Creato da middlemarch_g il 24/01/2008
'Fallisci meglio' è il mio secondo nome
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Messaggi del 07/02/2009
Ogni tanto vado a temi. Un paio di settimane fa c'era stato il trittico antipapista. Stavolta tocca al nuovo continente. Insomma ce l'ho ancora con gli americani. Ieri sera ho visto ER. Come quasi tutti gli anni c'è una new entry: un pischello appena arrivato in sala operatoria che fa inenarrabili casini amorevolemente e/o acidamente ripreso da quegli stessi medici che nella serie precedente interpretavano a loro volta la parte dei pischelli, ma che nel frattempo sono cresciuti in fede, speranza, carità e competenze clinico-diagnostiche. Per migliorare il turnover degli avvicendamenti, quelli che sono arrivati a un eccellente grado di sapienza medica da più di 3 serie consecutive, esaurite tutte le opportunità di copule intra-moenia col personale paramedico, concludono orribilmente la propria esistenza fra mille sofferenze. Non uno che se ne sia andato, cheneso, di infarto fulminante senza preavviso o dando una craniata sul wc dopo aver pestato inavvertitamente la saponetta. Macchè. Si va dal tumore cerebrale che s'è portato via il dottor Green in un'agonia di almeno 7 o 8 puntate, allo schianto dell'elicottero in pieno cortile che ha atomizzato al suolo il dottor Romano, il quale per inciso, un paio di serie prima, aveva avuto il braccio destro mozzato da un precedente elicottero. Non so se lo stesso che poi ne fa carne trita precipitando in cortile. La cosa non viene specificata. Faccio dell'ironia perché secondo me per anni è stata una serie magnifica. Ma ormai è storia passata, e certe cose bisogna pur dirsele. Insomma ieri il pischello di turno, rosso e imbarazzato, ferma la dott.ssa Lockart e le dice: vuole uscire con me? Una pizza, un cinema, qualcosa insomma? E lei, sollevando la mano sinistra e mostrando il dito anulare con fare solenne e un sottinteso di amaro rimprovero, risponde: sono sposata. La capacità di notare i dettagli può salvare una vita umana. E anche evitare una brutta figura. Ah si? In America una donna sposata non può nemmeno prendere in considerazione l'idea di una cena con qualcuno che non sia suo marito senza alludere a un contorno di fiamme dell'inferno? Cioè l'idea di interagire in un qualsiasi genere di dinamica relazionale ludica e non professionale, equivale integralmente al tradimento? Ma pensa un po'. Buono a sapersi. Mi starebbe anche bene se solo non sapessi che questa gente quando pensa, diciamo ad esempio ai talebani, li giudica figli di una cultura inferiore semitribale. Sarà vero. Però almeno loro lo dicono apertamente. La legge di Dio e quella dell'Uomo sono la stessa cosa. Agli americani invece questo genere di accostamento piace meno. Loro si sentono diversi perchè le leggi di Dio se le portano iscritte nei codici di comportamento invece che nella costituzione. Ma mi facciamo il piacere, mi facciano. E qualcuno gli spieghi che non è il bit l'unità con cui si misura il livello evolutivo di una civiltà. |
Post n°430 pubblicato il 07 Febbraio 2009 da middlemarch_g
Prima di questo, all'incirca una annetto fa, avevo un altro blog. Tristissimo. Non so bene perché mi fosse uscito così, ma era proprio emaciato. Depresso. Anemico. Infatti campò appena due mesi, e poi spirò in un turbinio di tango e camelie, perché a me le cose semplici e sotto-le-righe non mi si addicono. Si sa. Impossibile disinstallarmi il software Margherita Gautier. Ci ho ripensato giorni fa perché in quella trentina di post che scrissi per il de cuius ce n'era anche uno in cui parlavo del Diavolo veste Prada. Mi ricordo che all'epoca m'aveva colpito soprattutto per l'esaltazione di uno stile di vita allucinante che identifica il senso della propria identità con il lavoro e la carriera fino al totale sacrificio di qualsiasi valore alternativo. Una delle tante lezioni di vita del cazzo che abbiamo imparato dagli americani. C'è una battuta di Stanley Tucci che dice all'incirca: il primo indicatore del successo è la famiglia. Quando la tua vita privata va a puttane, vuol dire che sul lavoro hai sfondato. E vabbè, contenti voi, contenti tutti. A me, visti da qui, non sembrate davvero molto contenti. Ma magari sbaglio. Del resto, è pieno il mondo di gente che piuttosto che mettere in discussione le sue priorità preferisce spirare di angina pectoris a 45 anni. Quando l'ho rivisto un paio di settimane fa invece, mi sono sopresa di notare cose che la prima volta m'avevano colpito meno, il che è davvero strano considerato il tipo di argomenti che focalizzano il mio interesse. In particolare il culto ossessivo del peso. Ci sono un paio di battute che avrebbero l'ambizione di farti ridere se solo non sapessimo tutti quanto poco ironiche suonano per buona parte dell'umanità. Nella prima Andy, seconda assistente di Meryl Streep, incontra Emily, prima assistente, e le fa un complimento surreale: come sei magra! Emily umida di felicità le risponde: sto facendo una nuova dieta. Non mangio niente, e quando sento che sto per svenire butto giù un pezzo di formaggio! E nella seconda sempre Emily, incazzata come una biscia con Andy che le ha fregato il posto di prima assistente e il viaggio a Parigi, le sputa in faccia: sai cosa mi fa impazzire? Che a te di tutto questo non importa niente! Tu sei una che mangia carboidrati! Ho pensato che sarebbe un bel titolo per un'associazione culturale. O al limite anche per una commissione parlamentare, in fondo perché no? Donne che mangiano carboidrati. E