ROSSO DI SERA
FARO' IL GIRO DELLE INNUMEREVOLI STANZE, E IN OGNUNA DI ESSE... APRIRO' UNA FINESTRA
BE YOURSELF
Perchè voler sembrare straordinari, quando si può essere se stessi?
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Con il piede straniero sopra il cuore,
fra i morti abbandonati nelle piazze
sull'erba dura di ghiaccio, al lamento
d'agnello dei fanciulli, all'urlo nero
della madre che andava incontro al figlio
crocifisso sul palo del telegrafo?
Alle fronde dei salici, per voto,
anche le nostre cetre erano appese,
oscillavano lievi al triste vento.
« Quando ti bacio | Io e il cielo sopra i tetti » |
Perchè la rosa non punga ancora
Post n°815 pubblicato il 10 Settembre 2012 da Giulia_live
Potrei dire di come ero felice e persa in quel mio sogno.
O di tutte quelle scale consumatesi sotto i miei piedi
mentre le salivo di corsa con l’eroismo di una rondine a primavera.
Di quella cima assai lontana, ancor più indistinta
attraverso le crescenti lacrime di rabbia, . che sembrava un giorno potesse avvicinarsi.
Potrei dire delle parole d’amore scrittemi con inchiostro simpatico
già scomparse alla prima lettura,
avvolte a spirale come un arcano il cui senso si sottrae alla percezione.
O dei pensieri da cui l’azzurro era precipitato sospinto dal morso del nero,
del loro svuotamento dentro quel nulla che splende di sterilità.
O della fragilità tenuta stretta tra le mani,
perché non mi frantumasse al suo appuntamento quotidiano.
Potrei dire di come mi gridava,
dallo scranno del suo imperativo sentenziare:
“Io non voglio capire!”
Potrei: sì, potrei.
Ma occorre un immenso silenzio nel cuore
di chi mi volesse ascoltare,
perché io possa scavalcare i detriti che mi soffocano l’anima,
perché io lo possa dire
dolcemente, sì, dolcemente come dolce può essere morire.
Per poterlo dire dolcemente, sì, dolcemente, come dolce può essere morire,
perché la rosa non punga ancora, ancora, ancora, dove più fa male.
(Giulia_live, Confessioni di un'italiana)
|
Cuore nuovo G. Lorca
Il mio cuore come una serpe
si è spogliato della sua pelle
e la tengo fra le mie dita
piena di ferite e di miele.
I pensieri annidati
nelle tue rughe, dove sono?
Dove le rose che profumavano
di Gesucristo e di Satana?
Povero involucro che opprimevi
la mia stella fantastica!
Grigia pergamena indolenzita
di ciò che volli e ora non amo più.
Ti appenderò ai muri
del mio museo sentimentale,
vicino ai gelidi e oscuri
gigli dormienti del mio male?
O ti metterò sopra I pini
-libro dolente del mio amore-
perché tu conosca I trilli
dell'usignolo all'alba?
Inviato da: cassetta2
il 11/09/2020 alle 10:42
Inviato da: passerosolitario1110
il 16/05/2018 alle 01:21
Inviato da: passerosolitario1110
il 16/05/2018 alle 01:21
Inviato da: giumadgl0
il 17/09/2017 alle 12:28
Inviato da: angelorosa2010
il 10/12/2015 alle 18:48