Scintille
Scrivo che il vero rimane. Il resto è fatto per andare via. e va via.
« Ricordati di essere felice. | Vieni, amica mia. Vieni,... » |
Avviso, come sempre, per i nuovi sintonizzati: quella che vedete è la scintilla che pubblico ogni Domenica sul quotidiano TargatoSA (questa settimana in leggero ritardo, dovuto -anche- per il troppo tempo impiegato a vestire il mio blog). Se vi piace, condividetemi, cliccate sul "Mi piace", fatemi diventare un sms, come spesso faccio anch'io. Insomma, diffondetemi!
Nella vita di ognuno esistono momenti –quando la porta sbattuta all’improvviso e senza alcun visibile motivo di colpo si riapre, quando lo spioncino chiuso un attimo fa viene di nuovo aperto, quando un brusco “no” che sembrava irrevocabile si muta in “forse” – momenti in cui il mondo intorno a noi si trasfigura, e noi stessi ci riempiamo di speranza come di nuovo sangue.
(N. Berberova)
E’ la speranza che ci fa andare avanti, che sostituisce l’assenza, il distacco. Il dolore.
E’ la speranza che ci riempie il cuore.
La scintilla di oggi non è altro che l’incipit del libro “Il giunco mormorante” di Nina Berberova, un piccolo racconto che ruota intorno alla riflessione sulla libertà individuale, sull’amore e su quella “terra di nessuno”, la famosa no man’s land che già altre volte vi avevo nominato. Quella terra dove ognuno è totale padrone di sé stesso. Quella terra dove “possono accadere stane cose, si possono incontrare altri esseri simili, si può leggere e capire un libro con particolare intensità, o ascoltare musica, oppure nel silenzio e nella solitudine può nascere un pensiero che in seguito ti cambierà la vita.”
(By Viparious)
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PROLOGO
Non sono mai stato bravo nelle presentazioni.
Ma ho riflettuto sul fatto che un blog, da qualche parte deve pur cominciare. Il mio comincia così: con un orizzonte ed un nome. Mi chiamo Stefano e quello che vedete è il mio mare.
Se sapete che adoro giocare con le parole, vi dico anche che amo sfiorare l’odore della carta (sembra impossibile riuscire a toccare un odore o un suono, ma nel mio mondo posso farlo). Adoro provocare emozioni, scuotere gli animi di chi si accomoda nella mia realtà irreale. E adoro anche guardare e ascoltare, con metà dell’anima in mare e l’altra metà sulla terra.
E con le due metà guardo il Mondo mentre ascolto lo scorrere dei mesi, delle stagioni. E del tempo che ci sfiora. Per questo scrivo, per fermare le immagini che velocemente fuggono via dai nostri ricordi, mentre silenziose scavano una traccia sulla nostra pelle, una cicatrice.
Non vi dirò altro e, soprattutto, non vi dirò dove sono in questo momento,perchè il mio altrove è un luogo troppo speciale. Ma se cercherete di trovarmi potreste scoprirmi, un giorno,di nuovo lì: su quello scoglio, a chiedermi ancora dove comincia il cielo e dove finisce il mare. Buona lettura.
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