Creato da middlemarch_g il 24/01/2008
'Fallisci meglio' è il mio secondo nome
 

Messaggi di Febbraio 2008

Com'è vero, signora mia...

Post n°22 pubblicato il 15 Febbraio 2008 da middlemarch_g

Quel che capita è che la maggior parte dei bambini fanno i bambini, e quasi tutti gli adulti giocano agli adulti

Daniel Pennac

Lo dite a me. Ho quarant'anni. Vengo al lavoro. E certe volte mi sembra di stare in un asilo infantile.

 
 
 

Festa di anonimo vescovo romano del IV secolo, non fatemi dire il nome grazie

Post n°21 pubblicato il 14 Febbraio 2008 da middlemarch_g

Non mi piacciono le ricorrenze. Però stavolta ho due cose da dire.

Una a lui, ed è questa:

dormo con te ogni notte da quasi dieci. E non è passato un giorno senza che tu riuscissi a stupirmi.

La seconda a voi:

se la persona che avete accanto non vi dice esattamente queste parole, state sprecando il vostro tempo.

Dite che è troppo? Che nella vita bisogna saper volare basso? Sarà. Io ho una mia religione. E nella mia religione il dio dell'amore non ha pietà per quelli che si accontentano.

 
 
 

Perle ai porci

Post n°16 pubblicato il 14 Febbraio 2008 da middlemarch_g

Dal nuovo romanzo della Tamaro:

Il parrucchiere, la vestizione con quell'abito sontuoso e candido, la lista dei regali, le bomboniere — che avevano scelto insieme, mano nella mano — il sentimento di gratitudine verso il Cielo per averle fatto incontrare l'uomo più meraviglioso del mondo. A quel tempo era ancora in buoni rapporti con l'Abitante del mondo superiore e così ogni mattina, a mani giunte, ripeteva «Grazie, Signore, ti ringrazio di avermi fatto incontrare Giancarlo». Il giorno prima delle nozze, aveva ricevuto da lui un regalo avvolto in una carta coi gigli di Firenze. Non era un banale anello, il dono che ogni fidanzato senza fantasia fa alla sua promessa sposa, ma un quadernetto con la copertina rigida al cui interno erano state scritte, con la stilografica, delle poesie a mano.

Ma  certa roba fa peggio all’alimentazione sfrenata degli sterotipi sulle donne, al buon gusto o alla letteratura?

Io per principio raramente solidarizzo con le vittime. Il che significa che non me la prendo tanto con la Tamaro – in fondo, se trova qualche colluso con la sua ambizione disposto a pubblicarla, fa anche bene a dare concretezza a queste brode – me la prendo con chi la legge.

Certe cose mi richiamano alla memoria le straordinarie iniziative di Cuore – e il Signore solo sa quanto mi mancano! Aveva una rubrica che era un’opera di beneficenza. Si chiamava: Braccia rubate all’agricoltura. Se c’è un Dio della decenza, Egli sa che quello è l’unico posto che certa roba merita di occupare.

 
 
 

Caos calmo una mazza

Post n°14 pubblicato il 12 Febbraio 2008 da middlemarch_g
 

Non fai in tempo a finire di commentarne una che eccone un'altra. Praticamente un florilegio.

Si straparla ancora dei tre minuti di sesso tra Moretti e la Ferrari che detto per inciso stanno cominciando a stracciarmi i maroni in maniera pesante. Ecchecazzo, ma perché quando gli intellettuali di sinistra scopano al cinema sembra sempre la saga del Cid Campeador se poi in qualsiasi altra pellicola di medio intrattenimento si levano le mutande e te le tirano in faccia alla prima sequenza?  Tra l’altro questa fa il paio con l’altro tornado di polemiche di sette o otto anni fa quando uscì La stanza del figlio e anche lì Moretti ebbe l’ardire di fare sesso con la Morante di cui si visualizzava financo una tetta.

Insomma abbiamo capito che il tema arrapa. E che nel corso dell’amplesso, di tono schietto e aggressivo, pare trovi posto anche un rapporto anale. Insomma, non so niente della vostra vita sessuale ragazzi, ma nel complesso mi sentirei di dire che in nessuna delle scene in questione accade niente che non sia capitato a ciascuno di noi almeno un paio di volte nella vita. O almeno mi auguro.

