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GIGI CREDE NELLA RIMONTA. E MARCHISIO HA FIRMATO FINO AL 2014!

Post n°1614 pubblicato il 30 Gennaio 2009 da corsivo79

BUFFON SPRONA UNA JUVE FERITA: "COMBATTIAMO PER LO SCUDETTO"

Il portierone bianconero su Sky Sport: "La sconfitta a Udine è normale dopo una lunga serie di risultati positivi. Siamo ancora in corsa per lo scudetto e ce lo vogliamo giocare. Io all'estero? I tifosi della Juve non si devono preoccupare, con me niente brutte sorprese. Diego? Se fosse un grande come Maradona varrebbe la pena cambiare modulo e fare uno sforzo per lui. Bravo Marchisio, l'anno scorso dissi a Ranieri che poteva diventare un giocatore importante per noi". E ieri Claudio Marchisio ha rinnovato il contratto con la Juventus fino al 2014 con ritocco dell’ingaggio: guadagnerà 1 mln all’anno. Prolungato un rapporto che dura dal 1993. La soddisfazione del giovane centrocampista: "Con questa firma continuo la mia carriera in una società gloriosa e prestigiosa che considero come una famiglia. Sono ormai 14 anni che vesto la maglia bianconera e mi auguro di poter continuare a vincere come sono riuscito a fare nel settore giovanile". L'orgoglio del ds Secco: "L’ennesima dimostrazione che puntiamo sui giovani". Ieri l'amministratore delegato Blanc in visita a Vinovo ha seguito da vicino gli allenamenti. Come qualche tempo fa nel momento di crisi, la dirigenza trasmette fiducia alla squadra di Ranieri. Ma il gruppo è spremuto: troppi infortuni, pochissimo turnover. Amauri & Co. sono in riserva. Buffon: "Hanno speso tanto, ora tocca a noi che rientriamo dare una mano". Ma Trezeguet e Camoranesi non sono ancora pronti a giocare dal 1'. Mercato, incontro Secco-Leonardi a margine di Udinese-Juve: nel mirino c'è Handanovic, vera alternativa a Buffon se il City facesse ponti d'oro per Gigi. Mutuo dal credito sportivo: 50 mln per il Delle Alpi. Dalle intercettazioni ancora veleni e sospetti sull'Inter. L'ombra delle scommesse sull'ultimo scudetto dei nerazzurri. Il pm: "Alcune partite perse volutamente per incentivare le puntate sullo scudetto".

 

BUFFON: "I TIFOSI DELLA JUVE POSSONO FIDARSI DI ME" - Tuttosport - Gigi Buffon ha parlato a 'Permette Signora" a Sky. Ecco la lunga intervista al portiere della Juventus:
«Un’esperienza all’estero? Solo se sarò in grado di dare ancora il massimo. Ma i tifosi della Juve non si devono preoccupare: niente brutte sorprese!»
Nel tuo nuovo sito internet parlerai anche di calcio internazionale: anche del Manchester City?
Vabbé… del Manchester City ne parlano ormai un po' tutti, potrei parlarne anche io tanto ormai è diventato di dominio pubblico parlare delle loro trattative… poi però si sa che, come si dice spesso, c'è una grossa differenza tra quello che si dice e la realtà.
Se Kakà vale 110 milioni di euro, quanto vale Buffon?
Buffon vale di meno perché ha 31 anni, perché ha un altro ruolo. Buffon qualche soldino l'ha già fatto spendere agli altri e l'ha fatti guadagnare alla società che mi ha venduto… Perciò credo che Buffon per esser un portiere ha già fatto parecchio, ha fatto girare un po' di economia…
Hai dichiarato che ti piacerebbe fare un’esperienza all’estero. Ma quando?
Beh, sicuramente quando posso fare ancora bella figura perché se dovessi andare all'estero e rovinare quanto di buono fatto in Italia o scalfirmi la mia reputazione, preferisco rimanere in Italia e chiudere definitivamente con il calcio pero' finché mi riterro' all'altezza continuero' tranquillamente a giocare. In Italia o all'estero.
