ROSSO DI SERA
FARO' IL GIRO DELLE INNUMEREVOLI STANZE, E IN OGNUNA DI ESSE... APRIRO' UNA FINESTRA
BE YOURSELF
Perchè voler sembrare straordinari, quando si può essere se stessi?
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Con il piede straniero sopra il cuore,
fra i morti abbandonati nelle piazze
sull'erba dura di ghiaccio, al lamento
d'agnello dei fanciulli, all'urlo nero
della madre che andava incontro al figlio
crocifisso sul palo del telegrafo?
Alle fronde dei salici, per voto,
anche le nostre cetre erano appese,
oscillavano lievi al triste vento.
Messaggi di Luglio 2013
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Una tavolozza e un cavalletto di legno. Una cassetta - di legno anch’essa - piena di tubetti di colori a olio, e di pennelli di diverse punte e misure. E una tela bianca. Questo fu uno dei regali che mi sono stati fatti, ed è fra quelli che maggiormente ho apprezzato. Un regalo fattomi con attenzione e amore. E io che ho sempre amato l'arte pittorica, e che da tempo desideravo tanto iniziare a dipingere a olio… io che sognavo d’esaltarmi a stendere sulla tela bianca l’amalgama del colore creando, con il pennello, forma e movimento, scelsi con cura il primo soggetto dei miei dipinti. Avevo pensieri pieni di colore, pieni di voli audaci e alati, e di azzurri in cui perdermi. Avevo l’eccitazione di chi corre a perdifiato su un prato di collina, incontro al sole. Avevo le mani che sudavano di fermento e frenesia. E mescolai i colori primari, li ritoccai con i colori secondari, giocai con le loro combinazioni… e dipinsi un vivacissimo pappagallo dell’Amazzonia. Dipinsi il Colore. Dipinsi la felicità del dipingere.
(Giulia_live)
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Mi ami? Ma quanto mi ami? Un tormentone: sono le parole sempre in bocca ai ragazzini innamorati. Insistenza legata alla giovane età? All’insicurezza, figlia di ancor sconosciuti turbamenti? All’estremo bisogno di continue conferme, per consolidare la propria identità sentimentale? Poi arriva il giorno in cui più non lo si chiede… arriva il giorno in cui si diventa consapevoli che il valore delle emozioni vissute assieme supera il valore di qualsiasi strappato o blando e ripetitivo “ti amo”.
(Giulia_live)
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"Nessuno saprà mai regalarmi l’affetto che mi danno i carboidrati."
(G. Scilla, tratto dal web)
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Un’affermazione forse adatta a un’infinità di persone. Può essere letta con simpatia, ma in realtà nasconde un grido d’aiuto, un coraggioso ammettere una pericolosa dipendenza creatasi per carenza d’affetto. È per necessità di compensazione che qualcuno può sviluppare una smodata ricerca di questo o quel cibo, cui non sa sottrarsi – una dipendenza assai simile al “drogarsi” di alcool, di sostanze stupefacenti leggere o pesanti, di slot machines - e poi doverne subire le conseguenze: in primis, una difficoltà enorme a liberarsene, e riprendere a nutrirsi correttamente…
(Giulia_live)
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Quando di notte fa caldo, caldissimo, capita che mi si rompa il sonno. Poi riprenderlo, nell’irritazione per il caldo e le sue conseguenze, non sempre è facile. Stanotte, ormai sveglissima, poiché girarsi e rigirarsi nel letto avrebbe solo obbligato il mio sangue in un circolo più accelerato e di conseguenza aumentato ancor più il senso di calore, rimasi immobile, cercando di usare solo la testa. Per tentare di riaddormentarmi mi misi a pensare alle cose più noiose che esistano. Pensai a tutte quelle incombenze impossibili da derogare che mi aspettano nelle prossime settimane, e che già da giorni mi fanno sbuffare… e, miracolo! il sonno tornò: pur di sfuggire alla noia di quel pensare fu il cervello che, sopraffatto, abdicando alle sue funzioni, per primo s’addormentò. Il resto del corpo lo seguì, sprofondando beato fra le braccia di quell’instabile Morfeo...
(Giulia_live)
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Sì, viaggiare! Viaggiare a una velocità di crociera consultando raramente l’orologio, assaporando la meraviglia di andarsene in giro senza fretta alcuna. Quasi vagabondare, adottando una pianificazione dei percorsi da seguire, e dei luoghi da visitare, ridotta all’osso affinché possa poi essere continuamente modificabile nelle soste e nelle deviazioni e nelle estensioni: un po’ progetto un po’ avventura. È quel libero attardarsi a vivere lo stupore offerto dalla bellezza dei paesaggi, delle città, delle opere d’arte, quell’indugiare per attimi eterni concentrandosi in un glorioso stordente rapimento, fino a restare senza fiato. È quell’approfondire il prevedibile incuriosirsi verso odori, suoni, luci e ombre, eccellenze e bruttezze – forse perfino orrori – locali, verso angoli inaspettati non privi di inaspettate sorprese e scoperte, e verso il movimento misterioso, variegato e incessante di un grande numero di perfetti sconosciuti. E a pranzo e a cena - questo sì un felice tassativo – è benvenuto l’ordine delle papille gustative di ricercare esclusivamente le prelibatezze della cucina tipica locale, pregio e vanto di vecchie osterie e di trattorie senza grandi pretese. Ecco, è questo: il muoversi con un’elasticità svincolata da ogni ipotesi di tempo sprecato, da ogni precostituita e rigida aspettativa… sì, è questo il mio prediletto viaggiare!
