PRINCIPESSA SI NASCENON SI DIVENTA |
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Nell’ultimo mese ho intensificato il mio corso in piscina aggiungendo una lezione di acqua-gym anche all’ora di pranzo. Ho così avuto modo di accostarmi a 2 nuovi mondi, dal momento che la mia ora di lezione si trova subito dopo il corso pre-parto e subito prima del corso di nuoto dei bambini dell’asilo: penso che la costruzione dell’orario sia stata fatta con il preciso scopo di far vedere a noi altre il prima e il dopo… così, per prepararci a quello cui si potrebbe andare incontro.
Per quel che riguarda il corso delle future mamme c’è poco da dire, a parte il fatto che mi stupisco sempre più di quanto grande può diventare la pancia di una donna incinta
Comunque a parte queste mie cadute di stile con le future mamme, passiamo al corso dei bimbi dell’asilo: bene, la prima lezione è stata una tragedia! Entro nello spogliatoio e mi trovo immersa nelle urla e nei pianti… Ma nella seconda lezione i marmocchi si sono subiti adattati all’ambiente: arrivo in spogliatoio e mentre cerco il bagnoschiuma mi sento tirare per un braccio… mi giro, abbasso lo sguardo e vengo travolta da un turbine di domande! “Come ti chiami?” “Ehm… Principessa e tu?” “Samuele” “Oh che bel nome…” rispondo sperando di essermela cavata con poco… “Sei uscita dalla piscina?” “Eh sì…” “E adesso vai a casa?” “Eh sì…” soprattutto se mi lasci fare la doccia, visto che sto gelando… “E cosa fai a casa?” “Ehm… i compiti!” rispondo sperando di spaventarlo… invece… “Oooooooh i compiti” risatina sadica del bimbo… della serie: io invece a casa gioco, sono più fortunato di te! Nel frattempo, al bimbo spavaldo se ne sono aggiunti un altro paio… Per evitare un altro interrogatorio da parte degli altri bambini azzardo una domanda: “Allora, vi piace il corso di nuoto?” Mille risposte in contemporanea intervallate da gridolini di gioia: “Sììììììììììì” “Belloooooooo” “Figooooooo” “Oh, ma lo sai che l’altra volta Pietro è annegato????” Andiamo bene: era solo la prima lezione e ne hanno già eliminato uno! Ridendo domando: “Ma qualcuno l’ha salvato?” “Sì, sì, la maestra” sguardi di delusione dei bambini che evidentemente sognavano già di vedere CSI o RIS sulla scena della disgrazia! Io azzardo un commento: “Beh… meno male che c’era la maestra!” Spallucce… E il pensiero che mi assale è: ASSO, QUESTI SARANNO I MIEI FUTURI ALUNNI!
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SFIGA è… Avere otto ore di lezione Arrivare a casa alle 18.00 Ricordarsi di avere ancora una trentina di compiti in classe da correggere Rinunciare alla piscina per poterlo fare Correggerne più o meno la metà E terminare l’inchiostro dell’unica penna rossa che hai in casa esattamente alle 19.35
FORTUNA è… Andare nel laboratorio di pasticceria per un avviso Trovare la tua 3°A che, indaffarata, prepara dolciumi E vedersi offrire un croissant appena sfornato (e con questo si sono conquistati a pieno diritto il titolo di “classe preferita”!) |
I miei alunni non sono assolutamente in grado di stare in silenzio per 10 minuti di fila! Ciò che ancora mi stupisce è che non siano in grado di stare in silenzio neanche durante i compiti in classe! Ehm… come avrete capito, mentre le alunne di 3°A mi ricordano le Sailor Moon gli alunni di 1°A mi ricordano troppo i 7 nani di Biancaneve
Comunque quest’abitudine di parlare durante le verifiche non è una caratteristica solo dei miei Nanetti… e un’usanza piuttosto diffusa in tutte le classi, anche se è più facilmente gestibile con gli alunni più grandi: un bell’urlo e il problema si risolve.