Allora i tifosi della Juventus si devono preoccupare?
Assolutamente no coi tifosi della Juve ho un grandissimo rapporto e penso anche senza presunzione di poter dire che di una persona come si possono fidare, con me difficilmente avranno brutte sorprese nel senso che sono sempre una persona molto chiara e molto limpida per cui sicuramente brutte sorprese non ne avranno mai.
Vincere con la Juve, un’esperienza all’estero, chiudere la carriera al Genoa… fino a quando vuoi giocare?
Fino a 50 anni! Beh sai questi sono degli obiettivi, dei sogni che uno ha poi per far sì che i sogni prendano forma e diventino concreti credo che ci vogliano tanti elementi e tanti ingredienti perchè tutto possa andare come avevo immaginato.
Esiste un nuovo Nedved sul mercato?
No, bisognerebbe clonarlo. Credo che alla fine uno come Pavel sia difficilissimo se non impossibile da trovare all'estero e anche in Italia, per cui sono brutti affari per la Juve. E poi credo che Pavel non abbia poi così tanta voglia di ammainare la bandiera. Per come si allena e per i sacrifici credo che possa ancora darci una mano
E’ giusto pensare di cambiare sistema di gioco per Diego?
Qua si entra in discorsi tattici che a me riguardano relativamente, sono contento di essere un giocatore perché certe problematiche deve risolverle l'allenatore e io non voglio entrare in merito a certi discorsi, l'unica cosa che posso dire è che nel mondo di giocatori che hanno fatto vincere una squadra ce ne sono davvero pochi, e per loro credo che certi tipi di sforzi andassero fatti. Diego non ho ancora idea se possa far vincere da solo una squadra oppure no, per ora di quel genere di giocatori ho visto solo Maradona, Pele' e un po' Platini… Perciò se è sul quel livello lì rispondo di sì, però non so se è su quel livello.
Alcuni acquisti ve li siete fatti in casa: ti aspettavi una stagione così da parte di Marchisio?
Sì, devo dire di sì perché di Marchisio già l'anno scorso si parlava con il mister e gli avevo detto che Marchisio secondo me era un giocatore che poteva diventare un giocatore importante e devo dire che già l'anno scorso a Empoli era stato molto apprezzato e ha fatto bene e quest'anno sta facendo quel salto di qualità che lo sta consacrando fra i big del calcio.
Parliamo delle tue prime due partite di campionato nel 2009. La Fiorentina, la prima parata decisiva.
Beh, intanto pensate che dopo il rientro in campo mi è addirittura passata la forfora ai capelli perché ero nervoso in questi tre mesi. Sapete, uno alla fine accumula nervosismo anche se non te ne accorgi e devo dire che da quando ho ricominciato a giocare, fin dalla partita contro il Catania, mi è passata anche la forfora ai capelli, davvero! Ecco, qua capisci, è un po' il bello dell'essere calciatore, al di là di tutti i discorsi, dei soldi che uno prende, quello che uno ha dentro è proprio la passione, perché nel momento in cui non giochi, puoi avere i soldi che vuoi, pero' il tuo corpo la tua mente non può essere felice e le reazioni poi son quelle, adesso sto benissimo e son felice così perché faccio quello che mi diverte ed è quello che adoro fare.
Febbre o mal di schiena? Cosa pensi delle voci sulla vera natura del tuo infortunio?
Mi da fastidio il voler creare a tutti i costi un caso quando non ce ne è bisogno, ecco, ma nulla di più. E poi credo che nella nostra squadra negli ultimi dieci giorni abbiamo avuto nove persone con la febbre e l'unica a cui non era concesso di averla ero io, non ho capito la motivazione pero' alla fine non è stato un problema. Mi faceva solo sorridere la cosa.
Adesso come stai?
