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Creato da: Rebeldia il 26/05/2006
Morte al fascio, oggi più che mai! Ora e sempre, RESISTENZA!!!
Post n°63 pubblicato il 14 Ottobre 2006 da Rebeldia
Lumezzane, allarme nube tossica LUMEZZANE (BS). Una nuvola giallastra si è sollevata ieri mattina nei locali della Pbb in
Post n°62 pubblicato il 13 Ottobre 2006 da playslow
So che ha anche aspetti positivi e non lo nego e che stiamo facendo tutti i "lamentoni", PERO': dalla sintesi di sbilanciamoci che esprime un apprezzamento sulle linee
Post n°61 pubblicato il 12 Ottobre 2006 da playslow
Un'inchiesta di rainews24. Vi ho risparmato le foto.... L’inchiesta è nata dall’allarme lanciato a metà luglio da alcuni medici degli ospedali di Gaza che hanno trattato per la prima volta ferite inspiegabili che hanno portato all’amputazione di un arto inferiore in almeno 62 casi. I medici hanno chiesto più volte aiuto alla comunità internazionale per comprendere le cause di queste strane ferite che presentavano piccoli frammenti, spesso invisibili ai raggi x e inspiegabili recisioni provocate dal calore negli arti inferiori. Dopo una lunga ricerca il nucleo inchieste di Rai News 24 ha individuato la possibile causa di questi effetti: si tratterebbe di una arma nuova che viene sganciata da aerei droni, senza pilota, e viene teleguidata con precisione sull’obbiettivo fissato. In queste foto - scattate nell'ospedale di Gaza nei mesi di Luglio e Agosto scorsi - sono ritratti i corpi di persone probabilmente colpite da bombe DIME (Dense Inert Metal explosive). Come le immagini sembrano testimoniare, lo scoppio di questi ordigni causerebbe un'onda d'urto con un'angolazione tale da colpire le vittime agli arti inferiori o nell'area genitale. L’arma, secondo la rivista militare “Defence Tech”, viene chiamata DIME che significa “Dense Inert Metal Esplosive” si tratta di un involucro di carbonio che al momento dell’esplosione si frantuma in piccole schegge e nello stesso momento fa esplodere una carica che spara una lama di polvere di tungsteno caricata di energia che brucia e distrugge con un’angolatura molto precisa quello che incontra nell’arco di quattro metri. Questa tecnologia si inserisce nella nuova classe di armi “a bassa letalità” che minimizzano i danni collaterali e circoscrivono in uno spazio ristretto gli effetti letali.
Post n°60 pubblicato il 05 Ottobre 2006 da playslow
CHI GETTERA' IL SALVAGENTE AL POPOLO PALESTINESE?
Alla Biennale di Architettura di Venezia la storia è stata quantomeno mutilata e i crimini che giorno dopo giorno distruggono la Palestina sono stati dimenticati e cancellati nel silenzio. Vieni anche tu alla Biennale a portare un salvagente per la giustizia e la legalità.
Il padiglione di Israele, presentando monumenti che commemorano insieme sia le vittime dell'Olocausto sia i soldati uccisi nelle varie guerre israeliane dal 1948 ad oggi, confonde la memoria della Shoà con la storia coloniale delle inarrestabili invasioni, occupazioni e annessioni di terre arabe in cui Israele ha avuto e continua ad avere la responsabilità di un numero mostruoso di vittime. Tula Amir, la curatrice, scrive nella introduzione della mostra:
“La giustificazione delle guerre di Israele legittima la perdita di vite nel passato e di quelle possibili in futuro; la continuazione di una cooperazione senza condizioni tra l’apparato militare del paese e i suoi cittadini; e una non equivoca intesa comprensione che questa lotta è il solo mezzo per la sopravvivenza di Israele.” Provoca davvero un brivido questa affermazione che, invece di trarre una lezione dalla storia coloniale e dalle attuali responsabilità di Israele nella distruzione del Libano come nella rioccupazione di Gaza e nell'ingabbiamento della Cisgiordania, unisce passato, presente e futuro nel giustificare crimini e massacri.