(Giulia_live)
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Una breve gita in collina, in quella calda giornata di tarda primavera. Pur facendo attenzione alle curve, a tratti il mio sguardo si perdeva tra il verde intenso dei boschi e dei prati, e le rare nuvole bianchissime che si dondolavano nel cielo azzurro. Salendo lungo i tornanti, mi assalì il ricordo delle innumerevoli volte in cui avevo percorso quella strada insieme a lui, per raggiungere il nostro posto speciale. E di quelle mattinate in cui avevamo preso un permesso dal lavoro – dando giustificazioni assurde - per salire in collina a fare l’amore lassù, en plein air, fra gli alberi e il torrente gorgogliante e il brusio di un’ape, come fossimo immersi in un mitico eden. Ed era indicibilmente bello, bello da morire, percorrere ogni lento tornante con il suo braccio ostinatamente attorno alle mie spalle, e una mano sola per il cambio e per il volante, mentre la mia errava quasi distrattamente sulla sua coscia… E ci fu quel mattino in cui il nostro posto magico non era deserto, così salimmo ancora, verso la cima della collina per trovare un posto nuovo, e ci fermammo ai bordi in un viottolo che sbucava sull’ampio greto sassoso del fiume. Da un punto alto della collina, sul lato opposto del fiume, giungevano i tonfi dei colpi sparati da un mortaio. Poco più tardi vedemmo arrivare una camionetta dell’esercito che andò a fermarsi a una distanza di strategica discrezione, e rimase ferma finché non salimmo in auto, pronti per ripartire. Solo all’uscita dal viottolo notammo il cartello che indicava divieto di accesso, per esercitazioni militari di tiro. Ci mettemmo a ridere con un certo imbarazzo, chiedendoci… ma si può essere così ciechi, così abbagliati da un’urgenza d’amore, da ignorare segnali per evitare il rischio di finire sulla traiettoria di fuoco di un mortaio?
(Giulia_live, Confessioni di un'italiana)
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In ogni donna si nasconde un essere naturale e selvaggio, una forza potentissima formata da istinti, creatività passionale e un sapere ancestrale… nell’archetipo della donna selvaggia riusciamo a discernere i modi e i mezzi della natura più profonda della donna. La donna moderna è una confusione di attività. E’ spinta e costretta ad essere tutto per tutti. L’antica sapienza ha ormai fatto il suo tempo. Il titolo di questo libro, Donne che corrono coi lupi, deriva dai miei studi di biologia sulla fauna selvaggia, e in particolare sui lupi… I lupi sani e le donne sane hanno in comune talune caratteristiche psichiche: sensibilità acuta, spirito giocoso e grande devozione. Lupi e donne sono affini ‘per natura ’ sono curiosi di sapere e possiedono grande forza e resistenza. Sono profondamente intuitivi e si occupano intensamente dei loro piccoli, del compagno, del gruppo. Sono esperti nell’arte dell’adattarsi in circostanze sempre mutevoli; sono fieramente gagliardi e molto coraggiosi…
Clarissa Pinkola Estès
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È così; la Ragione ha deciso di farmi guerra. Stamattina, andando a trovarla, ho visto che ha affisso un cartello sulla sua porta di casa: “Sciopero generale. Non ti apro più, non ti parlo più se continuerai a fare solo finta d’ascoltarmi. Sarò disposta a darti nuova udienza solo quando accetterai di seguire il mio consiglio”. Stop. Parole così, secche e dure. Deve essersi incazzata assai, per la mia protratta insubordinazione. Ci sono rimasta male, giusto o sbagliato che sia il suo rimbrotto. Tuttavia, come posso dubitare che abbia ragione, ragione ragione ragione, richiamandomi all’ordine in questo modo? Pur andando a scarruffarmi con la sua gelida mano, così, contropelo? (Giulia_live)
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Cuore nuovo G. Lorca
Il mio cuore come una serpe
si è spogliato della sua pelle
e la tengo fra le mie dita
piena di ferite e di miele.
I pensieri annidati
nelle tue rughe, dove sono?
Dove le rose che profumavano
di Gesucristo e di Satana?
Povero involucro che opprimevi
la mia stella fantastica!
Grigia pergamena indolenzita
di ciò che volli e ora non amo più.
Ti appenderò ai muri
del mio museo sentimentale,
vicino ai gelidi e oscuri
gigli dormienti del mio male?
O ti metterò sopra I pini
-libro dolente del mio amore-
perché tu conosca I trilli
dell'usignolo all'alba?
Inviato da: cassetta2
il 11/09/2020 alle 10:42
Inviato da: passerosolitario1110
il 16/05/2018 alle 01:21
Inviato da: passerosolitario1110
il 16/05/2018 alle 01:21
Inviato da: giumadgl0
il 17/09/2017 alle 12:28
Inviato da: angelorosa2010
il 10/12/2015 alle 18:48