Creato da: upmarine il 02/10/2006
Reporter a stile libero, anzi senza. Ovvero, un gatto attaccato ai maroni! Con le unghie. :-((

L’angolo dei barlumi

Però, dall'alto della mia età, ho visto fiordalisi correre dietro ai papaveri che si nascondevano tra le onde del grano. Ero giovane e molto meridionale.







Signore,
perché i nostri ragazzi hanno smesso di sognare il proprio futuro, mimetizzandosi nel gregge alla ricerca di un mediocre consenso?
Perché hanno perso la capacità di volare ad ali spiegate, al di sopra della vuota quotidianità?
Perché non si ribellano alla volontà di chi trova necessario che siano imbrigliati nel regno delle scimmie urlanti?
Perché hanno sacrificato il proprio diritto di sfidare il mondo?
Perché negano l'affermazione della propria capacità di eccellere?

Nemmeno Tu conosci la risposta. Vero?

 

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Io che sono l'uomo più buono della terra (spero che kidgloves non mi citi per plagio) vi faccio questo regalo. E' una delle poche cose che mi fa pensare a Dio. Per due motivi: il primo è che solo grazie a Dio possono esistere queste meraviglie; il secondo è che non può esistere un Dio capace di togliercelo dalla Terra, prima o poi.

 

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Messaggi del 16/09/2007

 

Sfogo di gioventù ... su Upmariner Channel

Post n°72 pubblicato il 16 Settembre 2007 da upmarine
 
Tag: Mara

Scusami Mara ma questo non è un commento. Il tuo è uno sfogo troppo, esageratamente, sofferto e lo elevo a rango di post. Così impari a trattenere le emozioni, una prossima volta. In rosso (come la vergogna ...) sono alternati i miei commenti. Meditate gente, meditate.

Rivoglio la mia dignità
non mi riferisco a quella personale, non l'ho mai persa quella, né alcuno è riuscito ad impossessarsene.
Ne sono convinto, è difficile toglierti l'ossatura.
Mi riferisco a quella professionale... e la mia dignità consiste nel rispetto della mia libertà, nel rispetto assoluto delle regole.
Libertà di amare la parte più nobile di se stessi: anch'io ho l'impressione che ci sia una scarsa autostima da parte dei giovani. Una tendenza a volar bassi, rasoterra.
Voglio tornare ai miei tempi di alunna. A quando, in scuola elementare, ho trascorso la prima classe a fare le aste sul quaderno di aritmetica; a quando la maestra mi puniva, perché ero disordinata e avevo fatto le orecchie al quaderno, e mi metteva brutti voti.
Compiti commisurati al momento educativo. Si comincia con la disciplina: ci si chiedeva il perché di tutte quelle astine, il motivo del cercare di non uscire dai limiti che ci venivano imposti. Niente di traumatico, tutto il tempo che occorreva.
Voglio ancora avere il quaderno di brutta copia e voglio piangere, se macchio con l'inchiostro il foglio di bella e sbavo, perché so che, prima mia madre e poi la maestra, me le suoneranno;
la prima con il cucchiaio di legno e la seconda con la bacchetta.
Mia madre non ha mai alzato un solo dito su di me. Era il compito di mio padre. Aveva una mano grande come la mia testa (hai presente il giocatore di basket) ed andava giù pesante se non mi comportavo a dovere, soprattutto fuori di casa. Non sono morto per questo; in compenso mi chiamavano il piccolo lord per i miei modi.
Voglio che mi si chieda sempre se ho fatto tutti i compiti e, se non mi si crede, che qualcuno controlli i compiti assegnati sul diario e quelli eseguiti.
Voglio essere interrogata tutti i giorni e, se sono impreparata all'orale, a portare la nota a casa. Invece, se non ho fatto gli esercizi o non ho saputo coniugare un verbo, essere punita a ricopiare 100 volte sul quaderno ciò che non ho saputo.
Esiste ancora la punizione che sia sentita tale dal bambino? Niente di corporale, ma un deterrente per far desistere da certi comportamenti.
Voglio che la mia maestra o insegnante chiami mia madre per dirle che non studio. Parimenti, voglio che mia madre mi tiri uno schiaffone davanti a tutti, così forte da lasciarmi le 5 dita stampate sulla guancia; e non che mi giustifichi a tutti i costi.
Lasciamo stare lo schiaffone: mia madre aveva lo sguardo che fulminava; bastava quello per mettermi i brividi. Forse le madri pensano che una critica al figlio goda della proprietà transitiva.
Voglio che qualcuno mi insegni o mi dimostri che cosa significhi essere responsabile di ciò che faccio e di avere rispetto per gli altri e per me stessa, e che sia un insegnamento reale, fattivo e non di solite parole.
In pratica, niente più TV.
Voglio essere bocciata se a scuola non vado bene, piuttosto che ottenere la promozione solo perché il mio nominativo serve a formare la classe per l'anno successivo, così da conservare il posto di lavoro ai miei insegnanti.
E se provassimo ad affidare meno bimbi a ciascun insegnante così che possa esserci un rapporto più stretto? Magari gli insegnanti non perdono il posto e sono più motivati.
Voglio serietà e non approssimazione.
Questo è uno slogan degno della CGIL.
Voglio che qualcuno mi insegni e mi aiuti a diventare un UOMO , uno di quelli che non sa cedere ai ricatti e che è fiero del proprio coraggio e della propria rettitudine, perché lo hanno preparato a questi valori.
Diventerebbe un martire in questa società retta da squali.

Sai Up ... oggi ho visto la mia alunna che è stata un anno in Norvegia, con scambio interculturale ... La ragazza, tranquilla e serena di per sè, è rimasta colpita dal grande senso di responsabilità degli alunni in quel paese ...
nessuno copia e nessuno si alza o telefona o tira frecce al compagno se l'insegnante non è in classe ... continuano a lavorare.
Ancora una volta speriamo che sia l'Europa a salvare l'Italia. Lungimiranti i fondatori della nostra Patria europea.

Dove stiamo andando Up ...
Alla deriva.
... che società di merda abbiamo creato per i nostri figli?
Abbiamo creato? Io continuo a provare schifo per quelli che non la pensano come noi. A costo di trovare il mio cognome, associato a parole offensive, scritto a caratteri cubitali nel cesso degli studenti. Solo il mio.
Niente di personale. Io continuo a fare la parte del rompicoglioni.

P.S. Mi chiedo: ma i padri che fine hanno fatto? Hanno tutti abdicato alle madri il ruolo di genitore nella formazione dei figli? Sono solo comparse?

Il problema, mia nobile amica, è che qualsiasi forma di dignità
è stata sottratta all'educazione e non agli educatori.

 
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