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UOMINI, NON BUROCRATI.

Post n°547 pubblicato il 29 Dicembre 2006 da ventodamare
 

 

immagineLe leggi italiane sicuramente non permettono di staccare una simile spina senza rischiare penalmente.
Ma io mi chiedo se non ci si possa accostare a questo argomento molto delicato, dal punto di vista umano, del buonsenso, dal punto di vista dell’uomo che prova l’umana pieta’.
Le leggi, per quanto interpretabili, sono un atto freddo, burocrate ed impersonale. Ma le leggi le fanno gli uomini, e se sicuramente vanno rispettate, si possono anche cambiare.
Io non dimentichero’ Welby fra tre giorni, e neanche fra tre mesi.
Io ho un cugino nelle sue stesse condizioni, e la distrofia ha bloccato tutti gli arti e comincia a bloccare i muscoli involontari della respirazione. Fra qualche mese si ritrovera’ come Welby, e credetemi, io ci penso da vent’anni a quel momento. Uscite fuori dagli schieramenti politici, ideologici e preconcetti. E pensate come uomini veri. Pensate se fosse un vostro caro, paralizzato ed attaccato da anni ad un respiratore artificiale, e senza nessuna speranza di guarigione a chiedervelo. Pensateci, mentre vedete la malattia bloccarlo progressivamente e farlo soffrire soprattutto dentro. Distruggere ogni speranza a cui ci si e’ aggrappati per anni. No, non c’e’ cura e morira’ prima che venga scoperta se mai lo si fara’.
immagineUn giorno di una calda estate, chiacchieravamo in piazza, lui sulla sedia a rotelle ed io sulla panchina.
Parlavamo di imprese eroiche, di trasvolatori oceanici, quando volare era un atto di grande coraggio. Di esploratori, che avevano dato la vita per la loro fame di conoscenza. Di soldati ed atti di eroismo. E lui mi disse: "Sai quale sarebbe la mia impresa eroica? Fare un giro qui in piazza come una persona normale, un semplice giro, una passeggiata che non faccia fermare gli altri al mio passaggio, che non produca un ronzio elettrico, che non faccia sbocciare sguardi nascosti di compatimento malcelato."
Ho ricordato un'altro nostro discorso su una panchina in un parco, Pierre aveva nove anni ed io otto, avevamo giocato a calcio e ci riposavamo. Lui aveva gia' grandi difficolta' motorie, e mi chiese: "In Francia ho visto un film di un bambino che dopo tanto allenamento, diventava bravissimo e non potevano piu' metterlo in panchina. Quando guariro' mi allenero' tanto anche io. Pensi che posso diventare bravissimo anche io?"
Man mano che cresceva e diveniva chiaro il suo destino crudele, ho ripensato tante volte a quella ingenua domanda a cui non seppi rispondere.
E mi chiedo cosa ha provato quando ha capito che non si sarebbe mai piu' allenato.
La vita e' nostra ed appartiene a noi, e se non e' dignitosa, non e' vita.

.

 
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Commenti al Post:
viola.15
viola.15 il 29/12/06 alle 10:04 via WEB
Il precludere al soggetto la possibilità di poter scegliere cosa fare della propria esistenza, non è indice di un paese civile. Veniamo al mondo senza avere alcuna voce in capitolo, senza poter decidere se nascere o no... sarebbe giusto se potessimo almeno decidere se, quando e come lasciarlo, questo mondo... quando il destino ci costringe a vivere un'esistenza che non può più considerarsi vita! Capisco quello che provi, io ho visto morire tante persone care per mali incurabili.... e la cosa peggiore per chi vive queste situazioni, è il sapere di non avere un futuro, il sapere che la tua vita è comunque arrivata al capolinea, e non per colpa tua..... Ti auguro un buon 2007, un abbraccio, ciao
(Rispondi)
 
 
ventodamare
ventodamare il 29/12/06 alle 10:34 via WEB
Pensiamo se succedesse a noi. Vorremmo vivere dei giorni pieni solo di grigia sicurezza che la speranza e' morta per sempre? Di dolorose mancanze delle cose piu' semplici come non poter neanche bere un bicchier d'acqua da soli? Buon Anno.
(Rispondi)
 
pulcenelcuore
pulcenelcuore il 29/12/06 alle 10:20 via WEB
ogni tanto quando leggo qualcosa provo una sensazione strana, forse un brivido o forse qualcosa di simile. ecco ora leggendo qui la stessa cosa. mi vergogno un poco che chi vorrebbe amare la vita in modo diverso non puo farlo, e chi chi una bella vita ce l'ha tra le mani, ha sempre i chiuso come per non volerla.
(Rispondi)
 
 
ventodamare
ventodamare il 29/12/06 alle 10:37 via WEB
Forse per uscire dagli schemi occorrerebbe provare in prima persona, ma non lo auguro a nessuno, nessuno.
(Rispondi)
 
