La vita come viene

Dai campi di fragole accanto alla villa arriva un profumo meraviglioso.
I frutti maturi dopo una magnifica  giornata , l'ultima domenica di Aprile, caldissima, quasi estiva, nella sera tiepida inondano con la loro fragranza  il giardino della villa che mi ospita.
E di ritorno dalla cena al ristorante mi piace indugiare in giardino con quel profumo a carezzarmi.
E' un profumo che sa di cose buone, sa delle carezze della mamma di quando ero bambino, delle corse nei campi di grano maturo, del frutteto sulla collina che porta a Martina Franca.

Di quando pensi che sarai giovane per sempre, che tutto il mondo e' buono ed aspetta senza fretta che tu cresca per proclamarti Re o Imperatore.

Poi crescendo scopri che il mondo e' un posto osceno e che tutti sono pronti a sbranarsi fra loro per un'auto piu' grande, una casa piu' grande o un grammo di potere in piu'.

E scopri che i buoni sono solo rari e sperduti angeli di altre dimensioni che non trovano piu' la via per il ritorno.
E vagano stupefatti fra le nostre miserie, fra le nostre lotte egoiste, meschine ed effimere.

Cerco di ricordare il momento in cui ho perso il contatto con quel profumo, con quel mondo perfetto che qui non esiste.
Mentre inseguo questi pensieri, fra i bassi filari di fragole vedo delle luci che in un primo momento scambio per la luce incerta di una torcia.
Ma avvicinandomi le vedo danzare con brevi ed eleganti scatti a trenta centimetri da terra.
Sono lucciole.
Da quanto tempo che non le vedevo, almeno 18 anni.
Non ci avevo piu' neanche pensato a loro.
Nelle estati passate nella casa al mare erano compagne abituali delle notti estive, semplici e naturali come il paesaggio.
Rivederle ora mi fa uno strano effetto, sembra quasi che mi chiamino, che vogliano ancora danzarmi intorno come allora, riprendere un discorso interrotto.
O ammonirmi di non perdere la fiducia nell'uomo, nel mondo.
Perche' ogni tanto s'incontra un angelo sperduto, che ci ricorda che questo sporco mondo puo' essere meraviglioso.