Bene. Alla fine devo dire che ho avuto quattro infortuni nella mia carriera, tutti di tre mesi- tre mesi e mezzo, e tre dei quali sono stati da settembre a dicembre perciò va benissimo così nel senso che nei momenti clou della stagione o quando ci sono competizioni come i Mondiali sono sempre arrivato al top della forma, per cui ci farei una firma per continuare...
Abbiamo parlato delle tue parate contro la Fiorentina, adesso ti chiediamo dei due gol presi dall’Udinese…
Diciamo che l’ho presa bene… Insomma, per così dire… Certo, avrei preferito vincere e magari fare degli errori io. Però devo dire che invece sul piano personale sono contento. In queste prime partite l’importante è non fare danni, e poi farsi trovare pronto. Anche contro l’Udinese due parate buone l’ho fatte, e anche due o tre uscite. Questo è un buon segnale, soprattutto perché a fine gara, dopo le partite, mi sento bene, per cui tutto questo mi fa ben sperare.
Essere a meno sei dall’Inter vi fa perdere un po’ le speranze di rimonta?
No, non cambia niente. Dobbiamo sempre avere la voglia, la fame di porterli raggiungere, e conseguire un traguardo ambiziosi. Poi se loro saranno più bravi, vinceranno. Ma ce la vogliamo ancora giocare.
Tra le tante foto pubblicate sul tuo sito internet manca quella del tuo matrimonio con Alena. Quando arriverà quel momento?
Tra poco accadrà anche questo perché alla fine sono cresciuto con dei valori molto cristiani vengo da una famiglia che li rispetta molto, e dunque accadrà anche questo sempre che Alena non cambi idea, nel frattempo con le donne non si sa mai…
E’ vero che si cambia dopo i 30 anni?
Fisicamente si sente quando arrivano i 30- 31 anni perché sei più logoro anche prima di un allenamento hai bisogno di una preparazione più lunga hai bisogno di un pò più di cure da dedicare al tuo corpo. Però io dentro mi sento ancora in forma mi sento un ragazzino…
Cosa manca alla galleria di trofei che pubblichi sul tuo sito?
Beh, nell’ordine direi Coppa Campioni, Coppa Intercontinentale, Campionato d'Europa e sono convinto che qualcosa di queste riusciro' a vincerla…
MARCHISIO BIANCONERO FINO AL 2014! - Comunicato ufficiale Juventus F.C. - E’ davvero un momento speciale per Claudio Marchisio. Dopo un ottimo 2008 (trascorso in parte a Empoli), il giovane centrocampista torinese ha iniziato il nuovo anno alla grande. Dopo aver compiuto 23 anni la scorsa settimana, si è meritato la copertina per una prestazione super con la Fiorentina, condita con il primo splendido gol in Serie A. E ora il premio più atteso e meritato: il rinnovo del contratto che lo legherà alla Juventus fino al giugno 2014. Prosegue così un rapporto che dura dal 1993, anno in cui Claudio è entrato a far parte della Scuola Calcio bianconera. Dopo aver seguito tutta la trafila nelle giovanili ha raggiunto la prima squadra nel corso della stagione 2006/07 e, dopo l’esperienza a Empoli, ora vi è tornato in pianta stabile, da protagonista. «Sono molto felice per l’accordo raggiunto – ha commentato Marchisio -. Con questa firma continuo la mia carriera in una società gloriosa e prestigiosa che considero come una famiglia. Sono ormai 14 anni che vesto la maglia bianconera e mi auguro di poter continuare a vincere come sono riuscito a fare nel settore giovanile. Ringrazio la società, lo staff tecnico e i miei compagni per la fiducia datami in questi mesi». Soddisfazione espressa anche dal direttore sportivo Alessio Secco. Dopo Giovinco e De Ceglie, un altro ragazzo che consolida il proprio legame con il club: «Claudio è un elemento importante nell’ottica di rafforzamento della rosa. E’ un giocatore di grande esperienza nonostante abbia appena compiuto 23 anni. È un prodotto del nostro vivaio giovanile e questo sottolinea ulteriormente la politica intrapresa dalla società che vuol puntare su giovani di grande qualità».
