ROSSO DI SERA
FARO' IL GIRO DELLE INNUMEREVOLI STANZE, E IN OGNUNA DI ESSE... APRIRO' UNA FINESTRA
BE YOURSELF
Perchè voler sembrare straordinari, quando si può essere se stessi?
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Con il piede straniero sopra il cuore,
fra i morti abbandonati nelle piazze
sull'erba dura di ghiaccio, al lamento
d'agnello dei fanciulli, all'urlo nero
della madre che andava incontro al figlio
crocifisso sul palo del telegrafo?
Alle fronde dei salici, per voto,
anche le nostre cetre erano appese,
oscillavano lievi al triste vento.
Messaggi di Settembre 2012
Post n°830 pubblicato il 28 Settembre 2012 da Giulia_live
L’amore ci rende fragili e vulnerabili. Apre uno squarcio nella nostra interiorità, mostrando sia tutte le debolezze sia i grandi slanci del cuore. Lasciarsi andare all’amore è frutto di coraggio, di energia costruttiva, di temerarietà, di follia. E, a volte, di sofferta abnegazione: nel non violare con l'irruenza del proprio sentimento gli spazi dell’altro, finchè ancora è insicuro, finchè ancora si nasconde dietro la dimensione del suo io razionale.
(Giulia_live)
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Toccami il cuore, ora
Per lunghi giorni, nello specchio, le labbra ammaccate
segno netto, tangibile
di quel lungo, lunghissimo appassionato primo bacio
sigla d’apertura, viva
d’un’indefinita incontenibile marea forse già sentimento.
Toccami il cuore, ora,
scuotimi pensieri di brivido e sangue e verità e radice e urlo
lasciaci l’impronta, la bandiera, il marchio indelebile
d’un tuo cercare il frammento del vivere immenso,
seppur fosse solo il soffio scritto tra i versi del futuro
d’un tempo sfolgorante e breve, come un estivo temporale.
(Giulia_live, Un bagliore nel buio)
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Post n°826 pubblicato il 23 Settembre 2012 da Giulia_live
E l'accettazione di una credenza non è, in definitiva, proprio questo: un modo di mettere a tacere la paura di non essere nulla, di essere vuoti? Dopo tutto, però, una tazza è utile soltanto quando è vuota; e una mente piena di credenze, di dogmi, di asserzioni, di citazioni, non è certo una mente creativa, è semplicemente ripetitiva. Sfuggire a quella paura - la paura del vuoto, la paura della solitudine, la paura del ristagno, la paura di non arrivare, di non riuscire, di non ottenere qualcosa, di non essere qualcosa, di non diventare qualcosa - è certamente una delle ragioni per cui aderiamo alle varie credenze con tanto entusiasmo, con avidità. E attraverso l'accettazione di una credenza, comprendiamo forse meglio noi stessi? Al contrario. Una credenza, religiosa o politica, ostacola ovviamente la comprensione di noi stessi. Agisce come uno schermo attraverso cui ci guardiamo.
J.Krishnamurti (La ricerca della felicità)
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Nessun dubbio
Ti ho portato così a lungo nei pensieri. Eri nel mio conscio, nel mio inconscio. Ora potrei quasi immaginare che esisti. Affacciata al balcone di un tempo nuovo potrei quasi osare un molteplice giurare, convintamente: tu verrai, lo so, verrai!
Quando tutte le nuvole si romperanno e una fonte radiante ti desterà stupore verrai a sollevare il velo dell’invisibilità, tu verrai a svelare la mia segreta follia.
