Creato da oli.ver1960 il 05/11/2013

libero di pensare

Un giorno crescerò e nel cielo della vita volerò...

 

 

ITINERARI ROMANI - DAL PALATINO ALL’ARA PACIS - I PARTE

Post n°65 pubblicato il 07 Giugno 2014 da oli.ver1960
Foto di oli.ver1960

 

 

 

 

 

Dal Colosseo proseguite, poi, verso un'altra tappa immancabile, il Palatino, luogo in cui Romolo fondò la Città Eterna nel 753 a.C. E' ai piedi di questo colle, infatti, che secondo la tradizione, Romolo e Remo vennero trovati da un pastore mentre una lupa li allattava.

 

Pur essendo il più basso e il meno esteso dei sette colli di Roma, (Aventino,Campidoglio, Celio, Esquilino, Palatino, Quirinale, Viminale) il Campidoglio è forse quello più legato agli avvenimenti storici della città, in quanto fulcro fin dall'antichità delle attività politiche e religiose di Roma.

-      Una carrellata sui punti panoramici a Roma deve necessariamente prendere avvio dal Campidoglio, centro ideale della città e simbolo della sua stessa vita. Diversi sono i luoghi da cui è possibile ammirare magnifiche vedute.

 

Una volta conclusa la salita della "cordonata", invece di proseguire nella piazza del Campidoglio il visitatore si recherà alle spalle del Palazzo Senatorio; sulla destra potrà quindi accedere ad uno slargo con ampia vista sul Foro Romano: si apre da questo punto uno scenario unico al mondo: si osservano monumenti che risalgono alla fondazione di Roma, altri che appartengono alla Repubblica e all'Impero.

Viene subito spontaneo seguire con gli occhi il percorso dell'antica via Sacra, con il suo pavimento a lastroni di selce, il cui nome deriva dai santuari disposti lungo di essa e dalle processioni, anche quelle dei generali vittoriosi, che la percorrevano discendendo dall'Arco di Tito, che si staglia in lontananza insieme alla mole imponente del Colosseo. Avvicinando lo sguardo al nostro punto di osservazione, emergono la sagoma maestosa della Basilica di Massenzio e i resti di numerosi templi: fra tutti, il tempio del Divo Romolo, il tempio di Antonino e Faustina, la casa delle Vestali e il tempio di Vesta. Concludendo questo ideale itinerario visivo incontriamo quindi il tempio di Cesare, l'Arco di Augusto e il più antico tempio dei Castori, giungendo infine nella rettangolare piazza del Foro, proprio dove, passando dinanzi alla basilica Emilia ai rostri (la piattaforma che costituiva la tribuna degli oratori), termina la via Sacra davanti al tempio di Saturno. Nella piazza si erge la colonna di Foca, ultimo monumento onorario eretto nel Foro e, isolato sulla sinistra, sorge l'arco a tre fornici intercomunicanti di Settimio Severo.

 

Il Foro Romano, la più importante zona archeologica della città, era il centro politico, economico e religioso di Roma antica: una passeggiata lungo la Via Sacra, attraverso monumenti millenari, vi regalerà una suggestione romantica proveniente da una civiltà di cui siamo gli eredi. Verso la fine della Repubblica, il Foro Romano divenne insufficiente a svolgere le funzioni di centro monumentale e amministrativo della città: Cesare avviò, quindi, la realizzazione del primo dei Fori Imperiali.

 

 

-      Alla fine del periodo repubblicano, quando Roma era ormai divenuta la capitale di un enorme impero che si estendeva dalla Gallia all'Asia Minore, l'antico Foro romano si rivelò insufficiente alle funzioni di centro amministrativo e monumentale della città. Giulio Cesare, nel 54 a.C., provvide per primo alla realizzazione di una nuova piazza, considerata all'inizio come un semplice ampliamento del Foro repubblicano. Al Foro di Cesare seguirono il Foro di Augusto, il Foro Transitorio (costruito da Domiziano e inaugurato da Nerva) ed, infine, il Foro di Traiano certamente il più grandioso. L'insieme di queste aree archeologiche costituisce, da un punto di vista urbanistico, un complesso organico ridenominato in epoca moderna dei "Fori Imperiali" che si estende tra il Campidoglio ed il Quirinale.

