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« LUCIANO MOGGI ALL'ATTACCOJUVENTUS-GENOA 1-0 »

LA JUVE LANCIA LA SFIDA

Post n°1218 pubblicato il 20 Ottobre 2007 da corsivo79

"VOGLIAMO BATTERE L'INTER E RIPRENDERCI I NOSTRI SCUDETTI"

Il presidente bianconero Cobolli Gigli parla del sorprendente campionato della sua squadra e dei rivali di sempre: "Il 4 novembre è una data scolpita nella nostra testa. Voglio battere l´Inter. Voglio batterla dopo il sacrificio necessario di due scudetti. Spero che il cacciatorpediniere affondi la portaerei". Intanto scoppia il caso Tiago: "Se non gioco, a gennaio me ne vado". L'ad Blanc: "Il portoghese lo teniamo, fa parte del nostro patrimonio. Con Alex l'affare lo abbiamo fatto noi. Ranieri un grande chef nessuna garanzia tecnica a Del Piero".

COBOLLI: "LA NOSTRA SFIDA AFFONDARE LA PORTAEREI INTER" - Repubblica - TORINO - Presidente Cobolli, i tifosi della Juve cantano "siamo tornati". Siete tornati?
«Certo. Per essere attori veri, non comparse. Per essere noi».
Per vincere lo scudetto, eventualmente?
«Per provare a vincere tutte le partite, o per andarci molto vicino. Intanto, torniamo anche in Europa, poi si vedrà».
E se arriverete primi?
«Come minimo, mi faccio un bagno vestito in piscina».
Quattro novembre, Juve-Inter: la madre di tutte le vendette?
«Quella data è scolpita qui, la sento tantissimo, molto più di quanto sentissi il derby. E guardate che parlo da tifoso bianconero, uno che vive le partite in modo viscerale. Voglio battere l´Inter. Voglio batterla dopo il sacrificio necessario di due scudetti. Spero che il cacciatorpediniere affondi la portaerei».
Sono molto forti, presidente.
«La penso come Buffon. Se si giocasse 24 contro 24, vincerebbero loro. Undici contro undici, possiamo vincere noi».
Come?
«Usando tutte le parti del corpo, il cuore, i polmoni, i muscoli e anche quello che mimò Buffon a Cagliari. Cioè gli attributi, che servono parecchio».
E Del Piero, quanto serve?
«Tantissimo. Il suo rinnovo contrattuale lo definirei ragione e sentimento. Ragione tecnica, perché in campo darà ancora tantissimo, e ragione economica. Del Piero è un marchio internazionale, come del resto la Juventus. Abbiamo in mente per lui e per Buffon, i due giocatori italiani più famosi e più amati, una nuova strategia merceologica. Diverse categorie commerciali, di più non posso dirvi».
Il capitano non darà mica addio all´uccellino?
«No, quello non si tocca».
Tra due anni ne avrà 35: non l´avete pagato troppo?
«I soldi torneranno tutti indietro con gli interessi».
Questa è la ragione. E il sentimento?
«Del Piero è un pezzo di storia della Juve, è immagine ma anche cuore. La sua qualità, la sua fedeltà. Nessun tifoso poteva pensarlo altrove, neanche noi».
Un giorno diventerà presidente? Sarà il Boniperti del futuro?
«Perché no? Nel corso di questa lunga trattativa, si è dimostrato un negoziatore talmente abile da poter essere considerato già un dirigente in pectore. È intelligente, sa di calcio, non gli manca nulla. Sapeste quanto sono cambiati i calciatori, sono ragazzi maturi a vent´anni, svegli, profondi. Sanno esprimersi, argomentare».
Questa classifica la sorprende?
«Ci speravo, forse non me l´aspettavo. A Firenze, in una partita giocata benissimo, avevamo sei giocatori nuovi su undici. Per l´Inter, la Roma e il Milan non è così. Mi piace molto la forza mentale del gruppo, la Juve ha uno spogliatoio straordinario, davvero un bel coagulo. E poi, grande grinta: si è visto a Cagliari, a Roma, a Firenze».
È Trezeguet il miglior acquisto?
«Un campione incredibile, tocca la palla e segna. Sempre».
Vi aveva detto addio con un gestaccio: e poi?
«Solo un momento di dubbio sul suo futuro. Dopo la firma del contratto ho visto un ragazzo rinato, rassicurato. E non dimenticate gli altri grandi colpi: Buffon e Del Piero. E c´è Nocerino, una rivelazione. E Iaquinta, una forza».
