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ANARCO-CAPITALISMO

Post n°863 pubblicato il 26 Agosto 2012 da kiwai
 

 

Con buona pace di certi coglioni che fanno dell’insulto gratuito l’unica espressione della loro pochezza e pretenderebbero di impormi i temi da trattare, oggi diletterò i miei quattro lettori con un piccolo quiz:

Perché Vendola, il vigile urbano e il geometra del catasto, sono tax-consumers, ovvero, non pagano le tasse?

 

Mentre ci pensate, vi racconto qualcosa che forse non sapete …

 

Ho accennato nell’ultimo post ad un anarchico ottocentesco, esponente di quel filone dell’anarchismo social-collettivista che affonda le sue origini nelle teorie di Proudhon prima e Bakunin poi, quell’anarchismo “bombarolo”che tutti noi conosciamo … ma esiste un’altra forma di anarchismo che teorizza anch’essa l'ideale di assenza dello Stato cui tendono anche gli anarchici "tradizionali”: l’anarco-capitalismo.

 

Per gli autori del liberalismo classico, lo Stato ha il solo compito di tutelare la vita, la libertà e la proprietà degli individui.

Questa, e solo questa, è la “missione” dell’organizzazione statuale.

Ma è innegabile che i tentativi del costituzionalismo liberale di garantire i diritti individuali, nel quadro di un ordinamento statuale minimo, sono sostanzialmente falliti.

 

Le classi politiche infatti, avendo a disposizione il “monopolio legale della violenza”, hanno abusato del potere, loro conferito al solo ed esclusivo scopo di esercitare una funzione di tutela, creando artificiosamente meccanismi di intervento dello Stato nell’economia e nella vita dei cittadini con i sistemi di welfare, gestiti autoritariamente dalle oligarchie burocratiche e finanziati con l’imposizione fiscale.

 

E nei sistemi più degenerati (come il nostro) oltre all’incremento incontrollato della macchina burocratica, i politici hanno provveduto a garantirsi la continuità senza fine del potere, tramite quelle che nell’antica Roma si definivano “clientele” .. vi risparmio gli esempi stranoti … questo ha fatto sì che gran parte della popolazione avesse assai più da perdere che da guadagnare riformando un simile sistema.

 

Tutto questo per autori come Rothbard, Hoppe ed altri, significa che:

“ lo Stato vive di tassazione per produrre regolamentazione e incapace di giustificare gli obblighi che questa fa ricadere sui cittadini, agisce illegittimamente ed aggredisce costantemente l'individuo nel suo diritto a disporre dei beni al fine di farne l'uso preferito: l'imposizione fiscale è un furto.

 

Gli unici ordini politici legittimi sono quelli che emergono sulla base di libere scelte individuali e che raccolgono risorse su base volontaria, una società priva di tassazione dove ogni servizio venga offerto dai privati tramite spesa volontaria e nella quale sia eliminato ogni ricorso alla coercizione dello Stato.

In questo senso, estremizzando, anche i servizi della difesa, della giustizia e dell'ordine pubblico si possono trasformare nel prodotto di aziende private, impegnate a contendersi clienti attraverso il soddisfacimento al meglio delle loro esigenze.

 

Utopia?

Forse, ma adesso vi do la risposta all’indovinello … perché Vendola (o un qualsiasi amministratore pubblico) il vigile urbano, il geometra del catasto e qualsiasi altro dipendente pubblico, non pagano le tasse?

Facciamo un esempio:

Chiamiamo A, il denaro derivato dal bene prodotto da un lavoratore e B il denaro delle relative tasse.

A e B sono ovviamente molto diversi, il primo è denaro che deriva dalla produzione di un bene (sia esso materiale o un servizio) mentre B è denaro preso ai lavoratori attraverso la tassazione.

 

Ora il dipendente pubblico viene retribuito dallo Stato con B, non con A. Le tasse che il dipendente pubblico paga, B1, non sono altro che una tassa su una tassa, cioè una frazione di B.

Come dice Rothbard in Power and market:

“Che cosa succederebbe se tutte le tasse fossero abolite?

Questo significherebbe che il salario di tutti aumenterebbe da netto a lordo? La risposta è “no”.

Se un burocrate riceve $ 5000 all’anno e paga $1000 di tasse al governo, è abbastanza ovvio che sta semplicemente ricevendo uno stipendio di $ 4000 e non paga alcuna tassa.

I governanti hanno semplicemente scelto un sistema complesso e fuorviante per far sembrare che lui paghi le tasse allo stesso modo di qualsiasi uomo con lo stesso salario.”

 

Qualcuno obietterà:

E il valore e l’utilità del servizio fornito dal dipendente pubblico?

