di conferenza stampa per presentare il suo libro-verità su calciopoli. L'ex dg bianconero non risparmia nessuno: "Sono stato un capro espiatorio per cambiare le cose, ma non è cambiato nulla. E' un mondo popolato di diavoli e non certamente di santi, un bordello senza vergini. Ci sono 42 società tra serie A e B, tutte parlavano al telefono con i designatori, l'unica società 'sordomuta' era l'Inter. Mi volevano anche Berlusconi e Moratti. I processi? Uscirò a testa alta". Fresco di rinnovo di contratto, Del Piero insegue il ritorno tra i marcatori contro il Genoa. Zebina torna a parlare : "A Cagliari ho commesso un grave errore, ho riflettuto e sono cambiato".

 

MOGGI: "IL CALCIO? UN BORDELLO SENZA VERGINI" - Corriere della Sera - Novanta minuti di conferenza stampa. Durante i quali non risparmia quasi nessuno. Luciano Moggi presenta "Un calcio nel cuore", il libro con le sue "verità" su Calciopoli, e per l'ex direttore generale della Juventus è l'occasione per ribadire un concetto già espresso altre volte: «Sono stato un capro espiatorio per cambiare le cose senza cambiare nulla». «Dovevo controllare un mondo popolato di diavoli e non certamente di santi, un bordello senza vergini», racconta Moggi. Per questo passava le sue giornate al telefono: «Era davvero la mia voce, poi è diventato la mia croce». Ma «quello che ho fatto e detto io al telefono appartiene alla cultura calcistica di tutte le società e di tutti i dirigenti». «Il calcio è questo - aggiunge - è un business. Cercare di capire in anticipo le strategie degli altri dirigenti è furbizia, non c'è niente di illecito. Non ha senso punire Moggi e Giraudo. Eliminando poche persone non si sistema il problema». «Le mie erano chiacchiere tra amici prima di una partita, qual è il reato? È vero, ho comprato delle schede straniere e le ho distribuite, ma questo non è un reato - continua Moggi -. Ci sono 42 società tra serie A e B, tutte parlano, l'unica società 'sordomuta' era l'Inter. Ma se leggete bene le mie intercettazioni non troverete nulla. Ce ne sono altre, invece, passate sotto silenzio, che rivelano come altre società sapessero le designazioni molto prima di me».
IL PROCESSO? UNA BARZELLETTA - Due le colpe ammesse da Moggi: ha telefonato troppo e ha violato l'articolo 1 del codice di giustizia sportiva. «Ma nel calcio di oggi - afferma - forse soltanto i magazzinieri non violano quell'articolo». Per l'ex dirigente bianconero, «il processo sportivo è stata un'autentica barzelletta. Lo stesso professor Serio (membro della corte federale, ndr) ha ammesso che si era tenuto conto dell'onda popolare. E tutto quello che avevo dichiarato io fin dall'inizio si sta avverando». Per questo motivo, Moggi si dice «convinto di uscire a testa alta» dalle indagini di Roma e Napoli.
