Creato da viparious il 28/07/2010

Scintille

Scrivo che il vero rimane. Il resto è fatto per andare via. e va via.

Giugno.

Post n°79 pubblicato il 03 Giugno 2011 da viparious

A giugno penso che siamo arrivati da qualche parte.
Ed è talmente difficile da un po’ di anni capire dove, che preferisco riflettere sul come ci siamo arrivati.
“Con i miei amici” è già un buon indizio. Non solo come, quindi, ma anche “con chi?”.
Ci siamo arrivati con la sciarpa al collo, per il vento di quest’inverno; poi ci siamo arrivati con un buco al cuore, ognuno il suo. E’ capitato pure di condividerli questi buchi al cuore e di ritrovarci, sfranti con un mazzo di fiori in mano, invece che con gli attrezzi del mestiere che avrebbero, forse, stuccato la ferita.
Ma poi mi chiedo se davvero, quel pozzo che ci portiamo dentro sia solo una maledizione, o se, piuttosto non sia anche una valida occasione per fare due conti e vederci, oggi, sdraiati al sole, sorridenti e naviganti.
Ognuno sul proprio specchio di acqua, in tormenta o in pace, ognuno con le proprie promesse disattese e con i propri appuntamenti mancati, e con gli obiettivi centrati, e con il vento contro e con il vento buono. Ognuno con la propria storia da raccontare o da tacere. Ma mai a caso. Mai a caso.

Siamo arrivati da qualche parte a giugno. Discutendo, alzando la voce e il volume d’orgoglio, riconoscendoci chi guerriero, chi scrittore, chi centratore scelto e chi fucilaio a tappi. Ma con un sorriso leale e ribelle, e con la voglia di essere, da questo, contagiati. Oggi vedo la luce dell’estate abbellire le paure e le assenze. Renderle un poco più inoffensive e spostarle dietro la linea del fuoco. Come il rastrello che sposta le fisches sul tavolo verde da gioco e permette a chi punta di ripartire da capo e giocare di nuovo.

Siamo arrivati da qualche parte a giugno, malgrado il pozzo. E ci pensavo, questo pomeriggio in treno, mentre dal finestrino osservavo quei papaveri “spericolati” che ricrescono sempre, impavidi, sulla linea di un binario.

(By Viparious)

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PROLOGO

Non sono mai stato bravo nelle presentazioni.
Ma ho riflettuto sul fatto che un blog, da qualche parte deve pur cominciare. Il mio comincia così: con un orizzonte ed un nome. Mi chiamo Stefano e quello che vedete è il mio mare.
Se sapete che adoro giocare con le parole, vi dico anche che amo sfiorare l’odore della carta (sembra impossibile riuscire a toccare un odore o un suono, ma nel mio mondo posso farlo). Adoro provocare emozioni, scuotere gli animi di chi si accomoda nella mia realtà irreale. E adoro anche guardare e ascoltare, con metà dell’anima in mare e l’altra metà sulla terra.
E con le due metà guardo il Mondo mentre ascolto lo scorrere dei mesi, delle stagioni. E del tempo che ci sfiora. Per questo scrivo, per fermare le immagini che velocemente fuggono via dai nostri ricordi, mentre silenziose scavano una traccia sulla nostra pelle, una cicatrice.

Non vi dirò altro e, soprattutto, non vi dirò dove sono in questo momento,perchè il mio altrove è un luogo troppo speciale. Ma se cercherete di trovarmi potreste scoprirmi, un giorno,di nuovo lì: su quello scoglio, a chiedermi ancora dove comincia il cielo e dove finisce il mare. Buona lettura.