L’altra settimana, compito in classe in 3°A: per la prima ora tutto bene, poi evidentemente tutta la conoscenza dei miei alunni si esaurisce con il suono della campanella ed iniziano le prime chiacchiere! “ALLOOOOOOORA, chi ha finito consegni” “No, no, prof, ci penso ancora un po’ su…” “Allora pensa con la bocca chiusa!”
Altri 5 minuti di silenzio e poi vedo la mia Sailor Mars che gesticola animatamente con la sua vicina di banco! “Cosa stai combinando?” “Niente, prof, non parliamo del compito… le sto solo facendo vedere gli esercizi che si fanno in palestra per gli adduttori… perché, sa, i maschi qui (e indica la parte alta del proprio petto) hanno dei muscoli…” “Sailor Mars, anche le femmine lì hanno quei muscoli…” “Davvero? E a cosa servono?” “Ehm… alle donne servono a tenere su il seno… per questo si tengono in allenamento!” “Ma il mio sta su da solo!” “E per forza! Hai 16 anni… ne riparliamo tra altri 15-20!”
Della serie: come distruggere le poche certezze di un’adolescente! |
Negli ultimi tempi, approfittando del belle giornate, ho preso l’abitudine quotidiana di “concedermi” una bella passeggiata post-pranzo nei miei Giardini Reali.
Non vi allarmate, non è successo niente di grave, ma purtroppo durante il mio peregrinare ho incontrato la Principessa sul Pisello con la sua Dama di Compagnia, che evidentemente ha la mia stessa abitudine. Ora, i miei Giardini Reali sono aperti al pubblico, quindi assolutamente non pretendo di essere l’unica frequentatrice… ma il fatto che ci sia proprio lei… beh, ammetto che mi disturba alquanto!
Da Principessa qual sono, sorrido amabilmente (non sia mai che si accorga di avermi turbata
L’ultima volta che abbiamo battibeccato era a proposito dell’attività fisica, che lei svolge perché la fa sentire meglio… talmente meglio che dopo averla fatta non è più in grado di lavorare
Beh, se quello che fa al parco è correre, signore e signori, IO posso presentarmi alla prossime olimpiadi!!! |
Ci sono giorni, nella carriera di insegnante, in cui tutto va storto. Giorni in cui l’unica cosa sensata da fare è andare a casa e tornare a letto. Oggi era uno di quelli: una parata assurda di contrattempi e seccature, di cartacce e libri persi e baruffe minori, di adempienze amministrative sgradite, di mansioni extra e di commenti biechi nei corridoi. … Ci sono molti vantaggi nell’essere un insegnante anziano. Uno è che avendo la reputazione di saper imporre la disciplina è necessario imporla di rado. La voce si diffonde – Non far casino con S. – e ne deriva una vita tranquilla per tutti. Oggi era diverso. Ah, succede ogni tanto; e se fosse successo in un’altra giornata, non avrei reagito come ho fatto. Ma era un gruppo numeroso, una terza inferiore: trentacinque ragazzi e tra loro non un solo latinista. … Ero in ritardo di dieci minuti, e la classe era già rumorosa. Nessun compito era stato assegnato, e quando sono entrato, immaginando che i ragazzi si alzassero in silenzio, loro hanno dato solo un’occhiata nella mia direzione e hanno continuato a fare precisamente quello che facevano prima. Partite a carte, chiacchiere, una discussione turbolenta sul fondo con sedie rovesciate e un poderoso puzzo di gomma da masticare nell’aria. La cosa non avrebbe dovuto farmi arrabbiare. Un bravo insegnante sa che c’è rabbia falsa e rabbia vera: quella falsa è lecita, parte dell’arsenale di finzioni del bravo insegnante, ma quella vera va tenuta nascosta, affinché i ragazzi, maestri del tranello, non capiscano di aver segnato un punto. Ma ero stanco. La giornata era iniziata male. I ragazzi non mi conoscevano ed ero ancora adirato per l’incidente della sera prima. … E così sono cascato, come un novizio, come un tirocinante, nel trucco più vecchio del mondo. Ho perso la pazienza. … Be’, in una