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Creato da: lifeinweb76 il 29/10/2007
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LA SVIZZERA HA AMMAZZATO L'ORSO JJ3

Post n°235 pubblicato il 16 Aprile 2008 da lifeinweb76
 
Tag: JJ3
Foto di lifeinweb76


Secondo le autorità elvetiche era diventato pericoloso.
 
 

15 aprile 2008 - L'orso JJ3 è stato ucciso in Svizzera.
L'animale, che nelle ultime settimane si era fatto piú pericoloso e aveva cominciato sistematicamente a cercare cibo nelle case, è stato ucciso a colpi d'arma da fuoco ieri sera nel canton Grigioni.
Da quando era uscito dal letargo, l'orso di 250 chili, nato in Italia nel Parco dell'Adamello-Brenta girovagava (come il fratellastro JJ1, figlio di Jurka, al momento impagliato in un museo di Monaco di Baviera) sbranando pecore e altri animali da allevamento, svuotando alveari d'api e si affacciava occasionalmente nei pressi di centri abitati.

Le autorità del cantone avevano chiesto di abbattere JJ3: "Il suo comportamento mi ricorda Bruno. E' assolutamente anomalo, non conosce paura e si fa sempre piú pericoloso. E' un tormento per la gente", aveva detto una responsabile.

A nulla sono valse le proteste degli animalisti e delle associazioni ambientaliste. Probabilmente l'orso verrà impagliato per essere messo accanto all'ultima orsa uccisa in Svizzera 80 anni fa e ora custodita in un museo". Il fratello di JJ3, JJ1, è stato abbattuto quando ha sconfinato in Germania.
(Ap)

'Anche nel caso di Jj3 - dice il Ministro dell'Ambiente Pecoraro Scanio - l'Italia si era mossa subito: avevamo, tra le altre cose, offerto alla Svizzera supporto di uomini e mezzi per raggiungere l'obiettivo di salvaguardare l'orso. Avevamo dato disponibilita' a riprenderlo, si poteva spingerlo verso aree meno frequentate. Insomma si poteva fare altro. Si doveva evitare di abbatterlo!'.
Per Pecoraro Scanio 'tutelare le specie simbolo della biodiversita' e' un obiettivo che tutti i Paesi debbono condividere, ma per raggiungerlo serve dialogo e non chiusure.
L'Italia comunque e' determinata e proseguira' in questa direzione. Ma e' evidente - conclude - che questi animali necessitano di tutela in ambito transfrontaliero. E l'Europa si deve porre questo problema'.

 
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GREENPEACE, CACCIA A BALENE E' UN FALLIMENTO

Post n°234 pubblicato il 16 Aprile 2008 da lifeinweb76
 
Tag: Balene
Foto di lifeinweb76


Il Governo di Tokyo salvi la propria reputazione internazionale.
 
 

16 aprile 2008 - Dopo una missione di caccia la Nisshin Maru, nave della flotta baleniera giapponese, e' entrata nel porto di Kyoto per scaricare carne di balena. Attivisti di Greenpeace hanno circondato l'imbarcazione, aprendo uno striscione con su scritto 'Failed'.
"Il governo del Giappone -si legge in una nota diffusa dall'associazione ambientalista- per continuare la sua 'ricerca scientifica', finora costata la vita a oltre 8mila esemplari, si era assegnato una quota di 935 balenottere minori, 50 comuni e 50 megattere. Dopo le prime proteste internazionali, il Giappone aveva dichiarato di rinunciare alle megattere, ma la notizia -confermata dal ministro nipponico della Pesca- e' che nessuna balenottera comune e' stata uccisa. Anche per le minori la caccia e' stata un mezzo fiasco ed e' comunque costata la vita a 551 esemplari".

