ROSSO DI SERA
FARO' IL GIRO DELLE INNUMEREVOLI STANZE, E IN OGNUNA DI ESSE... APRIRO' UNA FINESTRA
BE YOURSELF
Perchè voler sembrare straordinari, quando si può essere se stessi?
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Con il piede straniero sopra il cuore,
fra i morti abbandonati nelle piazze
sull'erba dura di ghiaccio, al lamento
d'agnello dei fanciulli, all'urlo nero
della madre che andava incontro al figlio
crocifisso sul palo del telegrafo?
Alle fronde dei salici, per voto,
anche le nostre cetre erano appese,
oscillavano lievi al triste vento.
Messaggi di Gennaio 2013
Proprio così! . A volte in qualcosa sono strana anch’io.
E con mia sorpresa m’accorgo che m'è tornata quella quasi scordata voglia di correre.
Correre per arrivare dove, ancora non si sa: ma questo ha un’importanza relativa.
Ho il sospetto che il prolungamento delle ore di luce diurna, già percettibile, stia spandendo su di me il suo benefico effetto.
(Giulia_live)
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Mi chiese: “Che regalo vorresti, per il tuo compleanno?”
“Regalami qualche ora del tuo sonno, in quel mattino. E portami là, in piazza San Marco: per poterci abbracciare nell'incanto di quel silenzio e quella luce, mentre l'alba, a est, sta sorgendo dal mare…”.
Quella fu la mia risposta… e quello fu il suo regalo.
(Giulia_live, Confessioni di un'italiana)
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Post n°929 pubblicato il 29 Gennaio 2013 da Giulia_live
Preso in biblioteca, ora voglio comprarlo: è “Mrs Dalloway”, di Virginia Woolf. È la prima volta che mi accade di leggere un libro e, ora che sono quasi alla fine, già volerlo rileggere. Di suo avevo letto “Gita al faro”, di suo ho già “Orlando”; ma in questo che sto leggendo più che mai è stato splendido correre dietro al suo ragionamento che si sposta da una persona all’altra, da una circostanza all’altra, da un luogo a un altro, da un concetto all’altro, da un piano narrativo all’altro, con una continuità, con una scioltezza e una vivacità e un brio che mi hanno lasciato stupefatta, rapita, rapinata della mia ammirazione… un autentico saccheggio della mia adorazione. Leggerlo è come poter saltare da una rupe all’altra: con leggerezza, come una capra; oppure ancora aver la voglia di saltare dentro una pozzanghera, per il solo piacere d’inzaccherarsi le scarpe. Grande, Virgina… grandissima. Grandissima. I love you!
(Giulia_live)
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Sono nata in collina, sono diventata abitante della pianura. Continuamente sento tuttavia il desiderio di annusare l’odore del mare, di camminare sulla battigia deserta, di lasciarmi abbracciare da quel vento che si diverte con i mulinelli di sabbia, che gioca d’audacia con l’orlo svolazzante del mio vestito. E di arrampicarmi sugli scogli affioranti tra le onde, di fermarmi a lungo dentro quell’assorto bisogno di contemplare dentro e fuori di me. Di avere negli occhi quella luce trasparente e azzurra che non s’interrompe, ma porta lontano, lontano, con l’anima che nel frattempo si adopera a metter ordine tra i bagagli, tra i sentimenti e i pensieri, tra le ansie e i sogni e i desideri, tra quelli confusi e sparpagliati e forse scorretti e forse inutili o banali, indicando quelli da salvare e portarsi appresso, quelli assurdi o sbagliati, da abbandonare. Ma non è solo per questo che amo così profondamente il mare. Sento che ci sono luoghi con silenzi e atmosfere dove io esisto assai di più, altri dove io esisto certamente di meno. . (Giulia_live)
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Post n°923 pubblicato il 24 Gennaio 2013 da Giulia_live
Accade. Arriva quell’istante in cui senti che potresti dire tutto di te, dei tuoi chiari e dei tuoi scuri. Accade che un amore ti porta a vedere il tuo cuore che si apre, si illumina, si fa immenso nel suo slancio per accogliere, e per mostrare tutto ciò che vi pulsa dentro: le vittorie e le sconfitte, il sentirti piccola, e in altro sentirti più forte, più grande. Accade. È uno stato di grazia, è un istante che dura quanto un improvviso e fugace bagliore nel buio, o può durare anche quanto tutti i restanti preziosi battiti del tuo cuore. .