situazione del genere è inevitabile che ci siano delle vittime. In questo caso otto detenzioni all’ora di pranzo, il che era forse un tantino eccessivo, ma la disciplina di un insegnante è affar suo, e non c’era ragione perché il vicepreside intervenisse. Tuttavia l’ha fatto: passando davanti all’aula nel momento sbagliato, ha sentito la mia voce e ha guardato attraverso il vetro nel preciso istante in cui io facevo girare uno dei ragazzi che ridacchiavano tenendolo per la manica del blazer. “Mr S.!” Naturalmente oggigiorno, nessuno tocca uno scolaro. E’ calato il silenzio. … Mi ero spinto troppo in là, adesso me ne accorgevo. “Forse può raccontare tutto al vicepreside” ho suggerito voltandomi di nuovo verso la classe ormai silenziosa. Il vicepreside mi ha rivolto un’occhiata da rettile. “Ah, e quando ha finito con il ragazzo, per favore lo rimandi indietro” ho detto “devo organizzare la sua detenzione”. A quel punto al vicepreside non restava che andarsene, portando il ragazzo con sé. Immagino non gli piacesse essere congedato da un collega, ma allora non avrebbe dovuto intervenire, giusto? Eppure avevo la sensazione che non avrebbe lasciato perdere.
LA SCUOLA DEI DESIDERI Joanne Harris
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Caspita! Vi abbandono per qualche giorno e mi ritrovo immediatamente NOMINATA da Kastania ( http://blog.libero.it/CarrieB83/ ), Sillylamb ( http://blog.libero.it/sillylamb/ ) e Ladyna1975 ( http://blog.libero.it/Ladyna/ )! Bene, vista la “multipla” nomination non posso che provvedere subito e rendervi partecipi delle mie 6 abitudini “bizzarre”! Queste sono le regole da seguire: 1- mettere il link di chi ti ha nominato
LE MIE 6 ABITUDINI 1- ho tutti gli orologi avanti di almeno 5 minuti (speravo di perdere questa abitudine non appena ho smesso di fare la pendolare… ma poi mi sono resa conto che anche andando al lavoro a piedi rischio di arrivare in ritardo!) 2- quando devo preparare l’insalata la spezzeto rigorosamente a mano (senza coltello) e la riduco in pezzi piccolissimi, quando poi me la trovo nel piatto la “ripasso” ancora una volta con il coltello: non sia mai che qualche pezzo sia rimasto più grande di un cm! 3- leggo sempre più di un libro contemporaneamente (non riesco a farne a meno) 4- ho costantemente bisogno di un accesso ad internet per mantenere i contatti con il mondo (tant’è che quando ho cambiato lavoro e perso il giornaliero collegamento aziendale ad internet sono andata in crisi di astinenza! 5- il sabato e la domenica devo SEMPRE fare colazione al bar , altrimenti sono di cattivo umore per tutta la settimana seguente 6- prima di andare a dormire controllo almeno 3 volte di aver chiuso a chiave la porta di casa e di aver chiuso il gas della cucina Ecco, ora che ho scritto queste cose mi sento una maniaca compulsiva E va bene, confesso
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Sono anni che non festeggio la Festa della Donna con la tradizionale uscita tra ragazze… per i più svariati motivi: non ne sento particolare esigenza (in fondo per fare un’uscita tutta al femminile non è necessario fissare una data precisa! Invece, nella settimana che ha preceduto la fatidica data si sono susseguite una serie di telefonate atte ad organizzare la serata nel modo migliore possibile.
Ebbene sì, alla fine un po’ per forza e un po’ per piacere (giusto perché non pensiate che ho un pessimo rapporto con le amiche in questione, il motivo della mia/nostra scelta non era certo dovuto alla compagnia!) ci siamo ritrovate a dover uscire! E così per la prima volta dopo anni ho “festeggiato” la Festa della Donna nel modo più alternativo possibile
Alla faccia della cena SOLI UOMINI, che per la cronaca è anche andata poco bene! Eh, sì! Anche queste sono soddisfazioni!