Il ministero giapponese della Pesca ha dichiarato che la quota non e' stata rispettata a causa di 'interferenze', ossia delle attivita' di protesta. La nave di Greenpeace Esperanza, infatti, ha inseguito la Nisshin Maru per quindici giorni, bloccando le operazioni di caccia di tutta la flotta. Prima dell'inizio della stagione di caccia, l'Istituto per le Ricerche sui Cetacei aveva dichiarato che c'era un "rapido aumento" delle balenottere comuni: 9mila esemplari solo in due aree limitate, dove hanno operato i balenieri.

"Il fatto che non siano riusciti a trovarne nemmeno una -osserva Greenpeace- e' un'ulteriore prova del penoso livello di questa 'ricerca'. Se era una ricerca scientifica, perche' la Nisshin Maru e' scappata per quasi 8mila chilometri?".

L'associazione ambientalista, inoltre, ha chiesto di investigare sulle numerose irregolarita' osservate durante la caccia baleniera, come il rifornimento in zona vietata (l'Antartide e' considerato "Area Fragile") e il commercio di carne di balena con Panama, in violazione delle norme della Convenzione Cites sul commercio di specie protette.
Anche nei media giapponesi, sempre piu' spesso, ci si interroga sul perche' il governo continui a erogare sussidi per un'attivita' contro cui monta un'opposizione crescente dentro e fuori il Paese.

"Tra due mesi -conclude Greenpeace- la Commissione Baleniera Internazionale (Iwc) discutera' del suo futuro in Cile. Il Giappone dovrebbe approfittarne per salvare la propria reputazione internazionale, annunciando lo stop definitivo alla caccia e l'avvio di una politica di tutela".

 
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Il Cio alla Cina: «Serve una soluzione rapida e pacifica della crisi in Tibet»

Post n°233 pubblicato il 07 Aprile 2008 da lifeinweb76
 
Foto di lifeinweb76

A Parigi fiamma olimpica «stop and go» tra bus e tedofori in mezzo alle protesteLe autorità hanno deciso di caricarla su un pullman per oltrepassare i gruppi di protesta

PARIGI - La corsa della fiaccola olimpica diventa sempre più a ostacoli tra le crescenti proteste anticinesi. La fiaccola, simbolo dei Giochi, è stata addirittura spenta a Parigi e portata per alcune centinaia di metri su un bus prima di riprende il percorso con i tedofori, ma dopo è stata di nuovo bloccata. Inoltre la bandiera nera di Reporter senza frontiere con i cerchi olimpici raffigurati come manette è stata issata al primo piano della Tour Eiffel, sul lato nord. La decisione di spegnere la fiamma è stata presa dalle autorità parigine e dagli organizzatori del Comitato olimpico francese, che avevano predisposto il percorso dei tedofori. C'erano timori consistenti di ritrovarsi con incidenti simili a quelli accaduti a Londra, visto che una grande folla con bandiere tibetane e cartelli pro Tibet si era radunata sul percorso, in particolare vicino alla partenza del primo tedoforo, l'ex campione del mondo dei 400 ostacoli Stephane Diagana. Come previsto la fiaccola olimpica era partita intorno alle 12,35 dalla Torre Eiffel ma ha interrotto la sua corsa dopo poche centinaia di metri. La polizia, che inquadrava con un eccezionale dispositivo di sicurezza i tedofori, ha deciso di spegnerla e di interrompere la staffetta a causa del numero di dimostranti che ne ostacolavano il passaggio.

