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PROSPETTIVE….FUTURISTE

Post n°345 pubblicato il 20 Gennaio 2011 da kiwai
 

 

Anche questa volta, insensibile alle clamorose violazioni delle leggi democratiche, l’UOMO POLTRONA, l’ingessato presidente della Camera, non ha perso l’occasione di “pontificare” sull’intoccabilità dei signori magistrati … forse per la sua scarsa dimestichezza con i più elementari valori della democrazia …

 

Invece, anche a sinistra, qualcuno ha compreso dov’è .. il cancro.

Nella “convention fiorentina dei rottamatori” il sindaco di Firenze, Renzi, ha raccontato del mancato investimento di 250 milioni di dollari da parte di operatori americani, scoraggiati dalla farraginosità e delle lungaggini dell’italica magistratura.

Non è da oggi che lamentiamo mancati investimenti nel nostro paese determinati dell’assenza di “certezza del diritto” che spaventa gli investitori stranieri …

per non dire (tralasciando per una volta Berlusconi) di quei molti  cittadini perseguitati penalmente anche per diciassette, dicasi diciassette, anni (vedi Rino Formica e Calogero Mannino) o che hanno fruito del  “Trattamento Tortora”  per poi vedersi assolti, mentre i loro efficientissimi  ed intelligentissimi giudicanti facevano carriera per anzianità.

Per non dire di quelle decine di migliaia di cittadini che attendono decenni per vedere le sentenze delle loro cause civili.

 

Quando Berlusconi parla di riformare la giustizia, ci si affretta a parlare di leggi “ad personam” e dei suoi processi … si alzano subito i cori indignati dei salvatori dei processi ventennali, che con le motivazioni più risibili si schierano a difesa della casta togata (la stessa, che ci costa un miliardo in più di quella francese  e per l’inefficienza della quale centinaia di migliaia di processi vanno in prescrizione ogni dodici mesi).

 

Nessuno dei protagonisti della nuova Armata Brancaleone che si propone per il post-Berlusconi osa alzare il dito contro la vergognosa inefficenza dei nostri magistrati.

Di un cambiamento,  in senso efficientista, dello Stato e di eliminare privilegi feudali ..neanche a parlarne!

Gli italici magistrati, pur non essendo eletti dai cittadini, operano e comminano pene o assoluzioni “In nome del Popolo italiano”, e quindi, lo capirebbe anche un bambino, sarebbe  logico che al Popolo italiano, tramite i suoi rappresentanti (che si vocifera siedano in Parlamento), dovrebbero render conto sia dell’efficienza del loro operato, sia  della sensatezza del loro “imparziale” giudicare.

Invece, no!

Ci si rifiuta di ammettere che il problema dello squilibrio, tra politica e magistratura, ha la causa primaria, come inutilmente aveva denunciato Calamandrei, in un articolato introdotto da Togliatti nella nostra Costituzione, che di fatto ha posto la politica italiana sotto tutela della magistratura, come ha dimostrato Mani Pulite.

 

Ecco perchè i “novelli salvatori della Patria” preferiscono blandire la casta dei PM rampanti, dispensatori di indagini ad orologeria e intercettazioni a tappeto, pur di non trovarsi nel mirino degli onnipotenti togati e rischiare la fine del Sultano.

 

Se poi l’immobilismo della giustizia civile stravolge le regole della convivenza e del mercato, fa fuggire le aziende, dirotta gli investimenti e penalizza le iniziative, se le dinamiche sociali ed economiche sono paralizzate da miriadi di speciosi, bizantini ed interessati ricorsi ai  Tar, ai Tribunali vari o alla Consulta…

…. chi se ne frega!

 

 
 
 
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CUBA LIBRE

QUANTO COSTA
LA LIBERTA'???




La morte di un prigioniero di
coscienza, una persona in
carcere per le sue idee, senza
aver commesso alcun reato.
Orlando Zapata Tamayo,
42 anni, fù arrestato durante
la primavera del 2003 e condannato
a tre anni di carcere.
Durante la prigionia a causa della
sua attività di dissidenza nel
carcere, gli furono aggiunti altri
anni di detenzione fino a un totale
di 30 anni di reclusione.
BASTA YA!

 


 

Dichiarazione Universale dei Diritti Umani  
ARTICOLO 19  
Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione; questo diritto include la libertà di sostenere opinioni senza condizionamenti e di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo ai confini.

 
 

 
 
 

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