Creato da viparious il 28/07/2010

Scintille

Scrivo che il vero rimane. Il resto è fatto per andare via. e va via.

 

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Anche questa mattina.

Post n°97 pubblicato il 24 Settembre 2011 da viparious

Sì, nel mio altrove è cominciato l’Autunno (ve lo avevo anticipato con l’ultimo post). E mentre il cielo e l’erba sembrano non essere cambiati parecchio, intanto le foglie raccontano già una storia diversa. Sono qui, però, anche per lasciarvi in anteprima la GOCCIA VIVA che verrà pubblicata sul giornale domani, visto che io sarò in viaggio e, dunque, scollegato.  Vi scrivo appena mi sarà possibile, con le mie ultime cronache piemontesi .

Anche questa mattina mi sono svegliato
e il muro la coperta i vetri la plastica il legno
si sono buttati addosso a me alla rinfusa
[…]mi si è buttata addosso la fronte bianca del tempo
e i ricordi più vecchi e la tua assenza nel letto
e la nostra separazione e quello che siamo.
(N.Hikmet)

Mi sono svegliato, anche questa mattina, e ogni cosa qui parla della tua assenza: la stanza vuota,  il freddo cuscino di piuma accanto al mio, la sveglia silenziosa. E la pioggia -che assurdità- ma persino la prima pioggia d’autunno, questa mattina, mi parla di te.


I versi che ho scelto oggi sono tratti dalla raccolta “Poesie d’amore” di Nazim Hikmet, il poeta rivoluzionario turco la cui vita fu per gran parte legata al carcere , alla tortura della libertà negata e in più a quella tortura ulteriore che era l’esilio dalla sua terra che lo costrinse a stare lontano dalla moglie Munevver e dal figlio Melimet. Nonostante questo, però, i suoi amori lo attesero, anche loro soffrendo, anche loro ostaggi del governo turco. Perchè Nazim amava la sua donna e l’amava dovunque, anche senza vederla. Per questo continuava a scriverle, dal carcere come dall’esilio, a Parigi come a Mosca. Scrivere, d’altronde, era l’unica cosa che poteva fare, anche se con un po’di nostalgia: per il suo popolo, per suo figlio, per la sua donna. Nostalgia, più di tutto, per la libertà di cui un tempo era padrone e che tanto gli mancava. Anche per questo, prima di morire, rinfrescandosi con un bicchiere d’acqua, precisò: “Mi piace bere l'acqua fredda così, tutta d'un fiato, perchè è uno dei desideri che ho sofferto di più in carcere. Mi da la certezza, un bicchiere d'acqua bevuto così, di essere realmente libero".

(By Viparious)

 
Rispondi al commento:
nella65vit
nella65vit il 26/09/11 alle 12:36 via WEB
Hai ragione..e' tutta un'altra cosa svegliarsi accanto alla persona che amiamo.
 
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PROLOGO

Non sono mai stato bravo nelle presentazioni.
Ma ho riflettuto sul fatto che un blog, da qualche parte deve pur cominciare. Il mio comincia così: con un orizzonte ed un nome. Mi chiamo Stefano e quello che vedete è il mio mare.
Se sapete che adoro giocare con le parole, vi dico anche che amo sfiorare l’odore della carta (sembra impossibile riuscire a toccare un odore o un suono, ma nel mio mondo posso farlo). Adoro provocare emozioni, scuotere gli animi di chi si accomoda nella mia realtà irreale. E adoro anche guardare e ascoltare, con metà dell’anima in mare e l’altra metà sulla terra.
E con le due metà guardo il Mondo mentre ascolto lo scorrere dei mesi, delle stagioni. E del tempo che ci sfiora. Per questo scrivo, per fermare le immagini che velocemente fuggono via dai nostri ricordi, mentre silenziose scavano una traccia sulla nostra pelle, una cicatrice.

Non vi dirò altro e, soprattutto, non vi dirò dove sono in questo momento,perchè il mio altrove è un luogo troppo speciale. Ma se cercherete di trovarmi potreste scoprirmi, un giorno,di nuovo lì: su quello scoglio, a chiedermi ancora dove comincia il cielo e dove finisce il mare. Buona lettura.

 
 

 

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