ROSSO DI SERA
FARO' IL GIRO DELLE INNUMEREVOLI STANZE, E IN OGNUNA DI ESSE... APRIRO' UNA FINESTRA
BE YOURSELF
Perchè voler sembrare straordinari, quando si può essere se stessi?
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Con il piede straniero sopra il cuore,
fra i morti abbandonati nelle piazze
sull'erba dura di ghiaccio, al lamento
d'agnello dei fanciulli, all'urlo nero
della madre che andava incontro al figlio
crocifisso sul palo del telegrafo?
Alle fronde dei salici, per voto,
anche le nostre cetre erano appese,
oscillavano lievi al triste vento.
Messaggi di Ottobre 2012
Immagini che mi capitano tra le mani,
impossibile lasciare finiscano così, in un cassetto…
…perché vi sia solo una distratta dimenticanza
di tutto il sangue e di tutto il dolore
che in un tempo non lontano c’era stato,
quand’essere soldato della patria - di ogni patria -
aveva ancora, per molti, un alto e chiaro significato.
(Giulia_live) . .
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È il suono della pioggia che stamattina m’ha svegliato.
Al buio mi sono alzata, ho sollevato le tapparelle, poi mi sono rificcata sotto le lenzuola.
E tu eri lì…
Mi sono stretta a te, piano, dolcemente, lasciandoti dormire ancora.
Piccoli ripetuti baci a cercare piano la tua spalla, il tuo petto, lasciandoti dormire ancora.
E tu eri lì…
Ti ho guardato a lungo, e t’ho ascoltato respirare, e ho lasciato che il tuo sogno continuasse ancora.
Tu eri lì… e il mio cielo era intensamente colorato d'azzurro.
Un segreto attimo cristallizzatosi in un'inesausta meraviglia…
(Giulia_live)
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Post n°852 pubblicato il 26 Ottobre 2012 da Giulia_live
Ciò che migliora i miei giorni
è avere sempre qualcosa in cui credere,
per mantenere attiva l’energia vitale.
Credere nelle piccole felicità.
Credere nel cielo azzurro, anche quando sta grandinando.
Nell’aver fiducia nel futuro,
anche quando picchierei la testa contro il muro.
Nei momenti inaspettati
in cui è così bello ridere, ridere, e ridere ancora.
Nel dare e ricevere abbracci,
e sorrisi, e baci, e parole gentili, e gratuite attenzioni.
Nell’incanto di un infuocato tramonto
e nell’eterno sussurro del mare.
Nella poesia che sgorga dal profondo del sentimento.
Credere anche nelle grandi felicità.
Nel mattutino sorriso davanti allo specchio, . subito dopo essermi lavata il viso. . Nel saper tenere intensamente vicino un grande amore. O nell’incontrare un dì qualcuno da amare pazzamente.
(Giulia_live) . . .
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Salivamo con l'auto, lentamente, lungo una stretta strada sterrata che portava in collina, ed era un tardo pomeriggio carico di promesse. Gallerie d'alberi vestiti a primavera scintillavano di verde fresco e lucente, entravano festosamente dai finestrini aperti. A un tratto ci vennero incontro l'inaspettata ampia radura cosparsa di bianchi narcisi in fiore e, sulla sua cima, la chiesetta abbandonata, immersa in una quieta silente devozione. Era un posto in cui si può solo vivere l'immensità dell'universo. Ci baciammo con l'intensità di chi sta per morire solo per potersi trasferire, di diritto, dentro un sogno che non conosce tempo. Davanti a quella chiesetta facemmo l'amore disperato, lacerato e vivo che tutto, tutto, tutto vuole dare. E fu in quella chiesetta, con le mani strette dentro un sogno di vita, che ci sposammo in una giornata di sole. Ci sono giorni che mi apparterranno per sempre. Come quel giorno di primavera; come il 25 di ottobre di tanti, tanti anni fa.
(Giulia_live)
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Buca il pensiero all’improvviso, senza invito e senza aver bussato, senza nessuna periodicità costante. È la nudità della mia anima, apparsa dentro il silenzio denso della notte che nuovamente solleva il sipario per illuminare, per esporre le tracce a volte permanenti delle sue angosce antiche e recenti. Ogni volta è accorgermi come sia tra le correnti vorticose dell’incertezza che nuota il suo sentirsi fragile e incompleta, indifesa di fronte a quel vuoto che le romba attorno, dipinto di dardeggianti apparenze. E appare sola, smarrita, nascosta dentro un deserto che neppure la difende. Eppure sempre vibra di desiderio per la linfa di una nuova consapevolezza che possa irrorarla del volersi donare ancora, del voler perdonare ancora, del voler credere ancora. Per poter nuovamente sentire il profumo intenso di un abbraccio che l’attende, quando viene sera. Per potervi riconoscere il nido che placherà le ansie del giorno che muore, in cui depositare con fiducia desideri, sogni e nascoste paure. Sogna quel piccolo miracolo che può compiersi dietro le sue ciglia chiuse, in quel buio e in quel silenzio profanato in altri tempi da innumeri rimbalzi di felicità negate e di parole chiuse. E immagina quella bruciante rivelazione che mai sarà realtà permanente, ma un sublime variabile gorgogliare d’acqua pura e cristallina che danzerà sui ciottoli del torrente. Perché avverrà. Avverrà quando il pensiero accetterà di schiacciare il tasto che lo riconnette a una nuova gioventù del cuore, per fluire con esso fuori dall’irrealtà del sogno e precipitare in quell’armonia vivente che tuttavia dovrà lottare contro l’usura del tempo.