CARICATA SU UN BUS - La prefettura della capitale francese ha comunicato che la fiaccola è stata «messa al riparo su un autobus ». Dopo circa mezz'ora, la fiaccola ha proseguito il suo percorso a piedi, portata da un tedoforo.Un dimostrante che teneva un estintore è stato inoltre fermato e poi rilasciato vicino alla Torre Eiffel. La vice presidente della regione parigina dell'Ile-de-France, la verde Mireille Ferri, è stata fermata dalla polizia, mentre si stava dirigendo con un estintore verso la Torre Eiffel. Lo hanno reso noto i Verdi, precisando che la Ferri è stata condotta in un commissariato di polizia. Quattro manifestanti sono stati arrestati. Agenti della sicurezza che scortano il tedoforo e poliziotti sui pattini a rotelle hanno fermato i quattro, tra cui due attivisti pro-Tibet, sul Lungosenna

IL CIO ALLA CINA: «SERVE UNA SOLUZIONE PACIFICA» - Il presidente del Comitato olimpico internazionale (Cio), Jacques Rogge, ha fatto appello a Pechino invitando le autorità cinesi a cercare una soluzione pacifica della crisi in Tibet e condannando l’uso della violenza che secondo Rogge è incompatibile con i valori olimpici.

L'APPELLO - «Facciamo appello per una soluzione rapida e pacifica della crisi in Tibet, che ha scatenato un’ondata di proteste nel mondo» ha dichiarato Jacques Rogge, che partecipa a una riunione con i responsabili dei comitati olimpici nazionali.

«Il passaggio della fiaccola olimpica è sotto mira. Il Comitato olimpico internazionale ha espresso la sua viva preoccupazione e fa appello per una soluzione rapida e pacifica in Tibet» ha detto Rogge. «Quale che ne sia la ragione, la violenza non è compatibile con i valori della fiaccola olimpica o dei giochi olimpici» ha aggiunto Rogge.

LA CONDANNA CINESE - Intanto la Cina ha condannato le «vili azioni» dei manifestanti filotibetani che domenica hanno disturbato il percorso della fiaccola olimpica a Londra. L'agenzia Nuova Cina cita un «funzionario» del Comitato organizzatore delle Olimpiadi di Pechino (Bocog) che «denuncia con forza» le dimostrazioni di domenica nella capitale britannica, nel corso delle quali almeno 35 persone sono state arrestate. Migliaia di persone hanno partecipato alle proteste, gridando «Cina, vergogna» e denunciando la repressione nel Tibet e la soppressione dei diritti umani. Pechino ha confermato la sua intenzione di far passare la fiaccola da Lhasa, la capitale del Tibet, teatro nelle scorse settimane di manifestazioni sfociate a volte in violenza. Nei disordini avvenuti a Lhasa e in altre zone del Tibet sono morte venti persone secondo il governo cinese a circa 150 secondo il governo tibetano in esilio. Almeno mille persone sono state arrestate. La fiaccola dovrebbe passare da Lhasa il 20 e 21 giugno, dopo essere stata portata da un gruppo di alpinisti sulla cima del monte Everest.

SAN FRANCISCO - Anche San Francisco, dove vive la terza comunità cinese del Nord America, si prepara ad accogliere, fra un paio di giorni, la fiaccola olimpica con manifestazioni anti-cinesi. La città californiana è la prossima tappa della fiamma olimpica, il 9 aprile, dopo Parigi e prima di Buenos Aires (11 aprile). E San Francisco è spaccata sul passaggio della fiaccola: i sostenitori del Tibet, del Darfur e la setta religiosa Falun Gong (duramente perseguitata dal governo cinese) vogliono approfittare dell'evento per manifestare il loro dissenso nei confronti della Cina. Promettono di protestare in modo non violento formando una staffetta di sei miglia in cui 80 volontari mimeranno il passaggio della torcia olimpica con striscioni e cartelli. Il sindaco di San Francisco, Gavin Newson, ha fatto sapere che ha lavorato duramente per fare in modo che San Francisco ricavi dall'evento la migliore pubblicità possibile e ha seguito attentamente il programma per il passaggio della fiaccola che si prevede attraversi il Golden Gate Bridge, raggiunga su una barca il porto e viaggi a bordo dello storico cable car, il piccolo tram tipico della città. «La gente - ha detto Newson - ha il diritto di protestare, ma non ha il diritto di impedire che la fiaccola passi da San Francisco. Così facendo si perde di vista il significato delle Olimpiadi». L'ex sindaco di San Francisco Willie Brown, che ha collaborato all'organizzazione dell'evento, ha inoltre sottolineato come chi intende manifestare il suo dissenso verso la Cina debba farlo in occasione di un evento che riguardi direttamente la Cina, «Le Olimpiadi non rappresentano la Cina - ha precisato Brown - i giochi riguardano tutto il mondo».