Meglio, forse, di Tiago. Dice che se ne vuole andare.
«Lo valuteremo nel tempo, ha soltanto qualche problema di adattamento».
Lo ricomprerebbe?
«Certo che sì».
La difesa non è un po´ debole?
«Andrade si è rotto quando stava carburando, gli altri sono tutti affidabilissimi, hanno trovato la quadratura».
Quanto ottimismo, presidente.
«Io mi definisco un ottimista pervaso da sano pessimismo».
Qual è il suo giudizio su Ranieri?
«Meglio come allenatore che come giocatore, a volte succede. Questi sono i suoi anni migliori, è la piena maturità. Ed è ottimo anche il suo staff».
Cosa pensa la Juventus delle nuove regole dentro gli stadi?
«L´ordine, il rigore e la sicurezza sono irrinunciabili. L´anno scorso è stato giusto fermare il campionato dopo la morte dell´ispettore Raciti. Però bisogna trovare l´equilibrio tra le esigenze di ordine pubblico e i diritti delle famiglie e dei tifosi normali. Oggi, per un padre e un figlio che vogliano andare alla partita è diventato difficile persino comprare due biglietti vicini. I settori vuoti sono una sconfitta. E il calcio non può rinunciare a posticipi, anticipi e notturne».
Per trovare l´accordo sui diritti televisivi sarà necessaria una legge? Ve lo faranno trovare per forza?
«Mi conforta il ministro Melandri quando dice che saranno evitati gli espropri proletari nel breve periodo. La legge che porta il suo nome dev´essere vista in prospettiva: fatta salva la mutualità tra club piccoli e grandi, non si può ignorare che cinque squadre garantiscono più dell´ottanta per cento degli ascolti e degli abbonati».
La Lega sta gestendo bene questa grana?
«Io non faccio più parte del consiglio, però credo che la Lega non debba essere solo una struttura burocratica. Deve dotarsi anche di strutture commerciali. Ci si può arrivare».
Moggi dice che nel calcio non è cambiato niente, e che non ci sono verginelle.
«È cambiato eccome. La seconda mi pare un´ovvietà: lavoro da una vita in settori diversi, e di verginelle non ne ho mai incontrate».
TIAGO: "QUI MI TRASCURANO, A GENNAIO ME NE VADO" - La Stampa - Tiago Cardoso Mendes è stato il giocatore più pagato del mercato (13 milioni) e anche fa quelli meno utilizzati. In tutto 144 minuti. Peggio hanno fatto soltanto Zebina, Camoranesi, fra squalifiche e infortuni, e Olivera. Un mistero, Tiago. Doveva essere il fiore all’occhiello del centrocampo, invece la delusione è enorme e per ora Ranieri non ha alcuna intenzione di concedergli occasioni per riscattarsi. Tiago, che finora la Juventus ha tenuto al riparo da ogni contatto con la stampa italiana, dopo aver segnato il primo gol stagionale al Mezzocorona a Pinzolo si è dimesso dal ruolo di giocatore. O meglio, l’hanno fatto dimettere per manifesta inferiorità. Così il portoghese più triste del fado, in un’intervista al quotidiano portoghese «Ò Jogo», si è detto insoddisfatto e intenzionato ad andarsene a gennaio.
Tiago attacca Ranieri: «Rispetto le sue decisioni, ma sono la quarta scelta nel ruolo di centrale e non mi va bene. La mia esperienza alla Juve è una delusione, pensavo di essere titolare. Non è un problema di condizione fisica, perché la preparazione non è stata più dure delle altre che ho effettuato. Ho parlato con Ranieri e gli ho detto che non mi sento realizzato: lui ha risposto che mi capisce, ma che in questo momento non ha intenzione di cambiare». La responsabilità quindi «è tutta del tecnico, che rispetto, ma a me non sta bene». Conclusione scontata: «Se le cose continueranno così, vorrei andare a provare altrove, ma in un grande club che creda davvero in me». Postilla: ci avevano sempre dette che Tiago pagava la preparazione, a quanto pare non era vero. Dura la replica del direttore sportivo della Juventus, Alessio Secco: «Prendiamo atto delle dichiarazioni del giocatore, che peraltro sottolineano il rispetto per le scelte del tecnico. Siamo dispiaciuti del suo sfogo. Tiago è un elemento importante nella Juventus e nessuno ha mai dubitato delle sue qualità professionali. La cosa più importante è continuare ad allenarsi con serietà e impegno, evitando di pensare al mercato».
