ROSSO DI SERA
FARO' IL GIRO DELLE INNUMEREVOLI STANZE, E IN OGNUNA DI ESSE... APRIRO' UNA FINESTRA
BE YOURSELF
Perchè voler sembrare straordinari, quando si può essere se stessi?
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Con il piede straniero sopra il cuore,
fra i morti abbandonati nelle piazze
sull'erba dura di ghiaccio, al lamento
d'agnello dei fanciulli, all'urlo nero
della madre che andava incontro al figlio
crocifisso sul palo del telegrafo?
Alle fronde dei salici, per voto,
anche le nostre cetre erano appese,
oscillavano lievi al triste vento.
« Un tributo a uno sconosciuto | Tassativo divieto di solitudine » |
Post n°727 pubblicato il 01 Giugno 2012 da Giulia_live
. Sbagliato! Forse tutto si rivelerà sbagliato. Anche gli alibi a dar prontezza ad accettare l’invito, pronti poi a irridere le cautele nemiche del vago, dell’indefinito. Ma ormai è tardi per pensarci. Il dito è sul campanello, il respiro è trattenuto dietro il tremore di un sorriso quasi artificiale. I sensi vigili, un annusare l’eccitazione che già inturgidisce i capezzoli. La smania che cresce. Passi attutiti che si stanno avvicinando, oppure è solo il cuore che batte forte, è l’emozione che rimbomba nel cervello? Mio dio, fa che questa porta si apra, si apra, presto! E poi… poi sarà un abbraccio ruvido e selvaggio in quella stanza forestiera, saranno dita sconosciute in brancicante furore, sarà l’impetuosità del desiderio incontenibile: presto, presto! prima che esso sia imprigionato nella voglia crescente di fuggire da quel sottile precipitare! Ecco, i pensieri già si confondono tra sogno e inquietudine. Andarsene, restare? Presto! Un piede ritma l'impazienza sul pianerottolo dell'ingresso. Ancora un lungo sguardo alla serratura - l’ultimo? - con gli occhi fissi per non sollevarli verso la fascinazione dell’ignoto così tanto immaginato, verso l’oscura attrazione fatale che è insieme curiosità e tormento, poi i passi rapidi verso le scale, verso l’uscita, verso la luce. Un rumor di scrocco, e lentamente la porta si apre…
(Giulia_live, Confessioni di un'italiana)
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Cuore nuovo G. Lorca
Il mio cuore come una serpe
si è spogliato della sua pelle
e la tengo fra le mie dita
piena di ferite e di miele.
I pensieri annidati
nelle tue rughe, dove sono?
Dove le rose che profumavano
di Gesucristo e di Satana?
Povero involucro che opprimevi
la mia stella fantastica!
Grigia pergamena indolenzita
di ciò che volli e ora non amo più.
Ti appenderò ai muri
del mio museo sentimentale,
vicino ai gelidi e oscuri
gigli dormienti del mio male?
O ti metterò sopra I pini
-libro dolente del mio amore-
perché tu conosca I trilli
dell'usignolo all'alba?
Inviato da: cassetta2
il 11/09/2020 alle 10:42
Inviato da: passerosolitario1110
il 16/05/2018 alle 01:21
Inviato da: passerosolitario1110
il 16/05/2018 alle 01:21
Inviato da: giumadgl0
il 17/09/2017 alle 12:28
Inviato da: angelorosa2010
il 10/12/2015 alle 18:48