 
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barbari!!!!!!!

Post n°232 pubblicato il 07 Aprile 2008 da lifeinweb76
 

vergogna
E’ stata macellata e mangiata da pescatori palestinesi, secondo i quali il suo sangue è afrodisiaco ed ha altre qualità terapeutiche
GAZA
Una rara tartaruga gigante catturata su di una spiaggia vicina a Gaza City è stata macellata e mangiata la scorsa notte da pescatori palestinesi, secondo i quali il suo sangue è afrodisiaco ed ha altre qualità terapeutiche.

Mentre la gola della tartaruga veniva tagliata di fronte ad una folla di curiosi, uno dei pescatore ha detto che un sorso del suo sangue era «buono come il Viagra», il famoso farmaco contro l’impotenza. I pescatori hanno raccolto il sangue e lo hanno poi offerto a bambini sofferenti per traumi e ad adulti con problemi alla schiena. Bambini sono stati visti più tardi usare una parte del guscio come tavola da surf.

Basandosi sulla descrizione delle dimensioni e del guscio della tartaruga, l’esperto israeliano Yaniv Levy ha detto di credere che l’esemplare ucciso fosse una tartaruga liuto (Dermochelys coriacea), la più grande delle tartarughe marine, molto rara nel Mediterraneo e a rischio estinzione. Gli esemplari adulti di solito pesano fra i 300 e i 500 chili.

Da giugno scorso, quando Hamas conquistò il controllo della Striscia di Gaza, l’accesso delle merci e dei rifornimenti al territorio è stato ridotto dal governo di Israele, con serie difficoltà di approvvigionamento degli alimenti.

Una tartaruga più piccola della stessa specie era stata catturata un mese fa, ma era stata poi liberata quando i pescatori si erano accorti che aveva una etichetta con la quale veniva classificata come appartenente ad una specie in estinzione.

 
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sono incazzata

Post n°231 pubblicato il 04 Aprile 2008 da lifeinweb76
 
Tag: arte?
Foto di lifeinweb76

CANE MORTO
PER UNA MOSTRA.
FERMIAMOLO!


Lo scorso anno, Guillermo Vargas Habacuc, un presunto artista, prese in Costarica un cane di strada, lo legò ad una corda ad un muro di una galleria d'arte e lo lasciò morire lentamente di fame e di sete.
Per parecchi giorni, l'autore di questa orribile crudeltà e i visitatori di questa galleria d'arte sono stati spettatori impassibili dell' agonia del povero animale, fin quando è morto.


Ora la Biennale Centroamericana di Arte - quest'anno in Honduras – ha deciso, incomprensibilmente, che quanto commesso da questo individuo è arte, e Guillermo Vargas Habacuc è stato invitato a ripetere la sua crudele azione. FERMIAMOLO!!!

Uniamoci nella firma di questa
petizione. Seppure le leggi in quei Pesi non sono come le nostre, speriamo che un’ondata di indignazione arrivi fin oltre Oceano!