TIAGO SBOTTA: "RANIERI MI EMARGINA, A GENNAIO VADO VIA" - Repubblica Torino - Ha un muso lungo così, Tiago Cardoso Mendes. L´acquisto più costoso dello shopping estivo della Signora (13,6 milioni di euro versati al Lione) è stanco di prendere polvere in panchina. «Se continua così a gennaio me ne vado», sbotta dalle colonne del quotidiano portoghese "O jogo". E ancora: «Finora la mia esperienza alla Juventus è stata una delusione. Quando sono arrivato puntavo a essere titolare. E´ successo l´esatto contrario, per questo non è facile stare qui». Ha perso il sorriso, la maglia della Juventus e della sua Nazionale. Tiago, avanti di questo passo, rischia di non giocare gli Europei. Il club di corso Galileo Ferraris, che annuncia un incontro in sede con il giocatore, proverà a "tagliare" Tiago senza rimetterci troppi soldi. Il centrocampista ha un contratto quinquennale a oltre tre milioni di euro a stagione. Lo scenario più probabile è quello di uno scambio. Il Porto resta alla porta si dice anche dell´interesse di alcuni club inglesi (Portsmouth e West Ham). Il problema di Tiago è tecnico: «La preparazione non è stata particolarmente dura. All´inizio ammetto che mi sentivo stanco, ma al via del campionato stavo bene». Tiago "salva" i preparatori atletici Capanna e Scanavino e punta il dito su Ranieri che oggi compie 56 anni: «L´allenatore preferisce altri giocatori. Gli ho detto che non sono contento, mi ha risposto che in questo momento non ha intenzione di cambiare: resto la quarta opzione per il centrocampo. Se non gioco, dipende da lui». Tiago era stato avvertito, pochi giorni fa, dal suo connazionale Paulo Sousa, che nel campionato 1994-95 si inserì subito e bene nella Juve: «Quando si sceglie una squadra bisogna anche tenere conto del curriculum del tecnico con cui si andrà a lavorare. Tiago doveva far parte del triangolo di centrocampo, poi Ranieri ha cambiato idea sul modulo». Superato nelle scelte del tecnico romano da Zanetti, Nocerino e Almiron, il 26enne Tiago prepara le valigie: «Questa situazione non mi sta per niente bene. Proverò in ogni modo a conquistarmi uno spazio, ma è chiaro che se le cose non cambieranno andrò via. Vorrei rimanere in Italia, magari in un club che punti su di me». E Secco sbotta: «Siamo dispiaciuti del suo sfogo con il quotidiano O´ Jogo. Tiago è un elemento importante nella Juventus e nessuno ha mai dubitato delle sue qualità professionali. La cosa più importante è continuare ad allenarsi con serietà e impegno, evitando di pensare al mercato. Alla Juventus non esistono giocatori di prima, seconda, terza e quarta scelta. Tutti devono mettersi a disposizione del gruppo e dell´allenatore, confermando in campo le proprie ambizioni» Ma se Tiago potrebbe salutare, sembra sempre più vicino Branislav Ivanovic, 23 anni, difensore serbo della Lokomotiv Mosca. Ieri un´agenzia di stampa russa dava per fatto il suo acquisto, da parte della Juventus, per 14 milioni di euro. La trattativa pare ormai in dirittura di arrivo, ma il ds Secco preferisce buttare acqua sul fuoco: «La richiesta economica per Ivanovic è davvero alta. Ma non è ancora il momento di parlare del prossimo mercato». Intanto domani all´Olimpico (ore 20.30) arriva il Genoa dei tanti ex bianconeri: dall´allenatore Gasperini all´attaccante Di Vaio. Ranieri recupera Legrottaglie in difesa e sembra deciso a schierare il tridente, con Del Piero alle spalle di Palladino e Trezeguet.
BLANC: "NON HA VINTO ALEX. L'AFFARE E' DELLA JUVE" - La Stampa - Questione di «ragione», «di soldi» e «di cuore», a occhio, in ordine di importanza: per questo la Juve e Alex Del Piero non hanno spezzato il matrimonio. Passati mesi in silenzio, l’ad bianconero Jean-Claude Blanc spiega perché è finita così.
Blanc, 4 milioni di euro l’anno per un giocatore di 33 anni: mica pochi.
