VOLONTA' DI DIALOGO

Gen.mo Don Ulisse, le visite al suo blog e penso non solo le mie, non sono animate soltanto da interesse e il non commentare spesso sta ad indicare proprio ciò che lei non desidera, consensi e approvazione, per non dire condivisione. Purtroppo è proprio dove nasce il conflitto che il dialogo è impossibile, il che non vuol dire rinunciare. Bisogna saper attendere, il luogo e il momento oppurtuni, per elevare quella Voce che altrove potrebbe disperdersi. Così proprio perchè condivido quanto da lei scritto, mi limito anche nel mio blog a rendere testimonianza del mio sentire, "convinta" che il resto Viene da sè. Rossella

Gent.ma Rossella,grazie per la sua risposta.Evidenzia un fatto molto grave presente nella realtà sociale:oggi le persone non amano più il confronto,preferiscono seguire la mentalità che ti viene trasmessa dalla televisione,che non ha molto di razionale. per ritrovare la sua serenità l'individuo deve trovare la forza di confrontarsi con i suoi simili. Cerchiamo di farlo.Don Ulisse

Don Ulisse,non è che le persone non amano confrontarsi, le persone non sanno più cosa vuol dire dialogare, comunicare e comunicarsi emozioni, sentimenti, vissuti, e la parola confronto viene usata, per lo più come sinonimo di contrasto se non di conflitto. E come dice bene il nome del suo Blog, c'è bisogno di "Volontà di dialogo",e la Volontà richiede intenzionalità, sforzo e determinazione per non lasciarsi trascinare dal pensiero ed educare quello stesso pensiero a farsi parola viva e comunicante, capace di trasmettere passioni, valori e significati. Ed è vero che sono i giovani a trovarsi al centro di una drammatica vita sociale che pone problemi senza offrire soluzioni, ma le persone di oggi sono state i giovani di ieri e pur avendo sulle proprie spalle la responsabilità di educare i giovani di oggi, forse, hanno avuto essi stessi, dei modelli di riferimenti che hanno esaltato, alcuni "valori" piuttosto che altri, Come dice anche il vangelo, "le colpe dei padri ricadono sui figli" ed è questa catena che andrebbe interrotta, forse non temendo quel conflitto che comunque fa sorgere una Coscienza. Rigidità e permissivismo hanno fatto da contraltare ad un Vuoto già esistente e mi permetta, nessuna medicina può curare la malattia se non è la causa stessa della malattia ad essere rimossa. Così accade che le speculazioni economiche che vengono effettuate sulla malattia mantengano in vita la cura per non debellare la malattia, finendo con l'essere palliativo e placebo di problemi che andrebbero affrontati alla radice. Non cerchiamo cause a ciò che è già in essere, nè è il caso di trovare soluzioni a bisogni inespressi, ci vuole volontà, coraggio e determinazione ad andare controcorrente e soprattutto uscire dal bozzolo del silenzio, che fa nascondere nelle proprie case, le più mostruse atrocità. Per questo caro Don Ulisse, sono convinta che c'è bisogno più di testimonianza che di confronto, nella Speranza che da quella Testimonianza posaa nascere il desiderio di quella Parola, senza la quale nessun dialogo può esserci e nessun confronto può nascere. Rossella

Gent.ma Rossella,non ho parole;il commento fatto dire che è favoloso dice poco: è straordinario.Quanto sarebbe importante che venisse letto da tanti,giovani e non giovani,e che facessero loro commenti.Sarebbe l'unico modo per prendere coscienza della realtà sociale di oggi e per trovare una linea operativa personale che non ci viene imposta ma che viene scelta spontaneamente dall'individuo.E' questo che significa maturare e crescere.Don Ulisse

gent.mo don ulisse, è mai possibile che Dio faccia scontare ai figli i peccati dei genitori? non siamo responsabili ognuno di noi delle proprie azioni e pagarne le conseguenze? il peccato originale viene tolto col battesimo,dopo questo sacramento siamo puri, perchè accollarci durante la vita oltre ai propri peccati anche quelli degli altri? sono un pò confusa sull'argomento. La ringrazio anticipatamente se riterrà opportuno rispondermi e la saluto cordialmente.caterina 67 anni