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Credo che da alcuni miei racconti si sia capito che le scuole dove sto insegnando rappresentano un po’… come dire? Molti di loro hanno alle spalle delle storie difficili e/o delle situazioni familiari particolari, quindi spesso per intervenire sui loro comportamenti “non adeguati all’ambito scolastico” (ammazza, quanto so’ diventata professionale!
Facile, quindi, incontrare in sala insegnanti qualche studente che scrive pagine e pagine di qualche non meglio specificato libro
A volte, invece, si segue il modello “asilo nido”: si assegna il classico “penso”, scrivi 100 volte “non devo disturbare in classe” e via dicendo… E qui gli insegnanti esternano tutta la loro creatività!
Oggi arrivo in aula e la mia Sailor Mars attacca con la tipica lamentela riguardo ad una punizione che le è stata assegnata! Adesso, pare brutto dirlo, ma le lamentele degli studenti sono sempre le stesse: non è colpa mia, è stato qualcun altro, non è giusto, perché sono stato punito solo io, blablablabla… Non potendo, però, evitare queste lamentale, ho imparato a staccare momentaneamente il cervello dalle loro parole
Pertanto, oggi, mentre lei continuava imperterrita il suo racconto, stavo facendo mentalmente la lista della spesa E nei rari momenti in cui lei riprendeva fiato, le ribadivo che smontare un pezzo di banco non è il modo migliore per dimostrare interesse durante la lezione di economia
E a quel punto, Sailor Mars mi rivela un particolare che il mio collega ha dimenticato di raccontarmi: non solo le è stata data una nota, non solo è stata minacciata di dover risarcire il danno arrecato al banco, ma le è stato assegnato anche un “penso”… e che “penso”: scrivi 100 volte
“IO SONO UN PASTICCERE E NON UN FALEGNAME!”
Come non scoppiare a ridere???
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In questi ultimi giorni c’è una domanda che mi martella nella testa: ma il mio TEMPO che fine ha fatto? Non riesco a capire il motivo, ma ultimamente mi ritrovo la sera sfiancata sul divano a pensare alla quantità di cose che non sono riuscita a fare durante la giornata appena trascorsa! E la cosa, mi irrita alquanto: cavolo, ho cambiato lavoro anche per aver maggior tempo a disposizione, ma purtroppo anche ora il tempo non basta mai!
Prendiamo la passata settimana: avrebbe dovuto essere più rilassante del solito, visto che mi sono ritrovata ad avere addirittura un’intera giornata libera dagli impegni scolastici, causa stage lavorativo degli studenti. Invece oggi sono più rintronata che mai!
E questa è la riprova che chi nasce Principessa non può fare la Casalinga… a meno di non trovarsi, come me, la sera sul divano Sfinita e Disperata… |
Come volevasi dimostrare: mi vedo costretta a rettificare quanto detto nel post precedente
Ad ogni modo, anche i regalini di S. Valentino mi hanno dato modo di riflettere su come siano cambiati i ragazzi rispetto a quando ero io adolescente.
Venerdì mattina arrivo nella solita 3° e vedo un pacchetto sul banco della mia Sailor Mars… Lo so che state ridendo, ma le mie alunne della 3° A mi ricordano troppo le protagoniste di Sailor Moon Dicevo: vedo un pacchetto sul banco della mia Sailor Mars e quando suona l’intervallo mi scappa un commento a riguardo
Momento di imbarazzo Ora, generalmente non entro nel merito della vita privata degli alunni… cerco sempre di mantenere un minimo di distacco, in fondo sono la loro insegnante e non posso permettermi di atteggiarmi né troppo d’amica né troppo da genitore, insomma ad ognuno il suo ruolo! Ma è evidente che lei ha bisogno di parlarne e le altre Sailor intorno continuano a chiedere la mia opinione per convincerla a restituire definitivamente il regalo Con tutto il tatto e la delicatezza possibile mi limito ad osservare che il regalo non è esattamente appropriato né all’occasione né tanto meno al rapporto che li lega e tra me e me continuo a pensare: ma questi giovani dove li vanno a prendere tutti questi soldi? |
Oggi non racconterò qualche “perla” (prendendo a prestito il termine dal blog “Errori e Perle”) dei miei alunni, ma esternerò alcuni mie perplessità sulla festa in questione.