BLANC FA VISITA ALLA JUVE: SOCIETA' E SQUADRA SONO UNITI - Tuttosport - Nel ritiro della Juve si rivede Jean Claude Blanc. All’allenamento del mattino, dopo la sconfitta di Udine che ha assestato un duro colpo al crescente entusiasmo bianconero, l’amministratore delegato è tornato a seguire una seduta atletica ai margini del campo, seduto in panchina, vigile e attento dal primo all’ultimo minuto. Una presenza ostentata, per ribadire la vicinanza della società in un momento di crisi. Nulla di strano,anzi. Era accaduto anche nei giorni della crisi o - se preferite - nei giorni della svolta, quando la Juve aveva saputo trasformare gli effetti di due sconfitte consecutive in una straordinaria spinta motivazionale, capace di spingere la squadra verso una clamorosa rimonta. Fino all’infelice tappa di Udine, quindi fino a questo momento. Nuovamente delicato, strategicamente essenziale. Blanc si fa vedere ed è comunque un segnale positivo. I vertici del club e la squadra tornano a compattarsi. Al resto, come tre mesi fa, dovrà pensarci Del Piero.
JUVENTUS SPREMUTA - La Stampa - Eliminato dagli infortuni il magazzino ricambi, per mesi mica giorni, troppa gente alla Juve si ritrova un chilometraggio elevato considerato il cammino fatto, e quello che ancora attende. Per settimane, infatti, Claudio Ranieri ha composto l’assetto semplicemente assemblando i reduci, pure con reparti azzerati, visto che nell’ottobre di fuoco, tanto per dire, a Nedved e Camoranesi toccò fare i centrocampisti centrali. Che poi i bianconeri immuni dall’epidemia abbiano spianato un ottimo campionato, restando sulle tracce dell’Inter, non ne cancella le tossine: «C’è chi è più stanco di altri - s’è limitato a dire il tecnico - allora speriamo che i campioni da recuperare ci aiutino». Un pezzo è appena tornato, Gigi Buffon, e nella notte di Udine faceva la stessa diagnosi: «Quelli che hanno giocato in questi mesi sono stati bravissimi - ha spiegato il portiere - e ovviamente hanno speso tanto. Tocca a noi che rientriamo cercare di dare una mano». Mercoledì sera Gigi ne è uscito dispiaciuto, ma non sconsolato: «Purtroppo non è stato il compleanno che speravo - raccontava ieri dal suo nuovo sito web - e per la prima volta da quando sono alla Juve sono uscito dal “Friuli” con una sconfitta. Purtroppo doveva succedere, è normale avere una battuta d’arresto dopo una lunga serie di risultati positivi». Mica è finita là, però, la rincorsa all’Inter: «Il risultato di Udine non pregiudica comunque il nostro campionato. Sabato ci attende la partita con il Cagliari, la squadra più in forma del momento: se ritorniamo a vincere, tutto tornerà alla normalità e avremo le stesse possibilità di riuscire nell’impresa finale. Soprattutto ora che stiamo tornando al completo». La speranza di Ranieri è quella, perché ci sono giocatori che, umanamente, avrebbero bisogno di rifiatare. Non proprio un dettaglio, per una squadra che ha nell’impatto fisico uno dei suoi valori fondanti. Da arruolate, ci sarebbe chi ha giocato spiccioli, fin qui: come Zanetti, sul prato per appena 203 minuti, o Poulsen (541’), per non parlare di Trezeguet, che s’è rivisto a Udine, incrementando la clessidra stagionale in serie A a 12’. Proprio il francese s’annuncia come l’addittivo decisivo, essendo Amauri il più spremuto di tutti. Anche ieri, il tecnico e David hanno parlato del suo inserimento che, ovviamente, dovrà avvenire gradualmente dopo oltre quattro mesi trascorsi ad aggiustare