ROSSO DI SERA
FARO' IL GIRO DELLE INNUMEREVOLI STANZE, E IN OGNUNA DI ESSE... APRIRO' UNA FINESTRA
BE YOURSELF
Perchè voler sembrare straordinari, quando si può essere se stessi?
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Con il piede straniero sopra il cuore,
fra i morti abbandonati nelle piazze
sull'erba dura di ghiaccio, al lamento
d'agnello dei fanciulli, all'urlo nero
della madre che andava incontro al figlio
crocifisso sul palo del telegrafo?
Alle fronde dei salici, per voto,
anche le nostre cetre erano appese,
oscillavano lievi al triste vento.
Messaggi del 03/05/2012
Non entrava più luce dentro la stanza, i fiori purpurei appassivano anzitempo. Gli occhi scuriti di stupito dolore seguivano pensieri che s’arrampicavano sulla parete, per poi rimbalzare muti sul lucido pavimento. Nella penombra della sera la musica si mescolava al distratto tamburellare delle dita, esaltava i sospiri che fuggivano per incollarsi alla vita racchiusa nel bozzolo del sogno. E c’era un crepitio di grandine nel cuore, freddo e pungente, mentre cresceva il muro delle parole soffocate dall’orgoglio, del silenzio figlio delle lacrime ingoiate, del sospetto malcelato, del dubbio che rodeva come un tarlo impazzito. La tenerezza che aveva accompagnato ogni “nostro” sguardo, e parola, era ormai arretrata oltre un punto di non ritorno, portando con sé tutte le più dolci convinzioni. Cresceva l’abisso che ci stava separando, irto di negazioni dolorosamente patetiche e assurde, precipitandoci in un vortice di parole acute che più non toccavano, se non per ferire. E tutt’attorno ci fu il vento gelido delle incomprensioni, venne a sciogliere con violenza quei lacci che ci avevano lungamente avvinto. Fu così che il tempo si fermò per armarsi, e quando fu pronto ci divise: un taglio netto, feroce. Una cura draconiana che mandò entrambi all’ospedale delle persone speciali, arresesi alla disillusione. Ci mandò a sgravarci della tortura di un amore appassionato, e infinitamente generoso, e follemente cercato, e tuttavia troppo intenso per sopravvivere a lungo alla nostra diversa “libertà di amare”.
(Giulia_live, Confessioni di un'italiana) .
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Cuore nuovo G. Lorca
Il mio cuore come una serpe
si è spogliato della sua pelle
e la tengo fra le mie dita
piena di ferite e di miele.
I pensieri annidati
nelle tue rughe, dove sono?
Dove le rose che profumavano
di Gesucristo e di Satana?
Povero involucro che opprimevi
la mia stella fantastica!
Grigia pergamena indolenzita
di ciò che volli e ora non amo più.
Ti appenderò ai muri
del mio museo sentimentale,
vicino ai gelidi e oscuri
gigli dormienti del mio male?
O ti metterò sopra I pini
-libro dolente del mio amore-
perché tu conosca I trilli
dell'usignolo all'alba?
Inviato da: cassetta2
il 11/09/2020 alle 10:42
Inviato da: passerosolitario1110
il 16/05/2018 alle 01:21
Inviato da: passerosolitario1110
il 16/05/2018 alle 01:21
Inviato da: giumadgl0
il 17/09/2017 alle 12:28
Inviato da: angelorosa2010
il 10/12/2015 alle 18:48