Creato da: upmarine il 02/10/2006
Reporter a stile libero, anzi senza. Ovvero, un gatto attaccato ai maroni! Con le unghie. :-((

L’angolo dei barlumi

Però, dall'alto della mia età, ho visto fiordalisi correre dietro ai papaveri che si nascondevano tra le onde del grano. Ero giovane e molto meridionale.







Signore,
perché i nostri ragazzi hanno smesso di sognare il proprio futuro, mimetizzandosi nel gregge alla ricerca di un mediocre consenso?
Perché hanno perso la capacità di volare ad ali spiegate, al di sopra della vuota quotidianità?
Perché non si ribellano alla volontà di chi trova necessario che siano imbrigliati nel regno delle scimmie urlanti?
Perché hanno sacrificato il proprio diritto di sfidare il mondo?
Perché negano l'affermazione della propria capacità di eccellere?

Nemmeno Tu conosci la risposta. Vero?

 

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RISCHIO ... su UPmariner Channel

Post n°133 pubblicato il 02 Febbraio 2008 da upmarine
 

Salute e Istruzione, nell'ordine, due diritti fondamentali dell'uomo che non avrebbero mai, MAI, dovuto essere soggetti alla legge del libero mercato. E i cui destini sono intrecciati.

Per quanto riguarda l'Istruzione, non ci sono dubbi. Parlo dell'Università, perché nella scuola dell'obbligo non c'è possibilità di scelta: in quest'ultima, i costi devono essere ridotti al minimo essenziale, ed il taglio alle spese, in questo settore, non provoca rivolte. Il popolo italiano non se ne accorge nemmeno, intento com'è a seguire la propria vita nei reality della TV anestetizzante di regime. E poi non arriva alla fine del mese e se deve tirare la cinghia lo fa tagliando dove meno sente necessità.

L'Università, invece, resta l'obiettivo di chi cerca, forse ancora per poco, di investire qualche migliaio di euro all'anno per offrire al proprio figliolo l'opportunità di conseguire il pezzo di carta che, nella speranza di conoscere la persona giusta al posto giusto, possa contare qualcosa nell'ottenere un posto al sole.

Ed ecco che anche l'Università viene caricata sul carrozzone del libero mercato, spinta ad arraffare il maggior numero di studenti e trasformandosi in venditrice di fumo. Si, perché bisogna allettare con ciò che piace e non con ciò che occorre. Non bisogna spaventare lo studente, altrimenti va altrove.

A ciò si aggiunga la politica di governo (di destra e sinistra, non c'è distinzione in questa gara) che vuole premiare le Università virtuose valutandole con un parametro fantasioso: la produttività.

Cos'è la produttività nelle Università? La capacità di formare e selezionare una classe dirigente del Paese rimpolpandola con professionisti capaci e preparati? Niente di tutto ciò, ahimé! E' semplicemente il numero di studenti che si laureano in corso, cioè nel tempo stabilito. Più ne vengono sfornati, più il Ministero dell'Università premia con finanziamenti.
Poco importa se per raggiungere il traguardo si venga tentati di chiudere un occhio, anzi due, e mandare avanti chi, pur senza raggiungere una preparazione adeguata, non può costituire zavorra.
Restiamo noi, professori carogne, a non voler concedere. Non per amore verso il Paese ma per un barlume di dignità che ci resta. Però la resistenza ha un limite.

E alla fine ci si chiederà: ma dove hai trovato la laurea, nelle patatine? Poco importa se questo accade in certi settori, come l'arte, la poesia, l'architettura, la biologia, la chimica. Tutt'al più saremo indicati ad esempio nel mondo come la nazione dei somari.
Il problema sorge quando dovremmo formare i medici o i giudici della nazione. Allora si, che si corrono rischi ed anche gravi. Soprattutto in Italia, dove la meritocrazia ha ceduto il passo alla raccomandazioni da tempo immemore.

E allora i primari possono essere selezionati in base alla capacità di seguire il gioco dei direttori generali e non perché sono luminari di chiara fama. Il post di Hesse_f dà un assaggio di questo comportamento.

