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Post N° 226

Post n°226 pubblicato il 27 Settembre 2008 da donulissefrascali

DIALOGO: RAZIONALITA’ NELLA DIALETTICA

La dialettica è l’arte del discutere: è considerata una tecnica e abilità di presentare gli argomenti adatti a dimostrare come logica una tesi o una norma di vita sociale, a convincere un interlocutore, e a far trionfare un proprio determinato punto di vista su quello dell’antagonista e, con senso peggiorativo, predominare con un modo sottile e capzioso di argomentare.

Nel linguaggio filosofico, il termine ha avuto modalità operative diverse secondo le epoche e le scuole. Nel pensiero antico (greco e romano), in genere prevaleva la modalità dialogica (vero dialogo) come metodo dimostrativo della veridicità logica di una determinata argomentazione facendo brevi domande e attendendo conseguenti risposte. Nel pensiero di Marx tale movimento dialettico si specifica e si concretizza come sviluppo e affermazione dell’antagonismo tra classi sociali contrapposte e come realtà di opposizione tra forze produttive realizzate con il lavoro e con rapporti di produzione. Nel pensiero moderno e nel linguaggio comune, gli effetti risultanti dalla lotta e dal contrasto di due forze, cui non sfugge la dialettica delle forze economiche e la dialettica dei partiti, si recupera e si ricompone continuamente. Da quanto è stato evidenziato, si dimostra che il dialogo, in ogni occasione, deve essere mantenuto sempre vivo ed efficiente perché manifesta nel campo operativo del confronto, “facilità operativa, chiarezza, e persuasione”. Nel linguaggio politico, dialogare e discutere fra parti opposte o diverse nell’intento di raggiungere un’intesa, se si fa prevalere la razionalità, anche con modalità più generiche e tra persone comuni, si realizza uno spirito veramente democratico. Avviare un dialogo, un discorso, un colloquio fra due o più persone, in un incontro tra forze politiche diverse, che attivino una discussione concorde che miri ad una intesa, in un senso più ampio, e che attivino una discussione aperta e razionale, ci troviamo a confrontarci con persone che hanno uno spirito veramente democratico.

 
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Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 28/09/08 alle 11:47 via WEB
A proposito di dialogo sarebbe utile che tutti ci confrontassimo sui che cosa sta succedendo nel mondo della pubblica amministrazione, L’amara verità è che 57.000.000 di italiani sono stati convinti, da una scorretta campagna mediatica iniziata qualche anno fa, che i servizi pubblici, invece che una indispensabile risorsa per la collettività sono diventati un peso per le loro tasche. Sono stati convinti che gli oltre 3.000.000 di pubblici dipendenti, sono per la maggior parte fannulloni, invece di capire quanto i pubblici dipendenti quotidianamente si impegnano per far funzionare i servizi, sotto la lente di ingrandimento dei mille soggetti con i quali hanno a che fare ogni giorno, senza sconti, fornendo servizi di ogni genere alla collettività, con il massimo dell’efficienza, lottando contro la burocrazia, la disorganizzazione, gli interessi personali di politici e amministratori (che poi magari partecipano a manifestazioni sindacali quando sono coloro che hanno creato questa situazione), il disinteresse di molti dirigenti che si occupano dei cittadini solo quando possono creare loro dei problemi! Sono in molti oggi a pensare, anche tra lavoratori dipendenti e pensionati, che le azioni di questo governo non siano del tutto negative, chi non ha avuto aumenti sulle tasse locali ed invece ha avuto una riduzione dell’irpef sugli straordinari, chi non ha alcuna modifica della fascia di reperibilità domiciliare in caso di malattia, chi viene quotidianamente elogiato per essere il motore trainante dell’economia nazionale. Si fa fatica a far capire che una buona pubblica amministrazione è indispensabile per il funzionamento di un paese e che in quei paesi dove funziona bene, rappresenta il punto di forza per essere all’avanguardia nell’economia, nella ricerca, nella scuola, insomma negli interessi pubblici in generale. Diventa molto difficile se lo strumento che si intende utilizzare per far capire ai più queste cose diventa quello della contrapposizione politica o, ancora peggio, ideologica. E’ invece indispensabile, incontrare e dialogare con i cittadini, i lavoratori delle altre categorie, e convincere l’opinione pubblica dei rischi che si corrono alimentando una campagna contro i dipendenti pubblici. Questo porterà a nuovi processi di selvaggia esternalizzazione - privatizzazione dei servizi pubblici, con maggiori costi per i cittadini e speculazioni economiche a favore delle lobby di turno, le quali non hanno colore politico, vanno da Aziende private a grandi gruppi cooperativi, ecc.. L’attacco nei confronti del lavoro pubblico rappresenta un’offensiva che riguarda, per le ricadute dirette e indirette che produrrà, l’intero mondo del lavoro e che rischia di produrre, e già sta producendo, una profonda frattura nella coesione sociale. Luigi Ruggeri.
 
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