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« UN FARAONE DONNAAMENHOTEP IV - AKHENATON »

AMENHOTEP IV

Post n°112 pubblicato il 10 Maggio 2012 da OsirideDioDeiMorti2
 

 

Talvolta il profano, possiamo confessarlo,

trova una certa monotonia nella storia

dell'antico Egitto, che si trascina

lentamente attraverso i secoli. Forse la

parola più adeguata sarebbe "prevedibilità",

 richiamando alla memoria i ricorsi stagionali

della stessa valle del Nilo. Che rappresenti

un faraone del Regno Medio o un cesare

romano di duemila anni dopo, si può pensare

che l'artigiano egizio lavori con variazioni

 praticamente insignificanti, chiuso com'è

in una tradizione di ferro. Se non fosse

per le testimonianze scritte, ci dovrebbe

esser perdonato l'imbarazzo di non saper

 distinguere talvolta un capo della storia

 dall'altro. Naturalmente tutto questo è

un'eresia bell'e buona per chi si professa

egittologo ed ha l'occhio abituato al

giudizio critico. Ma fu proprio un egittolo

di professione che richiamò l'attenzione

sull'eroe di questo post definendolo

"il primo personaggio della storia". Pochi

 potrebbero negare che nel quattordicesimo

secolo a.C. quest'uomo straodinario (se uomo

egli era) riuscì a interrompere per pochi

anni il ripetersi della storia egizia quale

noi la conosciamo: le sue guerre, i suoi

intrighi, le elaborate sofisticazioni,

l'imperialismo inesperto, il mescolamento

dei culti con l'affollato mondo animale. Il

fatto che egli sognasse, invece di regnare,

fa parte della meraviglia. Egli può essere

 condannato come apostata, come monarca

 pusillanime, come maniaco religioso, come

donna mascherata, come ermafrodita. Il suo

sfoggio di vita familiare accanto alla

graziosa Nefert-iti, tra una frotta di figlie

(non di figli) era una simulazione per

compensare una realtà, o era veramente

 un'innovazione domestica? Il suo monoteismo

fu un'incompiuta anticipazione della storia

o fu la semplice accentuazione di tendenze

 precedenti? E perchè non ambedue?

Qualunque sia la sostanza del suo

contributo, egli ha lasciato in eredità

un materiale abbastanza controverso da

richiamare l'interpretazione di una vasta

gamma di studiosi più o meno dotti. Nel museo

del Cairo noi possiamo passare in

rassegna una schiera di faraoni, ma il

suo volto singolare, lungo e intelligente,

studiato dall'artista con non comune

sensibilità data la dimensione colossale,

ci guarda irresibilmente dalla colonna di

Karnak e noi ci soffermiamo a meditare.

 
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