Creato da middlemarch_g il 24/01/2008
'Fallisci meglio' è il mio secondo nome
 

Messaggi di Giugno 2008

Wanted

Post n°127 pubblicato il 25 Giugno 2008 da middlemarch_g

Ieri ho fatto una cosa che non mi capitava da una ventina d’anni, o giù di lì. Ho preso appuntamento con un centro estetico per perdere qualche chilo. Diciamo quattro. Poi se sono sei, non sarò certo io a lamentarmi.

Mentre ero in attesa della linea con la musichetta in sottofondo, mi sono tornate in mente una serie di immagini del mio passato, quando dimagrire mi sembrava un’esigenza così vitale da credere che non ci fosse niente di più importante al mondo. Bisogna essere imbecilli per ridursi così. Io ero imbecille di sicuro. Non capivo che il grasso ce l’avevo in testa. Non mi sarei piaciuta né con 4 né con 40 chili in meno. Diciamo pure che sono una miracolata  dell’anoressia. Perché le premesse insane per prendere una bruttissima china c’erano tutte.

Poi, vai a sapere perché, c’è un dio minore che sceglie di proteggere qualcuna di noi a scapito di altre, e  che quando comincia a prendere una brutta piega con regimi asfittici da 600 calorie al giorno, la prende a calci nel culo finchè non trova il coraggio di mettere in bocca qualcosa e restituire un minimo di calore vitale ai suoi organi interni.

Perfino oggi, all’interno della donna sana ed equilibrata che sono, c’è una parte  infinitesimale e periferica, nebulosa ed occultata, vecchia e triste, che in qualche modo si vergogna. Perché non è stata capace di compiere l’eroismo di lasciarsi morire di fame. Valle a dire che è pazza. Non lo dovete dire a me, io lo so. Lo dovete dire a lei. Semmai.

Insomma nell’attesa della linea mi chiedevo: perché le donne possono ridursi così? E penso che una possibile risposta possa stare in questo: mentre parlavo con la cortesissima segretaria prodiga di dettagli sula natura del trattamento, avendole chiesto se potevo pagare con carta di credito o bancomat perché nel portafoglio non ho mai un soldo bucato, mi sono sentita rispondere: la prima visita è gratis. Facciamo tutti i controlli del caso per evidenziare quali siano le zone maggiormente incriminate.

Incriminate. Oggi mi viene solo da ridere, e parecchio anche. Oggi ci vedo tutta l’ironia del caso.

A sedici anni invece non è così facile mandare giù l’idea di dover convivere con un corpo criminale.

 
 
 

Troppo anche per lui

Post n°126 pubblicato il 23 Giugno 2008 da middlemarch_g
 

Ne parlo spesso male, vero? Anzi, malissimo.

Il bavarese di piazza san pietro non è in cima alla lista delle mie preferenze, e del resto nessuno di quelli che l’hanno preceduto nell’incarico ha mai suscitato in me particolari vampate di entusiasmo.

Però devo dire che oggi sono rimasta colpita. Avrete seguito i conturbanti contorni dell’affaire, immagino. Silvio non può fare la comunione, e questo lo disturba. E Silvio è fatto così: quando una cosa lo disturba, si rivolge acchididovere. Per dire: se ha un processo pendente nel corso del quale potrebbe essere chiamato a rispondere di certe cosucce poco trasparenti e comunque del tutto personali, non la mette giù dura. No. Lui scrive al presidente della Camera e risolve la cosa buttandola in caciara. Perché non c’è niente come dare una questione rilevante per le sorti del paese in pasto ai nostri parlamentari per buttarla in caciara. Del resto loro sono fatti così. So’ ragazzi.

Stavolta però gli è andata male, forse perché Ratzinger ha uno spessore politico superiore a quello di Schifani. E insomma gli ha risposto picche. I divorziati sono peccatori, eccheccacchio. I divorziati si accontentino del desiderio di comunicarsi cui non può seguire l’empirica concretizzazione. E soprattutto - e questo lo ha ribadito Casini che ha il dentino avvelentato sebbene si noti pochissimo, anche in virtù del fatto che non se lo caga più nessuno – perché le leggi della Chiesa le fa il papa, non Berlusconi.

Insomma, il pontefice e i suoi scherani hanno ribadito un’elementare verità: le necessità della Chiesa e quelle del secolo sono due universi tangenti che non si incontrano mai e che non hanno niente a che spartire.

Io sono d’accordo, figurarsi, d’accordissimo. Quello che mi deprime davvero è dover prendere atto che vivo in un paese che si riduce a prendere lezioni di laicità dal papa.

Lo sentite questo frastuono all'orizzonte? Non è un temporale. E' Voltaire. Che si rivolta nella tomba.