-      Tra il 1924 ed il 1932 i Fori Imperiali vennero riportati alla luce a seguito della demolizione degli edifici costruiti nell'area per la realizzazione dell'attuale Via dei Fori Imperiali.

 

Vi servirà un po' di ginnastica mentale per collegare il vecchio Foro con le altre splendide rovine: l'ottanta per cento della superficie di queste si trova, infatti, sotto l'omonimo viale realizzato nel 1933. Le porzioni riportate alla luce, tuttavia, rivelano aspetti importanti dei grandiosi complessi monumentali perciò non potete perderveli.

 

Menù itinerario.   Antipasto:   Panzerotti romani

                           Primo           Fettuccine alla papalina

                           Secondo      saltimbocca alla romana

                           Contorno      puntar elle con alici

                           Dolce           ciambelline al vino dei castelli romani

                               Vini:         est est est di Montefiascone 

 

 
 
 

VOLARE

Post n°64 pubblicato il 05 Giugno 2014 da oli.ver1960
Foto di oli.ver1960

 

 

 

 

 

 

Sognatore di un canto

e di un viaggio

che si perde nelle memorie

di un tempo ramificato

 

 

 
 
 

STRANEZZE

Post n°63 pubblicato il 03 Giugno 2014 da oli.ver1960
Foto di oli.ver1960

 

 

 

 

 

 

Che cosa è un citofono se non un grande orecchio da cui i padroni di casa ascoltano i suoni della strada? Deve essere quello che ha pensato Adolfo Wildt, scultore dell'inizio del Novecento, quando nel 1930 gli fu chiesto di realizzare una scultura funzionale a farsi annunciare a palazzo Sola Busca, in via Serbelloni 10 a Milano, nel famoso Quadrilatero del Silenzio.
Anatomicamente precisa, la scultura in bronzo ha dato il nome popolare all'edificio, che infatti è conosciuto come "la ca de l'orègia". 
Si narra che raccontandogli i propri sogni e desideri, questi si avverino. Se vi capita di passare da lì, ricordatevelo!

 

 

RANA GIOCA CON L'I PHONE

 

                                        

 

 

dice il saggio: 
"se un rospo gioca con l'iphone... è meglio lasciarlo giocare in santa pace." 

 

 

 

W.C. PUBBLICO

 

Il concetto è semplice: godersi un vero momento di privacy in un luogo iperfrequentato. Io ti vedo, tu non mi vedi. 
Questo gabinetto pubblico esiste davvero, è a Londra. Un parallelepipedo posato su un marciapiede con le pareti a specchio, nel quale ci si può intrattenere senza essere osservati, ma osservando il mondo come a bordo di un'auto blu. Molto meglio della solita rivista.

 

 

 

                                  

 


 
 
 

ITINERARI ROMANI - DA CARACALLA AL COLOSSEO- II PARTE

Post n°61 pubblicato il 30 Maggio 2014 da oli.ver1960
Foto di oli.ver1960

 

 

 

 

 

 

La scoperta della città archeologica ci porta, poi, nel grande palazzo costruito da Nerone dopo l'incendio che devastò Roma nel 64 d. C.: la Domus Aurea.

Se qualcuno di voi è già stato ai Musei Capitolini, di certo avrà ammirato i frammenti della colossale statua di Costantino.
Ma dove poteva entrare una scultura il cui solo piede misura 2 metri? La risposta è semplice: nell'abside di un edificio alto 35 metri, ovvero nella grandiosa Basilica di Massenzio.
Iniziata nel 306 da Massenzio e portata a termine da Costantino, la basilica misurava 100 metri per 65, aveva una navata centrale lunga 80 metri il cui tetto poggiava su appena otto colonne di marmo.
Purtroppo solo la navata settentrionale è arrivata ai nostri giorni, ispirando con le sue volte lacunari gli architetti del Rinascimento.