non solo. Che amano. Che se la godono. Che si divertono. Che scopano. Che sanno stare al mondo a differenza di voi dannate imbecilli frigide. D'accordo, nel caso della commissione parlamentare magari il nome si può accorciare, o eventualmente ridurre ad acronimo: DMCENSCACSGCSDCSCSSAMDIF. Scorre bene e non suona peggio di un qualsiasi codice fiscale, no? E non ha manco i numeri, così è anche più facile da memorizzare. E' stato un bel monito, devo dire. Anch'io ogni tanto casco nella vertigine della disaffezione per il mio corpo, e non dovrei farlo, lo so, perché comunque il rischio di ingrassare mi atterisce meno della metà di quanto mi facciano spavento queste legionarie anorgasmiche della caloria. Per cui: ce lo diciamo tutte, per favore? Ce lo ripetiamo finchè non abbiamo interiorizzato il concetto? Che ci piace vivere, che ci piace godercela, che ci piace il sesso, che non abbiamo terrore dell'intimità, che sappiamo amare, che sappiamo esserci, che sappiamo finire quando il caso e poi ricominciare? Perché tra il peso e tutte queste belle ambizioni c'è una relazione forte, importante, saporita. E secondo me se ce lo diciamo insieme funziona prima e meglio. Orgoglio carboidrato. |
Post n°429 pubblicato il 07 Febbraio 2009 da middlemarch_g
Ieri sera ero tutta intenta alla preparazione di un piatto complicato: riso basmati con burro e parmigiano. Non vi sembra complicato? Si, immagino, siete tutti bravi coi mestoli degli altri. Ma col basmati è un'altra cosa. E' uno strano tipo di riso, termicamente ipersensibile, diciamo. Per passare dallo stato al dente a quello stracotto, e da stracotto a porridge, ci mette un'unità di tempo non rilevabile da cuoca umana. Se non sei pronto a scolarlo come un velociraptor incazzato, te lo ritrovi in uno stato tale che ti rimane solo da dichiarare l'ora del decesso. Insomma ero molto concentrata. Per cui come al solito, il telegiornale costituiva solo un brusio di sottofondo. L'unica cosa che avevo capito orecchiando il sommario un minuto prima, è che sarebbe stata un'edizione pressochè monotematica. Si parlava di una cosa sola, una cosa che non intendo nominare perché se non la sapete - ma ne dubito - vi basta aprire un attimo l'edizione online del Corriere o della Repubblica per esserne informati. Le ragioni per cui non voglio parlare di questa cosa sono diverse: perché se ne parla già troppo e quasi sempre a cazzo, perché ormai è diventato materiale fecale da talk show, perché mi strozza il plesso solare, e perché questo blog è l'ultimo posto al mondo dove abbia senso affrontare una questione di portata simile. E anche per rispetto, si. Non ci starebbe male il rispetto, tanto per cambiare. Quello che ho sentito mentre seguivo la cottura del basmati non ha a che fare con il fatto in sè - di cui appunto non voglio parlare - ma con certe procedure costituzionali che accompagnano il decorso degli eventi. Magari ho capito male. Non è facile farsi una corretta opinione mentre si segue il basmati sul fuoco. E insomma a un certo punto giurerei di aver sentito il primo ministro minacciare il presidente della repubblica. Era proprio incazzato. Ho sentito distintamente le parole: se il presidente della repubblica non firma..., e di seguito un'espressa minaccia procedurale. Senza contare che insieme alle parole ho rilevato i gesti, la mimica, il tono e la vocazione aggressiva. Una cosa che faceva una certa impressione. Non da parte dell'ometto che le ha pronunciate - ché quello non mi farebbe impressione manco a capo di un esercito ugrofinnico - ma da parte di un uomo che ricopre l'incarico che occupa lui. Il nostro presidente del consiglio non è solo un patetico buffone con un senso dell'umorismo da IV elementare. E' anche uno che si permette di minacciare una carica istituzionale superiore alla sua perché non si piega alle indicazioni del governo. Chè in una repubblica seria si può contestare la mancata firma, ci mancherebbe, specie su un tema delicato come questo. Dopodichè si prende atto che così è stato, con dignità. E semmai si tentano altre strade. Non si minaccia. O almeno non si dovrebbe. Anche perché sarebbe auspicabile una certa coerenza di valutazione: quando il presidente della repubblica ha firmato il lodo Alfano, il primo ministro sembrava ritenenerlo abbastanza attendibile, per dire. E' inconsueto che nel giro di qualche mese abbia preso a considerarlo come un vecchietto rincoglionito. Un'ultima cosa, con cui forse un pochino mi accosto al tema di cui non voglio parlare, ma ci metto un secondo e poi chiudo. Ho letto del plauso del Vaticano alla determinazione del governo nel tentare di bloccare tutta questa faccenda. E spero solo una cosa. Spero, davvero spero, che questa schiera di eroici difensori della vita che si sta battendo a sangue impegnandosi in estenuanti sedute per impedire che le cose seguano il loro corso con una solerzia che raramente gli abbiamo visto mettere in atto, stia agendo in sincera coscienza rispondendo solo a un puro imperativo interiore. Perché se per caso esce fuori che qualcuno di voi non agisce del tutto limpidamente, e contribuisce a straziare oltre l'immaginabile una famiglia già martirizzata solo per tornaconto personale e per vedere il proprio nome della lista di quelli per cui il papa pregherà negli anni a venire, be', ricordatevelo: non ci dimenticheremo di voi. Il giorno in cui si deve rendere conto di sè e dei propri atti arriva per tutti. E a quel punto non vorrei essere nei vostri panni. |
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