A partire dalla denuncia dell'esperta di architettura israeliana Esther Zandberg sul quotidiano Haaretz, un gran numero di Associazioni di architetti inglesi e palestinesi hanno preso posizione per far aprire gli occhi sul dramma dell'occupazione militare e sul colpevole silenzio di chi si ostina a non vedere i segni di una strage in atto. Purtroppo molti architetti e urbanisti israeliani sono coinvolti nella pianificazione e nella realizzazione di un sistema di oppressione e controllo che è iniziato con l’appropriazione e la confisca di terre a partire dal 1948, e continua oggi nella Cisgiordania e nella striscia di Gaza, costruendo colonie in continuo sviluppo, strade proibite agli abitanti palestinesi e quel Muro di Apartheid ripetutamente condannato dall'Onu.
E' proprio al visitatore della mostra dal titolo “LIFE SAVER – IL SALVAGENTE” che vogliamo pensare: vogliamo mettere sulla sua strada e nei suoi occhi l'immensa sofferenza del popolo palestinese che non solo non avrà un padiglione alla Biennale finchè non sarà riconosciuto come Stato, ma che viene privato dei diritti umani fondamentali, murato vivo e osservato a distanza dalla comunità internazionale.
Altre volte La Biennale d'Arte di Venezia aveva ben evidenziato l'assurda condizione di un popolo di 'invisibili', senza stato e senza volto. La città di Venezia non merita oggi una manifestazione internazionale di arte e architettura, che invece della civilizzazione e del progresso della umanità, nasconda e mascheri simili atrocità.
Vorremmo sollecitare chi esce dal padiglione israeliano a riconoscere le pagine di storia tenute nascoste alla gente: non è possibile cancellare la pulizia etnica che ha tentato di sopprimere un popolo intero fin da quei più di 400 villaggi palestinesi distrutti e cancellati dalla memoria come risultato della creazione dello Stato di Israele; a ricordare i 750.000 Palestinesi cacciati dalle loro case dal 1948, che insieme ai loro figli e nipoti continuano oggi a essere profughi senza diritto al ritorno.
Vorremmo che il visitatore distinguesse le opere d'arte dai crimini anche di stato; che non venisse solo a conoscere le 'imprese' della Brigata Negev e della forza paramilitare Palmac ma anche le ripetute violazioni del diritto internazionale a cominciare dal furto di quella terra, occupata e annessa nel 1967, su cui tanti dei siti esposti nella mostra sono stati costruiti. Ma ancor più della terra rubata e delle case abbattute vorremmo veder 'esposti' in qualche angolo della mostra nomi e volti di migliaia di arabi uccisi o imprigionati, vittime di un folle progetto di conquista coloniale
Sono la legalità internazionale e le Nazioni Unite Il salvagente da gettare a questo popolo abbandonato a sé stesso tra i marosi di un sistema perverso di occupazione. Il cittadino italiano, israeliano, palestinese o di ogni parte del mondo non può uscire dalla Biennale senza distinguere l'occupante dall'occupato, l'oppressore dall'oppresso, con la sensazione che alla fin fine, il popolo che rischia oggi di venir cancellato dalla carta geografica e che viene oggi ingabbiato e ridotto alla fame non sia quello palestinese ma quello israeliano. SABATO 14 OTTOBRE alle 10.30 alla Biennale di Venezia Fermata vaporetto ACTV “giardini” Promuove Ass. Il Villaggio. Per aderire all'appello: info@associazioneilvillaggio.it
Post n°59 pubblicato il 03 Ottobre 2006 da playslow
Abbiam formato un nuovo GAS, anzi GASSETTINO!!! Basta inscatolati, incelofanati, dopati, modificati geneticamente, conservati, colorati..... Solo sano e bio e naturale.... p.s.
Post n°58 pubblicato il 29 Settembre 2006 da playslow
Oggi è morto Gian Butturini, il fotografo che ha fatto quelle bellissime fotografie che esponiamo abitualmente sul Chiapas. Oltre che ad un amico, abbiamo perso un bellissimo sguardo sul mondo. Ciao Gian.
Post n°57 pubblicato il 25 Settembre 2006 da playslow
Non c'è più tempo. Per la richiesta di aiuto per la Palestina per quanto tutti già sapete, per favore caricate la poste pay n. 4023 6004 3026 1497 in qualsiasi ufficio postale.
Post n°56 pubblicato il 20 Settembre 2006 da playslow
Per la richiesta di aiuto per la Palestina per quanto spiegato nel blog sotto, per favore caricate la poste pay n. 4023 6004 3026 1497 in qualsiasi ufficio postale. Basta poco!!! Grazie p.s.
