ROSSO DI SERA
FARO' IL GIRO DELLE INNUMEREVOLI STANZE, E IN OGNUNA DI ESSE... APRIRO' UNA FINESTRA
BE YOURSELF
Perchè voler sembrare straordinari, quando si può essere se stessi?
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Con il piede straniero sopra il cuore,
fra i morti abbandonati nelle piazze
sull'erba dura di ghiaccio, al lamento
d'agnello dei fanciulli, all'urlo nero
della madre che andava incontro al figlio
crocifisso sul palo del telegrafo?
Alle fronde dei salici, per voto,
anche le nostre cetre erano appese,
oscillavano lievi al triste vento.
Messaggi del 24/09/2013
Arrabbiati, ti amo arrabbiato e ribelle, rivoluzione cocente, esplosione. Ho odiato il fuoco che dorme in te, sii di brace diventa una vena appassionata, che grida e s’infuria. Arrabbiati, il tuo spirito non vuole morire non essere silenzio innanzi al quale scateno la mia tempesta. La cenere degli altri mi è sufficiente, tu, invece, sii di brace. Diventa fuoco ispiratore delle mie poesie. Arrabbiati, abbandona la dolcezza, non amo ciò che è dolce il fuoco è il mio patto, non l’inerzia o la tregua con il tempo non riesco più ad accettare la serietà e i suoi toni gravi e tranquilli. Ribellati al silenzio umiliante non amo la dolcezza ti amo pulsante e vivo come un bambino come una tempesta, come il destino assetato di gloria suprema, nessun profumo può alterare le tue visioni, nessuna rosa… La pazienza? È la virtù dei morti. Nel gelo dei cimiteri, sotto l’egida dei versi si sono addormentati e abbiamo dato calore alla vita un calore esaltato, passione degli occhi e delle gote. Non ti amo oratore, ma poeta il cui inno esprime ansia tu canti, sebbene alterato, anche se la tua gola sanguina e se la tua vena brucia. Ti amo boato dell’uragano nel vasto orizzonte bocca tentata dalla fiamma, disprezzando la grandine dove giacciono desiderio e nostalgia. Odio le persone immobili aggrotta le sopracciglia, mi annoi quando ridi le colline sono fredde o calde, la primavera non è eterna il genio, mio caro amico, è cupo e i ridenti sono escrescenze della vita amo in te la sete eruttiva del vulcano l’aspirazione della notte profonda a incontrare il giorno il desiderio della sorgente generosa di stringere le otri ti voglio fiume di fuoco, la cui onda non conosce fondo. Arrabbiati contro la morte maledetta non sopporto più i morti. * Nazik al-Mala’ika
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Cuore nuovo G. Lorca
Il mio cuore come una serpe
si è spogliato della sua pelle
e la tengo fra le mie dita
piena di ferite e di miele.
I pensieri annidati
nelle tue rughe, dove sono?
Dove le rose che profumavano
di Gesucristo e di Satana?
Povero involucro che opprimevi
la mia stella fantastica!
Grigia pergamena indolenzita
di ciò che volli e ora non amo più.
Ti appenderò ai muri
del mio museo sentimentale,
vicino ai gelidi e oscuri
gigli dormienti del mio male?
O ti metterò sopra I pini
-libro dolente del mio amore-
perché tu conosca I trilli
dell'usignolo all'alba?
Inviato da: cassetta2
il 11/09/2020 alle 10:42
Inviato da: passerosolitario1110
il 16/05/2018 alle 01:21
Inviato da: passerosolitario1110
il 16/05/2018 alle 01:21
Inviato da: giumadgl0
il 17/09/2017 alle 12:28
Inviato da: angelorosa2010
il 10/12/2015 alle 18:48