 
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50 CANI MALTRATTATI

Post n°230 pubblicato il 04 Aprile 2008 da lifeinweb76
 
Foto di lifeinweb76


In provincia di Latina
 
 

4 aprile 2008 - Sono stati sequestrati dal Nucleo investigativo per i reati in danno agli animali (Nirda) del Corpo Forestale alla presenza dell'Asl di Aprilia, circa 50 cani detenuti da un privato in condizioni di grave maltrattamento a Campo di Carne (Aprilia). Il sequestro e' avvenuto a seguito di una denuncia dell'associazione 'Arcipelago 2000'. «I cani, per lo piu' meticci, legati con catene o corde molto corte a pali ed alberi, senza ripari - spiega Paola Zampetti, presidente dell'associazione - si trovavano nel giardino e in un terreno adiacente al villino di un privato. Si tratta di animali di varia taglia e di tutte le eta'. Molti sono ridotti pelle ed ossa, altri sono malati. Abbiamo trovato anche gatti, rinchiusi in piccole stie da pollaio in condizioni di estremo sacrificio. Oltre a questi, galline, polli, pulcini».

«La scoperta di questo lager e' stata fatta da una nostra conoscente - continua la Zampaetti - che qualche settimana fa stava cercando una cagnetta smarrita quando si e' trovata davanti a questo scempio. Sono venuta a constatare di persona come stavano le cose e ho subito fatto una denuncia ai Carabinieri ed al Corpo forestale dello Stato, che ringrazio per l'intervento». I cani ed i gatti sono stati tutti microchippati e affidati a canili ed associazioni. Saranno curati e, dopo i termini necessari al dissequestro, potranno essere dati in affidamento a famiglie.

L'associazione 'Arcipelago 2000' lancia un appello per adottarli o contribuire con aiuti: «Abbiamo bisogno di medicinali, antiparassitari, cibo. Speriamo - dice la Zampetti - che siano molte le persone che, venute a conoscenza di questa drammatica vicenda, si offrano per dare una casa ed amore ai cani e ai gatti ora liberati da quella dolorosissima prigionia».
Per aiuti ed adozioni ci si puo' rivolgere al 333.8728615.

 
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VITTORIA! L’OIPA RIESCE A SALVARLE !

Post n°229 pubblicato il 02 Aprile 2008 da lifeinweb76
 
Foto di lifeinweb76

 
 
 

2 aprile 2008 - Dopo una lunga campagna che ha visto grande sostegno e partecipazione internazionale, è con immensa gioia che l’OIPA comunica che la nostra petizione diretta al Ministro dell'Ambiente e del Turismo in Sud Africa, è stata accolta ed è stata emanata una nuova normativa “Policy on the management of seals, seabirds and shorebirds” per la protezione delle foche e dell’ambiente marino.
L’uccisione delle foche, come da noi espressamente richiesto, è stata vietata.
“Dopo migliaia di lettere, mail, articoli sui giornali, e soprattutto grazie alle oltre 20.000 firme raccolte dall’OIPA, col sostegno di un leale e pioniere gruppo di persone provenienti da ogni parte del mondo, ce l’abbiamo fatta – dichiara Francois Hugo, Presidente e fondatore di Seal Alert SA, lega membro OIPA ed associazione con cui avevamo dato il via alla campagna - Ora gli sforzi si dirigeranno verso la Namibia. Per tutto quello che avete fatto, vi mando il mio più profondo ringraziamento”.
Oggi, grazie alla nuova normativa, è possibile intervenire, tramite autorizzazione, per salvare e riabilitare le foche: Seal Alert SA contribuisce alla conservazione della specie sia curando gli esemplari feriti o malati, sia riportando alle autorità locali i casi di maltrattamento.
Le foche che hanno bisogno di cure vengono prelevate, portate al centro per la cura delle foche, gestito dalla nostra lega membro, i cui locali sono stati concessi gratuitamente dalle autorità locali, dove vengono curate, riabilitate e quando è giunto il momento, riportate nel loro ambiente naturale.
Dopo 30 anni di silenzio, una voce potente si è alzata in difesa di questi animali. Siamo stati un piccolo esercito che ha chiesto giustizia per una specie tanto a lungo dimenticata. I tempi sono stati lunghi, la burocrazia è stata tanta, ma alla fine il risultato finale, la normativa firmata dal Ministro, ha superato ogni più rosea aspettativa.
L’OIPA e Seal Alert SA, ringraziano tutti coloro che hanno reso possibile questo piccolo grande miracolo. Dopo 30 anni senza alcun diritto, ora le foche possono contare su una nuova normativa in grado di tutelarle.