le ginocchia: ma già con il Cagliari avrà un po’ più di spazio. Rispunterà anche Alex Del Piero che ha quasi smaltito la botta al ginocchio destro presa contro la Fiorentina, così come l’allenatore spera in una più stabile condizione di Vincenzo Iaquinta, fin qui bloccato da una miriade di acciacchi. Anche a Udine, Ranieri l’avrebbe voluto piazzare davanti dall’inizio, al fianco di Amauri, ma l’ex udinese aveva nelle gambe solo un paio di allenamenti senza noie. Più indietro, invece, il recupero di Camoranesi. Sistemata così la squadra, da mesi, può capitare di perdere i contrasti o arrivare secondi sul pallone, due particolari che il tecnico spesso cita nei discorsi alla squadra per misurarne la condizione psico-fisica. A Udine, arrivava prima l’avversario. Non fu un caso, se il 14 settembre, la Juve prese a pallonate un’Udinese allora in salute: finì 1-0, ma Di Natale e i suoi fratelli vennero pigiati nella loro metà campo. Altri giorni, altro chilometraggio.
NESSUNO SQUALIFICATO PER JUVENTUS-CAGLIARI - juventus.com - Non ci sono nomi di giocatori di Juventus e Cagliari nelle sentenze del giudice sportivo emanate dopo il turno infrasettimanale. Claudio Ranieri e Massimiliano Allegri non avranno quindi problemi dal punto di viste delle squalifiche. Nei bianconeri resta il solo Camoranesi in diffida. Al Friuli, sono stati ammoniti Legrottaglie e Nedved. Per il difensore si tratta del 5° cartellino giallo, per il ceco del secondo. Nessun problema anche per il Cagliari che recupera anche il portiere Marchetti, che ha scontato mercoledì sera il turno di stop.
JUVE, IL PIANO HANDANOVIC - Tuttosport - Le possibili sinergie tra Juventus e Udinese, club uniti da un forte legame di amicizia, favoriscono inevitabilmente l’insorgere di scenari di mercato. Alcuni ampiamente dibattuti. Altri meno, ma che potrebbero avere precedenza assoluta nei prossimi mesi. Da tempo, infatti, si ipotizza l’arrivo in bianconero di Fabio Quagliarella e Christian Zapata, eventualità corroborata da un concreto apprezzamento dello staff bianconero per i due giocatori (soprattutto il colombiano ha ottime chance di vestire in futuro la maglia della Juve) ma negli ultimi tempi a Torino hanno preso a seguire con sempre maggiore interesse le prestazioni di Samir Handanovic, ventiquattrenne portiere dei friulani. Proprio lo sloveno è infatti un credibile candidato al trasferimento in bianconero qualora i continui rumors di cui è oggetto Buffon dovessero trasformarsi in qualcosa di più concreto. Mercoledì sera, prima e dopo la sfida tra Udinese e Juventus, Alessio Secco e Pietro Leonardi sono stati protagonisti di un fitto colloquio. I due sono amici da oltre un decennio e dopo aver scherzato davanti a molti testimoni («Secco mi ha chiesto Handanovic, Zapata, Inler e Quagliarella. Anzi vuole tutta la squadra» ha ironizzato Leonardi) la coppia dirigenziale si è spostata lontano da orecchie indiscrete, continuando la discussione fino al momento in cui il pullman della Juve ha lasciato lo stadio Friuli. E’ evidente che nel caso di una partenza di Buffon verso il City, all'ottimo Manninger andrebbe affiancato un altro portiere di sicura affidabilità e qui arriviamo ad Handanovic. Lo sloveno nelle ultime due stagioni ha acquisito una continuità di rendimento che ne fa a detta degli esperti uno dei migliori portieri del nostro cam­pionato e, alla luce dei soli 24 anni di età, non è difficile pronosticargli ancora dei margini di crescita.