(Giulia_live, Un bagliore nel buio)
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Era stata una notte insonne. Un tormento. Quando venne giorno mi alzai, presi in mano il cellulare. Avevo deciso di chiamarlo. Di dirgli tutto. Come l'avrebbe presa? Mi schiarii la voce, mi accorsi che si era fatta roca. Gettai uno sguardo allo specchio appeso alla parete, vidi che gli occhi erano lucidi, quasi lacrimavano… dovetti tirare fuori il fazzoletto: il naso mi colava. Sì, ero proprio messa male. Una faccia da spavento. Peggio di così non poteva andare! Accidenti, mi ero presa il raffreddore più potente che io potessi ricordare…
(Giulia_live)
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Certe domeniche non si batte un chiodo. Non si ha voglia né di muovere un dito per sfogliare la guida del telefono o dei ristoranti tipici, né di raccogliere da terra lo scontrino del bar che ti era caduto. Sono assenti i ragionamenti, manca qualsiasi fantasioso fermento. Tutto sembra svaporare nell’inutilità delle ore. E tutto sembra così inconsistente, così scolorito, così privo d’interezza, così dannatamente provvisorio…
(Giulia_live)
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E benedetto sia l’intuito! Ti incasini, capita. Ti arrovelli, ti sforzi, ti preoccupi. Ti accanisci contro una granitica difficoltà e l’impotenza del buon senso. E passa il tempo, e non ne vieni a capo, e ti stizzisci. Poi di botto arriva la folgorazione: il ragionamento s’interrompe, tutto diventa chiaro. Evviva! Pugno stretto e pollice recto. Sì, benedetto sia l’intuito!
(Giulia_live)
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Post n°817 pubblicato il 12 Settembre 2012 da Giulia_live
C’era la luna, quasi piena, che splendeva a est appena velata da una sfilacciata sottilissima nube. C’erano i lampi, a squarciare di luce ramificata i territori del cielo d’ovest, fattosi nero. Una meraviglia, in una calda notte d’estate. E c’era l’intenso profondo respirare tutto quel bello sentire il cuore sollevarsi d’impeto dal petto poi l’ennesimo slancio: gratitudine che mai vacilla.
(Giulia_live)
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Post n°815 pubblicato il 10 Settembre 2012 da Giulia_live
Potrei dire di come ero felice e persa in quel mio sogno.
O di tutte quelle scale consumatesi sotto i miei piedi
mentre le salivo di corsa con l’eroismo di una rondine a primavera.
Di quella cima assai lontana, ancor più indistinta
attraverso le crescenti lacrime di rabbia, . che sembrava un giorno potesse avvicinarsi.
Potrei dire delle parole d’amore scrittemi con inchiostro simpatico
già scomparse alla prima lettura,
avvolte a spirale come un arcano il cui senso si sottrae alla percezione.
O dei pensieri da cui l’azzurro era precipitato sospinto dal morso del nero,
del loro svuotamento dentro quel nulla che splende di sterilità.
O della fragilità tenuta stretta tra le mani,
perché non mi frantumasse al suo appuntamento quotidiano.
Potrei dire di come mi gridava,
dallo scranno del suo imperativo sentenziare:
“Io non voglio capire!”
Potrei: sì, potrei.
Ma occorre un immenso silenzio nel cuore
di chi mi volesse ascoltare,
perché io possa scavalcare i detriti che mi soffocano l’anima,
perché io lo possa dire
dolcemente, sì, dolcemente come dolce può essere morire.
Per poterlo dire dolcemente, sì, dolcemente, come dolce può essere morire,
perché la rosa non punga ancora, ancora, ancora, dove più fa male.
(Giulia_live, Confessioni di un'italiana)
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Cuore nuovo G. Lorca
Il mio cuore come una serpe
si è spogliato della sua pelle
e la tengo fra le mie dita
piena di ferite e di miele.
I pensieri annidati
nelle tue rughe, dove sono?
Dove le rose che profumavano
di Gesucristo e di Satana?
Povero involucro che opprimevi
la mia stella fantastica!
Grigia pergamena indolenzita
di ciò che volli e ora non amo più.
Ti appenderò ai muri
del mio museo sentimentale,
vicino ai gelidi e oscuri
gigli dormienti del mio male?
O ti metterò sopra I pini
-libro dolente del mio amore-
perché tu conosca I trilli
dell'usignolo all'alba?
Inviato da: cassetta2
il 11/09/2020 alle 10:42
Inviato da: passerosolitario1110
il 16/05/2018 alle 01:21
Inviato da: passerosolitario1110
il 16/05/2018 alle 01:21
Inviato da: giumadgl0
il 17/09/2017 alle 12:28
Inviato da: angelorosa2010
il 10/12/2015 alle 18:48