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News del 16/04/2009

Post n°1633 pubblicato il 16 Aprile 2009 da corsivo79

J. ELKANN CONFERMA BLANC & C.,
BLANC & C. CONFERMANO RANIERI

A giugno scade il mandato del CdA  e il nipote dell'Avvocato sembra intenzionato a rinnovare la fiducia a tutti i membri del Consiglio, compresi presidente e amministratore delegato. Mentre proprio ieri Blanc ha annunciato la conferma di Claudio Ranieri sulla panchina bianconera, a prescindere dai risultati: "Ranieri è il nostro allenatore e lo sarà, almeno fino alla prossima stagione. Lo confermo senza se e senza ma. No, non l'ho fatto davanti alla squadra, ma perché non ce n'era bisogno. Con la squadra non c'era nulla da chiarire. Con l'Inter sfida storica. Dobbiamo vincere. Stagione deludente? Inevitabili i momenti di calo, ma questa squadra è la stessa che ha battuto due volte il Real Madrid ed è al 2° posto in campionato. Nonostante il momento difficile, non abbiamo diminuito il budget per gli acquisti, quindi saremo più ricchi sul mercato". Iaquinta spaventa l'Inter: "Abbiamo l'attacco più forte d'Europa. Sabato spero di segnare, noi e i tifosi ci teniamo tantissimo". Amauri: "Siamo dietro l'Inter per colpa nostra. Poca personalità e sfortuna. E' mancato il salto di qualità". Mercato, i bianconeri sul centrocampista brasiliano dell’Olympiacos Dudu. Blanc e Secco sono pronti a volare Valencia per trattare l'acquisto di Silva, ma l'Atletico Madrid avrebbe offerto di più: 20 mln cash, contro l'offerta bianconera di 15 mln più Christian Poulsen.



JOHN ELKANN VUOL CONFERMARE IL CDA: FIDUCIA A COBOLLI E BLANC! - Tuttosport - A giugno di quest'anno scade il mandato del Consiglio di Amministrazione della Juventus e i segnali che arrivano da corso Matteotti, dove ha sede la nuova Exor (nata dalla fusione di Ifil e Ifi, quindi la società d'investimento che con il 60% delle azioni controlla il club bianconero), sarebbero di continuità. Secondo indiscrezioni raccolte da Tuttosport, infatti, il presidente John Elkann avrebbe intenzione di confermare in toto il Consiglio insediatosi nel 2006, proprio nel bel mezzo di calciopoli. Il nipote dell'Avvocato sarebbe rimasto soddisfatto del lavoro svolto e dell'ampio rinnovamento portato avanti dai nuovi consiglieri che hanno saputo affrontare momenti difficili e compiere scelte anche complesse per garantire al club il rilancio. La proprietà dovrebbe quindi confermare la fiducia al presidente Cobolli Gigli, a Blanc, ai consiglieri Carlo Sant'Albano, Riccardo Montanaro, Aldo Mazzia, Camillo Venesio e Marzio Saà. L'unico che potrebbe abbandonare la società bianconera è Gian Paolo Montali, corteggiato da altri club calcistici e non solo. La Juventus presenterà anche a lui la medesima proposta di rinnovo, ma l'ex coach della nazionale italiana maschile di pallavolo potrebbe restare solo nel caso gli venisse affidato un incarico più operativo, per mettere a disposizione del club la sua enorme esperienza nella gestione di campioni. Alla fine, però, potrebbe cedere alle lusinghe dei Benetton, che lo vorrebbero a capo della Polisportiva Trevigiana.
BLANC: "RANIERI NON SI TOCCA. CON L'INTER DOBBIAMO VINCERE" - Tuttosport - Blanc parla a margine della presentazione di una nuova partnership con Sony Ericsson. Contro l'Inter l'ad vuole una grande Juve: «Ho visto una squadra concentrata e tonica in vista della sfida con l'Inter. È una sfida storica e molto sentita al di là del valore che può avere per la classifica. Sabato vogliamo tutti vincere, anche per cancellare le ultime brutte prestazioni». Anche se per il campionato è difficile: «Stiamo con i piedi per terra e dieci punti sono ormai troppi... Certo, la matematica non ci condanna, ma dobbiamo essere realistici. Detto questo tutte le partite da qui alla fine vanno giocate fino all'ultimo secondo per provare a vincere, perché questo è importantissimo. Così come vincere la semifinale di coppa Italia e poi la finale: è un trofeo e abbiamo l'obbligo di provare a vincerlo. La partita di sabato con l'Inter e quella di mercoledì con la Lazio per me ha lo stesso valore».