Post n°55 pubblicato il 13 Settembre 2006 da playslow
Un caro amico dalla Palestina mi chiede aiuto, non per sé.
……Nel 2002 l’esercito israeliano ha arrestato un ragazzo al check point e poi è stato condannato a 4 anni, ha quasi finito di scontare la condanna, ma deve pagare 4200 Shekels, circa 800 euro, così il tribunale non lo rilascia per i soldi. Siamo andati al Ministero della giustizia e gli abbiamo chiesto aiuto, ma per la situazione politica non hanno soldi.
Si chiama Fadi Abu Al-Huda, ha 32 anni, è sposato e ha un figlio. Apparteneva all’LP durante la prima intifada, ma ora non ha alcuna attività militare né politica.
4 anni fa, tornando dal lavoro da Ramallah, al check point di Qualandia, l’esercito israeliano ha controllato la sua carta d’identità, l’hanno arrestato e portato al comando e dopo di ciò “come sempre quando non hanno nessuna ragione” gli han detto <<Metti a rischio la nostra sicurezza>>
Così è stato condannato 4 anni, con una multa di 3200 shekels, ma dopo di ciò hanno aumentato la multa a 4200 shekels
P.S : Non ho relazione con questa famiglia e nessun tipo di parentela, ma mi piacerebbe veramente aiutarli e tirar fuori quest’uomo di prigione e far sapere agli israeliani che i soldi non fermeranno mai la vita.
Ultima cosa, se potessimo insieme raccogliere qualche aiuto, dovrebbe essere prima del 28/09/2006 perché ha finito di scontare la sua pena ed ha bisogno di uscire.
Post n°54 pubblicato il 08 Settembre 2006 da playslow
Posto solo parte del documento. Tanto per dare uno spunto di riflessione... P.S. Se alla Biennale Architettura di Venezia si celebra, nel padiglione israeliano, la pulizia etnica e il genocidio del popolo palestinese
A partire da un articolo di Esther Zandberg, esperta israeliana di architettura, apparso il 28.08.06 su Haaretz (all. 1), sono venuti alla luce i contenuti della mostra “Life Saver: Typology of Commemoration in Israel – Architecture and Society”, patrocinata dal governo israeliano, presentata nella sezione Architettura della Biennale di Venezia che aprirà il prossimo10 settembre.
Hanno preso immediatamente posizione, invitando la Biennale a cancellare questo evento, associazioni inglesi (all. 2) e palestinesi (all. 3 in inglese e italiano):
Oggi è in atto una fragilissima tregua tra il Libano e Israele, dopo più di 30 giorni di guerra che hanno avuto come conseguenza in Libano la morte di oltre 1.000 civili e le distruzioni che sono davanti agli occhi di tutti. Ma questo non impedisce all’esercito israeliano di continuare la sua aggressione a Gaza e in Cisgiordania. Né impedisce che i donatari occidentali continuino a imporre un embargo totale contro il governo guidato da Hamas, mettendo letteralmente in ginocchio tutte le istituzioni dell’Autorità Palestinese e lasciando senza stipendio centinaia di migliaia di famiglie dei territori occupati palestinesi (almeno un quarto della popolazione).
Ilan Pappe, storico della Università di Haifa, che ha dedicato i suoi studi in particolare alla pulizia etnica dei Palestinesi che accompagnò nel 1948 la costituzione dello Stato di Israele, ha scritto il 2 settembre scorso un articolo (all. 4) dal titolo, “Genocide in Gaza”.
Gideon Levy, giornalista israeliano di Haaretz, da sempre impegnato nella denuncia dei crimini di guerra israeliani, ha dedicato numerosi articoli alla situazione a Gaza, l’ultimo (all. 5), Gaza's darkness” il 3 settembre u.s.
ISM-Italia facendo proprie le motivazioni espresse dalle associazioni palestinesi (all. 3) e da quella inglese (all. 2):
Appare infatti non coerente con le caratteristiche e la stessa storia della Biennale di Venezia, che sia concesso il minimo spazio, non alla commemorazione delle vittime della violenza, ma alla celebrazione dei carnefici.