Non avevo dubbi sul fatto che sarebbe stata una giornata particolare a scuola: d’altronde avendo a che fare con ragazzi/e tra i 14 e i 17 anni non poteva essere altrimenti! Mi ero preparata, quindi, a fare lezione in mezzo ad alunne con i cuoricini negli occhi
Non ero, invece, preparata alla caccia al Primino che si scatena nelle scuole
Invece, ieri pomeriggio, passo di fronte al liceo vicino alla mia scuola e vedo una quantità di alunni che ne escono marchiati ovunque con la “P” di primino: chi sulla fronte, chi sulle guance, chi in rosso, chi in blu,… Così, appena entro in classe per la lezione pomeridiana vengo immediatamente erudita dai miei alunni di 3° sull’ingiustizia della vita E subito dopo le lamentele vengo informata delle varie “pene” subite dai miei alunni negli anni precedenti: un anno li hanno truccati tutti da pagliacci (naso rosso e occhi neri), l’anno dopo hanno truccato i maschi da ragazze e le femmine da ragazzi (con tanto di smalto per i primi e baffi e barba per le seconde) e via dicendo! Ammetto che la discussione sia stata anche divertente (immaginare i miei alunni così combinati in giro prima per la scuola e poi per la città non ha prezzo! |
Come vi ho già detto, questo nuovo lavoro mi sta dando l’occasione di rallentare un po’ i ritmi, di riappropriarmi dei miei spazi e dei miei tempi. Certo non è semplice, le cattive abitudini sono difficili da perdere (persino i miei alunni ogni tanto me lo dicono: “Prof, rallenti un po’, lei è sempre agitata! Quale migliore occasione, quindi, dell’uscire di nuovo con le vecchie amiche, quelle che si conoscono da una vita, ma che si “trascurano” un po’ a causa dei vari impegni lavorativi e del poco tempo a disposizione. E come non approfittare del fatto che la Ragazza con l’Orecchino di Perla (vi ho mai parlato di lei?
Così, dopo anni che non accadeva più, abbiamo organizzato la nostra prima uscita P O M E R I D I A N A … cioccolata calda con panna al nostro bar di fiducia… (nonsolop-di-qua… hai presente le meringhe con la panna??? ecco, quel bar…
Ma può tutto ciò durare??? Può tutto ciò avere un lieto fine??? Ma certo che no, vi pare? Ecco quindi che arriva inaspettata la telefonata che turba la quiete prima della tempesta! (in realtà di telefonate ce ne erano state parecchie, ma io ovviamente non le ho sentite… “Principessa?” “Sì?” “Volevo solo avvertirla che l’inquilina del piano di sopra ha allagato casa… sarebbe meglio se lei tornasse alla sua Reale Dimora per controllare che l’acqua non sia passata di sotto!”
NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO Non è possibile! La mia casetta! Le mie cose! E soprattutto: la mia Gatta che non sa nuotareeeeeeeeeeeeeeeee!
Inutile dire che il piacevole pomeriggio è terminato immediatamente e che l’incontro si è concluso con la sottoscritta che corre come una furia verso la propria casetta stile Bay-Watch per salvare la propria Gatta da annegamento sicuro!
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Le scuole dove sto insegnando sono un po’ diverse da come me le aspettavo: a parte gli alunni, anche dal punto di vista burocratico esistono delle regole differenti rispetto ai miei ricordi della scuola di quando ero alunna. Ad esempio, chi non ricorda i propri professori entrare in classe con il registro sotto mano, scorrere con il ditino “malefico” l’elenco degli alunni alla ricerca della prima “vittima” Ecco, dimenticatevi tutto ciò! Quel tipo di registro (almeno nelle scuole dove insegno io) non esiste più… Quando ho chiesto che fine avevano fatto quei tipi di registri, in uno dei 2 istituti mi è stato detto che volendo si poteva fare una richiesta formale alla direzione scolastica per farsene assegnare uno, nell’altro ho letto solo sguardi interrogativi negli occhi del personale di segreteria… Visto che cmq di registri avrei dovuto averne 2 (uno per ogni istituto), onde evitare di creare più disagi che altro sia a me che al prossimo, ho optato per una normalissima agenda dove registro i voti dei compiti in classe e delle interrogazioni… e da buon ex-informatico ho replicato questo “registro informale” in formato xls sul mio portatile.