 
 
 

The dark triad

Post n°124 pubblicato il 19 Giugno 2008 da middlemarch_g
 

Io mi diverto molto quando certi assunti da trionfo del luogo comune, buoni al massimo per passare un pomeriggio di gnagna al bar, assurgono a ipotesi scientifiche perché qualche augusto istituto accademico finanzia una ricerca sul tema. Non perché le ricerche in sé debbano essere necessariamente inattendibili - magari quello che affermano è anche vero - ma perché quasi sempre il rilevamento di un’evidenza empirica viene poi brandito come conferma della logica intrinseca del luogo comune di partenza, secondo una derivazione causa-effetto che suona scontata perfino per gli ultimi cultori del meccanicismo puro, ammesso che ce ne siano ancora in giro. Per cui figuriamoci per gli altri.

Facciamo un esempio. Oggi su New Scientist - che è un autorevole periodico peer reviewed, non una cosetta pizza e fichi che comprate dall’edicolante di fiducia tipo Riza Psicosomatica – c’è un articolo secondo cui sembra proprio accertato che gli uomini con un lato oscuro della personalità cucchino molto di più dei bravi ragazzi. Avete presente quella storia con cui ci sfiniscono fin dalla prima età del Ferro, secondo cui se sei dolce, tenero, carino e premuroso, non ti cagherà nessuna neanche di striscio. Mentre se fai il maledetto, sporco e bastardo, ti ritroverai le mani piene di gnocca da non sapere più a chi dare i resti? Ecco, quella storia lì. Gli adepti della mia generazione lo chiamano il Teorema Ferradini, perché non provate neanche a negarlo, prendi una donna, trattala male, l’abbiamo cantata tutti a 16 anni e con un buon margine di intimo convincimento.

L’articolo in questione individua i 3 tratti essenziali alla definizione dell’ontologia del bastardo, ve li elenco perché possiate fare un rapido raffronto e verificare come state messi in proposito. Primo: essere egomaniacamente pieni di sé. Secondo: andare alla spasmodica ricerca di emozioni forti mostrando al tempo stesso sostanziale insensibilità per quelle degli altri. Terzo: fare uso sconsiderato e fondamentalmente strumentale del machiavellismo dialettico e di pensiero.

Quello che non capisco è come da tutto ciò possa derivare la conferma del luogo comune di partenza. Ovvero: le donne sono attratte dagli stronzi perché sono creature incapaci di badare a se stesse e di tutelare i proprio interessi.

Secondo me invece le donne vorrebbero essere attratte e basta, e questa cazzata tenta semplicemente di occultare che abbiano desiderio di un’attività sessuale ricca e appagante a favore di qualche poetica cagata che avrebbe fatto vomitare anche Carolina Invernizio. Le povere creature non chiedono che un compagno fedele e innamorato! Un marito presente! Un  padre affettuoso per i loro figli! E invece finiscono per cadere nelle orribili trame di individui perversi che strappano loro con l’inganno quel che hanno di più caro al mondo, per poi dileguarsi nell’ombra. E il bello è che sono le donne per prime a convincersi di queste cazzate. Per cui siccome vengono catechizzate a credere di volere ciò che in effetti non desiderano – o almeno non come alternativa assoluta al sesso – poi la psicosi che ne consegue è inevitabile. Perché sebbene le due cose siano altrettanto importanti, in termini evoluzionistici il Sesso precede la Sicurezza. Se offri un futuro insicuro ai tuoi figli, hai il 50% di possibilità di vederli sopravvivere. Ma se ti neghi il sesso, di figli non ne avrai mai, e la possibilità di garantire la continuità della specie scende a zero. Punto.

Io non mi stupisco di vedere le donne preferire il modello dello stronzo quando l’alternativa è un bovino in pantofole che sbava addormentandosi di fronte alla televisione. E mi disturba quando si cerca di insinuare che è perché non sanno fare i propri interessi e hanno una speciale abilità a rovinarsi con le proprie mani. Magari un po’ inconsciamente, ma sanno benissimo quello che vogliono. E per fortuna. Basta cominciare a dirlo. E smetterla una buona volta di vergognarsene.

 
 
 

Basta pochissimo per essere felici

Post n°123 pubblicato il 18 Giugno 2008 da middlemarch_g

Ho fatto una pizza. Di nuovo. Però stavolta l’ho inserita nel forno in modo corretto, adagiata come una regina persiana su un tappeto di alluminio. Non contenta, l’ho perfino arricchita con sfoglie sottilissime di caciotta e qualche fettina di speck. Quando è uscita, dieci minuti dopo, era un miracolo di appetitosa croccantezza. Ed è stato in quel momento che ho capito che la serata partiva sotto ottimi auspici.