In quella luce dalla vastità improvvisa la mia anima svela il soffio incontaminato di una corrente che la trascina verso il punto in cui il cielo s’inabissa nella terra o nel mare, verso il punto in cui sarà leggibile il senso della loro meraviglia nel rosso, nel giallo, nel blu del pensiero che tutto infiamma e nulla reprime. Perché è lì che troverà il flusso del simbiotico penetrante incontro dei sensi con l’annodare i lembi di una cercata sete d’infinito, dentro la vivida realtà plasmata dal sogno, oltre il cancello del labirinto che è territorio del passato. E’ ancora un suo correre all’impazzata nel forte vento, sì, correre a conficcarsi profondamente, sotto la pelle ferita per il pegno dell’imperfezione originale, quell’eterno irresistibile pungiglione: amare profondamente, e profondamente sentirsi amata.
È un crescendo d’emozione che tuttavia non innesta un gioioso senso d’attesa, di promessa. Tutt’altro. È emozione che cupamente precipita in una strada difficile da percorrere. È la ricerca di una felicità forse ormai dispersa tra rovi impenetrabili, cresciuti all’ombra di cuori feriti. Ed è a quel punto che il sipario si richiude violentemente, l’anima sfuma e sfumano i suoi sogni. Perché, per autodifesa, prendo in mano un libro. Inizia il lento e difficile processo del cercare, tra le parole scritte da qualcuno, la distrazione dalle mie emozioni. Verrà il sonno, verrà a portarsi via l’ultimo soffio incontaminato. Oppure, sopra i tetti della città, verrà a giocare l’opalescente luce di una nuova alba.
(Giulia_live)
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Con I tuoi piedi in aria E la tua testa a terra Provi questo trucco e lo fai girare La tua testa si schianterà E non c’è niente al suo interno E tu chiederai a te stesso dov'è la mia mente? dov'è la mia mente?
Guardalo nuotare
E la tua testa a terra Provi questo trucco e lo fai girare La tua testa si schianterà E non c’è niente al suo interno E tu chiederai a te stesso dov'è la mia mente? dov'è la mia mente?
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Post n°846 pubblicato il 19 Ottobre 2012 da Giulia_live
Ordine inverso
I pesi, le misure, i numeri, la cabala.
Le domande e le risposte.
I primati.
Le defaillances.
Le curve contromano.
All’inverosimile ruscellava ridendo
ciò che aspettava per esser detto;
di pudore o di sanità mentale si vestiva
ciò che esisteva per esser taciuto.
Ma ciò che per orgoglio mancò all’appello
- tutto il vero del vero -
tolse luce aggiunse involuzione
al seme maturo giunto all’appuntamento.
Nel fiore ora regredisce il seme
nella radice regredisce il fiore
nella ferita viva s’affonda la radice
grida all’assente l’assurdo del silenzio.
(Giulia_live, Un bagliore nel buio)
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Post n°844 pubblicato il 17 Ottobre 2012 da Giulia_live
Accade che le affinità d'anima non giungano ai gesti e alle parole ma rimangano effuse come un magnetismo. Ѐ raro ma accade.
Può darsi che sia vera soltanto la lontananza, vero l'oblio, vera la foglia secca più del fresco germoglio. Tanto e altro può darsi o dirsi. Comprendo la tua caparbia volontà di essere sempre assente perché solo così si manifesta la tua magia. Innumeri le astuzie che intendo. Insisto nel ricercarti nel fuscello e mai nell'albero spiegato, mai nel pieno, sempre nel vuoto: in quello che anche al trapano resiste. Era o non era la volontà dei numi che presidiano il tuo lontano focolare, strani multiformi multanimi animali domestici; fors'era così come mi pareva o non era. Ignoro se la mia inesistenza appaga il tuo destino, se la tua colma il mio che ne trabocca, se l'innocenza è una colpa oppure si coglie sulla soglia dei tuoi lari. Di me, di te tutto conosco, tutto ignoro.
Eugenio Montale, Satura
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La sorgente è ormai remota i detriti trascinati dal furore della corrente allontanano le sponde del fiume.
Eppure le stesse acque furono giocosi voli sopra i sassi quand’erano nell’alveo stretto del torrente; eppure le stesse acque danzavano arditi mulinelli sotto i maestosi ponti della città; eppure le stesse acque ingrossate nel loro percorso brillavano come schegge dorate e vibranti sotto il sole munifico dell’estate.
