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Proposte contro gli sprechi e i privilegi delle caste

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Costi della politica, le proposte dell'Italia dei Valori

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Parlamento pulito: no a impunita'

Basta! Parlamento pulito                                    
 

PRAGMATISMO

NO ALLE IDEOLOGIE, SI AL PRAGMATISMO.

NUOVA COSTITUZIONE COSTRUITA DAL POPOLO

PER REGOLARE I POTERI DEI PARTITI E DEI POLITICI.

NO AI PRIVILEGI DELLA CASTA DI DECIDERE IL PROPRIO STIPENDIO.

SI AL PRINCIPIO CHE TRA STIPENDIO PIU' BASSO E QUELLO PIU' ALTO

DEVE ESSERCI UN RAPPORTO FISSO.

STIPENDI DEI POLITICI IN MEDIA EUROPEA.

STIPENDIO DEL MANAGER NON SUPERIORE A 13 VOLTE

QUELLO MEDIO DELL'OPERAIO DELLA SUA AZIENDA.

NO ALLE STOCK OPTION

NO ALLA FINANZA CREATIVA, NO AI DERIVATI

 

 Questo sito non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicita'. Non puo' pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001 Alcune delle immagini contenute sono prese dal web. Per qualsiasi problema fatemi sapere e verranno rimosse.

 

Messaggi di Agosto 2009

Pubblicate tutti le 10 domande

Post n°946 pubblicato il 29 Agosto 2009 da albert.z
 

JOFFRIN: "DOMANI PUBBLICHIAMO LE 10 DOMANDE"
E' un inammissibile attacco alla libertà di espressione e di critica. Non mi stupisce che venga da un personaggio come Berlusconi, ma è un segnale inquietante per tutta l'Europa. Tra l'altro, non escludo che si possa fare ricorso alla Corte europea per contrastare questa palese minaccia al diritto dell'informazione. I metodi del primo ministro italiano mostrano un disprezzo assoluto delle regole democratiche. Rispondere alle domande dei giornalisti è infatti il minimo che gli elettori possono pretendere da ogni governante. Berlusconi invece è infastidito da ogni manifestazione di opposizione. Fa finta di dire che sono attacchi alla sua vita privata e cerca di nascondere alle troppe menzogne che ha detto in questi mesi. I suoi metodi mi ricordano quelli di Putin: manca soltanto che faccia uccidere i giornalisti più scomodi. In Francia non sarebbe pensabile una denuncia come quella che ha fatto Berlusconi a Repubblica. Sarebbe uno scandalo. Esiste una tacita regola repubblicana che impedisce al Presidente di portare in giustizia giornalisti e oppositori. Libération ha deciso che pubblicherà domani le 10 domande di Repubblica a Silvio Berlusconi.
Laurent Joffrin
(direttore di Liberation)

TUTTI I GIORNALI DEVONO PUBBLICARE LE 10 DOMANDE. I CITTADINI DEVONO SAPERE CHI E' CHI CI GOVERNA.

 
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Le nuove regole per diventare insegnanti

Post n°945 pubblicato il 28 Agosto 2009 da albert.z
 

Un anno di tirocinio, assunzioni in base alla necessità per evitare precariato. Più inglese e competenze tecnologiche

MILANO - Si cambia. La rivoluzione nel mondo della scuola continua. E questa volta a essere modificata è la formazione degli insegnanti. Quattro le grandi novità, presentate dal ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini. Il tirocinio diventa anche pratica con un anno da svolgere dentro le scuole. Il numero di nuovi docenti sarà deciso in base al fabbisogno. Niente più accesso illimitato che creava precariato. E con questo sarà consentito ai giovani l'inserimento immediato in ruolo. Quindi più inglese e nuove tecnologie.

COMMISSIONE - Il regolamento è il frutto del lavoro della Commissione presieduta da Giorgio Israel, cui è seguito un primo confronto con il mondo della scuola e delle associazioni del settore. «L’obiettivo della riforma è garantire una più equilibrata preparazione disciplinare,didattica e pedagogica nel corso delle lauree magistrali e lo svolgimento di un anno di percorso, il Tirocinio Formativo Attivo, direttamente a contatto con le scuole» spiega il ministero.

SCUOLA PRIMARIA - Con il nuovo sistema, per insegnare nella scuola dell’infanzia e nella scuola primaria sarà necessaria la laurea quinquennale, a numero programmato con prova di accesso che consentirà di conseguire l’abilitazione. Sono rafforzate le competenze disciplinari e pedagogiche ed è previsto un approfondimento in laboratorio per l'inglese e le nuove tecnologie. In tutti i percorsi ci saranno insegnamenti dedicati al lavoro con alunni disabili.