Ho avuto conferma che girava per il verso giusto quando ho visto Ribery intorcinarsi in terra e ho ascoltato col dovuto rispetto il parere professionale di mio marito. Che fa l’ortopedico, ed è un signor chirurgo. E che con l’occhio clinico che molti gli invidiano appena ha visto la zampetta del povero Franck toccare terra ha commentato ‘dategli degna sepoltura’. Riferendosi al fatto che la zampetta in questione era andata, e di parecchio, e questo molto prima che arrivassero i soccorsi in campo e la barella se lo portasse via dolorante e incazzato. Sia detto per inciso, a me Ribery fa da sempre molta tenerezza, perché mi immagino la sua adolescenza, e suppongo che non debba essere stata facile. Almeno lui è diventato ricco e famoso. Probabile che con le donne oggi non abbia troppi problemi. Ma non a tutti quelli con una faccia come la sua va altrettanto bene nella vita.

Poi ho cominciato davvero a sperare che le cose potessero prendere una piega interessante, quando ho visto Toni sgambettato in area di rigore in formato sandwich, perfettamente equidistante tra il portiere nano e il difensore nero, in una dinamica che sembrava il paradigma del Rigore Perfetto, e quando ho sentito l’arbitro fischiare. Cosa di cui non puoi mai essere davvero certo finchè non glielo vedi fare. Perché anche il Rigore Perfetto, se è a favore della tua squadra, può soffrire di un certo margine di ambiguità interpretativa, e non è detto che l’arbitro sia disponibile a vederla come la vedi tu.

Ho temuto che le cose potessero invece risolversi in un disastro tutte le centocinquantamila  volte in cui il pallone è finito tra i piedi di Toni sempre troppo presto o troppo tardi o troppo in alto o troppo in basso, o che Dio ti fulmini che deve fare un pallone perché tu riesca a fargli infilare una porta? Sapendo peraltro che non puoi prendetela davvero con lui, che forse non era proprio in palla perfetta, ma al di la questa trascurabile responsabilità è chiaro che una roba così non poteva essere tutta colpa sua, ed era semmai il frutto di un disegno astrale negativo, di una congiura degli Dèi contro cui non c’era davvero niente che si potesse fare.

Ho ricominciato a sperare quando mi sono resa conto con quale umiltà, così estranea al suo temperamento, s’aggirava in campo Cassano. Che c’era quando doveva esserci e stava zitto quando doveva tacere. Senza gesti scomposti, senza inutili protagonismi, senza piagnistei da tamarro di periferia. Chè se perfino Cassano è capace di mostrare un minimo di maturità e diventare un uomo quando le circostanze lo richiedono, allora ragazzi c'è davvero speranza per tutti.

Ho riso parecchio sul secondo gol dell’Italia, un po’ perché la nazionale non  rigurgita di giocatori della Roma, per cui se riesci a segnare per merito di uno di loro dal mio punto di vista vale doppio. E un po’ perché comunque è sempre bello vedere un bleu che la butta dentro a favore tuo.

Ho davvero goduto in modo esagerato quando sulla faccia di quell’odioso pirla di Domenech ha cominciato a dispiegarsi la misura del disastro, perchè ammetto tutto e non ce l’ho con i francesi per principio. Ma Domenech è un rancoroso che non sa perdere, e come allenatore si merita tutto quello che gli è capitato, e anche peggio.

Mi sono rilassata come un angioletto sapendo che ormai non c’era più niente da temere dopo il secondo gol dell’Olanda,  che il Signore benedica nei secoli Van Basten e la Sua Specchiata e Integra Onestà, che non è escluso debba costargli carissima in un prossimo futuro - e già che c’è, e che si scomoda a benedire, che faccia anche lo sforzo di sprofondare per sempre in qualche fetido girone infernale  la Svezia, la Danimarca e le loro squallide pastette calviniste che ancora mi fanno rosicare.

Ho ascoltato ormai pacificata col mondo il fischio finale dell’arbitro che rimandava tutti negli spogliatoi, sapendo che questo Eropeo, per quel che mi riguarda, ha già dato molto, o comunque molto di quello che poteva dare. Possiamo andare avanti fino alla semifinale oppure fermarci qui, onestamente me ne frega poco. Ho avuto una prova di carattere, ho assistito a una bella partita. Non è mica una cosa che capita tutti i giorni.

 
 
 

Big soul

Post n°122 pubblicato il 17 Giugno 2008 da middlemarch_g

Our ability to reach unity in diversity will
be the beauty and test of our civilization


Mahatma Gandhi

Vabbè, questa ve la riporto perchè tanto ormai sapete che quando vedo la parola 'test' perdo la tramontana.

Mi chiedevo quindi: secondo voi, ammesso che  condividiate con me la saggezza implicita di una simile affermazione, da queste parti su che livello di civiltà possiamo davvero contare?

 
 
 

Great expectations

Ho sempre tentato. Ho sempre fallito. Non discutere. Prova ancora. Fallisci ancora. Fallisci meglio.

Samuel Beckett

 

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