carpediem56maestral0
carpediem56maestral0 il 29/12/06 alle 10:26 via WEB
Il caso W. fà ancora una volta emergere la dicotomia tra il popolo italiano e la "sua" classe politica...com'è che tutti quelli che sento o che leggo sostengono le ragioni del libero arbitrio, della dignità di scelte individuali che non obbligano nessun'altro e il nostro parlamento, come se appertenesse allo Stato della Chiesa, non ha il coraggio di essere laico? C'è qualcosa che non và...a meno chè la cosidetta maggioranza silenziosa esista davvero e tutti quelli che conosco o frequento siano la "minoranza rumorosa"....mah! intanto chi vive il dramma sulla propria pelle rimane costretto alla clandestinità, alla speranza di avere accanto, nel momento decisivo, qualcuno che abbia il coraggio e la forza di "aiutarlo"....un abbraccio grande
(Rispondi)
 
 
ventodamare
ventodamare il 29/12/06 alle 10:41 via WEB
No, non tutti sono per il libero arbitrio. Se leggi, anche nei blog c'e' chi non lo e'. La verita' e' che la chiesa e' radicata nel potere italiano direttamente ed indirettamente e per questioni di poltrona c'e' chi decide di obbedire. Rispondo al tuo abbraccio.
(Rispondi)
 
Billieholiday
Billieholiday il 29/12/06 alle 10:26 via WEB
Mi chiedo leggendo le tue parole, se mai si potrà arrivare alla condizione di decidere qualcosa con il cuore aperto, senza pensare a cosa sia politicamente corretto o cosa convenga per tornaconti bassi e meschini. Fermarsi in silenzio a pensare, scevri da ogni condizionamento, liberi. Basterebbe immedesimarsi, vivere quella condizione solo cinque minuti e ritrovare in noi, nel nostro profondo, quella "umana pietà" che non conosce dogmi o regole, la nostra coscienza e la nostra pietà....solo questo.
(Rispondi)
 
 
ventodamare
ventodamare il 29/12/06 alle 10:46 via WEB
Le parole che piu' colpiscono vengono da chi ha rifiutato i funerali religiosi a Welby. E sono gli stessi che si riempiono la bocca di parole come umilta', poverta', carita' e pieta' mentre vivono nel lusso sfrenato fra porpore rosse, tessuti pregiato fregi d'oro ed anelli con pietre preziose. Quelle parole sono vuote, un guscio ipocrita come la loro dottrina. Se il loro Cristo fosse qui, li scaccerebbe come i mercanti dal tempio.
(Rispondi)
 
eccomiqui4
eccomiqui4 il 29/12/06 alle 10:42 via WEB
Tu sai già bene come la penso. Purtroppo non veniamo chiesti se vorremmo essere nati ne abbiamo la libertà della decisione di andarsene o no. Non importa la sedia a rotelle quando si sente ancora ben vivi (ricordo una mia amica tedesca ... è in sedia a rotelle e in uno stato incredibile ... ma con tanta tanta voglia di 'vita normale' quanto possibile ... ed è poco, pochissimo). Lei è ancora giovane ma con gli anni perderà la voglia, accorgendosi sempre di più di perdere forza. E anche lei mi ha detto che poi vorrebbe essere libera a fare una decisione.
La legge è sempre fredda, sono parole su carta paziente. Purtroppo.
(Rispondi)
 
 
ventodamare
ventodamare il 29/12/06 alle 10:49 via WEB
Anche io conosco disabili in carrozzella che hanno accettato serenamente il loro destino, ma non sono distrofici. La Distofia muscolare e' come un veleno paralizzante che ti preclude man mano di fare le cose piu' elementari, tranne che pensare. E quando sei paralizzato e pensi, quei pensieri sono un abisso di orrore.
(Rispondi)
 
 
 
eccomiqui4
eccomiqui4 il 29/12/06 alle 21:45 via WEB
Lo so ... non c'era bisogno di una spiegazione, credimi. Quella amica era soltanto un esempio forse un po sbagliato. Null'altro.
(Rispondi)
 
lenin1986
lenin1986 il 29/12/06 alle 11:24 via WEB
Anche io ho il terrore di rimanere rilegato ad un letto…il mio terrore non è tanto la diversità, ma la solitudine e il veder davanti a me un mondo dinamico a cui non sono nemmeno spettatore…forse sono stato crudele in queste parole e di certo non aiutano chi ha già difficoltà, ma credo che sia il problema che mi porterebbe a chiedere di staccare la spina…probabilmente non avrei nemmeno il coraggio di welby di diventare un simbolo per il diritto di tutti pagando con 3 mesi di dolore questa scelta…non so…è difficile anche da immaginare…l’unica cosa certa è che tutti devono poter decidere della propria vita, nessuno deve essere condizionato da una concezione irrazionale della vita che inculca una religione a cui non tutti fanno affidamento…costringere una persona a vivere nel dolore è come costringere una persona a morire…
(Rispondi)
 