(Giulia_live)
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Post n°921 pubblicato il 22 Gennaio 2013 da Giulia_live
Cammino, sola, nella casa dei miei pensieri… poi mi giungono le prime note, poi si espandono, accrescendo via via la potenza e la bellezza di suono, fino a giungere a una maestosità tale da mozzarmi il respiro. Ed ecco che piove luce colorata nei miei pensieri, intensa e ricca come una luce filtrata attraverso altissime gotiche vetrate. Ed ecco che li inonda del senso d’immensità di questa musica, fluisce nella loro casa, la mia mente, trasformandola in una sconfinata cattedrale dove vi grandina meraviglia che non ha tempo, e continuamente si ripete, si ripete, si ripete… Perché, una volta ancora, vibro nella mia più profonda sensibilità, toccata dall’intensità di questo brivido… …l’Inno alla Gioia
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. Herbert Von Karajan - Ode an die freude
Symphony No. 9 (Beethoven)
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La musica è una rivelazione, più alta di qualsiasi saggezza e di qualsiasi filosofia.
Ludwig van Beethoven
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L’uomo nasce per imparare. Tutta la sua vita sarà un imparare. Prima impara a camminare. Poi impara a curiosare. Poi impara a immaginare. Poi impara a progettare. Poi impara a costruire. Poi impara a godere dei frutti della sua costruzione. Poi impara a sedersi sotto quel suo porticato, in una pausa di silenzio, per lasciare che i suoi pensieri percorrano le strade dell’infinito mondo della conoscenza oppure forse solo della fantasmagorica realtà apparente. Poi impara ad allarmarsi quando la sua costruzione scricchiola, perde la sua vivacità e il suo smalto. Poi impara ad aggiustare ciò che per incuria o sbadataggine, o per i colpi del fato, nella sua costruzione si è rotto, o è venuto a mancare. Poi impara a soffrire se la sua costruzione cede, sprofonda, s’inabissa nel nulla. Poi impara a riconoscere l’acro sapore della solitudine. Poi impara che mai gli sarà possibile essere esattamente come vorrebbe essere. Poi, se di tutto quest’imparare ha imparato a far tesoro, potrà concludere che vale sempre la pena amare se stessi, anche quando quest’amare è diventato un peso, una strada insopportabilmente difficile. Perchè l'uomo per qualcosa è nato; è nato per imparare. E all'imparare, per sua fortuna, non ci sarà mai fine. . (Giulia_live) . ***
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Esco di casa, pioviggina. È domenica mattina, la piazza semideserta; poche sono le persone già sveglie e con la voglia di farsi un giro in città. Qualcuno tiene l’ombrello aperto, qualcuno il cappuccio del parka sollevato sulla testa, poi c’è chi sfida la pioggia ignorandola, e cammina senza fretta sotto questo piovere umido e sottile. Più avanti un uomo parcheggia l’auto, scende, viene verso di me. Ha le mani nelle tasche del giaccone scuro; i calzoni sono di velluto, a coste, di un color nocciola chiaro. Forse non ha più di cinquant'anni. Lo osservo di sfuggita, ma poi il mio sguardo corre ai suoi piedi, attratto dal colore.. un bel rosso ciliegia matura. Perché l’uomo è uscito di casa indossando le calde babbucce di tessuto… e mi piace da matti immaginare che quelle babbucce da casa possano essere il regalo della sua donna innamorata. Innamorata come innamorato è lui, che quando esce non pensa a ciò che indossa e forse non sempre pensa a ciò che fa, perchè pensa sempre ad altro… pensa alla mano che sta stringendo con amore, anche quand’è solo, anche sotto questa pioggia.
(Giulia_live)
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L’ho sognato, più volte; ho sognato che s’avverava. Averlo visto entrare nella mia casa, la prima volta, quando fui sveglia si rivelò una grande sorpresa… Erano così dolci quei sogni, così appassionati, così veri che mi presero completamente, tanto da farsi ricordare in ogni dettaglio. Ogni volta completamente lo sognai, fino in fondo, fin dove il sogno poteva arrivare. Ma ogni volta mi svegliai troppo presto, madida di sudore per la grandissima emozione. E non feci in tempo, né ebbi modo, di chiedergli nulla. Perché non ci fu, tra di noi, neppure una parola. Non si possono fare scelte, nei sogni: li si può solo vivere, farsene cullare finché son destinati a durare. Eppure, appena sveglia, mi ritrovavo sulle labbra sempre la stessa domanda: Dimmi: dimmi quale sarà il vero giorno, che il sogno s’avvera… Una domanda cui tuttavia in sogno mai avrebbe potuto rispondermi… se non con le parole che io stessa avrei voluto, gli avrei fatto dire. Poiché alla fine cos'è ogni mio sogno sognato, tutto ciò che vi avviene, se non la voce che rivela solo ciò che è custodito nella profondità del mio inconscio? .