E ora c’è quella vincolante incertezza da oltrepassare. C’è il vortice delle acque che opprime smorza la stabilità di slanci ed entusiasmi coraggiosi abbuia e soffoca le parole che servirebbero da guida. Ci sarà una sponda da poter toccare senza essere stati travolti dai detriti, fidando unicamente nella fiducia al momento d’attraversare?
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Uno spicchio di luce è entrato dalla porta
qualcuno vorrebbe uscire dall’oscurità fredda della stanza.
(Giulia_live, Confessioni di un'italiana)
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Esteriorità che m’invita a essere curiosa. Al mattino la incrocio per strada, attrae la mia attenzione. E com’è possibile non la si possa notare, quand’è così che si presenta? C’è chi oggi ancora s’azzarda a uscire in maniche corte, c’è chi, come me, preferisce coprirsi a sufficienza onde evitare un raffreddore… tenendo conto che la temperatura dell’aria supera di poco i 20 gradi. Ma lei no, a catturare la temperatura lei deve avere dei sensori diversi da quelli della gente comune. Ha un’età variabile fra i 40 e i 50. Cammina a passo spedito, con lo sguardo alto sopra la testa della gente che le si fa incontro sul marciapiede. Veste una pesante mantella nera con cappuccio che la copre fino alla caviglia, e stivaletti neri, alti fino al polpaccio. E porta i lunghi capelli neri agghindati in un voluminoso posticcio chignon, alto sopra la testa. Sulle labbra ha un rossetto violaceo, gli occhi sono bistrati di scuro; la pelle è bianchissima, a far contrasto. Non porta la borsetta, in mano ha solo una sigaretta accesa. Non ho colto il suo sguardo, ma se lo avessi fatto, che avrei potuto interpretare? Forse che ama (tra)vestirsi da strega. Per essere se stessa, o per voler apparire? Propendo per la prima ipotesi. Che io sappia, in città non ci sono rappresentazioni teatrali che contemplino la presenza di attori così vestiti. E mentre continuo a camminare, per riempire il tempo frullo nella testa cosa potrebbe mai essere la sua vita. Il suo lavoro. La immagino asettica assistente di un anatomo patologo, con la mascherina sulla bocca, nell’obitorio di un giallo all’italiana. Oppure a vendere incensi dietro un banchetto del mercato rionale. Oppure in un fumoso e scuro negozietto, dove si vendono fiori: ma solo composizioni di fiori morti e secchi, ovviamente. E l’amore? Che tipo di amore è il suo ideale, nell’amplesso? Forse quello da consumarsi in un bosco, in un cerchio magico delimitato da candele accese, tra le strida dei gufi e delle civette. Oppure, perché no? Sul freddo marmo di una tomba, fra ossa scricchiolanti, laggiù, nel cimitero: piangendo per il piacere di poter osservare nel momento di godimento tutte quelle bianche dolenti croci, assenti e mute.
Poi penso: io la immagino in questo modo per un processo mentale quasi inevitabile, perché ho un metro di giudizio parzialmente inquinato dall’immediatezza dell’esteriorità, e da alcuni valori troppo borghesi, forse perfino crepuscolari. E quella figura immaginaria vestita di un nero mantello, partorita con troppa facilità, già non mi piace più. Così, cercando di dare alla sconosciuta una più autentica identità, ricomincio a ricostruirla d’accapo, partendo da un’altra prospettiva…
(Giulia_live)
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Post n°841 pubblicato il 10 Ottobre 2012 da Giulia_live
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Generosi di sè . Vivere con il piacere di essere generosi di sé con gli altri è, a sua volta, un grande dono.
È quella leggerezza che aleggia nel proprio spirito e serenamente fa chiudere gli occhi quand’è il momento di dormire, come fossero stati baciati dalle dolci labbra di un angelo.
(Giulia_live)
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Cuore nuovo G. Lorca
Il mio cuore come una serpe
si è spogliato della sua pelle
e la tengo fra le mie dita
piena di ferite e di miele.
I pensieri annidati
nelle tue rughe, dove sono?
Dove le rose che profumavano
di Gesucristo e di Satana?
Povero involucro che opprimevi
la mia stella fantastica!
Grigia pergamena indolenzita
di ciò che volli e ora non amo più.
Ti appenderò ai muri
del mio museo sentimentale,
vicino ai gelidi e oscuri
gigli dormienti del mio male?
O ti metterò sopra I pini
-libro dolente del mio amore-
perché tu conosca I trilli
dell'usignolo all'alba?
Inviato da: cassetta2
il 11/09/2020 alle 10:42
Inviato da: passerosolitario1110
il 16/05/2018 alle 01:21
Inviato da: passerosolitario1110
il 16/05/2018 alle 01:21
Inviato da: giumadgl0
il 17/09/2017 alle 12:28
Inviato da: angelorosa2010
il 10/12/2015 alle 18:48