BERLUSCONI E MORATTI - Il libro parte dalla prima reazione dopo le dimissioni dalla Juventus, quando Moggi ha pensato che «fosse meglio morire piuttosto che restare prigioniero del silenzio e dell'angoscia». Poi la decisione di difendersi e smontare «il complotto» organizzato da «qualcuno che ha voluto farmi fuori dal calcio». «In questo bordello non c'era nessuna vergine», ma Moggi è convinto che «il tempo sarà galantuomo e che le cose verranno a galla da sole». Poi rircorda che anche Silvio Berlusconi e Massimo Moratti lo volevano strappare alla Juventus, dichiara che i rapporti con Adriano Galliani «erano e sono ottimi», mentre i nemici sono sempre gli stessi. Alza la voce quando parla del coinvolgimento del presidente del Coni Gianni Petrucci nel caso Lorbek (il tesseramento irregolare del giocatore di basket della Benetton Treviso, ndr) e ricorda le tre cariche che tuttora Franco Carraro ricopre all'Uefa. Ce n'è anche per la sua ex società, con «John Elkann che ci ha scaricati immediatamente» e «la proprietà della Juve ha ammesso tutto quello che veniva contestato dalla frettolosa giustizia sportiva senza sapere neppure cosa ammetteva». Per questo, «se avessi saputo come si sarebbe difesa la Juve, non avrei mai dato le dimissioni». Tra gli altri bersagli di Moggi ci sono Franco Carraro («era lui a chiamare i designatori per dire che la Juve non doveva essere favorita, mi dicevano tutti che non era un amico e che pensava solo a se stesso ed è la verità, è incredibile che ricopra ancora certe cariche») e Pierluigi Collina («è andato in tv e poi in radio a poche ore di distanza, ed è riuscito a dire prima una cosa e poi l'opposto sul fuorigioco di Trezeguet nel derby e contro la Fiorentina. A sentire lui bisognerebbe fare un corso di lettura del pensiero agli arbitri, visto che dice che bisogna capire l'intenzione dei giocatori»).
MERITI SPORTIVI - Moggi sottolinea i suoi meriti sportivi. «Io ho sempre fatto un ottimo lavoro, credo che i risultati parlino a mio favore. In testa alla classifica cannonieri ci sono tre miei ex giocatori: Mutu, Trezeguet e Ibrahimovic. A Berlino la nazionale campione del mondo era fatta per più di metà dalla mia Juve, e l'altra metà era la Francia: di certo ho avuto qualche merito in tutto questo».

CALCIOPOLI E MOGGI STASERA A "CONFRONTI" - Il Giorno - Luciano Moggi, con il suo libro «Un calcio nel cuore», stasera (Rai2, ore 23,15) è ospite di «Confronti», il programma di Gigi Moncalvo. L’avversario è Mario Baccini (Udc), vicepresidente del Senato.
JUVE-GENOA: ALEX INSEGUE IL RITORNO TRA I MARCATORI - Repubblica Torino - Alex Del Piero è pronto per la festa. Dopo un paio di giorni a pensare al contratto, il capitano bianconero ora è già concentrato su domenica sera. Contro il Genoa Pinturicchio vuol festeggiare a modo suo: abbracciando (e ringraziando) idealmente i tifosi dopo quel gol che gli manca dal 2 settembre, seconda giornata di campionato a Cagliari. Del Piero giocherà nel ruolo che predilige, la seconda punta, partendo accanto a Trezeguet e approfittando della bronchite che ha messo ko Iaquinta. Deciso giocoforza lo schieramento d´attacco, i problemi per Ranieri giungono da centrocampo: il tecnico deve scegliere fra Salihamidzic e Almiron. Se gioca il primo Nocerino verrà schierato in mezzo al campo accanto a Zanetti; qualora tocchi all´argentino il neo-azzurro giocherà sulla fascia destra. In un modo o nell´altro rimarrà ancora a guardare Tiago. Contro il Genoa, in mezzo alla difesa, toccherà ancora a Legrottaglie: «Sto meglio, negli ultimi giorni non mi sono allenato in gruppo soltanto in via precauzionale. Nessun problema, domenica sera sarò regolarmente a disposizione» ha tranquillizzato tutti ieri il difensore che deve fare i conti con una fastidiosa infiammazione agli adduttori della coscia destra. Dopo le ultime prestazioni decisamente confortanti, Legrottaglie aspetta novità dalla società sul fronte del rinnovo contrattuale. L´accordo che lega il centrale alla Juve scadrà il prossimo 30 giugno, ma la prima proposta della società è stata respinta con perdite dall´entourage del difensore di Gioia del Colle che festeggia proprio domani i 31 anni. Settecentomila euro per un contratto annuale, ha proposto la Juve; Legrottaglie chiede un pluriennale ed è allettato dalla promessa proprio del Genoa, che gli propone un triennale da 650 mila euro a stagione. Da una parte la rivalsa professionale, in quella Juve che lo aveva scartato e che anche la scorsa estate lo aveva accantonato per far spazio ad Andrade e Criscito. Dall´altra una interessante opportunità di svolta, in una piazza come il Genoa, nobile ma dagli obiettivi ridimensionati, ma con la possibilità di giocare "con le spalle coperte" da un triennale. Accanto a lui, domenica sera, potrebbe toccare ancora a Chiellini con Molinaro sulla fascia: sarebbe l´ennesima bocciatura per Criscito, che si lanciò nel calcio che conta proprio lo scorso anno, guarda caso con la maglia di quel Genoa che non ha smesso di tentarlo.
