ROSSO DI SERA
FARO' IL GIRO DELLE INNUMEREVOLI STANZE, E IN OGNUNA DI ESSE... APRIRO' UNA FINESTRA
BE YOURSELF
Perchè voler sembrare straordinari, quando si può essere se stessi?
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Con il piede straniero sopra il cuore,
fra i morti abbandonati nelle piazze
sull'erba dura di ghiaccio, al lamento
d'agnello dei fanciulli, all'urlo nero
della madre che andava incontro al figlio
crocifisso sul palo del telegrafo?
Alle fronde dei salici, per voto,
anche le nostre cetre erano appese,
oscillavano lievi al triste vento.
Messaggi di Settembre 2013
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E volano le foglie, gli alberi hanno iniziato a spogliarsi. È un giorno appena iniziato di un settembre prossimo ormai alla fine, e quel vento rimasto in coda al temporale della notte sta spazzando via anche le nuvole più distratte e recalcitranti. Il cielo ora è immenso, cristallino nella sua intensa azzurrità, e io vorrei poter corrompere questa luce, vorrei poterle dire: fermati qua accanto a me, diventiamo amiche, ed entra nei miei occhi ogni volta che mi affaccerò alla finestra perché ti vorrò guardare…
(Giulia_live)
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Post n°1088 pubblicato il 29 Settembre 2013 da Giulia_live
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Post n°1087 pubblicato il 26 Settembre 2013 da Giulia_live
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Quest’anno, per la prima volta, l’ambitissimo premio da conferire “all'autore o all'autrice dell'opera letteraria più considerevole d'ispirazione idealista” vede, tra i candidati, anche tre cantautori: Leonard Cohen, Bob Dylan e Roberto Vecchioni. Ma per chi ama e conosce la musica moderna, in ogni suo genere, questa scelta è invocata e attesa da sempre. Chi mai potrebbe negare, infatti, il grande contributo che i cantautori hanno saputo dare al mondo della poesia? E io auspico sia proprio nelle mani di Leonard Cohen che l’Accademia di Svezia, nel giorno 10 di dicembre, vorrà consegnare il meritatissimo Premio Nobel per la Letteratura 2013.
* (Giulia_live)
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Avevamo riso fino alle lacrime, avevamo ballato stretti stretti… avevamo brindato all’anno nuovo. Avevamo brindato a noi due. Quando uscimmo dal locale, il freddo intenso faceva tremolare tutte le stelle della volta celeste. Ridendo ancora, gli occhi puntati ad ammirare quel cielo, gli chiesi: “Sapresti trovare la Stella Polare?” Lui mi strinse a sé, prese il mio viso tra le mani, mi baciò. Poi mi guardò negli occhi, intensamente, in un lungo istante di incantato silenzio. E sussurrò: “Ogni volta che vorrò trovare la Stella Polare, mi basterà cercarla dentro i tuoi occhi. Ricordatelo. Sei tu, sei tu la mia Stella Polare”. Ebbra di una felicità sconosciuta e travolgente, negli occhi le lacrime spuntate all'improvviso, avvertii, allora, di avere colto il senso di un mio proprio Infinito. L’Infinito Per Sempre… condensato in quell’indimenticabile istante.
