Scintille
Scrivo che il vero rimane. Il resto è fatto per andare via. e va via.
« Un anno di noi. | Arrivi tu. » |
Appena tornato nel mio altrove, ritrovo intatto questo piccolo mondo che spero mi tenga compagnia per tutto l'interminabile anno che ci è davanti. Come vi avevo anticipato, da oggi s'inaugura anche la mia nuova rubrica: si chiama “SCINTILLE” e ancora una volta ha il sapore delle pagine dei libri, dal colore misto bianco-giallo. Questo che vedete è il primo post:
“Era dicembre che diventava gennaio, cambiava la sua pelle sporca di foglie secche e fango, diventava bianca come a nozze…”
(V.Di Grado)
In fondo basta poco: basta cambiare nome e tutto si colora di nuovo.
La frase che vi riporto oggi è tratta dal libro “Settanta acrilico trenta lana” (Edizioni e/o) e non è stata scelta a caso. Quella che leggete, infatti, non è più una goccia viva, dal momento che anche la mia rubrica da oggi cambia nome e si colora di nuovo. Mi è sempre piaciuta, lo ammetto, questa idea del cambiamento: l’idea che ognuno di noi –come i giorni della settimana o i mesi, o le stagioni- potesse senza sforzi chiamarsi con un nome diverso. Sarebbe come indossare un vestito nuovo. Perché quello che abbiamo tolto si è un po’strappato, mentre quello che indosseremo ci aiuterà, forse, ad affrontare il lungo inverno con più coraggio.
(By Viparious)
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PROLOGO
Non sono mai stato bravo nelle presentazioni.
Ma ho riflettuto sul fatto che un blog, da qualche parte deve pur cominciare. Il mio comincia così: con un orizzonte ed un nome. Mi chiamo Stefano e quello che vedete è il mio mare.
Se sapete che adoro giocare con le parole, vi dico anche che amo sfiorare l’odore della carta (sembra impossibile riuscire a toccare un odore o un suono, ma nel mio mondo posso farlo). Adoro provocare emozioni, scuotere gli animi di chi si accomoda nella mia realtà irreale. E adoro anche guardare e ascoltare, con metà dell’anima in mare e l’altra metà sulla terra.
E con le due metà guardo il Mondo mentre ascolto lo scorrere dei mesi, delle stagioni. E del tempo che ci sfiora. Per questo scrivo, per fermare le immagini che velocemente fuggono via dai nostri ricordi, mentre silenziose scavano una traccia sulla nostra pelle, una cicatrice.
Non vi dirò altro e, soprattutto, non vi dirò dove sono in questo momento,perchè il mio altrove è un luogo troppo speciale. Ma se cercherete di trovarmi potreste scoprirmi, un giorno,di nuovo lì: su quello scoglio, a chiedermi ancora dove comincia il cielo e dove finisce il mare. Buona lettura.
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