Ora la fine del quadrimestre si avvicina, quindi questi voti da qualche parte andranno anche registrati. Informati di qui, informati di là, parla con un collega, parla con un altro, scopro che esiste un sistema informativo interno all’istituto che si può anche utilizzare per registrare i voti degli studenti. Ovviamente, per poterlo utilizzare occorre un’anima pia (leggi: il collega di informatica) che mi faccia vedere come questo sistema si utilizza… Tra un clicca qui e scarica lì, naturalmente si fanno 2 chiacchiere e a quel punto parte la domanda trabocchetto Mi si accendono tutti i campanellini d’allarme e quindi rimango sul vago: “In un’azienda informatica!” “Ma quale?” ASSO, mi ha fregato “Ah, la conosco! Gestisce il nostro sistema informativo interno!” Esibisco un sorrisino tirato Il discorso stranamente prende una piega differente… ed io tiro un sospiro di sollievo Seeeeeeeeeeee! ILLUSA IO!
Passano un paio di giorni (in cui io ovviamente avevo lezione nell’altra scuola) e non appena metto piede nell’istituto vengo braccata da lontano dalla segretaria : “TUUUUUU! TUUUUUUUU! TU lavoravi nell’azienda che ha fatto il nostro sistema informativo interno! TU non sai cosa ci hanno fatto!” E così scopro che la fantastica azienda dove lavoravo prima ha fornito una nuova release di un software che fa tutto quello che uno potrebbe volere dalla vita, anche il caffè, ma che ha sballato tutte le date inserite fino a quel momento (sono tutte posticipate di 1 anno)
Ma io mi chiedo PERCHE’??? Perché questo lavoro mi deve perseguitare anche ora che me ne sono andata? Perché devo ritrovarmi in queste situazioni spiacevoli, in cui devo giustificare un’azienda dove non lavoro neanche più, nella vaga speranza che si capisca che i suoi dipendenti (me in primis) non sono tutti degli incompetenti???
Io lo so: non me ne libererò mai! Rimarrà la mia lettera scarlatta cucita sul petto per tutta la vita!
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È da un po’ di tempo che non vi racconto le gesta della Mitica Gatta con gli Occhiali e dal momento che lei è parte integrante della mia famiglia questo blog è anche un po’ suo e si rende necessario correre al più presto ai ripari.
Per fortuna è da un po’ che la Mitica Gatta con gli Occhiali non combina guai, probabilmente perché ormai ha quasi 2 anni e quindi il periodo peggiore dovrebbe essere passato. Tuttavia, nonostante non sia più un cucciolo, il mondo per lei è ancora pieno di novità e sorprese e quindi gli episodi divertenti non mancano.
Ad esempio, quest’inverno abbiamo scoperto la neve!
La mattina della prima nevicata dell’anno (un sabato, me lo ricordo ancora!) abbiamo affrontato questa cosa bianca e sconosciuta che aveva “invaso” il nostro balcone con profondo timore: non appena la Mitica Gatta con gli Occhiali ha visto il paesaggio tutto imbiancato ovviamente ha tirato fuori tutto il suo coraggio… ed è corsa a nascondersi sotto il divano |
La decisione di cambiare così drasticamente lavoro è stata dettata sicuramente dalla grande passione per l’insegnamento, ma anche dalla consapevolezza di migliorare notevolmente la qualità della mia vita. E mai come oggi ho avuto una sensazione così vivida di aver fatto la scelta giusta… almeno per quel che riguarda proprio la qualità della vita!