“ … supponiamo che ci siano dieci agricoltori e un cinghiale che di notte si mangia parte del raccolto. I dieci decidono che uno di loro farà la guardia di notte e, in cambio, gli altri nove faranno anche il suo lavoro e gli cederanno ciascuno una quota della propria produzione. Il sistema sarà comunque in perfetto equilibrio sinché l’utilità del servizio di guardia svolto da uno dei contadini consentirà di evitare i danni prodotti dal cinghiale, per un “valore” maggiore o uguale a quello necessario per mantenere il guardiano stesso. Che questo guardiano lo si voglia definire pubblico o privato, il risultato non cambia. Ciò che conta è l’utilità effettiva per il sistema del suo apporto lavorativo.”

 

Vero, ma:

Quello menzionato è un contratto, cioè un accordo volontario che riguarda solo le parti che lo sottoscrivono: si chiama mercato.

Il denaro utilizzato per pagare i dipendenti pubblici, al contrario, proviene da prelievi forzosi per servizi non richiesti: si chiama coercizione.

 

L’errore è considerare l’utilità un criterio oggettivo, mentre in realtà esso non è che un valore attribuito arbitrariamente (valore soggettivo) e non secondo le leggi del mercato, ad un servizio ... spesso inefficiente.

 

Che ne dite?

 

 

Commenti al Post:
kiwai
kiwai il 26/08/12 alle 11:52 via WEB
Ad esclusivo uso e consumo del cretino che obietterà che il tema non è di attualità .. suggerisco una riflessione su pressione fiscale, debito pubblico, welfare e spending review …
 
armanduk100
armanduk100 il 26/08/12 alle 12:41 via WEB
Queste teorie,a ben vedere, sono molto più "anarchiche" e rivoluzionarie di quelle di molti pseudo comunisti, limitando le funzioni dello stato al minimo indispensabile. Una domanda. Come un modello simile può proteggere i più deboli? Non mi convince uno stato dove possa sopravvivere solo chi porta utilità, chi produce. Anche gli Stati Uniti, ad esempio, hanno rivisto recentemente il loro sistema sanitario. Si può onestamente pensare che il mercato sia in grado di essere anche eticamente accettabile? Persone a me molto vicine sarebbero già morte da un pezzo in un sistema come quello americano, che non copriva certe patologie invalidanti, quelle che, inevitabilmente, ti portano via il lavoro, la possibilità di essere un elemento produttivo della società. Dov' è il compromesso accettabile?
 
 
kiwai
kiwai il 26/08/12 alle 17:59 via WEB
No Armando, in queste teorie non c’è assolutamente alcuno spazio per lo Stato .. anche la giustizia, la difesa e l’ordine pubblico possono essere offerti sul mercato da organizzazioni private, in concorrenza tra loro.
Può sembrare assurdo, ma non lo è poi così tanto ..
oggi il sistema bancario e assicurativo è costituito di aziende private che offrono il loro prodotto sul mercato a prezzi concorrenziali tra loro e l’organismo di controllo che sovrintende alla loro attività (Bankitalia) è altrettanto privato …
perché non potrebbe esistere un sistema di giustizia gestito da professionisti privati ? tanto più che già esiste un organo di controllo autoreferenziale (CSM) ..
Quanto alla tutela di chi perda il suo ruolo produttivo non vedo perché dei sistemi assicurativi non potrebbero assolvere al medesimo ruolo dell’assistenza pubblica, in un mercato davvero libero, ovunque ci sia una domanda, c’è un’offerta e dove l’offerta è davvero libera, il prezzo lo fa la domanda.
Con questo non voglio essere etichettato per “libertariano”… ma una qualche riflessione non guasta.
 
armanduk100
armanduk100 il 27/08/12 alle 08:39 via WEB
Sì. Ma la logica dell' utile è spietata. Se io sono un assicuratore e devo fare un contratto ad una persona che ha i valori immunitari sballati, quanto dovrò chiedergli di premio, sapendo che ho buone probabilità che in un futuro più o meno prossimo la stessa potrà costarmi decine di migliaia di euro in medicinali, ricoveri, etc? Se la giustizia e la sicurezza fossero legate anch' esse a privati quanto più facile sarebbe che venga anteposta la logica del profitto all' etica?
 