RANIERI - L'ad conferma Ranieri: «Ranieri è il nostro allenatore e lo sarà, almeno fino alla prossima stagione. Lo confermo senza se e ma. No, non l'ho fatto davanti alla squadra, ma perché non ce n'era bisogno. Con la squadra non c'era nulla da chiarire. Stagione deludente? È lunga, quindi sono inevitabili i momenti di calo, ma non dimentichiamoci che questa squadra è la stessa che ha battuto due volte il Real Madrid ed è al secondo posto in campionato».
INCONTRO CON LIPPI - Blanc conferma anche di aver incontrato Lippi: «Sì, è vero, ho mangiato insieme a lui a scorsa settimana, ma non c'è nulla di scandaloso. Unno con la mia responsabilità in una squadra di calcio è normale abbia contatti con il commissario tecnico della Nazionale, d'altra parte abbiamo un sacco di giocatori azzurri noi. È un po' come quando mi confronto con il presidente dell'Uefa: anche lui (Michel Platini) ha un passato juventino, ma non c'è nulla di strano».
APPOGGIO A BUFFON - Poi Blanc si appoggia Buffon per quanto riguarda la questione arbitri: «Ha ragione Buffon, nel calcio ci sono regole precise: se un arbitro fischia l'azione finisce. E Rocchi sabato sera aveva fischiato quando Thiago Motta ha segnato il primo gol. Dopo di ché il Genoa ha sicuramente meritato di vincere».
JUVE, ALLORA COMPRA! E SPENDI BENE - Tuttosport - La crisi non spaventa la Juve. O meglio, la Cri­si, quella dell’economia mondiale, perché la crisi, quella del pari con il Chievo e la sconfitta con il Genoa, qualche grattacapo l’ha creato tra Vinovo e Corso Galileo Ferraris. Ma Jean Clau­de Blanc vede il bicchiere mezzo pieno e guarda avanti: anche lui, come John Elkann (ieri in visi­ta pastorale alla squadra), vuole che il finale di stagione porti la coppa Italia e un secondo posto a un distacco dignitoso dall’Inter, ma soprattutto sta già pensando al mercato. E lo fa con scientifi­co ottimismo. «Nonostante la crisi economica, noi non abbiamo ridimensionato il nostro budget di mercato, quin­di saremo più pronti a cogliere le opportunità che si verranno a creare per la situazione generale». Traduzione: la Juve sarà più ricca. Perché in un contesto di crisi, nel quale molti club avranno pro­blemi di liquidità, i prezzi potrebbero/dovrebbero scendere e per chi la liquidità non è un problema si possono presentare ghiotte occasioni. Sarà vero? L’analisi è effettivamente logica: la Ju­ventus ha stanziato una cifra per il mercato all’in­terno del piano quinquennale (fra i 20 e i 25 milio­ni di euro) e, soprattutto, è una società solidissima dal punto di vista economico, quindi in grado di sforare il budget senza troppe ansie. In questo par­ticolare momento trovarsi in questa condizione è indubbiamente un vantaggio non indifferente. Quello che, però, va tenuto in considerazione so­no i fattori incontrollabili del mercato. Un’Inter, dove Moratti può permettersi di ignorare la crisi e finanziare i sogni sfrenati di Mourinho con 70/80 milioni di euro. O un Real Madrid che, cambian­do presidente, potrebbe varare la solita faraonica campagna acquisti con cui il nuovo inquilino del­la Casa Blanca è solito gratificare i suoi elettori. Pericolose concorrenti sui fronti di mercato fre­quentati dalla Juventus (Diego, Silva o Ribery per citarne i principali). I soldi, tuttavia, ci sono e possono veramente pe­sare di più nella campagna acquisti che si sta pre­parando in queste settimane di febbrili riunioni e importanti decisioni. L’importante è spenderli e, soprattutto, spenderli bene. La Juventus ha biso­gno di innesti di qualità, chiunque sia l’allenatore della prossima stagione. Quindi serve un mercato attento, oculato, ma anche coraggioso. Fa bene Blanc a essere ottimista, chi riesce a esserlo nei momenti di crisi dimostra di avere mentalità vin­cente e, di solito, getta le basi per grandi progetti. Avanti Juve, che l’anno prossimo non potrà basta­re limitare il distacco dall’Inter e vincere la coppa Italia.