 
ventodamare
ventodamare il 29/12/06 alle 13:41 via WEB
Anche il papa precedente rifiuto' un ulteriore ricovero e cure intensive, disse "Lasciatemi andare" e lo accontentarono. Serve una legge ben fatta.
(Rispondi)
 
nenicchia
nenicchia il 29/12/06 alle 12:34 via WEB
pelle d'oca, tanti dubbi, quanto è grande la nostra pochezza... Ti condivido, ti saluto, ti bacio
(Rispondi)
 
 
ventodamare
ventodamare il 29/12/06 alle 13:42 via WEB
Grazie, un sorriso :-)
(Rispondi)
 
indianina67
indianina67 il 29/12/06 alle 15:10 via WEB
Anni fa ho perso un caro amico per una malattia degenerativa, l'amiloidosi. Eravamo in Belgio, in attesa di un trapianto di fegato, e facevamo gli scemi con la sedia a rotelle. "Quando potrò ricamminare vedrete che... quando potrò tornare in bici vi farò vedere io..." E invece niente. E ti ritrovi davvero a pregare affinché qualcuno metta la parola fine ad una vita che di vita non ha nient'altro che la sofferenza. E, come Welby, lui era il primo a voler porre fine a tutto. Per fortuna qualcuno gli ha dato ascolto.
(Rispondi)
 
 
ventodamare
ventodamare il 29/12/06 alle 16:21 via WEB
E' stato fortunato, se e' quello che voleva trovandosi in quelle condizioni.
(Rispondi)
 
morganablack79
morganablack79 il 29/12/06 alle 15:38 via WEB
stare a questo mondo senza avere la possibilità di vivere sul serio non deve essere una cosa bella!ad ogni soggetto capace di intendere e di volere deve essere data la possibilità di scegliere cosa fare della propria vita!ma,nn ti nego ke,se mi trovassi in una situazione simile ke coivolgesse me stessa o una persona a me cara,veramente non saprei cosa fare!quattro anni fa ho visto spegnersi nel giro di soli 3 mesi una cugina malata di cancro alle ossa...gli ultimi giorni li ha passati nel letto imbottita di morfina e nonostante tutto,con dolori laceranti e immobilizzata!ricordo che in quei giorni il suo più grande desiderio era farsi una passeggiata in giardino...la vedevo soffrire e fu allora che cominciai a kiedermi,da credente quale mi ritengo,perchè quel Dio tanto buono e umano che conosciuto al catechismo da bambina potesse volere una cosa simile per una ragazza dolce e buona e di soli 23anni...cominciai a convincermi del fatto che sarebbe stata più dignitosa una morte improvvisa che una lenta e lunga che ti porta a divenire un vegetale spesso compatito da gente che,come spettatori in un circo,ti accerchiano in attesa dell'ennesima attrazione!egoisticamente,in quei giorni ho pensato che mia cugina meritasse una vita dignitosa ma,anke una morte dignitosa...alla fine,però,so solo che quando è morta avrei voluto che anke se non più come prima,lei fosse restata con me!Caro ventodimare,in merito alla questione,dunque,che ormai da tempo mi prende spesso molto tempo mentale,non so ancora dirti di preciso come la penso...forse la mia anima non è ancora così matura e forte da prendere una decisione!ora come ora posso dirti solo che la vita è bella e ke vale la pena viverla dignitosamente...ma,sento anche di dirti che la speranza è l'ultima a morire e finchè si è in vita vale la pena lottare!mia cugina ha lottato fino alla fine...con lo sguardo ci parlava anke quando ormai la parola l'aveva abbandonata...quando,poi,ci ha lasciati,anche se affranti dal dolore,ci consolava magramente l'idea di aver fatto tutto quello che avevamo potuto e che forse c'era da fare!un abbraccio e buon 2007!!morgana
(Rispondi)
 
 
ventodamare
ventodamare il 29/12/06 alle 16:24 via WEB
La speranza e' l'ultima a morire dici tu, giustamente. Ma bisogna distinguere caso per caso, molto attentamente. Perche' chi si vuol suicidare non puo' essere equiparato a chi non ha altra prospettiva che una lenta, dolorosa ed inumana agonia, senza speranza. Ti riabbraccio.. :-)
(Rispondi)
 
danclau
danclau il 29/12/06 alle 17:24 via WEB
Su questo post poco appropriato ti lascio gli auguri di un buon Anno nuovo sperando che determinati aspetti della nostra realtà divengano migliori e più vivibili.. un salutone dany
(Rispondi)
 
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