MUTUO DAL CREDITO SPORTIVO: 50 MILIONI PER IL "DELLE ALPI" - La Stampa - Con l’approvazione da parte del Credito Sportivo, ieri mattina, del mutuo da 50 milioni di euro a favore della Juventus, la società bianconera completa il piano finanziario per la costruzione del nuovo stadio “Delle Alpi” che inizierà tra circa due mesi, mentre ora si stanno demolendo le vecchie strutture. Il consiglio di amministrazione dell’istituo di credito ha votato il finanziamento richiesto dal club, primo in Italia a costruire un impianto di proprietà: tasso d’interesse agevolato, al 2,20%, per una durata di 15 anni. Per coprire i 105 milioni di euro del progetto, la Juve si affida anche ai 75 milioni di euro garantiti dall’accordo con la società Sport Five, alla quale sono stati ceduti per 12 anni i naming rights, i diritti di intitolazione dello stadio. Nel piano sono compresi anche i 20-30 milioni di euro derivanti dalla vendita dell’area commerciale attorno all’impianto. L’ok da parte del Credito Sportivo tronca, positivamente, un’odissea avviata con la bocciatura della candidatura italiana per gli Europei 2012: la Juve aveva già preparato le carte, e fatto un pensiero ad aiuti statali, quando a Cardiff l’Italia perse una sfida che pareva già vinta. Un disastro, tanto che il club bianconero, a fine 2007, quasi aveva rinunciato al progetto, virando verso una semplice messa a norma dell’abbandonato e decadente “Delle Alpi”. Non restavano che un paio di mesi all’ad Jean Claude Blanc e al direttore commerciale e marketing Marco Fassone per trovare i finanziamenti necessari per sostenere il progetto: si materializzarono nell’intesa con il gruppo francese Lagardere Sports, cui fa capo Sport Five. Chiaro, poi, che per parlare di scommessa vinta, bisognerà edificarlo davvero e farlo funzionare come promesso nella sontuosa presentazione. E, nel frattempo, affiancargli una Juve vincente: «Nessuna risorsa sarà sottratta alla squadra», promise Blanc. Il nuovo stadio, progettato dagli architetti Gino Zavanella e Hernando Suarez, dovrà essere pronto per l’inizio della stagione 2011/12: il 10 febbraio si chiuderà il bando per l’assegnazione dell’appalto, e tra marzo e maggio comincerà la costruzione della struttura da 40.200 posti. Nuovo domicilio per squadra e tifosi, ma pure strumento finanziario per rinforzare i ricavi del club, in linea con la gestione delle grandi società europee: il primo obiettivo è di ottenere dalle attività dell’impianto circa il 12% del fatturato. Ancora lontano dai modelli inglesi, dove le élite puntano al 40%, ma già fantascienza da queste parti. Il progetto, presentato lo scorso novembre, annuncia uno stadio deluxe e, soprattutto, da prima visione (delle partite) per chi ci si accomoderà: via la pista di atletica, la prima fila sarà distante solo 8,85 metri dal campo, rispetto ai 28 attuali; quella più lontana sarà a 49, contro i 68,3 di adesso. Non servirà il binocolo, insomma.