«Quello con Del Piero è un accordo speciale per un giocatore speciale. E anche un’intesa innovativa: non solo un accordo di prestazione sportiva, ma anche di partnership per sviluppare di più la sua immagine in Paesi e in categorie merceologiche. Alex è il numero uno nel calcio italiano. Abbiamo chiuso cinque rinnovi su cinque, e ora la Juve è più forte di prima: tecnicamente e per potere commerciale. Possiamo parlare a grandi società americane, cinesi o italiane, discutendo di Juve, di Buffon e di Del Piero. Un portafoglio molto innovativo».
Ha vinto Del Piero?
«Dirlo, è sbagliato. Ha vinto la Juve, la squadra e la società. L’obiettivo era farla più forte ed è stato raggiunto. Mai firmato un contratto che non volevamo firmare».
Avete dato garanzie tecniche?
«No, anche se Ranieri è stato sempre messo al corrente della trattativa. Alessandro ha dimostrato negli ultimi anni le sue capacità, ed è intelligente per capire come poter dare il meglio sul terreno. Sfruttare al meglio i giocatori, è compito dell’allenatore».
Quanto hanno pesato i tifosi?
«Come società abbiamo lo stesso cuore loro: la volontà, dall’inizio, era quella di trovare un punto di equilibrio. Ma anche i tifosi pensano con cuore e ragione, anzi, la gran parte ragiona come noi: sanno che c’è un bilancio da rispettare. Il cuore può parlare, ma anche ascoltare: così abbiamo sentito il messaggio dei tifosi, ma dobbiamo essere manager. Abbiamo cercato un equilibrio anche sul tema dell’immagine, coinvolgendo la squadra commerciale della Juve per valutare quanto le ipotesi fatte potessero essere trasformate in soldi veri, per Alessandro e per noi».
«La questione economica non era un problema», ha detto Del Piero.
«In accordi del genere, i soldi sono sempre una parte importante: e se è passato tutto questo tempo, è servito anche, non solo, ma anche, per discutere di quelli».
Durante la trattativa l’ha mai chiamata John Elkann?
«C’è un rispetto dell’organismo che conduce la società, che è il cda. Quello è il veicolo attraverso il quale vengono dati i punti di vista, e Carlo (Sant’Albano ad di Ifil, ndr) lavora molto con John. Lui ha sempre rispettato la nostra indipendenza, ma è stato molto felice. Gli ho telefonato, appena abbiamo firmato»
Buffon s’è sorpreso della partenza della Juve. Lei?
«Difficile dire di no, sarebbe una terribile arroganza. Sono positivamente sorpreso. Anche a Firenze abbiamo iniziato con sei nuovi giocatori, non bisogna dimenticarlo. E questo mix di giovani e di esperienza funziona, anche perché c’è un allenatore che fa cucina da quattro stelle Michelin. È un grande chef».
Tiago è ancora un buon ingrediente?
«Penso che lo sarà. In campo c’è grande concorrenza e allora guardo anche il lato positivo, non solo quello negativo: sta facendo molto bene Nocerino, uno che abbiamo deciso di tenere e che non è qui per caso».
Andrà via a gennaio?
«Per me fa parte del gruppo e la stagione è lunga: e non sempre se fai un grande investimento, il giocatore può subito dimostrare tutto il suo valore. Basta guardare Ronaldo al Milan. Penso che in casa abbiamo un patrimonio molto importante del calcio europeo».
Che stadio farete?
«Sarà argomento del prossimo cda. Abbiamo comprato casa, dobbiamo decidere come la facciamo: dare un colpo di bianco o scegliere un progetto molto differente. Si può anche fare il minimo, ma non è in linea con le nostre ambizioni».
Preoccupato per i diritti tv?
«Sì, perché ci si gioca il futuro del calcio italiano a grandi livelli. Bisogna passare più tempo a far crescere questi ricavi piuttosto che a pensare come dividerli diversamente».
Un modo per aumentarli?
«Definire l’esclusività: in Italia ci sono tante piattaforme, non c’è più l’esclusività. Qui le partite si vedono sul telefonino, sul satellite, sul digitale terrestre. Il canale che paga, sa che paga caro, ma deve sapere che ha l’esclusività. E decidiamo quante partite si possono dare in diretta».
Ha letto l’ultima di Domenech?
