Scintille
Scrivo che il vero rimane. Il resto è fatto per andare via. e va via.
« In un piccolo angolo di mondo. | Novembre. » |
Come spesso succede, vi lascio in anticipo la Goccia Viva di domani. Perchè tra un po'sarò in viaggio verso Perugia e L'Eurochocolate. So già che mi state invidiando.
Volevo vedere mio fratello crescere. Volevo rivedere la Lituania. Volevo vedere Joana. Volevo annusare il mughetto nella brezza sotto la finestra. Volevo dipingere nei prati. Volevo sopravvivere.
(R. Sepetys)
Perché dovesse anche fare un male da morire, ma è vivere che voglio.
La goccia di oggi è tratta dal libro di Ruta Sepetys “Avevano spento anche la luna”(Garzanti). Racconta la storia di Lina e della sua famiglia, deportati dalla loro casa in Lituania fino alle più amene terre siberiane, tra lavori, violenze di ogni tipo, sporcizia, fame e freddo. Ma è anche la storia di tante persone comuni -donne, bambini, anziani- che si sono viste portare via tutto ciò che avevano e che nonostante tutto non hanno mai smesso di sperare di poter tornare in patria. Un libro che parla della voglia di vivere. A qualunque costo. Quando attorno è stato tolto tutto.
(Ma anche il mio commento oggi è una frase rubata: è un verso di Alessandro Baricco, tratto dal suo “Oceano Mare”)
(By Viparious)
PROLOGO
Non sono mai stato bravo nelle presentazioni.
Ma ho riflettuto sul fatto che un blog, da qualche parte deve pur cominciare. Il mio comincia così: con un orizzonte ed un nome. Mi chiamo Stefano e quello che vedete è il mio mare.
Se sapete che adoro giocare con le parole, vi dico anche che amo sfiorare l’odore della carta (sembra impossibile riuscire a toccare un odore o un suono, ma nel mio mondo posso farlo). Adoro provocare emozioni, scuotere gli animi di chi si accomoda nella mia realtà irreale. E adoro anche guardare e ascoltare, con metà dell’anima in mare e l’altra metà sulla terra.
E con le due metà guardo il Mondo mentre ascolto lo scorrere dei mesi, delle stagioni. E del tempo che ci sfiora. Per questo scrivo, per fermare le immagini che velocemente fuggono via dai nostri ricordi, mentre silenziose scavano una traccia sulla nostra pelle, una cicatrice.
Non vi dirò altro e, soprattutto, non vi dirò dove sono in questo momento,perchè il mio altrove è un luogo troppo speciale. Ma se cercherete di trovarmi potreste scoprirmi, un giorno,di nuovo lì: su quello scoglio, a chiedermi ancora dove comincia il cielo e dove finisce il mare. Buona lettura.
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