DIFFERENZIATO PER LEGROTTAGLIE, SORRIDE BOUMSONG - Eurosport - Continua la marcia di avvicinamento della Juventus al posticipo di domenica sera con il Genoa. Indicazioni contraddittorie sono arrivate dall''allenmento di oggi per il tecnico Ranieri. Nicola Legrottaglie ha svolto una seduta differenziata (per una fastidiosa infiammazione all''adduttore), cosi'' come Marchionni, mentre sono rimasti fermi Andrade e Vincenzo Iaquinta, bloccato da una bronchite. Difficilmente l''ex udinese sara'' a disposizione per la sfida al Genoa. La buona notizia per Ranieri arriva da Boumsong, tornato finalmente a correre sul campo dopo l''infortunio rimediato a settembre nell''amichevole contro il Real Saragozza. E sorride anche Camoranesi. Il campione del mondo sta sempre meglio e si avvicina al giorno del rientro in campo.
ATTESA PER IL POSTICIPO - juventus.com - Archiviata la lunga parentesi dedicata alla sfide delle nazionali, ora si può tornare a pensare esclusivamente al campionato. Riavuti a disposizione anche Criscito (rientrato già mercoledì dall’Under 21) e Chiellini e Nocerino (reduci dall’amichevole con la Nazionale maggiore), Claudio Ranieri può iniziare a preparare in modo ancora più dettagliato il prossimo impegno di campionato. Domenica sera, i bianconeri saranno impegnati nel posticipo dell’8ª giornata. All’Olimpico arriverà il Genoa dei tanti ex bianconeri. Ben sei nella rosa rossoblu, cinque dei quali provenienti dal settore giovanile bianconero. Su tutti, ovviamente, mister Gian Piero Gasperini che ha iniziato la sua avventura in panchina dalla nostra Primavera. Ma anche Milanetto, Sculli, Konko, Masiello e Paro - tutti prodotti del vivaio -, oltre a Marco Di Vaio. Il confronto torna esattamente sei mesi dopo l’ultimo. Il 21 aprile scorso, con il 3-1 firmato Nedved-Chiellini-Trezeguet, la Juventus fece un decisivo passo avanti verso la promozione. Gli ultimi match in A risalgono alla stagione 1994/95, quella del primo Scudetto firmato Lippi e della retrocessione ligure: finì 1-1 al Delle Alpi (con il gol fantasma di Galante) e 0-4 al Ferraris. Si gioca in notturna. Un aspetto positivo per la squadra di Ranieri. Di sera, sempre all’Olimpico, la Juventus ha centrato un tre su tre contro Livorno, Reggina e Torino nel derby.