 
kiwai
kiwai il 27/08/12 alle 11:22 via WEB
Vero, allora provo a dirti la mia ..
La logica dell’utile si deve sempre confrontare con quella del mercato.
Il “valore” del prodotto è funzione della “qualità” e del “costo”, a parità di “costo”, una migliore “qualità”(ovvero una maggiore “utilità” per il consumatore finale del bene e del servizio) rende il prodotto migliore e più competitivo.
Quel prodotto si imporrà sul mercato e darà un maggior utile al produttore. I maggiori utili derivanti dal successo del prodotto sul mercato, possono consentire al produttore di ampliare la gamma dei prodotti e conquistare altre fette di mercato .. di migliorare il rapporto costo-qualità(utilità), incentivando la ricerca e premiando la produttività.
In un sistema di questo genere anche il lavoro diviene un prodotto, il cui valore è ancora una volta in funzione del costo e della qualità-utilità (capacità produttiva) del lavoratore .. quella che sinteticamente si chiama meritocrazia.
L’utopia anarco-capitalista, esattamente come quella anarco-comunista, cade proprio quando emerge la necessità di regolamentare i casi estremi:
quando cioè la logica di mercato rifiuta di assicurare l’assistenza di un soggetto “passivo”(portatore di una perdita economica per il produttore) … ovvero si impone un onere collettivo a tutela del singolo, oppure quando nell’utopica società anarco-comunista si deve regolamentare l’apporto produttivo del lavoratore “sfaticato”… ovvero si impone un’etica della redistribuzione.
Allora il problema è quello del “peso” che questa tutela assume nell’economia generale, di quanto le regole dello Stato, rispondono ad una “minima” esigenza etica di solidarietà e giustizia sociale e di quando invece, come nella nostra realtà, i costi sociali sono il prodotto di una distorta invadenza delle strutture burocratiche e improduttive.
Di quanto la farraginosa macchina statale “consuma” delle risorse private dei cittadini per foraggiare privilegi e clientele parassitarie, di quanto l’intervento della mano pubblica altera i corretti rapporti di mercato, attraverso illecite connivenze tra la politica e l’economia.
 
Vince198
Vince198 il 27/08/12 alle 12:33 via WEB
Ciao Kiw, tutto bene? Trascorse vacanze serene? Io si, al punto che le ho pure "allungate" di qualche giorno.. Il tema da te proposto credo sia non solo attuale ma recepibile in alcune proposizioni. Partendo (io) dal principio che in un ordinamento democratico - senza alcun riferimento dx - sx, ci vuole equilibrio, equidistanza (qui siamo quasi nel mondo dei sogni) ed essere il meno invasivi possibile (qui ci siamo proprio e sprofondati..), credo che alcune funzioni debbano comunque rimanere appannaggio dello stato centrale e cioè, interni, esteri, difesa e giustizia. Sul resto possiamo tranquillamente “discutere”.. Tuttavia, personalmente, tengo sempre in evidenza un antico detto che potrebbe condizionare completamente la tua visione dell'ordinamento di una società democratica, sostanzialmente diversa da quella in cui viviamo, piena di difetti a volte molto odiosi: “Homo homini lupus!” Partendo da Plauto, passando per Erasmo da Rotterdam, Bacone, Hobbes.. il problema è tutto qui: l'egoismo umano è una piaga millenaria, difficile da estirpare, direi quasi impossibile. Tu speri di farcela? Ciao, buon proseguimento! Vince
 
 
kiwai
kiwai il 27/08/12 alle 13:48 via WEB
Si grazie Vince, ottime vacanze anche se brevi .. alla faccia di chi mi voleva tra i pastori (fra cui peraltro vanto anche qualche amico).
Sul tema del post, la mia voleva essere solo una provocazione .. anche se molto di quelle posizioni estreme mi sembra più che significativo .. ma certo la realtà è tristemente diversa e sentire che qualche idiota rimprovera a Monti di essere un “ultraliberista” mi fa davvero ridere.
Quanto all’homo homini lupus, non sono del tutto d’accordo .. se consideriamo che l’istinto di conservazione spinge naturalmente alla gestione ottimale delle energie e non sempre la competizione fine a se stessa dà i risultati migliori.
C’è un interessante articolo sulla nascita del concetto di proprietà che mi sembra lo spieghi bene.
(http://libertarianation.org/2012/07/15/lemergere-del-concetto-di-proprieta/)
 
   
Vince198
Vince198 il 27/08/12 alle 14:57 via WEB
Monti ultraliberista? Ma per carità!!! Grazie intanto per il link, Kiw: articolo chiaro e tutto sommato esaustivo per me. Quanto al concetto di "homo homini lupus", è vero che c'è quel limite, ma risiede - di norma - nella capacità di dialogo, di autogestione, di relazione e di dominio di certi istinti primordiali che sono in noi, nel nostro dna, per ottenere risultati quantomeno accettabili.
Purtroppo sappiamo che le cose non stanno sempre in questi termini. Ancora un caro saluto, Vince.
 
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CUBA LIBRE

QUANTO COSTA
LA LIBERTA'???




La morte di un prigioniero di
coscienza, una persona in
carcere per le sue idee, senza
aver commesso alcun reato.
Orlando Zapata Tamayo,
42 anni, fù arrestato durante
la primavera del 2003 e condannato
a tre anni di carcere.
Durante la prigionia a causa della
sua attività di dissidenza nel
carcere, gli furono aggiunti altri
anni di detenzione fino a un totale
di 30 anni di reclusione.
BASTA YA!

 


 

Dichiarazione Universale dei Diritti Umani  
ARTICOLO 19  
Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione; questo diritto include la libertà di sostenere opinioni senza condizionamenti e di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo ai confini.

 
 

 
 
 

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