Sto così tanto scazzato, che ieri ho telefonato a dio e gli ho detto: “Senti, parliamoci chiaro. Quanto vuoi per un po’ di allegria?”. Non mi ha risposto subito. Ho sentito come il fruscio di carta sfogliata, poi ha fatto un colpo di tosse, per schiarirsi la voce e mi fa: “Dunque, l’allegria semplice costa il venti per cento della tua anima, più l’obbligo di venerarmi per due anni e comunque dipende anche e soprattutto dalla quantità”. Lì per lì stavo per accettare, per questo mi sono messo le mani in tasca per cercare l’anima ma non l’ho trovata. Sono andato a vedere pure negli armadi e persino nei cassetti dove tengo la collezione di album di figurine Panini di quando ero piccolo. Ma ho solo perso tempo perché la mia anima non stava neanche là dentro. “E’ un bel guaio”, mi dice dio, “Sei sicuro di aver controllato bene? Come fa uno a perdersi l’anima?”. Io mi sono un po’ vergognato e non gli ho raccontato che non uso il portafogli e quindi a volte mi capita di perdere i documenti o i soldi. Forse l’anima me la sono smarrita da qualche parte, che ne so. L’anima quando cade non fa rumore, ti lascia solo un po’ senza allegria, e se uno l’allegria non ce l’aveva neanche prima, non se ne può proprio accorgere della sua mancanza. Oppure no, magari l’ho appoggiata da qualche parte, sono un tipo distratto, e chissà che non me ne sia andato lasciandola sopra il tettuccio di un’auto, o dentro un bar. Tutto può essere.
“Ma non posso averne un duplicato? Quando mi perdo la patente, cioè ogni due tre mesi, vado dai Carabinieri e quelli me la ridanno. Ora mi vuoi dire che i Carabinieri possono fare cose che tu non sai fare?”. Ma quello si è messo a ridere. Dice che l’anima mica è come la patente, è un pezzo unico, irripetibile e induplicabile. Alchè ho pensato pure che per essere un dio mi sembrava un po’ troppo limitato, e poi scusa se le regole le fa lui che gli costa modificarle per una buona causa? Lui però non ha voluto sentire storie: niente anima, niente allegria. Insomma, sempre la solita storia. Gli ho proposto di prendersi il mio fegato, qualche cosa varrà pensavo, ma niente.
Così l’ho salutato e ho riagganciato. Sono tornato a sedermi sul divano, senza anima e senza allegria.
Per fortuna ho ancora un po’ d'erba.
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