ZEBINA: "A CAGLIARI GRAVE ERRORE, HO RIFLETTUTO E SONO CAMBIATO" - La Stampa web - Jonathan Zebina torna a parlare dopo l’espulsione di Cagliari e la successiva reazione, quel colpo al volto di un operatore a bordocampo che gli è costato quattro giornate di squalifica. Il difensore della Juventus, ai microfoni di Sky Sport, giudica quel gesto «nemmeno sbagliatissimo», ma ammette che «non è giustificato. Un grandissimo errore - spiega - per un professionista come me». Una reazione dettata dal nervosismo. «La grandissima delusione era stata non giocare la prima partita: l’aspettavo da un anno, da quando sono sceso in B. Non farmi giocare la prima partita non è stata una follia, anche perchè il mister aveva i suoi uomini e voleva far giocare altre persone, bene così, ma per me è stato un colpo molto molto duro. Da lì, il nervosismo è iniziato molto molto prima della partita a Cagliari».  Zebina vuole comunque rimuovere quel brutto episodio. «Questo è un argomento di cui onestamente parlo adesso e di cui non voglio più parlare, perchè mi ha dato molto fastidio per me stesso, soprattutto, perchè è un’immagine completamente diversa da tutti quelli che personalmente mi conoscono. Come ho detto alla mia cara mamma, che non era fiera di me, questo è sicuramente un difetto che ho da tanto, perchè sono stato più volte espulso per reazioni o parole di troppo, che per gesti aggressivi o gravi sul campo da calcio. Questo mese di stop forzato - ha concluso - mi ha permesso di rifletterci su. Non ho deciso, da oggi cambio: sono già cambiato».
GASPERINI: "JUVE TROPPO SNOB CON I GIOVANI" - La Stampa - Chi vuol essere personaggio, fenomeno mediatico, animale da riflettori? Mettetevi in fila, in molti sarebbero tentati di partecipare alla selezione. E poi ci sono quelli come lui, difficile trovarli: mai una parola fuori dallo spartito, la polemica non lo stuzzica, lo spot pensato a tavolino lo lascia volentieri agli altri. «Sono fatto così, non posso andare contro il mio carattere. Non è un difetto essere personaggi, anzi può diventare una qualità: il mio vero problema è che non ci riesco proprio». Gian Piero Gasperini, quello che la copertina non è il suo mestiere. Eppure lassù, insieme a suoi ragazzi, ci sta alla grande. Quinto posto in classifica: Juve–Genoa, è un piacere rivederle in alto. Qualcuno sogna: magari andiamo a Torino a fare uno sgambetto alla Vecchia Signora. Qualcuno, cioè lui, sogna invece un’altra cosa: «Pensiamo a salvarci, deve interessarci soltanto questo. Questo campionato ci deve servire per consolidare la categoria, deve essere il primo mattone di un progetto a lunga scadenza: per il futuro sarebbe bello trovare un proprio spazio dietro alle grandi e puntare a qualcosa di importante». Ci vuole sostanza, questo è il suo marchio di fabbrica. Gasperini non è il tipo che si lasci sedurre dalle scorciatoie.
Nove anni di settore giovanile alla Juve, i suoi allievi sono sparsi per l’Italia, «impossibile citarli tutti», spiega il tecnico rossoblù. Un bel giorno è successo qualcosa: «E’ stata una serie di fattori: mi ero reso conto che probabilmente era finito un ciclo, che forse non si voleva puntare completamente sul settore giovanile e che magari era arrivato il momento di provarci». Da Torino a Crotone, più o meno 1300 chilometri. Quindi, il Genoa: l’occasione delle occasioni. La serie A conquistata nella serie B più difficile della storia, e adesso la categoria nobile, dove le curve non finiscono mai. Eppure il suo Grifone ha preso l'autostrada, un bel rettilineo, perché gioca (bene) e vince (tanto). La miscela perfetta.
E se Gasperini diventasse l’allenatore della Juve per il futuro? «Non lo so, l’unica cosa certa è che sto benissimo al Genoa. Poteva essere così, magari, l’anno scorso in serie B. Faccio un esempio: se per caso avessi allenato nel settore giovanile del Torino, mi avrebbero richiamato. Nella società granata c’è sempre stata una particolare attenzione verso quel mondo, mentre la Juve è sempre stata un po’ snob con i giovani. Forse perché c’era la necessità di vincere subito e non era facile lanciarli. Si sono ritrovati un ottimo lavoro senza saperlo».