ISM-Italia, 6 settembre 2006
Post n°53 pubblicato il 30 Agosto 2006 da playslow
Emigrante per caso di Amira Hass (da Haaretz 29-8-06) Lo scorso marzo il quarantaquattrenne Hayan Ju’beh è dovuto andare ad Amman per rinnovare il visto per turismo scaduto – una procedura di routine che per lui va avanti da 10 anni. “Tre o quattro giorni e sono di ritorno”, ha promesso ai suoi quattro bambini. Il giorno del suo previsto ritorno, sua moglie, la trentaquattrenne Sawsan Quaoud, è uscita per una passeggiata con i loro quattro figli a El Bireh. I bambini giocavano e lei era seduta a e li stava a guardare bevendo un caffè e fumando una sigaretta. E’ stato allora che ha ricevuto una telefonata da suo marito. Le autorità gli impedivano di attraversare il passaggio di Allenby. Cosa? In un primo momento aveva pensato di aver udito male, poi lui che stesse scherzando. Ma non era uno scherzo. Hayan Ju’beh è nato e cresciuto a Gerusalemme, e ha vissuto li fino a quando si è trasferito all’estero per studiare teatro. Ha sposato una cittadina irlandese (con passaporto inglese). In Gran Bretagna sono nati i loro figli Yussef e Sophie di 13 e 11 anni.
Nell’ottobre del 1995 morì sua moglie. Je’beh decide cosi di tornare con i bambini a Gerusalemme, per farli crescere all’interno della sua grande famiglia. Gli Accordi di Oslo e la speranza di pace lo incoraggiarono ulteriormente a tornare nella sua città natale. A Gerusalemme lavora per l’ufficio locale del network televisivo MBC.
A metà del 1996, quando chiede il rinnovo del suo certificato di viaggio "laissez passer", che è concesso ai palestinesi quando viaggiano all’estero, il Ministero degli Interni israeliano gli cominica: “Lei non è un residente”.
Nessun diritto a casa propria
Dopo che era stato impedito a Ju’beh di ritornare, Quaoud ha girato per un mese e mezzo tra vari uffici governativi e avvocati. Ha chiamato l’Ambasciata irlandese, e il personale dell’Ambasciata le ha detto di aver contattato il Ministero degli Esteri e quello degli Interni israeliano per protestare e chiedere spiegazioni senza però ottenere risposta. Nel frattempo, Ju’beh ha tentato la fortuna cercando di passare la frontiera a Beit She’an. Il 3 maggio gli è stato concesso di fare ritorno passando da Beit She’an, ma con un visto di un solo mese. Sia lui che la moglie pensavano che sarebbe stato possibile estendere il visto tramite il Ministero degli Interni palestinese. Nonostante la rottura delle relazioni tra le due parti, in alcuni casi è possibile estendere il visto per il coniuge di un palestinese residente senza dover uscire dal paese.
Quaoud ha organizzato tutto da sola: ha chiuso la casa di produzione che lei e suo marito avevano costruito, scusandosi con i sei cameraman che perdevano la loro fonte di sostentamento, si è sbrigata a completare un film a cui stava lavorando da sei mesi. Ha preparato le valige, salutato tutti e preparato i bambini per partire – tutto di corsa per poter iscrivere I bambini a scuola in GB. “Ci siamo arresi” ha ammesso Quaoud, la vigilia della sua partenza.
Le autorità israeliane che avevano revocato la residenza di Ju’beh nella nativa Gerusalemme non hanno permesso la riunificazione a sua moglie a Ramallah e infine hanno deciso che, anche come turista, non aveva il diritto di vivere nel suo paese.
Post n°52 pubblicato il 29 Agosto 2006 da playslow
Angelo è stato ucciso per le strade di Gerusalemme. Vorrei dedicare almeno un post a Angelo, perchè era uno di noi, perchè al suo posto avrei potuto essere io, o chiunque altro, perchè in Italia sono altre le notizie da "prima pagina". D'altronde d'estate bisogna parlare di cose leggere, gossip, notizie da spiaggia. A meno che, come in questo periodo, le notizie non tornino utili ad eliminare le persone scomode, ieri sui sottititoli di una tv locale ho letto una frase che, riassunta, suonava così: "immigrati? eliminiamoli". Allora dedico qualche frase a chi ha avuto il coraggio di "emigrare". Buon viaggio! p.s.
Post n°51 pubblicato il 09 Agosto 2006 da Rebeldia
Genova 2001, io non dimentico!
Post n°50 pubblicato il 03 Agosto 2006 da playslow
Uno dei miei testi preferiti che, purtroppo, è sempre attuale... p.s. Pier Paolo Pasolini Fonte: "Scritti Corsari", 14 Novembre 1974
Io so i nomi dei responsabili della strage di Milano del 12 dicembre 1969.
