La vita come viene

Milano col cuore in mano, questo e' lo stereotipo creato da centinaia di anni di storia a proposito del carattere dei milanesi.
Lavoratori, un po' rudi, molto materialisti e pratici ma generosi ed ospitali, "col cor in man".
Ed in poco meno di vent'anni, il cuore, si e' quasi del tutto rinsecchito.
Ed al suo posto e' spuntato un accendino. Uno di quelli che la settimana scorsa ha appiccato il fuoco alle tende gia' pronte ad Opera, alle porte di Milano, ormai quasi un quartiere periferico, pronte per ospitare degli zingari rom che erano stati sgomberati da un campo abusivo in via Ripamonti.
E non era una mano ignota. Era quella di quasi 400 abitanti di Opera che appena ha avuto notizia del campo provvisorio nel loro comune, ha pensato bene di invadere la sala del consiglio comunale e poi marciare verso le tende e godersi il rogo dopo averle incendiate.
Il mio amico Stefano che abita qui, in Porta Romana, ma che a Opera ci lavora, mi dice che il tutto e' stato fomentato da esponenti politici della Lega e di Alleanza Nazionale. E nonostante tutti abbiano visto, e quasi 400 persone non erano poche, non si trova nessuno che testimoni.
Stefano dice anche che il posto scelto per far sorgere il campo, e' su uno spiazzo di fronte a dei palazzi nuovi in costruzione, venduti poco tempo fa a carissimo prezzo per la posizione, vicino ad un parco, con la tangenziale a poche centinaia di metri ed il bus sul viale d'accesso.
Il sorgere del campo deprezzerebbe moltissimo il valore degli appartamenti e c'e' chi ha pensato di rimediare infischiandosene della legge e facendo valere quella del piu' forte, o del piu' furbo.
Nel frattempo da due settimane, i rom, un centinaio fra cui almeno 30 bambini, passano la notte in auto.
E ieri notte la temperatura e' scesa a -4.



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