Stima, affetto, gratitudine: ci mancherebbe. Ma aggiungiamo una postilla. «Sono un ex, eppure vivo questa attesa senza particolari sentimentalismi. Che partita sarà? Il Genoa ha le sue caratteristiche che cerca di non snaturare anche davanti a formazioni importanti. Prenderemo degli aggiustamenti. Del Piero vuole festeggiare il contratto con un gol? Speriamo di rovinargli la festa». La scuola Juve gli ha dato parecchio, a stretto contatto con Marcello Lippi e Carlo Ancelotti per lungo tempo. Quando gli chiedi quali siano stati i suoi maestri, non ha dubbi: «Ho imparato molto da loro, ma è stato utile anche il lavoro d’équipe con gli altri allenatori del settore giovanile: Storgato, Chiarenza, Schincaglia e Maggiora. Sicuramente ne dimentico qualcuno». Il contratto gli scade il prossimo giugno, il presidente Enrico Preziosi ha garantito che non ci saranno problemi, lui pure. «Devono essere altri ad affrontare questo tema, quando sarà il momento ne parleremo. Basterà pochissimo per metterci d’accordo: identità di vedute e obiettivi chiari». Rivediamoci più avanti, il campionato prima di tutto e tutti. Vuole vincere la prossima scommessa, un’altra dopo quella di Marco Borriello, diventato mister gol belli e impossibili. Lo hanno voluto Gasperini e Preziosi, anche se tanti dicevano che era meglio lasciar perdere: «Come mai è esploso soltanto adesso? Sapevamo che aveva qualità importanti, poi si cresce: da vent’anni a venticinque può cambiare molto». Gasperini invece è sempre lo stesso. Parlano i risultati, le tre vittorie di fila. A ben vedere, più personaggio di quelli che vivono e si atteggiano da personaggi.
NAPOLI APERTA AI TIFOSI BIANCONERI - La Stampa - Niente da fare per Vincenzo Iaquinta, rimasto anche ieri bloccato a casa dalla bronchite. Lo pneumologo ha escluso che possa recuperare per domenica sera, quando all’Olimpico arriverà il Genoa. Ranieri ha già deciso Del Piero affiancherà Trezeguet col ritorno al 4-4-2. Sarà una serata speciale per il capitano dopo la firma del contratto: i tifosi hanno già annunciato manifestazioni di affetto nei suoi confronti. L’ultima apparizione di Del Piero risale alla partita di Firenze, quando Ranieri lo utilizzò solo nei 12’ finali. Non destano allarme le condizioni di Legrottaglie che ieri, ma solo per precauzione, ha svolto un lavoro differenziato per un’infiammazione ai muscoli adduttori. Legrottaglie, molto sicuro nelle ultime prestazioni al posto di Andrade, avrà al fianco Chiellini, con Molinaro a presidiare la zona sinistra della difesa. Sempre che Ranieri non decida di rilanciare l’ex di turno Criscito. Partito come titolare inamovibile, il napoletano è poi stato escluso dalla formazione di partenza sia nel derby che contro la Fiorentina. A centrocampo il tecnico ha soltanto l’imbarazzo della scelta. In attesa di Camoranesi, che ha ripreso gli allenamenti e potrebbe essere disponibile il 4 novembre con l’Inter, a destra dovrebbe giocare Salihamidzic, con Nocerino e Zanetti coppia centrale e Nedved a sinistra. Intanto l’Osservatorio ha deciso di non prevedere restrizioni per la partita col Napoli di sabato 27 ottobre alle 20,30, attribuendole il rischio 3 che prevede un rafforzamento delle misure organizzative da parte delle componenti sportive e di quelle di sicurezza. Per Juve-Inter del 4 novembre, dopo i recenti comportamenti degli ultrà nerazzurri, il prefetto di Torino potrebbe vietare la vendita di biglietti ai tifosi ospiti o imporre che siano venduti singolarmente.
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