ROSSO DI SERA
FARO' IL GIRO DELLE INNUMEREVOLI STANZE, E IN OGNUNA DI ESSE... APRIRO' UNA FINESTRA
BE YOURSELF
Perchè voler sembrare straordinari, quando si può essere se stessi?
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Con il piede straniero sopra il cuore,
fra i morti abbandonati nelle piazze
sull'erba dura di ghiaccio, al lamento
d'agnello dei fanciulli, all'urlo nero
della madre che andava incontro al figlio
crocifisso sul palo del telegrafo?
Alle fronde dei salici, per voto,
anche le nostre cetre erano appese,
oscillavano lievi al triste vento.
« L'amore tra le lenzuola di neve | Mentre nel mondo intero ... » |
I giorni della nebbia
Un altro risvegliarsi, un altro mettersi in cammino. Per addentrarsi nei giorni della nebbia. Anche la nebbia, come la neve, non fa rumore. Arriva e si posa impalpabile sugli alberi e sui muri, sui capelli e sulle ciglia, mette radici dentro gli occhi. Disegna margini e barriere, inghiotte tutti gli orizzonti e tutte le luci. Toglie le punte a ogni suono o rumore. La nebbia è così, si muove attorno a me, mi segue, mi circonda e mi precede. Mi accarezza con dita fredde e amorfe. Mi stacca dalla realtà, mi avvolge dentro un sudario di pallido silenzio. Intesse fili di grigio sulla trama già imprecisa dei pensieri. Tremano i rami degli alberi, quando viene la nebbia. Uno scuotersi di dosso quella mano fredda ed evanescente. Per non cadere mi appoggio a un tronco, nel parco, e tremo assieme ai suoi rami. Tra le folate della nebbia, ancora una volta, mi sono persa. Non più un camminare tra lo scintillante verde del parco, ma in una cattedrale surreale, senza soffitto e senza pareti. Solo grovigli umidi e gelidi che lacrimano assenza. L’anima mia è l’unica cosa che ancora brilla, in quest’ovattato smarrirsi. Forte tengo stretta la sua mano: perché anch’essa non voli via, in un soffio improvviso, inghiottita da questo denso e fluttuante sfinimento. Perché anch’essa non voli via, portandosi con sé ogni mia luce.
(Giulia_live, Confessioni di un'italiana)
***
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Cuore nuovo G. Lorca
Il mio cuore come una serpe
si è spogliato della sua pelle
e la tengo fra le mie dita
piena di ferite e di miele.
I pensieri annidati
nelle tue rughe, dove sono?
Dove le rose che profumavano
di Gesucristo e di Satana?
Povero involucro che opprimevi
la mia stella fantastica!
Grigia pergamena indolenzita
di ciò che volli e ora non amo più.
Ti appenderò ai muri
del mio museo sentimentale,
vicino ai gelidi e oscuri
gigli dormienti del mio male?
O ti metterò sopra I pini
-libro dolente del mio amore-
perché tu conosca I trilli
dell'usignolo all'alba?
Inviato da: cassetta2
il 11/09/2020 alle 10:42
Inviato da: passerosolitario1110
il 16/05/2018 alle 01:21
Inviato da: passerosolitario1110
il 16/05/2018 alle 01:21
Inviato da: giumadgl0
il 17/09/2017 alle 12:28
Inviato da: angelorosa2010
il 10/12/2015 alle 18:48