ROSSO DI SERA
FARO' IL GIRO DELLE INNUMEREVOLI STANZE, E IN OGNUNA DI ESSE... APRIRO' UNA FINESTRA
BE YOURSELF
Perchè voler sembrare straordinari, quando si può essere se stessi?
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Con il piede straniero sopra il cuore,
fra i morti abbandonati nelle piazze
sull'erba dura di ghiaccio, al lamento
d'agnello dei fanciulli, all'urlo nero
della madre che andava incontro al figlio
crocifisso sul palo del telegrafo?
Alle fronde dei salici, per voto,
anche le nostre cetre erano appese,
oscillavano lievi al triste vento.
Messaggi di Dicembre 2013
Post n°1146 pubblicato il 30 Dicembre 2013 da Giulia_live
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Potete andarci come ci sono andata io, spinta da quel suo planetario fascino che prometteva incanto ed emozione. Potete andarci come semplici curiosi, o come esperti di fotografia, o come storiografi. Potete andarci come vi pare: di certo è che a casa non tornerete uguali. Di certo è che non ci si può avvicinare alla realtà documentata con tale immediatezza e realismo senza esserne commossi, sconvolti, annichiliti. Infatti non è una mostra qualunque, questa di Robert Capa a Villa Manin, in provincia di Udine. Nel centenario della sua nascita è stata allestita una retrospettiva in cui sono presenti ben 180 fotografie, in un percorso che partendo dagli anni parigini attraversa la Guerra civile di Spagna, quella fra Cina e Giappone, la Seconda Guerra Mondiale, la nascita dello stato d'Israele, fino al conflitto in Indocina. Tra quelle immagini sono presenti anche le foto scattate - tra una guerra e l'altra - sui set di film famosi: "Notorius", di Hitchcock, "Riso amaro" di De Santis, "Moulin rouge" di Huston, e altri ancora. Ma questa grande retrospettiva include anche tre filmati, cui collaborò da cineasta: "Spagna 36" di J.P. Le Chanois, sulla guerra civile spagnola; il documentario "I 400 milioni" sulla guerra tra Cina e Giappone; il film sulla nascita del nuovo stato d'Israele. Per ultimo, in questa magnifica mostra è presente anche il film di 90 minuti "Robert Capa. In love and war" della regista Anne Makepeace, inedito in Italia: le autentiche immagini della vita intima e professionale dello straordinario fotografo che, a soli quarant'anni, morirà fotografando la guerra: lui, con l'occhio incollato all'obiettivo, dilaniato dall'esplosione di una mina antiuomo. Forse non poteva andare diversamente per lui che sfidava la morte, per lui che così disse: "Se le tue foto non sono abbastanza buone, vuol dire che non sei abbastanza vicino". Di lui Henri Cartier-Bresson scrisse:
"Per me, Capa indossava l'abito di luce di un grande torero, ma non uccideva; da bravo giocatore, combatteva generosamente per se stesso e per gli altri in un turbine. La sorte ha voluto che fosse colpito all'apice della sua gloria".
(Giulia_live)
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Post n°1143 pubblicato il 23 Dicembre 2013 da Giulia_live
Renè Magritte
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I contrasti e le incomprensioni rallentano il dialogo, inibiscono la spontaneità, allontanano la tentazione e la volontà di esprimere i felici moti del cuore. Eppure anche nel più freddo distacco si mantiene prepotentemente vivo quell'abbraccio desiderato, dolorosamente imprigionato nel petto e costretto dentro l'ombra fredda della sua stessa assenza. Quell'abbraccio ansioso di erompere impetuosamente, di scaldare e scaldarsi di luce ardente. Perché se il sentimento è così profondo da essere Amore, nessun contrasto potrà celare come le ragioni che fecero nascere e vivere il desiderio di quell'abbraccio siano valide, e importanti, più di quanto possano esserlo le ragioni, anche legittime, per volerlo temporaneamente soffocare.