 
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Post N° 228

Post n°228 pubblicato il 01 Aprile 2008 da lifeinweb76
 
Foto di lifeinweb76

Il Panchen Lama aveva sei anni quando, nel 1995, il governo Cinese lo ha rapito assieme ai suoi genitori. All’epoca, Amnesty International lo definì “il più giovane prigioniero politico del mondo”.
Panchen Lama è il titolo che i tibetani conferiscono alla seconda più importante personalità del Tibet. "Panchen" (pronuncia : Pàncen) significa "Grande Studioso" e “Lama” è un termine usato dai tibetani per indicare un maestro spirituale. I tibetani ritengono che il Panchen Lama sia il protettore di tutti gli esseri senzienti del mondo.
Questo significa che il bambino raffigurato in questa fotografia, la sola esistente, diverrà uno dei maggiori leader del Tibet.

Perché il Governo cinese ha sequestrato il Panchen Lama e i suoi genitori?
Il motivo è essenzialmente di natura politica. Per tradizione, dopo la morte del Panchen Lama, il Dalai Lama ne riconosce la reincarnazione e, viceversa, il Panchen Lama riconosce la reincarnazione del Dalai Lama. Crescendo un Panchen Lama “di regime”, le autorità cinesi ritengono che, alla morte dell’attuale Dalai Lama, il falso Panchen Lama riconosciuto da Pechino sceglierà, come massima autorità del Tibet, una figura “fantoccio”, gradita al Partito.

I fatti
Il 14 maggio 1995 il Dalai Lama, massima autorità spirituale del Tibet e capo del governo tibetano in esilio, riconosceva in Choekyi Nyima, un bambino nato a Lhari, nel Tibet centrale, il 25 aprile 1989, l’undicesima reincarnazione di una delle più alte personalità religiose tibetane: il Panchen Lama.
Malgrado l’assoluta legittimità della scelta del Dalai Lama che, in accordo con una tradizione antichissima, ha agito in modo conforme al suo ruolo, le autorità della Repubblica Popolare Cinese hanno accusato il Dalai Lama di voler creare, con il riconoscimento del piccolo Panchen Lama, tensioni e conflitti in Tibet. Non appena il Dalai Lama ha annunciato l’avvenuto riconoscimento, Choekyi Nyima e i suoi genitori sono stati prelevati dal loro villaggio e, da allora, se ne sono letteralmente perdute le tracce. E’ inoltre iniziata, in Tibet, una durissima campagna di denuncia del Dalai Lama e di tutti quei tibetani, religiosi e laici, che si dichiarano favorevoli alla sua scelta. Il monastero di Tashilunpo, tradizionale sede dei Panchen Lama, è stato sottoposto ad un regime di rigido controllo di polizia e diverse decine dei suoi monaci sono stati arrestati o espulsi per avere pubblicamente espresso la loro solidarietà al Dalai Lama.
Come è facile immaginare, il comportamento delle autorità cinesi, in questa situazione, non solo ha urtato profondamente i sentimenti spirituali del popolo tibetano ma ha evidenziato cosa le autorità della Repubblica Popolare veramente intendano quando affermano che in Tibet esiste la più completa libertà religiosa.