(Giulia_live, Confessioni di un'italiana)
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Arrabbiati, ti amo arrabbiato e ribelle, rivoluzione cocente, esplosione. Ho odiato il fuoco che dorme in te, sii di brace diventa una vena appassionata, che grida e s’infuria. Arrabbiati, il tuo spirito non vuole morire non essere silenzio innanzi al quale scateno la mia tempesta. La cenere degli altri mi è sufficiente, tu, invece, sii di brace. Diventa fuoco ispiratore delle mie poesie. Arrabbiati, abbandona la dolcezza, non amo ciò che è dolce il fuoco è il mio patto, non l’inerzia o la tregua con il tempo non riesco più ad accettare la serietà e i suoi toni gravi e tranquilli. Ribellati al silenzio umiliante non amo la dolcezza ti amo pulsante e vivo come un bambino come una tempesta, come il destino assetato di gloria suprema, nessun profumo può alterare le tue visioni, nessuna rosa… La pazienza? È la virtù dei morti. Nel gelo dei cimiteri, sotto l’egida dei versi si sono addormentati e abbiamo dato calore alla vita un calore esaltato, passione degli occhi e delle gote. Non ti amo oratore, ma poeta il cui inno esprime ansia tu canti, sebbene alterato, anche se la tua gola sanguina e se la tua vena brucia. Ti amo boato dell’uragano nel vasto orizzonte bocca tentata dalla fiamma, disprezzando la grandine dove giacciono desiderio e nostalgia. Odio le persone immobili aggrotta le sopracciglia, mi annoi quando ridi le colline sono fredde o calde, la primavera non è eterna il genio, mio caro amico, è cupo e i ridenti sono escrescenze della vita amo in te la sete eruttiva del vulcano l’aspirazione della notte profonda a incontrare il giorno il desiderio della sorgente generosa di stringere le otri ti voglio fiume di fuoco, la cui onda non conosce fondo. Arrabbiati contro la morte maledetta non sopporto più i morti. * Nazik al-Mala’ika
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Bad girl! È stato desolante assistere a quella performance, vedere come una persona mediocre possa avere avuto nel cuore e nella testa di un uomo, in breve tempo, il sopravvento su chi mediocre non è – la sua ormai ex compagna, nonché amica mia - servendosi anche di mezzi per incantare di una scorrettezza che diventerà palese, a lui che è stato raggirato, quando forse sarà ormai troppo tardi per poter rimediare. “Contento lui…!” dice chi alla faccenda è del tutto indifferente. “Contento e forse rintronato” dico io, perplessa e preoccupata, io che lo conosco piuttosto bene.
(Giulia_live)
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Nessuna fretta, nessuna meta precisa. E nessun pensiero particolare ad assorbire la mente. Così quest’andare riserva sorprese. Le luci sono luci; i rumori si distinguono gli uni dagli altri; allo sguardo casuale le persone appaiono persone una diversa dall'altra. Il tempo è fatto di minuti e di ore. Nessun orizzontale che non si differenzi da un verticale, nessun immaginario indistinguibile da un reale. Il mio stesso corpo è partecipe a ciò che lo circonda, l’aria stessa ha un suo delicato spessore. Tutto è più chiaro, più vivo, più consistente. Tutto è più interessante, come lo svelamento d’una bellezza che mi ero tenuta lungamente segreta. Strana la sensazione che ora sto provando. Come se quel fiume rosso di piena - quel velo rosso scarlatto incorporeo e surreale - lentamente stesse fluttuando per portarsi lontano dagli occhi del mio presente.
(Giulia_live)
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Post n°1080 pubblicato il 19 Settembre 2013 da Giulia_live
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Ogni sentimento d’amore, una volta cresciuto in me, diventa indissolubile parte di me e avrà vita finchè mi sarà dato vivere: impossibile scalzarlo dal cuore. Anche se nel tempo andasse a modificarsi fino a esaurire la sua vitalità, o fino a diventare un insopportabile peso, anche se chi l’avesse ispirato fosse ormai sepolto in un cimitero, il sentimento continuerà il suo percorso, una sorta di work in progress fino al rendiconto del suo unico giorno finale. Ogni volta che quella persona ancora mi tornasse alla mente, io continuerei a sentire qualcosa che dentro me si muove, respira, vive: e sfiora o raspa - liberando dolcezza o dolore - sulle sensibili pareti del mio cuore.