Il mercoledì è l’unico giorno che non ho lezioni anche al pomeriggio e quindi ne approfitto per pranzare con i miei Reali Genitori… non che non lo faccia anche in altre occasioni, ma il sapere di avere maggior tempo a disposizione rende tutto più semplice e piacevole! Oggi poi la giornata è stupenda… perché quindi non ritagliarsi il tempo per fare una bella passeggiata nel Parco Reale? Ecco! Per la prima volta dopo quelli che a me sono sembrati secoli mi sono veramente goduta la mia passeggiata!
Permettersi il lusso di “passeggiare”… notare la parola: passeggiare, non camminare… per una pendolare abituata praticamente sempre a correre (per prendere l’autobus o il treno o entrambi!) camminare non è più una semplice azione… ma diventa uno “sport”, una corsa contro tutto e contro tutti, contro il tempo e contro se stessi… Permettersi il lusso di guardare il cielo blu, gli alberi, tutto quello che c’è intorno… Permettersi il lusso di farsi scaldare dal sole su una panchina…. Permettersi il lusso di fermarsi ad osservare uno scoiattolo che mangia la sua ghianda… Ma chi è Biancaneve, al mio confronto!
Ecco! Questo per me è migliorare la qualità della vita! E non importa quanto difficile e faticoso sarà il lavoro che ho scelto… E non importa quanto dovrò urlare perché almeno un paio di alunni mi ascoltino… E non importa quanto tempo dovrò aspettare prima di avere di nuovo un lavoro “fisso”, un lavoro “sicuro”…
Io la prima gioia l’ho già avuta: ho riconquistato il mio spazio e il mio tempo!
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Non saprei come definire l’impatto con i miei nuovi studenti… certo ero preparata, ma i ragazzi sono veramente tosti ed ammetto che alcuni loro atteggiamenti proprio non me li aspettavo Ad ogni modo il pacchetto che ho scelto prevede anche i quotidiani “scontri” con i ragazzi e cerco di fare buon viso a cattivo gioco, nella convinzione che presto o tardi raggiungeremo un certo equilibrio. Per fortuna, però, c’è anche l’altra faccia della medaglia ovvero gli episodi divertenti che a volte capitano in classe
Tuttavia, prima di passare a questi racconti, credo sia necessario fare una piccola premessa sugli istituti dove insegno: sono entrambe scuole professionali, una nella mia città e l’altra in una città vicina, pertanto lavoro a giorni alterni in una e nell’altra. Lo scopo di queste scuole è creare le premesse affinché gli studenti possano entrare al più presto nel mondo del lavoro, per cui le materie principali sono quelle di laboratorio, cioè quelle dove si insegna ai ragazzi il mestiere che faranno “da grandi”. Credo, quindi, non sia difficile immaginare con quale spirito gli alunni affrontino le materie trasversali (matematica, italiano, scienze, economia…).
Vi faccio subito un esempio. Lezione in 3°A subito dopo l’intervallo, uno dei miei primi giorni di lavoro: entro in classe cercando, come al solito, di assumere un’aria seria e soprattutto severa Io non faccio domande (MAI fare domande a degli adolescenti, MAI… le risposte potrebbero essere le più varie e fantasiose! Sguardi di panico, si alzano un paio di mani! I: dimmi… A: prof, non si arrabbi! (ndr: notare che PROF è il massimo del rispetto che i miei alunni riescono ad avere nei confronti di tutti gli insegnanti! I: perché non mi devo arrabbiare? A: perché oggi non ho il libro… I: perché oggi non hai il libro? A: perché se no non ci stava la PLAY nello zaino…
Ed ecco spiegato il traffico intorno al televisore… A volte le risposte arrivano anche senza fare le domande!
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Post n°140 pubblicato il 19 Gennaio 2008 da troppo_principessa
Ammettetelo: speravate di esservi finalmente liberati di me, vero? Invece no! Forse in questi mesi vi siete chiesti che fine avevo fatto… o forse no! Ma volenti o nolenti sappiate che ve lo racconterò lo stesso… quindi siete ancora in tempo a cambiare blog e a tornare in un altro momento!