Malgrado quindi l’evidenza, pare che don Anselmi della Cei, nel messaggio inaugurale per la giornata della Gioventù di Sidney, abbia ritenuto opportuno manifestare la sua delusione con queste parole:

…mi sarei aspettato una scena romantica, soffusa, tenera, magari un momento d'amore aperto alla vita, ad un figlio.
I due attori fanno l'amore in piedi, vestiti, senza guardarsi in faccia: capisco che la scena vada letta e inserita nel contesto del film, ma confesso che anch'io sono rimasto stupito e disturbato.

E attenzione perché qui viene il bello:

Spesso sono i più deboli, i più poveri culturalmente ad essere segnati da questi cattivi insegnamenti e vengono travolti da fantasie erotiche che diventano dipendenza e sfociano nella violenza.

E te lo viene a dire lui, un commentatore credibile, sapendo di appartenere agli squadroni della morte della pedofilia, chè quella invece no, quella non è  violenza, e senza appello. Che tipo di perversa patologia può portare un uomo a definire istigazione alla violenza una qualsiasi forma di sesso consenziente tra due adulti? E soprattutto: ma perché nessuno si preoccupa mai dell’istigazione alla violenza che causano stronzate colossali come questa? Perché quando ti serve non c’è mai un sociologo, un sondaggista, una maitre a penser smutandata e temporaneamente indisponibile per Porta a Porta, che abbia titolo per dire che se c’è qualcosa che istiga alla violenza, se c’è qualcosa di intrinsecamente violento e irrispettoso sono parole come queste?

Potrei passare la serata incazzata come una biscia, ma sento che farei il loro gioco. Preferisco mettermi addosso una cosina deliziosa e saltare addosso a mio marito appena rientra in casa e  poi fare l'amore in piedi, vestita, e senza guardarlo in faccia. Farò casino in modo che i vicini mi sentano. E domani vi faccio sapere se qualcuno nel circondario si è sentito istigato alla violenza.

 
 
 

Puttane & professioniste

Post n°13 pubblicato il 12 Febbraio 2008 da middlemarch_g
 

Letti i giornali ieri? Mi hanno colpita un paio di notizie, nella misura in cui mi pare di poter scorgere celesti concatenazioni fra l'una e l'altra.

1. Per numero di donne occupate in Italia siamo al penultimo posto in Europa, arrancando a stento sopra Malta - che come tutti sanno viene considerato uno stato serio nel computo di simili statistiche al solo scopo di preservare l'orgoglio nazionale di paesi tipo il nostro. Va da sè che in un campionato degno di questo nome nessuno si sognerebbe di mettere insieme Malta e l'Italia, e sia detto con il doveroso rispetto per Malta. Chè sarebbe un po' come inserire nella stessa categoria di peso Kylie Minogue e Godzilla.

2. Il livello culturale delle puttane è sempre più alto. Il 25% delle signore risulta laureato. E faccio presente che le donne laureate in Italia sono il 12,8%, il che significa che le puttane si laureano il doppio della media nazionale.

Direi che le conclusioni che se ne possono trarre sono molte. La prima che viene in mente, così a pelle, è la seguente: avendo un titolo di studio, alle donne italiane sembra tutto sommato preferibile impiegarsi nel meretricio che in occupazioni professionali più canoniche. Piuttosto che sobbarcarsi del peso di un sostanziale disprezzo in ufficio, dell'onta di uno stipendio inferiore, e della schiavitù casalinga che ti impone una casa sempre perfettamente in ordine anche quando esci alle 7 e rientri 12 ore dopo, molte signore ritengono tutto sommato preferibile mettere la propria cultura a servizio del sesso a pagamento. Meno fatica, più soldi, analoghe soddisfazioni, e forse perfino qualcosina di più.

Dice, vabbè, ma sei una puttana. Può essere. Certo è che la paghiamo cara la nostra ostinazione alla morigeratezza. Cosa ne ricaviamo, in fondo? La benedizione del papa e della Binetti? Francamente io nella vita aspirerei a qualcosina di più.

Non sarebbe bella una ribellione di massa? Convertirci tutte da casalinghe a puttane anche solo per un giorno, così, a scopo dimostrativo. Un paese da venticinque milioni di puttane. Fatte le debite proporzioni, come Roma ai tempi di Sisto IV.

Chi lo sa. Magari potremmo anche imparare qualcosa. Non si sa mai da dove può venire una buona lezione.

 
 
 

Great expectations

Ho sempre tentato. Ho sempre fallito. Non discutere. Prova ancora. Fallisci ancora. Fallisci meglio.

Samuel Beckett

 

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