(Giulia_live)
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Un luogo intriso del senso d’incanto e meraviglia; qui mi fermerei, per restare. Per correre a braccia aperte fendendo l’aria gonfia del suono incessante delle onde, delle strida dei gabbiani. Per accarezzare la perfezione della conchiglia, lasciando dunque che riposi sulla sottile e pallida rena. Per godere della bellezza della natura circostante, con la lecita speranza di trovarvi la necessaria serenità per potermi assolvere dalle mie passate mancanze, per dimenticare le offese ricevute dalla sorte. E poi cercare, ridendo, di cogliere pensieri leggeri per farli levitare, fiorire d’immaginazione, per farli vivere a lungo, mentre le pagine del libro aperto e dimenticato sulla sabbia sfarfallano pigramente. E avvertire profondamente d’essere viva, libera, pronta. Perché grande sarà diventato il desiderio di legarmi indissolubilmente a quell’emozione: sentirmi unita al vento, al mare, alla luce dei cieli fiammeggianti, al tuono che si ripete tra le nubi in una notte di tempesta. Sentire d'essere la loro umile sposa.
(Giulia_live)
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Che cos'è...
C’è questo mio vivere; a ogni nuovo giorno sorge come un incanto: ed è volere, urgenza è dire, raccontare, svelare, condividere è offrire la mia più calda e tenera nudità è togliere ogni restante impenetrabile velo alla segreta e custodita intimità dell’anima e cresce: ed è urgenza, volere, passione è dare, e ancora dare, e ancora voler dare tutto ciò che sono, o potrei diventare e prorompe, trabocca: è una magica follia è baciare l’aria della mia mente che lui respira è cercare, in essa, la traccia di ogni suo sapore di ogni suo pensiero così strettamente vicino. Che cos’è l’essenza di questo mio vivere, oggi, se non il vento selvaggio che m’ha portato via?
Giulia_live, Un bagliore nel buio . ***
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Post n°914 pubblicato il 14 Gennaio 2013 da Giulia_live
Ohhhh… Ma che dici? Ma no… non è così! Per la miseria, credimi! Non volevo affatto su-i-ci-dar-mi! Non facevo niente che non fosse realizzabile! Non era niente di così complicato, o impossibile! Era solo un’irrefrenabile spinta a rincorrere un sogno! Era solo quel dannato, meraviglioso desiderio di librarmi in volo…
(Giulia_live)
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Ero ragazzina. A quel tempo possedevo solo scarpe nere o marrone, sandali bianchi o blu. Niente scarpe rosse… erano considerate troppo vistose da mia madre, che ancora stabiliva alcune regole per il mio abbigliamento. Troppo poco adattabili al colore degli abiti con cui avrei potuto indossarle. Quasi troppo… sì, troppo peccaminose. Ma quanto mi piacevano, quanto mi sarebbe piaciuto indossarle, quelle scarpette rosse…
(Giulia_live)
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Cuore nuovo G. Lorca
Il mio cuore come una serpe
si è spogliato della sua pelle
e la tengo fra le mie dita
piena di ferite e di miele.
I pensieri annidati
nelle tue rughe, dove sono?
Dove le rose che profumavano
di Gesucristo e di Satana?
Povero involucro che opprimevi
la mia stella fantastica!
Grigia pergamena indolenzita
di ciò che volli e ora non amo più.
Ti appenderò ai muri
del mio museo sentimentale,
vicino ai gelidi e oscuri
gigli dormienti del mio male?
O ti metterò sopra I pini
-libro dolente del mio amore-
perché tu conosca I trilli
dell'usignolo all'alba?
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Inviato da: passerosolitario1110
il 16/05/2018 alle 01:21
Inviato da: giumadgl0
il 17/09/2017 alle 12:28
Inviato da: angelorosa2010
il 10/12/2015 alle 18:48