Beh, il motivo principale della mia lunga assenza dal web è stata l’improvvisa perdita di un accesso libero e illimitato ad internet… Perdita improvvisa, certo, ma non casuale… dovuta ad una scelta difficile ma fortemente voluta… Ho dato le dimissioni dall’azienda dove lavoravo (vi ricordate? quella con il più alto tasso di maternità d’Italia!
Ovviamente una decisione del genere ha suscitato sgomento, soprattutto in azienda, dove ai livelli più alti vige la convinzione che nessuno mai rinuncerebbe a lavorare lì (seeeeee, illusi, se il mondo del lavoro non fosse in questa fase di stallo, penso che in molti accarezzerebbero l’idea di cambiare!
Quindi salutate con la manina il vecchio tag “IO PENDOLO”
A presto! |
Post n°139 pubblicato il 04 Gennaio 2008 da troppo_principessa
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E’ da qualche tempo che non aggiorno il blog, un po’ per pigrizia un po’ per stanchezza…
Ma un episodio accaduto in questi giorni mi ha fatto venire in mente un post di qualche tempo fa che ho letto sul blog di ferulolly ("Rovescio del Cuore") e non ho potuto esimermi dal rendervene partecipi. Nel post in questione si discuteva sull’esistenza anche nei blog di gruppetti molto affiatati e altrettanto chiusi, nei quali è difficile inserirsi anche solo per un commento. Ho sempre pensato che nella vita di tutti i giorni sia “normale” un atteggiamento del genere, non mi stupisco quindi che anche nel mondo virtuale si inneschino gli stessi meccanismi… certo, “normale” per me non contempla la maleducazione di alcune persone, reali o virtuali che siano, ma non voglio entrare nel merito della discussione… non vorrei annoiarvi troppo con discorsi troppo seri, per quelli ci saranno altre occasioni!
Ma veniamo all’episodio in questione: stiamo organizzando da qualche giorno una specie di “gita fuori porta” infrasettimanale, il che implica ovviamente la possibilità di prendersi un giorno di ferie. Giacchè le partecipanti a questa gita sono alcune colleghe, vi lascio immaginare la difficoltà della cosa… ad ogni modo incrociamo le dita e speriamo di riuscire ad ottenere tutte l’agoniato permesso per assentarci dagli uffici nel giorno stabilito.
Fatto sta che la famosa collega Vodafone, entusiasta all’idea di assentarsi dall’ufficio per un intero giorno, davanti ad una folla di colleghi richiama l’attenzione di un’altra collega urlando a squarciagola: “Mamma in Carriera, sei pronta per la gita fuori porta?” La Giovane Pulzella in Fiore, all’oscuro di tutto, mi guarda con aria interrogativa ed io gentilmente le spiego la novità e le estendo l’invito. Immediatamente vengo riportata all’ordine dalla collega Vodafone: “Come osi tu, feccia della terra, essere immondo, estendere l’invito per la gita fuori porta ad un altro essere inferiore?” Beh, le parole non erano proprio queste ma il tono sì…fate vobis! Sicchè, abbasso le mie belle orecchie principesche e torno nel mio angolino a lavare i panni, come Cenerentola dopo il ballo (ma senza aver lasciato la scarpetta al Principe Azzurro!
E così, ho avuto anch’io la conferma dell’idea che mi sono fatta da tempo: non rientro nell’ELITE, nella CREM DE LA CREM (scritto come si dice, dal momento che faccio parte della feccia Mi consola il fatto che siamo in tante nella stessa situazione e che alla fine anche noi costituiamo la nostra piccola ELITE, certo di feccia… ma sempre ELITE è!
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Inviato da: Kastania
il 12/03/2012 alle 16:13
Inviato da: Kastania
il 29/06/2010 alle 15:40
Inviato da: Ladyna1975
il 25/06/2010 alle 12:20
Inviato da: troppo_principessa
il 25/06/2010 alle 11:59
Inviato da: Ladyna1975
il 25/06/2010 alle 11:53