Da uno sguardo inesperto il Circo Massimo appare oggi solo come una vasta area verde dove i romani si allenano o portano a spasso i cani, in antichità questo prato oblungo era, come dice il suo nome, il circo più famoso e di gran lunga il più antico.                                                          Il Circo Massimo era destinato a competizioni sportive e atletiche di vario tipo, ma divenne famoso soprattutto per le corse dei carri che spesso andavano avanti dalla prima mattina fino al crepuscolo, fino a cento al giorno.                                                                                      Nei momenti di massima affluenza poteva ospitare dalle 250.000 persone alle 300.000 con i posti in piedi.                                         Recenti scavi hanno portato alla luce dei reperti che ci permetto di delineare meglio le antiche fattezza del circo, una miriade di negozietti, bancarelle e taverne circondavano l'area delle corse.

BASILICA DI MASSENZIO

 

 

                              

 

 

Costruita tra il 306 e il 312 d.C. dall'imperatore Massenzio, fu completata dall'imperatore Costantino. Originariamente cinque grandi passaggi conducevano in un'enorme aula divisa in tre navate da colonne in marmo. L'unica colonna superstite fu rimossa nel 1613 e collocata di fronte alla Basilica di S. Maria Maggiore. Nell'abside della navata centrale Costantino fece alzare una sua gigantesca statua con le braccia, le gambe e la testa in marmo bianco ed il resto in bronzo dorato. La testa ed un piede sono esposti nei Musei Capitolini

 

CIRCO MASSIMO

 

                         

 


 

. Il Circo Massimo, il più grande edificio per lo spettacolo di tutti i tempi, lungo 600 m. e largo 140, è dalla leggenda collegato alle origini stesse della città: qui infatti, in occasione dei giochi in onore di Conso, sarebbe avvenuto il ratto delle Sabine e quindi il nascere della vita nella città stessa. In realtà una prima sistemazione della Valle Murcia - Murcia era secondo la tradizione il nume tutelare della valle - risale all'epoca dei Tarquini ed è da collegare alla costruzione di una cloaca che permise di drenare tutta la zona e regolarizzare il terreno. Probabilmente poche furono le attrezzature disposte in questa fase, ma, successivamente, attraverso i secoli, molteplici dovettero essere gli interventi sulla sua area e, a cominciare dal II secolo a.C., anche monumentali come l'arco di Stertinio eretto nel 196 a.C., le colonne con statue, il sostegno con le uova per contare più agevolmente i giri. Solo con Giulio Cesare si ha un vero e proprio edificio in muratura, la cui pianta è conservata, almeno parzialmente, nelle costruzioni successive, come testimoniano i numerosi tratti in reticolato rinvenuti in vari punti durante gli scavi. Sicuramente di notevole entità fu l'intervento di Augusto: completò e restaurò l'ippodromo, lo decorò con l'obelisco ora a piazza del Popolo e costruì il pulvinar. 
Devastato più volte dal fuoco e conseguentemente restaurato, fu ricostruito quasi integralmente in epoca domiziano - traianea, fase cui appartengono per la maggior parte le strutture in laterizio attualmente visibili. Numerosissimi gli interventi degli imperatori successivi, sia strutturali, come è attestato dai tratti di muratura in opera laterizia e vittata, sia finalizzati alla decorazione, spesso di considerevole entità: esemplare l'erezione del gigantesco obelisco portato a Roma da Costante II, ora al Laterano. Come negli altri edifici per lo spettacolo, le gradinate divise in tre meniani poggiavano su strutture parallele e radiali che definivano all'interno ambienti con funzioni differenziate. Procedendo dall'esterno verso l'arena troviamo l'ambulacro esterno, i fornici, l'ambulacro intermedio, un'altra fila di stanze aderenti all'ima cavea. I fornici hanno ritmo ternario: uno costituiva l'accesso all'ima cavea, uno era cieco, il terzo ospitava la scala a doppia rampa che portava all'ambulacro superiore, il quale era ricavato su arcuazioni interne allo spazio dei fornici stessi. I due lunghi bracci rettilinei dellegradinate si unificavano nell'emiciclo al cui centro c'era l'arco trifornice inonore di Tito. All'estremità, opposta, disposte su ampia curva erano i dodici carceres sormontati dalla loggia dalla quale il magistrato gettava la mappa. Fulcro dell'edificio era la spina, ospitava i sostegni con le uova ed i delfini necessari per segnalare a quale dei sette giri previsti della gara canonica si fosse giunti. Era decorata di colonne, gruppi statuari, altari, tempietti, inoltre ospitava i due obelischi. La spina fu infatti la sede più idonea per accogliere i culti vecchie nuovi della valle del circo, esclusi l'altare di Conso, che era sotterraneo presso le prime mete, il sacello di Murcia che si trovava nell'area della pista a ridosso della cavea ed il tempio del Sole che era inserito nelle gradinate. 
Il circo rimase in attività, forse solo parzialmente, fino al 549 quando Totila dette gli ultimi giochi. In seguito l'area divenne zona agricola, mentre nell'emiciclo si stabilì la diaconia di S. Lucia in Settizodio, con un grande complesso funzionale alle sue esigenze di assistenza ai pellegrini, del quale sopravvivono o sono ricostruibili alcuni manufatti e la torretta. Successivamente questo insieme, divenuto di proprietà di S. Gregorio, venne concesso in enfiteusi ai Frangipane (1145); nello stesso periodo (1122) venne condottata a Roma l'acqua Mariana che percorreva il circo prima di sfociare nel Tevere. Un uso singolare fu riservato alla pendice dell'Aventino: infatti dal'500 in poi fu utilizzato per il cimitero degli ebrei. Una nuova fase industriale si registra all'inizio dell'800: venne istallato il gazometro verso S. Maria in Cosmedin e, poco per volta, vi si stabilirono magazzini, manifatture, imprese artigianali, abitazioni. 
La liberazione dell'area, auspicata da decenni, iniziata con i lavori per la creazione della zona monumentale fu realizzata negli anni '30 contemporaneamente a grandi opere di scavo.