CALCIO E SCOMMESSE, IL PM: "L'INTER PERDEVA PER FAVORIRLE" - Il Giornale - L’ombra delle scommesse sull’ultimo scudetto dell’Inter. In un rapporto inviato dalla polizia giudiziaria alla Procura della Repubblica di Milano, e da questa depositato agli atti, viene ricostruito per filo e per segno l’andamento delle ultime giornate del campionato di serie A 2008-2009. Si avanzano esplicite riserve sulla trasparenza delle scelte tecniche dell’Inter in quelle fatidiche giornate, quando uno scudetto ormai praticamente vinto rischiò di sfuggire dalle mani dei nerazzurri. Si critica la scelta di non schierare Mario Balotelli e Zlatan Ibrahimovic nelle partite cruciali. E si dice, nero su bianco, che il giro delle scommesse venne avvantaggiato dalle scelte della società milanese. Il rapporto è stato ordinato alla polizia giudiziaria dal sostituto procuratore Stefano Civardi, che indaga sulla fuga di notizie che nel maggio scorso portò sulle pagine di Giornale e Corriere della sera le telefonate tra il pregiudicato Domenico Brescia - che di lì a pochi giorni sarebbe stato arrestato per traffico di droga - e alcuni uomini di punta della squadra Campione d’Italia: tra questi, l’allenatore Roberto Mancini, il capitano Javier Zanetti, il nazionale Marco Materazzi. Ma l’indagine non si è fermata alla caccia dei presunti responsabili della fuga di notizie. Con delega alla polizia, il pubblico ministero ha dato ordine di ricostruire cosa accadde nelle ultime giornate del campionato scorso. Con quali obiettivi? Con quali risultati? L’unica certezza è che gli accertamenti compiuti dalla polizia giudiziaria non sono stati ritenuti del tutto irrilevanti, tanto che il rapporto è stato accluso agli atti conclusivi dell’inchiesta depositati nelle scorse settimane. Il rapporto di tre pagine è basato prevalentemente su «fonti aperte», cioè pubbliche. È centrato sulla corsa a due tra Inter e Roma per la conquista dello scudetto, sulle oscillazioni del distacco tra le due formazioni e sull’impatto che queste ebbero sul business delle scommesse. Il rapporto analizza come gli allibratori - che a partire dalla metà del girone di ritorno sembravano dare per cosa fatta lo scudetto all’Inter, tanto da non accettare più puntate sulla formazione di Mancini - riaprano le quotazioni quando il distacco si riduce, arrivando persino a fare per favorita la Roma. Dalla lettura del rapporto si intuisce che l’ipotesi investigativa - mai esplicitata a chiare lettere, ma inequivocabile nella sostanza - è che l’Inter abbia rallentato deliberatamente la sua corsa al titolo, e che tra i motivi di questo comportamento autolesionista possano esserci rapporti di singoli tesserati nerazzurri con il mondo delle scommesse. E non è un caso che a essere chiamati in causa con nome e cognome siano due tesserati dell’Inter che risultano in contatto telefonico con il pregiudicato Brescia. Il tecnico Roberto Mancini («la strana scelta di Mancini») e il difensore centrale Materazzi, che nell’incontro col Siena impedisce al rigorista titolare Julio Cruz di calciare un penalty, incaricandosi dell’esecuzione. E sbagliando. È chiaro che non basta così poco per accusare Mancini, Materazzi o nessun altro di essersi messi al soldo degli allibratori. E infatti - almeno per quanto risulta ufficialmente - non vi sono procedimenti aperti a carico di nessuno. Ma del rapporto impressiona la minuzia con cui si addentra nelle scelte tecniche della panchina nerazzurra. E come le inserisce in una vicenda apparentemente inspiegabile, in cui in una situazione di classifica «con un distacco totale di 10 punti, tale da far accreditare la vittoria del campionato sicura all’Inter da parte di tutti gli organi di stampa e media radiotelevisivi» fa irruzione un brusco cambiamento di scenario in cui «vi è la sensazione che la squadra dell’Inter una volta raggiunto un certo vantaggio abbia tenuto un comportamento atto a programmare un lento riavvicinamento degli avversari». Grazie a questa evoluzione, si legge nel rapporto, il mondo delle scommesse tornò in quelle settimane a fare affari. «Sicuramente l’andamento così altalenante tenuto dalla squadra nerazzurra ha generato anche molte e diverse situazioni riconducibili al mondo delle scommesse legali». Gli incassi dei bookmaker tornano a salire. Poi, il 18 maggio, al Tardini di Parma, al sesto minuto del secondo tempo Mancini fa finalmente entrare Ibrahimovic. E tutto si sistema.

 
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