ROSSO DI SERA
FARO' IL GIRO DELLE INNUMEREVOLI STANZE, E IN OGNUNA DI ESSE... APRIRO' UNA FINESTRA
BE YOURSELF
Perchè voler sembrare straordinari, quando si può essere se stessi?
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Con il piede straniero sopra il cuore,
fra i morti abbandonati nelle piazze
sull'erba dura di ghiaccio, al lamento
d'agnello dei fanciulli, all'urlo nero
della madre che andava incontro al figlio
crocifisso sul palo del telegrafo?
Alle fronde dei salici, per voto,
anche le nostre cetre erano appese,
oscillavano lievi al triste vento.
« Dov'è la mia mente? | Quel dì » |
Buca il pensiero all’improvviso, senza invito e senza aver bussato, senza nessuna periodicità costante. È la nudità della mia anima, apparsa dentro il silenzio denso della notte che nuovamente solleva il sipario per illuminare, per esporre le tracce a volte permanenti delle sue angosce antiche e recenti. Ogni volta è accorgermi come sia tra le correnti vorticose dell’incertezza che nuota il suo sentirsi fragile e incompleta, indifesa di fronte a quel vuoto che le romba attorno, dipinto di dardeggianti apparenze. E appare sola, smarrita, nascosta dentro un deserto che neppure la difende. Eppure sempre vibra di desiderio per la linfa di una nuova consapevolezza che possa irrorarla del volersi donare ancora, del voler perdonare ancora, del voler credere ancora. Per poter nuovamente sentire il profumo intenso di un abbraccio che l’attende, quando viene sera. Per potervi riconoscere il nido che placherà le ansie del giorno che muore, in cui depositare con fiducia desideri, sogni e nascoste paure. Sogna quel piccolo miracolo che può compiersi dietro le sue ciglia chiuse, in quel buio e in quel silenzio profanato in altri tempi da innumeri rimbalzi di felicità negate e di parole chiuse. E immagina quella bruciante rivelazione che mai sarà realtà permanente, ma un sublime variabile gorgogliare d’acqua pura e cristallina che danzerà sui ciottoli del torrente. Perché avverrà. Avverrà quando il pensiero accetterà di schiacciare il tasto che lo riconnette a una nuova gioventù del cuore, per fluire con esso fuori dall’irrealtà del sogno e precipitare in quell’armonia vivente che tuttavia dovrà lottare contro l’usura del tempo.
In quella luce dalla vastità improvvisa la mia anima svela il soffio incontaminato di una corrente che la trascina verso il punto in cui il cielo s’inabissa nella terra o nel mare, verso il punto in cui sarà leggibile il senso della loro meraviglia nel rosso, nel giallo, nel blu del pensiero che tutto infiamma e nulla reprime. Perché è lì che troverà il flusso del simbiotico penetrante incontro dei sensi con l’annodare i lembi di una cercata sete d’infinito, dentro la vivida realtà plasmata dal sogno, oltre il cancello del labirinto che è territorio del passato. E’ ancora un suo correre all’impazzata nel forte vento, sì, correre a conficcarsi profondamente, sotto la pelle ferita per il pegno dell’imperfezione originale, quell’eterno irresistibile pungiglione: amare profondamente, e profondamente sentirsi amata.
È un crescendo d’emozione che tuttavia non innesta un gioioso senso d’attesa, di promessa. Tutt’altro. È emozione che cupamente precipita in una strada difficile da percorrere. È la ricerca di una felicità forse ormai dispersa tra rovi impenetrabili, cresciuti all’ombra di cuori feriti. Ed è a quel punto che il sipario si richiude violentemente, l’anima sfuma e sfumano i suoi sogni. Perché, per autodifesa, prendo in mano un libro. Inizia il lento e difficile processo del cercare, tra le parole scritte da qualcuno, la distrazione dalle mie emozioni. Verrà il sonno, verrà a portarsi via l’ultimo soffio incontaminato. Oppure, sopra i tetti della città, verrà a giocare l’opalescente luce di una nuova alba.
(Giulia_live)
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Cuore nuovo G. Lorca
Il mio cuore come una serpe
si è spogliato della sua pelle
e la tengo fra le mie dita
piena di ferite e di miele.
I pensieri annidati
nelle tue rughe, dove sono?
Dove le rose che profumavano
di Gesucristo e di Satana?
Povero involucro che opprimevi
la mia stella fantastica!
Grigia pergamena indolenzita
di ciò che volli e ora non amo più.
Ti appenderò ai muri
del mio museo sentimentale,
vicino ai gelidi e oscuri
gigli dormienti del mio male?
O ti metterò sopra I pini
-libro dolente del mio amore-
perché tu conosca I trilli
dell'usignolo all'alba?
Inviato da: cassetta2
il 11/09/2020 alle 10:42
Inviato da: passerosolitario1110
il 16/05/2018 alle 01:21
Inviato da: passerosolitario1110
il 16/05/2018 alle 01:21
Inviato da: giumadgl0
il 17/09/2017 alle 12:28
Inviato da: angelorosa2010
il 10/12/2015 alle 18:48