 

Menù itinerario:       Antipasto:        Filetti di baccalà

                               Primo:             Pasta alla checca

                               Secondo:        Pollo coi peperoni

                               Contorno:                Bieta o cicoria al pomodoro

                               Dolce:             Mostaccioli

Vini consigliati:               Castelli romani rosato/Cerveteri bianco secco

 

 

 

 
 
 

BUIO E INCERTEZZA

Post n°60 pubblicato il 29 Maggio 2014 da oli.ver1960
Foto di oli.ver1960

 

 

 

 

 

 

 

Provo angoscia, di quella che toglie il respiro e brucia lo stomaco.
Le certezze che avevo, anche piccole, sono crollate.
Il mal comune mezzo gaudio che non consola.
Stanco, non fisicamente ma nella mente e nel cuore, vivo in attesa che il sole tramonti. Vorrei che la notte non passasse. Il giorno arriva, i  dolori sono lì a farmi da sveglia. Mi alzo, a fatica, più esausto di quando sono andato a dormire.
Sto  più male quando mi rendo conto che faccio scontare il mio malumore a chi mi sta accanto e non lo merita affatto.
Ci sono poi quei giorni in cui sono felice, sereno e non mi spiego neanche il perché.
Mi impegno in qualunque cosa, non mi concedo di fermarmi a pensare per evitare che il buio si impossessi dei miei pensieri.
Imparo a vivere, non alla giornata, alla mezz'ora. Punto lo sguardo in alto e non verso il baratro che dà vertigini.
Adesso una maggiore serenità è parte della mia quotidianità; apprezzo ancor di più ciò che ho, i doni di ogni mio giorno.
Sono sempre stato in dubbio tra: "Ognuno è artefice del proprio destino" e "Nonostante ci si affanni tanto le cose vanno come devono andare" e adesso, più che mai, non so in cosa credere.
Così decido  per una via di mezzo: tento, ritento, non mi arrendo, ci metto del mio e mi affido al corso degli eventi, senza più troppe pretese, con l'idea che la vita, magari, vuole guidarmi verso una precisa direzione.

Il buio inizia a diradarsi, pian piano!!!

 

 

 
 
 

 

 

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