IAQUINTA SPAVENTA L'INTER: "ABBIAMO L'ATTACCO PIU' FORTE D'EUROPA!" - Gazzetta - Con sei reti nell’ultimo mese, Vincenzo Iaquinta è il miglior attaccante della Juventus. Era l’ultima delle quattro punte, oggi è la prima, quella più in forma. Ha la media goal migliore di tutti. Ranieri dice che solo un pazzo lo toglierebbe di squadra, di fatti contro l’Inter sono Trezeguet e Del Piero a litigarsi il posto accanto al suo, che è sicuro. Il bomber calabrese parla di questo suo momento magico e di tanto altro in un'intervista concessa alla Gazzetta dello Sport. Sensazioni e considerazioni di chi adesso è diventato titolare inamovibile: «Provo orgoglio, soddisfazione. Ma io mi sentivo titolare anche quando andavo in panchina. Se sono sempre stato zitto è perché so che poi quando giochi devi anche dimostrare di meritarlo. Però con la continuità i risultati si vedono». E Iaquinta è riuscito a conquistarsi la fiducia di Ranieri, nonostante l'agguerrita concorrenza nel reparto offensivo: «Quando stiamo bene tutti e quattro non ci sono attacchi, in Italia e Europa, più forti del nostro. Al mister spetta scegliere, però mi ha fatto piacere quando ha detto quella cosa del pazzo». Da uomo mercato a incedibile: a Vincenzone fa un bell'effetto: «Sono contento che non si parli più di una mia cessione. Ho tre anni di contratto e se me lo propongono lo allungo. Perché questa è una grande società, con grandi ambizioni, e qui si può vincere qualcosa già quest’anno. La concorrenza? A me piace, più ce n’è e meglio è». Sabato prossimo ci sarà l'attesa sfida con L'Inter, molto sentita dall'attaccante della nazionale, nonostante i 10 punti di distacco dalla capolista: «Vale sempre tanto. Noi e i tifosi ci teniamo tantissimo. E poi dobbiamo cercare di vincere perché dobbiamo guardarci dal Milan e dal Genoa», spiega Iaquinta, che non si fida neppure del Grifone: «Sei punti non sono tanti e sabato il Genoa gioca alle 18: se batte la Lazio, quando scendiamo in campo noi è a -3...». Il bomber bianconero parla poi della visita di John Elkann e del messaggio che il nipote dell'Avvocato Agnelli ha lanciato alla squadra: «Ci ha detto di mettercela tutta nelle gare che restano. Si va in Champions senza preliminari anche col terzo posto, ma vogliamo e dobbiamo tenerci il secondo». Infine una domanda dalla risposta pressochè scontata. Se avesse a disposizione un gol nelle prossime due partite, se lo giocherebbe contro l’Inter o quattro giorni dopo con la Lazio? «Sono due gare ugualmente importanti. Ma se proprio devo dire, io spero di segnare sabato», ammette Iaquinta.
AMAURI CRITICA LA JUVE: "SIAMO INDIETRO PER COLPA NOSTRA" - La Stampa - Juve-Inter, dopo la vittoria nel derby e prima del suo infortunio, sembrava ancora una partita da scudetto. Ora vale solo per l’orgoglio. Amauri, cosa è successo?
«Abbiamo sbagliato un po’ troppo e tutto si è fatto più difficile. Non mi riferisco soltanto all’ultimo mese, è un difetto che ci ha accompagnato nella stagione: quando avevamo le partite per fare il salto in classifica le abbiamo sbagliate e non potevamo permettercelo»
È un problema di poca personalità?
«Può essere o magari abbiamo avuto sfortuna. Sta di fatto che quando l’Inter ha sbagliato non siamo riusciti ad approfittarne, quando abbiamo sbagliato noi, loro l’hanno sfruttato».
Ci stanno 10 punti di differenza?
«Sono il frutto degli errori che ho detto, ma il divario non è così netto: all’andata hanno vinto di un solo gol, anche loro hanno giocato male in certi momenti. C’è un po’ di rimpianto».
Perché lo scudetto è fuggito?
«Credo nella matematica, non mi arrendo ancora».
E allora cosa rimpiange?
«Che quando siamo stati un gruppo abbiamo dimostrato di poter battere chiunque, poi c’è stato un rilassamento, altrimenti si poteva restare più vicino all’Inter».
Vede un rimedio?
«Tutto dipende da noi. Se facciamo ciò che sappiamo fare possiamo lottare con l’Inter e tenere almeno il secondo posto». Secondi o terzi che differenza fa?
Comunque sareste i primi dei perdenti.
«Ma sarebbe un miglioramento rispetto all’anno scorso».