(Giulia_live)
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Di comune accordo hanno deciso di farmi un magnifico regalo di Natale. Una ha messo due steli di fiori, l'altra uno solo. Anche se ormai le avevo relegate in veranda, per mesi avevo continuato a bagnarle e a nutrirle: sì, ci speravo.. che tornassero a fiorire. I boccioli si apriranno con l'anno nuovo. Quello sarà l'anticipo del profumo di primavera... (Giulia_live)
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Allora iniziai a trascurare anche le abitudini saldamente consolidate – il telegiornale, la posta nella cassetta, le piante da annaffiare – e fame e sete erano dimenticate, gli avvisi delle scadenze e degli impegni giacevano abbandonati sul loro vassoio, e passandoci accanto li notavo come avrei notato i fantasmi oramai svaniti alla luce del sole. L'universo che mi circondava sembrava fermo, fermo come un orologio rotto. E mi vedevo sempre più risucchiata dentro la vischiosità di quel pensiero unico, monopolizzante, da cui sempre più ardua era la risalita verso un vivere più leggero e più normalmente comune, o magari perfino briosamente superficiale. Invece no, continuamente esso ruotava su tutto ciò che fra di noi c'era, su tutto ciò che non c'era. Giorno e notte, quel pensiero dannatamente unico e fisso, quasi inamovibile. E pericoloso. D’altronde, forse diversamente non avrebbe potuto andare. Perché il cuore, già da lungo tempo, aveva iniziato a tambureggiare spargendo nella mia mente le stille copiose del suo rosso sangue. E io le guardavo colare, mentre il mio urlo s’alzava: tragico e muto, schiacciato nel petto da un senso d’impotenza sconosciuto e terribile.
(Giulia_live, Confessioni di un'italiana)
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Mi piacciono gli alberi verdi e densamente fronzuti, ma gli alberi spogli che si stagliano solitari, maestosi e solenni contro il cielo dell'inverno, hanno un fascino particolare, quasi una sorta di celato richiamo. È come se dentro al loro immodificabile silenzio vibrasse un respiro antico, imbevuto di segreta saggezza. E incantata mi soffermo ad ammirare quei ventagli aperti, quei rami che svettano assottigliandosi gradatamente per imprigionare, dentro quel ricamo, l'azzurra immobilità del cielo.
(Giulia_live)
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Post n°1136 pubblicato il 11 Dicembre 2013 da Giulia_live
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Mi parlava di tutto, in realtà non mi diceva niente. Dov’era nascosto il suo cuore, dov'era nascosto quello spirito acceso che così bene avevo conosciuto, ora che le sue parole scivolavano sulla china della superficialità, della freddezza formale? Limitante per me divenne quel suo sconosciuto porsi, ed effimero, quanto il rintocco breve della mezz’ora dall’alto di un campanile. (Giulia_live, Confessioni di un'italiana)
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Post n°1135 pubblicato il 09 Dicembre 2013 da Giulia_live
Marc Chagall
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Iniziò con il Concerto in Sol Minore N. 8 scritto per la notte di Natale, di Arcangelo Corelli. Proseguì con il Concerto per due violini in Re Minore, BWV 1043, di Johann Sebastian Bach. L'orchestra, prestigiosa: "I Virtuosi Italiani", nati nel 1989. Nell'ultimo triennio, tra i loro più importanti impegni vanno ricordati il Concerto per il Senato della Repubblica Italiana trasmesso in diretta RAI, il Concerto per la Vita e per la Pace tenutosi a Roma, Betlemme e Gerusalemme e trasmesso dalla RAI in Mondovisione, il Concerto alla presenza di Benedetto XVI. Per il suo eccellente livello artistico, l'orchestra è stata consacrata ambasciatore della Cultura e della Musica Italiana nel Mondo. A quell'introduzione di tutto rispetto seguì il pezzo forte della serata: il Magnificat di Johann Sebastian Bach, con il coro Marc'Antonio Ingegneri di Verona. Un Magnificat luminosamente potente, sontuoso, trionfale. Voci soliste da brivido: delle soprano, in particolare. L'atmosfera stessa portentosamente emozionante, anche se l'acustica non era di ottimo livello: oltre alle voci e alla musica vi contribuivano le luci soffuse, i dipinti alle pareti degli altari minori, le altezze vertiginose dei soffitti dipinti e decorati, le possenti colonne eburnee delle arcate del duomo, il profumo d'incensi. Erano anni che non ci andavo, al Concerto di Natale. Il tornarci, l'emozione del concerto: è stato un magnifico riprendermi qualcosa che conta. Decisamente, posso dire che mi mancava, quasi senza saperlo. Mi mancavo anch'io, assai: per non averlo saputo, per le volte in cui vi ero mancata.