Questo fenomeno, per questione di tempo, non è ancora generalizzato ma il rischio di contaminare il buono con il marcio è troppo alto.

Restiamo svegli e chiediamo maggiore serietà, a partire dai luoghi dove le menti vengono formate. Che poi è difficile cambiarle quando sono deformate. Perché, almeno quelle, non nascono malformate.

 
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Commenti al Post:
ilike06
ilike06 il 02/02/08 alle 08:53 via WEB
scusa la latitanza, Up, ma, sai, ormai sono una donna impegnata... :-)) però gradisco molto i tuoi commenti brevi, sintetici e compendiosi, ma soprattutto ironici, di là da me. bacetti canterini
(Rispondi)
 
 
upmarine
upmarine il 03/02/08 alle 14:51 via WEB
Grazie Ili. Cantiamo che ci passa?
(Rispondi)
 
Gioiasole
Gioiasole il 02/02/08 alle 11:40 via WEB
Ma perchè, scusa, da te, dalle tue parti, è una novità, questa? Da noi era diventata la prassi già nell'ultimo anno che mi ha vista a lottare per la tesi. Mi sono laureata nello stesso giorno di una ragazza che si vantava di essersi vista condonare tre esami nello stesso giorno, 30 e lode ciascuno, per farla laureare nei cinque anni previsti, obiettivo raggiunto con 110 e lode. Ma fintanto che, sono d'accordo con te, accade in Facoltà come la mia, il danno potenziale non sarà mai della stessa portata di Facoltà 'vitali', come Medicina. Fare il medico dovrebbe essere una missione, non una professione come tutte le altre. Tanto per fare un esempio, c'è una ragazza che conosco bene e che manderei seduta stante ai lavori forzati: studia medicina e sogna di diventare 'primario' perchè è 'prestigioso'. P.S.: avevo già letto il post che citi. C'è bile da vendere, anzi ve la regalo. Buon sabato, .llone :-)
(Rispondi)
 
 
upmarine
upmarine il 03/02/08 alle 14:40 via WEB
Voglio sperare che la tua amica non abbia visto abbonarsi statica o scienze delle costruzioni. Per gli ultimi 30 e lode, converrai che non sono sufficienti per arrivare al 110 e lode se il resto non è all'altezza. Per quanto riguarda la professione di medico, se io fossi ministro della sanità proporrei l'obbligo dell'esposizione del curriculum studiorum e professionale su un sito nazionale, ad esempio quello dell'albo. Così ci penso due volte se affidare la mia vita ad uno che si è laureato con ottanta dopo 12 anni. O magari ha partecipato all'ultimo convegno del settore nel 1980. E aumentare a 10 anni di reclusione la pena per il reato di falso ideologico.
(Rispondi)
 
scoontrosa
scoontrosa il 02/02/08 alle 16:25 via WEB
Più che rimanere sveglia, mi sveglio molto presto... ma non so se questo possa valere per arginare certi fenomeni... Mi lasciano amareggiata questi tuoi post. Dici che conviene indirizzare i miei G & M nelle miniere?
(Rispondi)
 
 
upmarine
upmarine il 03/02/08 alle 14:45 via WEB
G&M devono puntare al massimo. Come ben sappiamo, è anche necessario farlo nelle scelte. Tant'è che G non si risparmia. Ricordati che in ogni ambito vengono assunti 7 raccomandati inetti e 3 virtuosi che mandano avanti la baracca. Altrimenti l'Italia sarebbe una entità astratta, ancora di più di quanto lo sia ora.
(Rispondi)
 
carpediem56maestral0
carpediem56maestral0 il 02/02/08 alle 18:44 via WEB
Debbo solo decidere se essere orripilata e schifata o incazzata nera...Mi sà che finirò, come al solito, per propendere per la seconda che ho detto.....;-(((((
(Rispondi)
 
 
upmarine
upmarine il 03/02/08 alle 14:46 via WEB
L'importante che tu non decida di abituarti alla puzza.
(Rispondi)
 