Per migliorare l’anno prossimo invece basta un solo grande giocatore?
«Sono convinto che in società stiano già facendo qualcosa».
Si riferisce a Diego?
«Non lo conosco di persona, ma ho rapporti con chi lo conosce bene: è un campione che fa comodo non soltanto alla Juve».
Ripetiamo la domanda: un solo campione può farvi grandi?
«Mettiamola così: adesso è facile parlare del Genoa che diverte però a Torino prese 4 gol e quella Juve giocava il calcio più divertente del campionato. Abbiamo vinto molte partite di fila, abbiamo battuto due volte il Real Madrid. Non ci possono giudicare soltanto per le ultime prestazioni».
Ma sono state proprio brutte.
«A Genova sono stati bravi loro. Il Genoa fa il calcio migliore: all’inizio altri facevano buon calcio e risultati, loro sono stati gli unici a reggere».
Non le sembra un calcio mediocre anche ad alto livello?
«Nessuno incanta però è un campionato più difficile degli anni scorsi perché le piccole hanno dato più fastidio: i veri punti li abbiamo persi contro squadre che non avrebbero dovuto preoccuparci».
È soddisfatto della sua prima stagione in un grande club?
«Moderatamente, perché so di poter fare di più. C’è stato un buon inizio, adesso conto di chiudere bene».
A cominciare dall’Inter?
«Sono fermo da un mese, la voglia di giocare è grande ma devo riprendere confidenza con la palla e con i compagni, perciò non mi vedo in campo dall’inizio. Altri sono più avanti di me».
Nel momento di crisi aumentano le critiche alla vecchia guardia: Buffon, Trezeguet, Camoranesi, Del Piero.
«È una sciocchezza. Buffon ha preso gol ma senza di lui certe sconfitte potevano essere più larghe».
Julio Cesar è meglio di lui?
«Ognuno ha il suo momento e il suo stile e Julio è oggi meglio. Non è detto che lo sarà sempre anche se non mi stupisce che sia diventato uno dei migliori al mondo».
E Ibrahimovic in testa alla classifica dei marcatori è una sorpresa?
«Prima o poi doveva riuscirci. È un po’ cambiato, è meno giocherellone e più concreto anche se non fa mai un controllo di palla normale: se deve stopparla o passarla, il tocco è sempre estroso».
In fondo il vostro lavoro si assomiglia: tenete palla, fate salire la squadra, cercate il gol. Dov’è la differenza?
«Io sono più ossessionato dalla porta e più diretto nel cercarla. Lui se non trova il modo di fare gol prova a inventarselo. Non dico che se mancasse l’Inter non esisterebbe ma senza di lui, Cambiasso e Julio Cesar ci sarebbe certamente un’altra storia».
Lei quanto ha pagato le polemiche sulla scelta della Nazionale?
«Zero. Comunque la mia opinione è che finché sono brasiliano non posso parlare da italiano, poi si vedrà».
Toni e Gattuso han definito il suo atteggiamento «ambiguo». Che ne pensa?
«Rispetto la loro idea ma non è così. Tra gennaio e febbraio non c’era altro di cui parlare e il casino l’ha creato la stampa non Amauri».
Lippi ha detto no a Thiago Motta e ad altri oriundi. Perché dice sì a lei?
«Perché la mia storia è molto diversa dalla loro. Calcisticamente io sono cresciuto in Italia e se giocherò in Nazionale non sarà per la carriera ma per ripagare l’affetto ricevuto quando non ero nessuno».
E non perché per Dunga lei è l’ottavo o il nono attaccante?
«Perché con Toni, Gilardino, Iaquinta e Pazzini lei crede che nell’Italia sarei il primo della lista?»
JUVE-INTER, IN TRIBUNA IL CT DUNGA - Tuttosport - Il commissario tecnico del Brasile Carlos Dunga, sarà nel fine settimana in Europa per visionare i nazionali brasiliani nei vari campionati del vecchio continente. Il tour dell'ex giocatore di Pisa, Fiorentina e Pescara inizierà dall'Italia: Dunga assisterà infatti il prossimo sabato al big match della serie A tra Juventus e Inter e domenica sera sarà al Meazza per Milan-Torino.