Io so. Ma non ho le prove. Non ho nemmeno indizi.
Post n°49 pubblicato il 02 Agosto 2006 da Rebeldia
Bologna, 2 agosto 1980 ANTONELLA CECI anni 19 La bomba alla stazione di Bologna scoppiò alle 10.25 del mattino facendo 87 morti e 177 feriti. Ancora oggi non si conoscono nè le cause nè i mandanti di tale follia. Dopo lunghi e interminabili processi sono stati arrestati "le belve" Francesca Mambro e Valerio Fioravanti, militanti nei gruppi di estrema destra di quegli anni. Pur avendo confessato di essere responsabili di numerosi altri fatti di sangue, entrambi negano fermamente di essere coinvolti nella strage di Bologna. Stanno davvero mentendo come qualcuno vuole farci credere? Entrambi sono in carcere da allora. Chi e perchè ha messo quella bomba? Non è nell'elenco delle vittime della strage che troveremo una risposta, ma i loro nomi resteranno scolpiti nella memoria di questa tormentata Italia finchè qualcuno non svelerà le carte e scriverà la parola "fine" ad una delle vicende più sanguinose della nostra storia.
Post n°47 pubblicato il 21 Luglio 2006 da Lobastro
Ci sono "ladri" e "ladri Ladro è chi ruba, su questo non ci piove. A volte il ladro ruba per fame, a volte per necessità. In politica il furto viene chiamato spesso "concussione", nella new-economy "agiotaggio". Io -come tanti altri- ho rubato per iniettarmi veleno. Cleptomania: malattia mentale che ti induce al furto senza rendertene conto. Giovani figli di benestanti borghesi che diventano ladri per noia, perchè oramai hanno tutto. Tante motivazioni o non motivazioni che ti portano allo stesso fine, ovviamente deprecabile e non sempre giustificato. Ma io vorrei aggiungere alla "categoria" la specie più viscida ed infame: i "ladri di vita". Essi si aggirano prevalentemente nei cortei antifascisti, sempre vestiti di nero a viso coperto, rigorosamente armati di spranghe, caschi e scudi, la loro costante è la vigliaccheria (agiscono sempre in gruppo) poi fuggono nei loro rifugi, LE CASERME. Questi "ladri", recentemente hanno rubato 4 mesi di vita 9 ragazzi, compagni antifascisti, sequestrandoli senza nessuna prova o motivo, per la sola "colpa" di aver usato la testa per pensare e non solo per infilarvici sopra un casco. 4 mesi di duro carcere per poi essere risultati assolutamente innocenti. E ora? chi mai riuscirà a ripagarli di un simile buco nella loro vita? forse i LADRI che li hanno sequestrati? Forse i vari politici moralisti o fascisti che al loro arresto hanno esultato? NO! Nessuno li ripagherà di questo, ma mi piace pensare al brivido lungo la schiena che proveranno quando al loro posto, in quelle celle ci finiranno i veri delinquenti. I LADRI DI VITA!
Post n°45 pubblicato il 20 Luglio 2006 da playslow
Please forward to Women in Black and allied groups: In light of the ongoing crisis in the Middle East, Women in Black in Israel are issuing a call to our sister vigils throughout the world (and allied groups) to hold their own actions this weekend with the demands ... Stop the War! Stop the Bloodshed! End the Israeli Occupation! Begin Negotiations for Peace and Justice!We call upon our sisters and brothers to join us in solidarity. Each group is autonomous to decide on its own messages, formats, and times. We already know of vigils planned in Vienna, Melbourne , and Calgary. We would like to hear about other vigils planned. Thank you. Women in Black, Israel
Post n°44 pubblicato il 20 Luglio 2006 da playslow
Ricordo a tutti stasera ore 19 in Piazza Loggia catena umana per la Palestina A chi sta pensando se andarci o meno perchè è in un momento di crisi mistica, perchè Israele non è così che si ferma, voglio ricordare che per i Palestinesi anche il minimo segno di sostegno e di NON INDIFFERENZA è importante. Ci vado perchè glie l'ho promesso, ci vado perchè se fossi io al loro posto vorrei come loro che il resto del mondo VEDA!!!! Ci vado ovviamente anche per dire la mia... p.s.: come mi ha detto un metal.... buona giornata di pace .... :-)
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