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« RIFLESSIONI INDOTTE | GIOVANI DENTRO » |
Post n°43 pubblicato il 21 Gennaio 2010 da pocorumorepertutto
Il 2009 è stato un anno fetente, forse l'avevo già detto. Tra i suoi effetti collaterali, ci sono state anche tante coppie di amici 'scoppiate' proprio durante le vacanze natalizie. Un'ecatombe. Così ora mi sono riempita di amici e amiche nuovamente single, e diciamo che gli argomenti maggiormente frequenti nelle mie serate "libere" sono la consolazione, la comprensione e il sostegno, ma soprattutto le superpippe mentali per cercare di spiegare cosa sia successo per arrivare alla separazione. Su di me queste storie hanno una cassa di risonanza enorme, assorbo emozioni più di una spugna e resto sempre senza parole... Ed è questo che ho scritto ad una carissima amica, in una lunga mail... Che mi mancavano le parole per aiutarla. Mi ha risposto così: Ce ne fossero di persone come te che non trovano le parole!!! Non ti nascondo che qualche lacrimuccia inevitabilmente scende.. ma fa bene anche quella. Riesci sempre ad avere il giusto tatto, comprendi il problema, non lo minimizzi, e offri sempre nuovi spunti per riflettere. Superfidanz è davvero fortunato.. sicuramente lo sa.. ma nel caso ricordaglielo da parte mia. Quello che mi fa più male, parlando con la gente, è che difficilmente la rottura sia capitata dopo una causa scatenante... I motivi delle rotture sono tutti già presenti nella coppia da tempo immemore. Era già tutto evidente da mille segnali, ma nessuno sembrava accorgersene. E allora quand'è che tutto diventa chiaro ai nostri occhi? Vi lascio con questo super-noto brano tratto da Novecento, di Baricco. Prima però vi chiedo: quand'è che il vostro quadro è miseramente precipitato al suolo? Perchè non prima? Perchè non dopo? Come ci si fa a fidare del futuro, sapendo che il castello di carta può precipitare da un momento all'altro? E come si fa a capire se il nostro sia un castello di carta, o di solidi mattoni? Da cosa si può distinguere una crisi passeggera dall'inizio della fine? Io non ne ho idea, ma vorrei tanto sapere cosa dire a coloro che, con gli occhi lucidi, mi guardano e mi implorano di dirgli perchè sia successo proprio a loro..... "A me m'ha sempre colpito questa faccenda dei quadri. Stanno su per anni, poi senza che accada nulla, ma nulla dico, fran, giù, cadono. Stanno lì attaccati al chiodo, nessuno gli fa niente, ma loro a un certo punto, fran, cadono giù, come sassi. Nel silenzio più assoluto, con tutto immobile intorno, non una mosca che vola, e loro, fran. Non c'é una ragione. Perché proprio in quell'istante? Non si sa. Fran. Cos'é che succede a un chiodo per farlo decidere che non ne può più? C'ha un'anima, anche lui, poveretto? Prende delle decisioni? Ne ha discusso a lungo col quadro, erano incerti sul da farsi, ne parlavano tutte le sere, da anni, poi hanno deciso una data, un'ora, un minuto, un istante, è quello, fran. O lo sapevano già dall'inizio, i due, era già tutto combinato, guarda io mollo tutto tra sette anni, per me va bene, okay allora intesi per il 13 maggio, okay, verso le sei, facciamo sei meno un quarto, d'accordo, allora buonanotte, 'notte. Sette anni dopo, 13 maggio, sei meno un quarto, fran. Non si capisce E' una di quelle cose che è meglio che non ci pensi, se no ci esci matto. Quando cade un quadro. Quando ti svegli un mattino, e non la ami più. Quando apri il giornale e leggi che è scoppiata la guerra. Quando vedi un treno e pensi io devo andarmene da qui. Quando ti guardi allo specchio e ti accorgi che sei vecchio. " |
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Ognuno è misura di se stesso... Ma come si fa a capire quando l'altro si stancherà?
Non so quante donne abbia avuto Baricco, e sinceramente non mi interessa nemmeno... So solo che questo brano, dentro di me, risuona perfettamente come espressione della labilità delle relazioni...
Ma, ripeto, son pippe dovute ai discorsi martellandi che faccio ultimamente...
Tuttavia, forse non bisognerebbe aspettare i terremoti (per usare un tuo esempio) o la separazione dal compagno per renderci conto di quello che abbiamo e che potremmo perdere. Sarebbe bello riuscire a vivere intensamente tutti i giorni, come suggerisci anche tu, e poter sempre pensare che 'anche se dovesse finire adesso, non avrei rimpianti e direi di essermela vissuta al meglio'....
Troppo utopistico? Non so, ma ci potremmo almeno provare... E, quando finisce, amen...
E' chiaramente una provocazione, non credo che questa sia la soluzione per non soffrire più... Credo solo che sia un buon modo per non separarsi.
La felicità, però, è tutta un'altra cosa. L'importante è essere consapevoli che può finire, ed essere pronti a ricominciare.
E io e te, cara libellula, siamo due esperte in questo, no? ;)
Il fatto è che, oggettivamente, non si può pensare di mollare tutto alla prima discussione, altrimenti credo che NON esisterebbero più coppie che durino oltre un paio di mesi, il tempo medio di prosciutto sugli occhi.
Si dovrebbe semplicemente fare di tutto affinchè il rapporto funzioni, e quando si capisce che non si può andare più avanti, considerarlo come una fase naturale della relazione...
Come dici tu, però, è tutto più facile a dirsi che a farsi. Che fatica.........