«È un provocatore, è la sua maniera di motivare. Ma non è in linea con i miei valori e con quelli della Juve. Ci vuole rispetto per gli avversari e chi comanda una Nazionale o guida una società ha una funzione delicata. Quasi come fosse un educatore, perché davanti alla tv o a un giornale ci può sempre essere un bambino di dieci anni. E quello non è un bell’esempio. Il rispetto delle persone, lo si può insegnare tutti i giorni».
UN COMPLEANNO PER DUE - juventus.com - In casa Juventus, sabato 20 ottobre non è solo vigilia del posticipo serale contro il Genoa. Ma anche un giorno di festa. Anzi, di festa doppia. E’ infatti il compleanno di due dei protagonisti della squadra: mister Claudio Ranieri e Nicola Legrottaglie, che compiono rispettivamente 56 e 31 anni.  Ad entrambi i migliori auguri da parte della Juventus e di tutti i tifosi bianconeri, con la speranza che il regalo più bello arrivi domenica sera, alla fine della gara con i liguri.
PARO: "JUVENTUS DA SCUDETTO" - juventus.com - Sarà un Genoa infarcito di ex quello atteso domenica sera all’Olimpico per il posticipo. Gasperini in panchina e nella rosa gente come Di Vaio, Milanetto, Sculli, Konko, Masiello e Paro. Una sfida che tutti sentiranno in maniera particolare. Più di tutti il giovane centrocampista astigiano, che in bianconero è cresciuto e lo scorso anno ha contribuito a far risalire la squadra in Serie A. Entrando a suo modo nella storia grazie al gol realizzato all’esordio a Rimini. Paro, che ha ritrovato a Genova il suo “mentore” Gasperini – che lo ha avuto in Primavera e poi a Crotone –, si appresta ora a vivere la prima vera sfida da ex. Per questo ha raccontato le sue emozioni a Match Program, la pubblicazione ufficiale della Juventus distribuita all’Olimpico: “Questa partita la sentirò di più di quella giocata quando ero al Siena. Rispetto ai tempi della Primavera, la stagione scorsa l’ho vissuta più da protagonista, quindi sarà un’attesa diversa e più particolare”. Buona parte della Juventus che affronterà all’Olimpico è quella di pochi mesi fa. Paro ne conosce la forza e il carattere e per questo sa dove può arrivare: “Ha spirito e motivazioni che nessuna altra squadra può avere. Se li sfrutta nella maniera migliore può arrivare lontano. Con giocatori, società e tifosi così deve porsi obiettivi massimi. Per me può già lottare per lo Scudetto, ma se non dovesse riuscire a vincerlo ha comunque gettato solide basi per ricostruirsi e tornare ai suoi livelli abituali”. Per leggere l’intervista completa basterà acquistare il Match Program, presso le scale di accesso dello stadio e presso tutti i bar interni all’impianto, al costo di un euro. Per gli abbonati alla versione on line è già possibile consultare l’intera pubblicazione dedicata alla gara di domenica sera. Per chi fosse interessato, basterà accedere al sito www.matchprogram.info/juventus. Con soli 15 euro si possono consultare tutti i numeri già pubblicati e stamparli in alta risoluzione. Tornado al numero dedicato a Juventus-Genoa, la sfida sarà presentata da un altro degli ex più attesi: Domenico Criscito, uno dei protagonisti della promozione ottenuta dal Grifone pochi mesi fa.
LE PROBABILI FORMAZIONI DI JUVE-GENOA - Le probabili formazioni di Juventus-Genoa, valida per l`8.a giornata di Serie A, in programma domenica alle 20.30.
Juventus (4-4-2): 1 Buffon, 21 Grygera, 33 Legrottaglie, 3 Chiellini, 28 Molinaro, 23 Nocerino, 4 Almiron, 6 Zanetti, 11 Nedved, 10 Del Piero, 17 Trezeguet. A disposizione: 12 Belardi, 5 Zebina, 19 Criscito, 7 Salihamidzic, 24 Olivera, 30 Tiago, 20 Palladino. All.: Ranieri.
Genoa (3-4-3): 83 Rubinho, 4 Bega, 3 Bovo, 16 Lucarelli, 7 Rossi, 77 Milanetto, 28 Juric, 29 Fabiano, 11 Leon, 22 Borriello, 14 Sculli. A disposizione: 73 Scarpi, 25 De Rosa, 34 Masiello, 24 Konko, 8 Danilo, 20 Papa Waigo, 21 Di Vaio. All.: Gasperini.

 
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