(Giulia_live)
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Post n°1133 pubblicato il 06 Dicembre 2013 da Giulia_live
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L'approfondimento di un rapporto sentimentale si interrompe, a volte, per duplice inadeguatezza: da una parte una mancanza che può essere fisica, emozionale, razionale non tollerata dal partner, e dall'altra una mancanza di quella paziente disponibilità a stimolare il partner a migliorarsi e a crescere, pur conoscendone i necessari strumenti e le realistiche possibilità. In ogni ambito, d'altronde, ognuno riesce a esplorarne la profondità solamente fino al punto che già gli è conosciuto, o che gli è naturalmente congeniale: non può andare oltre, a meno che qualcuno - o qualcosa come un libro o una musica o un quadro, o anche una tragedia, o mille altre possibili realtà - non lo indirizzi correttamente, anche stimolandogli una viva immaginazione. Poiché è solamente la conoscenza che può aumentare l'ampiezza di un proprio orizzonte - e quindi il raggio d'azione - mentre è solamente la sensibilità che può riempirlo di sentimento, di significato e di colore.
(Giulia_live)
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Devo restare qui? Qui, ancora? Qui, senza dubbio? Qui, senza il condono? Qui, senza un barlume di speranza? Qui, o così… o così? Allora… allora lasciatemi prendere una calda copertina. Allora farò come fanno l’orso e la marmotta all’inizio dell’inverno: del sonno intreccerò le lunghe sognanti spirali, affinchè mi possano avvolgere e proteggere e custodire. O prima, o poi, la splendente primavera dovrà pur tornare.
(Giulia_live)
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Arriva e ti prende all'improvviso, o ti cattura a poco a poco. A nulla serve resistergli, e a nulla serve avere già razionalmente pianificato la tua esistenza escludendo un coinvolgimento sentimentale senza possibilità di sviluppi. E, per fermare quella sua irruente corsa che ti ramifica nel cuore, a nulla serve sapere che quell'amore è destinato a essere non corrisposto, ma solamente tuo.
(Giulia_live)
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Post n°1130 pubblicato il 03 Dicembre 2013 da Giulia_live
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A furia di usarli, quei tasti, quasi tutte le lettere della tastiera non si leggevano più. Lettere digitate migliaia di volte, consumate fino a svanire una alla volta, completamente: quante cose sono state scritte! Scritte: poi corrette, cancellate, cestinate, salvate, stampate, pubblicate, inviate. Oppure predisposte per una futura pubblicazione. Oppure tenute in serbo per essere lette solamente dalla persona speciale che le aveva ispirate. Oppure destinate a me soltanto, a quella parte di me che nessuno conosce. Ora ho comprato una tastiera nuova: nera con le lettere in blu, retro-illuminate. Non svaniranno più allo stesso modo: il loro destino è di morire un dato giorno a venire, ma tutte insieme, a prescindere da quanto saranno state usate. (Giulia_live)
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Cuore nuovo G. Lorca
Il mio cuore come una serpe
si è spogliato della sua pelle
e la tengo fra le mie dita
piena di ferite e di miele.
I pensieri annidati
nelle tue rughe, dove sono?
Dove le rose che profumavano
di Gesucristo e di Satana?
Povero involucro che opprimevi
la mia stella fantastica!
Grigia pergamena indolenzita
di ciò che volli e ora non amo più.
Ti appenderò ai muri
del mio museo sentimentale,
vicino ai gelidi e oscuri
gigli dormienti del mio male?
O ti metterò sopra I pini
-libro dolente del mio amore-
perché tu conosca I trilli
dell'usignolo all'alba?
Inviato da: cassetta2
il 11/09/2020 alle 10:42
Inviato da: passerosolitario1110
il 16/05/2018 alle 01:21
Inviato da: passerosolitario1110
il 16/05/2018 alle 01:21
Inviato da: giumadgl0
il 17/09/2017 alle 12:28
Inviato da: angelorosa2010
il 10/12/2015 alle 18:48