Al di là di ogni altra considerazione, resta comunque il fatto, gravissimo, che, dal maggio 1995, Choekyi Nyima e la sua famiglia sono scomparsi e il governo cinese non ha mai voluto dire con precisione dove e come stiano. Di fronte alle richieste di chiarimenti inoltrate da organizzazioni umanitarie, gruppi di sostegno alla causa tibetana, movimenti sindacali, partiti politici e parlamentari di numerose nazioni, le autorità della Repubblica Popolare Cinese hanno solo ammesso che il bambino e i suoi genitori "sono stati affidati al Partito Comunista per essere protetti dai tentativi di rapimento messi in atto dai seguaci del Dalai Lama e della sua cricca".
Il 25 aprile 2005 Choekyi Nyima compie sedici anni e da dieci vive segregato. La vicenda del piccolo Panchen Lama si è aggiunta alla lunga serie di torti e di violenze che la Repubblica Popolare Cinese sta infliggendo da 50 anni agli uomini e alle donne del Tibet. Il sequestro e la detenzione continuata di un bambino di sei anni "colpevole" solo di essere stato riconosciuto come reincarnazione di un importante maestro spirituale, dovrebbe spingere ogni coscienza democratica a mobilitarsi perché questa intollerabile violenza possa cessare al più presto.

 
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Lhasa,

Post n°227 pubblicato il 01 Aprile 2008 da lifeinweb76
 
Tag: tibet
Foto di lifeinweb76

La visita del primo gruppo di giornalisti stranieri a Lhasa, voluta e accuratamente programmata dalle autorità di Pechino con l’intento di mostrare alla comunità internazionale il ritorno alla normalità della capitale tibetana dopo l’insurrezione popolare della scorsa settimana, è stata caratterizzata da un imprevisto episodio. Nelle vicinanze del Jokhang, il principale tempio della città, una trentina di monaci si sono avvicinati ai giornalisti e, alternando la lingua tibetana a quella cinese per farsi meglio comprendere, hanno cercato di far conoscere la loro verità. “Le proteste della scorsa settimana non hanno nulla a che vedere con il Dalai Lama” - hanno gridato - .“Il Tibet non è libero, il Tibet non è libero!”, ha esclamato un giovane religioso prima di scoppiare in lacrime davanti alle telecamere.

I monaci hanno fatto sapere di essere intervenuti dopo aver saputo che, all’interno dell’edificio, un gruppo di funzionari governativi, indossate le tonache monacali, si apprestava ad incontrare i rappresentanti della stampa. Hanno fatto sapere che, a partire dal 14 marzo, il tempio è strettamente sorvegliato dall’esercito. Questa notizia conferma quanto trapelato nei giorni scorsi circa lo stato di semi prigionia in cui sono tenuti e religiosi all’interno di tutti i monasteri, con conseguenti, serie difficoltà di approvvigionamento di acqua e viveri.

“Siamo consapevoli che per questo nostro gesto rischiamo di essere arrestati” -  hanno dichiarato i monaci - ma siamo pronti ad correre questo rischio”.

Il corrispondente dell’agenzia Associated Press ha reso noto che ai giornalisti sono stati fatti visitare un ambulatorio medico e un emporio di abbigliamento dove, secondo le autorità cinesi, cinque ragazze han sono rimase intrappolate durante gli scontri e hanno trovato la morte tra le fiamme.

Un inviato del Financial Times così descrive Lhasa: “I quartieri tibetani sembrano un teatro di guerra, con gli edifici incendiati, gli uffici chiusi e militari dappertutto. Dopo quasi due settimane l’odore del fumo permea ancora tutta la zona. La città è divisa in due parti: quella cinese, quasi normale, e quella tibetana, la città vecchia, che appare una città in rovina, sia dal pinto di vista materiale sia da quello psicologico”.

 
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India, calciatore rifiuta fiaccola olimpica

Post n°226 pubblicato il 01 Aprile 2008 da lifeinweb76
 
Tag: Tibet.
Foto di lifeinweb76

 


Il capitano della nazionale indiana di calcio Bhaichung Bhutia ha rifiutato di portare la fiaccola olimpica quando la staffetta passerà per Nuova Delhi in questo del mese.

Il calciatore intende così protestare contro la repressione delle autorità cinesi contro le manifestazioni dei tibetani.

 
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