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 02/02/08 alle 23:25 via WEB
Per questo gioisco ogni volta che la figlia della mia amica prende venti o diciannove a diritto privato; lei è convinta di valere di più e lo rifiuta ma quelli niente; l'ha dato quattro volte, alla fine ha accettato il ventiquattro. :)
(Rispondi)
 
 
upmarine
upmarine il 03/02/08 alle 14:50 via WEB
Forse non lo meritava nemmeno. Comunque giurisprudenza ha dalla sua parte il fatto che il numero di studenti è ben oltre il numero di necessità ammesse dall'ordine degli avvocati che pretende una forte selezione, attuata più per evitare la forte spinta concorrenziale. Purtroppo non mi è dato di sapere su quali basi si fonda la selezione. Nepotismo? Amicizie? Quando gli interessi economici in gioco sono alti il marcio tende ad insinuarsi di più.
(Rispondi)
 
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 03/02/08 alle 11:20 via WEB
"formare la classe dirigente del paese"? perché questa frase mi sa di minculpop?
(Rispondi)
 
 
upmarine
upmarine il 03/02/08 alle 15:01 via WEB
Perché negare sempre l'evidenza? Vogliamo chiamarla diversamente? Ti infastidisce il l'aggettivo "dirigente"? In realtà la maggior parte di coloro che guidano il Paese è laureata perché così esige la maggior parte dei concorsi per pubblici uffici. E se pensi che sia un bene augurarsi che il mondo politico sia sempre più affollato di "self-made man" ignoranti allora mi trovi in forte disaccordo. A meno che tu mi dica che preferiresti avere alla guida dei tuoi Uffizi un personaggio senza arte né parte. Sai una cosa Ody: la cultura antifascista è un bene della nostra società però, forse, il minculpop sarebbe già qualcosa di meglio del minignpop che ha preso piede ora.
(Rispondi)
 
 
 
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 03/02/08 alle 17:38 via WEB
mio caro: non volevo disquisire sull'importanza del titolo di studio, figurati! e dell'Università così com'è oa, post riforma, che non mi fido. e quei titoli di studio, sarà, ma non mi danno garanzie. e poi, soprattutto, sull'idea che studiando si diventa classe dirigente. non mi piace (e non è vero. non per la stragrande maggioranza, almeno). per prima cosa vorrei che una persona studiasse innanzi tutto per se stesso, perché è importante per il proprio "essere persona", appunto. indipendentemente da quello che economicamente o in termini di carriera potrà ricavarne. poi, visto come vanno le cose, di laureati disoccupati o sotto-occupati è piena la società. non illudiamoli ulteriormente dicendo che diventeranno "classe dirigente". ma chi? ma quanti? ma in quali percentuali? oggi poi che sono così tanti i laureati (o i "mini-laureati"----).
(Rispondi)
 
ilmondodiAle
ilmondodiAle il 04/02/08 alle 12:09 via WEB
Il fenomeno è già abbastanza esteso, non voglio nemmeno pensare cosa diverrà col passare del tempo. I casi di malasanità, in particolare in Calabria, la dicono lunga sull'attenzione che si presta ai pazienti. L' avanzamento di carriera sembra essere l'obiettivo primario e così si perdono di vista i pazienti, le loro patologie, l'attenzione ai problemi...La scuola ha molte colpe...è strutturata in modo da far credere ai ragazzi che tutto è semplice. La percentuale di bocciature non deve essere alta altrimenti si perdono le iscrizioni...e allora si istituiscono corsi di recupero, pause didattiche e altre corbellerie simili che non portano a nulla...la logica è sempre la stessa! E allora vorrei ricordare una frase che diceva sempre mio padre "La scuola è di tutti, ma non è per tutti"...Credo che questo pensiero si possa estendere anche all'Università...E' auspicabile un ritorno al passato, il rigore e la severità di un tempo hanno dato buoni frutti...Ciao Up, un abbraccio, Ale:-))
(Rispondi)
 
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