JUVE, IDEA PER IL CENTROCAMPO: DUDU - Tuttosport -  Si chiama Dudu Cearense, forma corta di Alexandro Silva de Souza, e gioca nell’Olympiacos. Ha 26 anni e alla Juventus lo conoscono bene, perché ulti­mamente sono andati a ve­derlo sovente, rivela il beninformato quotidiano sportivo Tuttosport. L’ultima volta si è mosso perfino il capo de­gli osservatori, Renzo Ca­stagnini, che era in tribuna per la semifinale di Coppa di Grecia Olympiacos-Aste­ras Tripolis con due nomi sul taccuino, quello di Dudu e quello del duttile difenso­re Torosidis. Ma quello del brasiliano è il più interes­sante per i bianconeri che stanno cercando un media­no abile in fase difensiva, e dai piedi buoni, per rinfor­zare un centrocampo caren­te di qualità e che potrebbe perdere Christian Poulsen, finito nella lista delle possi­bili cessioni. Dudu corri­sponde all’identikit che è stato stilato in corso Galileo Ferraris: sa difendere, ha un’ottima visione di gioco, sa impostare l’azione, sa avanzare, ha una discreta esperienza internazionale (11 presenze nella Seleçao) e, soprattutto, non costa una cifra impossibile. L’anno scorso l’Olympiacos lo pagò 4,5 milioni al Cska, ora ha una clausola fissata a 6 mi­lioni che potrebbe anche es­sere trattabile. Insomma è un’opportunità che i vertici bianconeri tengono ben pre­sente come possibile alter­nativa a D’Agostino e Pa­lombo, i due candidati prin­cipali per quel ruolo. Nel mezzo, serve un’idea. Nel senso di genialata calcistica. Serve un’idea perché spesso il cen­trocampo muscolare è man­cato di fantasia. Dudu, effettiva­mente, avrebbe alcune ca­ratteristiche che sposano l’i­dea. Ma il meglio del meglio, la ciliegina sulla tor­ta sarebbe un altro, Franck Ribéry. Jean Claude Blanc ha un debole per il suo conna­zionale. Ma per prenderlo dai bavaresi forse non ba­stano nemmeno 30 milioni. C’è poi un parametro zero da tenere in considerazione. Si chiama Michael Ballack e va in sca­denza di contratto. Sì, per­ché il legame con il Chelsea scade a giugno. Poi, il tede­sco sarà libero di decidere il suo futuro. In passato, quando si slacciò dal lega­me con il Bayern, fu avvici­nato, ma scelse la destina­zione londinese anche per via dell’ingaggio intorno ai 7 milioni. Adesso chissà. Il fronte rimane aperto.
SECCO E BLANC MISSIONE A VALENCIA PER SILVA - Corriere dello Sport - In parallelo alle mosse per cercare di portare Diego a Torino la Juventus sta stringendo i tempi soprattutto per il ruolo di esterno sinistro. David Silva resta il nome in prima fila, e nele prossime settimane partirà alla volta di Valencia una delegazione del club bianconero per trattare in maniera concreta il centrocampista di 23 anni che il club spagnolo vorrebbe cedere per ripianare la situazione debitoria decisamente critica. La Juventus si è già affidata a José Segui agente Fifa strettamente legato a Silva e in ottimi rapporti con il Valencia. Secco e Blanc sanno che è arrivato il momento di chiudere. Il Valencia avrebbe chiesto 25 mln di euro ma è probabile che si possa chiudere a 15.
JUVE ATTENTA, L'ATLETICO OFFRE DI PIU' PER SILVA - Tuttosport -  Non è la Juve il miglior offerente per David Silva. Il centrocampista del Valencia è al centro di un'asta internazionale, e nonostante i bianconeri abbiano messo sul piatto 15 milioni più Poulsen, secondo il quotidiano spagnolo As l'Atletico Madrid sarebbe disposto a sborsare intorno ai 20 milioni di euro.
BIANCONERI GOLFISTI PER BENEFICENZA - Tuttosport - Golf e beneficenza per rilassarsi in vista del big match di sabato sera con l'Inter: è la terapia di alcuni giocatori bianconeri. Nel circolo Royal Park Golf & Country Club I Roveri, a Venaria Reale, si è tenuta infatti una gara di golf il cui ricavato è stato devoluto a favore della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro. Camoranesi, Del Piero e Nedved si sono misurati con i più noti appassionati di golf di Torino, in doppio, sulla distanza di diciotto buche. All'evento era presente anche Francesco Molinari che nel 2006 è stato il primo italiano dopo 26 anni a vincere gli Open d'Italia. Che quella per il green sia una vera e propria passione per molti bianconeri non è una novità: spesso e volentieri, Del Piero e compagni si rilassano destreggiandosi tra bunker e fairway, anche durante i ritiri, approfittando di qualche momento di pausa.

 
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