(Giulia_live)
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Post n°1078 pubblicato il 17 Settembre 2013 da Giulia_live
Quand’ero bambina nella mia famiglia non esisteva lo spreco. Ogni cosa aveva la sua destinazione; ogni cosa era utilizzata e riutilizzata più volte, come ad esempio i vestiti di mia sorella che poi passavano a me che ero più piccola, come ad esempio il tubetto del dentifricio che doveva appiattirsi completamente prima d’essere gettato via. Mia madre preparava i pasti programmando le porzioni, cosicché non c’erano mai avanzi. Questa gestione oculata delle risorse della famiglia era applicata in ogni suo contesto. Inevitabile io assorbissi questo insegnamento, dei cui risultati e vantaggi oggi vado fiera. Invitabile, altrettanto, lo scoramento che mi assale pensando agli enormi sprechi del pubblico denaro di cui sono responsabili i governi, sia nazionali sia locali, succedutisi fin dagli anni sessanta, fin da quando il boom economico fece illusoriamente credere che una solida stabilità economica nel paese non avrebbe avuto mai fine. Per tantissimi anni, per circa mezzo secolo, il denaro dei cittadini continuò a confluire a pioggia nelle casse dello Stato, e chi governò il paese prese a considerarlo come un fiume inesauribile. Così quel denaro venne speso… senza la dovuta parsimonia, senza che un occhio vigile, attento, pianificatore, attivasse la saggia politica del risparmio, per i tempi bui che avrebbero potuto venire. Ma se questo fu un errore, ci fu un altro errore altrettanto grave: quel fiume di denaro – il corrispettivo della fatica e del sacrificio a volte spaventosamente pesante dei cittadini italiani – in buona parte è stato speso non solo senza criterio, ma anche generando un continuo gravissimo spreco. I risultati di una politica che ha fallito nell'oculata gestione del bene pubblico ha portato il paese ad avere un debito pubblico pari, al 15 di questo mese, al 120% circa del prodotto interno lordo: il che significa, in soldoni, un ammontare di circa 30.000 € di debito per ogni cittadino italiano. Oggi le conseguenze di questo malgoverno sono note a tutti. Ma quand'ero bambina, mai, mai avrei potuto immaginare che qualcuno sarebbe giunto a togliersi la vita perchè strangolato e reso impotente proprio dalle tasse e dai balzelli, dalla loro gravosità insostenibile nel drammatico contesto di una crisi economica di una gravità, in questo paese, senza precedenti.
(Giulia_live)
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Le ombre camminano sicure anche nel buio più fitto. Là io potrei perdermi, esse invece vivono nel loro elemento. Oggi ho voglia di chiedermi se in quel buio già attraversato io mi sia amata abbastanza. Ma ho anche voglia di chiedermi se di chiedermi ancora sia ormai passato il tempo.
(Giulia_live)
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Là. Potrei esserci. Dovrei esserci? No, nessun dovrei, quel verbo lasciamolo fuori. E facciamo entrare il forse. Il forse mi piace. Anzi, diciamo che non mi dispiace. Esserci, forse. Ahhhhhhhh! Esserci. O non esserci! Non è un dilemma. Anzi, diciamo che non è neppure un forse. E' il là, punto. Così tutto si capisce.
(Giulia_live)
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Post n°1075 pubblicato il 12 Settembre 2013 da Giulia_live
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Offro sesso gratis: ci stai? Il comportamento degli Italiani di fronte a quest'opportunità: una risposta piuttosto significativa nei due video montati su Youtube dall'attore comico Frank Matano in cui un modello e una modella chiedono agli allibiti passanti, la modella agli uomini e il modello alle donne, di fare sesso con loro: prima di guardare i video, provate a immaginare come andrà a finire...
(Giulia_live)
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…cosicché decisi di andare. Tremavo: quel violento e sconosciuto irrompere del sentimento mi stava scuotendo l’anima. Tremavo tutta, nulla ancora sapevo: percepivo soltanto che mi stavo avvicinando a qualcosa di denso e oscuro, eppure abbacinante nella sua intensità, ma ciò non bastò a fermarmi. Il cuore mi aveva preso per mano, già mi teneva stretta con forza: vani e poco plausibili i tentativi di sciogliermi da quella stretta. Perché nel profondo del mio essere già sentivo che con lui ero destinata ad andare. Io sentivo che così ero. Io sentivo che molto di più già stavo per diventare.
(Giulia_live, Confessioni di un'italiana)
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Cuore nuovo G. Lorca
Il mio cuore come una serpe
si è spogliato della sua pelle
e la tengo fra le mie dita
piena di ferite e di miele.
I pensieri annidati
nelle tue rughe, dove sono?
Dove le rose che profumavano
di Gesucristo e di Satana?
Povero involucro che opprimevi
la mia stella fantastica!
Grigia pergamena indolenzita
di ciò che volli e ora non amo più.
Ti appenderò ai muri
del mio museo sentimentale,
vicino ai gelidi e oscuri
gigli dormienti del mio male?
O ti metterò sopra I pini
-libro dolente del mio amore-
perché tu conosca I trilli
dell'usignolo all'alba?
Inviato da: cassetta2
il 11/09/2020 alle 10:42
Inviato da: passerosolitario1110
il 16/05/2018 alle 01:21
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il 16/05/2018 alle 01:21
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il 17/09/2017 alle 12:28
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il 10/12/2015 alle 18:48