SCUOLA SECONDARIA - Per insegnare nella scuola secondaria di primo e secondo grado saranno necessari la laurea magistrale (cioè quella di cinque anni) e un anno di tirocinio formativo; ci sarà una prova di ingresso alla laurea magistrale a numero programmato basato sulle necessità del sistema nazionale di istruzione, composto da scuole pubbliche e paritarie. Il tirocinio prevede 475 ore a scuola sotto la guida di un insegnante tutor; rispetto alla SSIS (scuola di specializzazione per l'insegnamento secondario), viene evitata la ripetizione degli insegnamenti disciplinari per concentrarsi su tirocinio, laboratori e didattica.

IL VECCHIO SISTEMA - Con il vecchio sistema per insegnare nella scuola dell’infanzia e in quella primaria bastava la laurea quadriennale a ciclo unico con test d’accesso al primo anno e scelta, dopo un biennio comune, dell’abilitazione in primaria o in scuola dell’infanzia; per insegnare nella scuola secondaria di primo e secondo grado era necessaria la laurea magistrale e due anni di SSIS.

TIROCINIO FORMATIVO - Il tirocinio è ideato come terreno di incontro tra scuola e università ed è prevista la possibilità di svolgerlo anche nelle strutture di istruzione e formazione professionale dove c’è la sperimentazione dell’obbligo formativo. Gli Uffici scolastici regionali organizzeranno e aggiorneranno gli albi delle istituzioni accreditate che ospiteranno i tirocini sulla base di appositi criteri stabiliti dal ministero, evidenziando buone prassi e specificità. Gli USR avranno anche funzione di controllo e di verifica sui tirocini stessi. Sino alla costituzione degli albi, le università scelgono liberamente le scuole, di concerto con gli USR che mantengono compiti di vigilanza. Il consiglio di corso di tirocinio, che prevede la presenza di scuola e università, ha compiti di coordinamento e di progettazione e rappresenta il terreno di incontro e di raccordo tra le due realtà. Le commissioni di abilitazione prevedono un equilibrio tra scuola e università e un peso determinante del tirocinio e della prova didattica sul voto di abilitazione. I dottori di ricerca e i precari della ricerca, se in possesso dei requisiti curriculari, entrano in soprannumero, dopo un esame orale, nell’anno di tirocinio. L’anno di tirocinio prevede forme di interazione e coprogettazione del percorso tra istituzioni scolastiche e atenei ed è stato previsto uno specifico spazio di laboratori destinati ad approfondire quanto viene fatto in classe.

INSEGNANTI DI SOSTEGNO - È previsto che la formazione dei docenti per il sostegno sia affidata alle università, pur prevedendo la possibilità di specifici accordi con gli enti del settore.

SPECIALIZZAZIONE - Ci saranno percorsi di specializzazione per il CLIL (insegnamento nella scuola secondaria di secondo grado di una materia non linguistica in inglese).

ABILITAZIONE MUSICALE - Il sistema Afam (alta formazione artistica e musicale) concorre a pieno titolo alla formazione iniziale dei docenti nelle classi di abilitazione di propria competenza. In particolare, è stata rivista la classe di abilitazione per lo strumento musicale.

REGIME TRANSITORIO - Sino all’entrata a regime delle nuove lauree magistrali, la programmazione del numero di abilitati e il test sono previsti, per la secondaria di primo e secondo grado, prima di accedere all’anno di tirocinio. Per quanto riguarda i precari non abilitati e gli ex diplomati negli istituti magistrali sono previsti percorsi che, dietro il superamento di prove d’accesso, consentano di conseguire l’abilitazione.

OBIETTIVI - Il regolamento punta secondo il ministero a raggiungere tre obiettivi:
1) focalizza nella formazione iniziale non solo le materie tradizionali, ma l’acquisizione di alcune competenze trasversali: seconda lingua inglese e competenze di didattica attraverso le nuove tecnologie;
2) sostituisce al sistema SSIS strutture più snelle, concentrate sull’incontro e sulla coprogettazione tra istituzioni scolastiche e università evitando autoreferenzialità, costi per il sistema e per gli studenti e abbreviando di un anno il percorso di abilitazione per la scuola secondaria;
3) prevede una programmazione dei numeri in grado di evitare la proliferazione del precariato. Con successivo decreto si stabiliranno le lauree magistrali relative al secondo ciclo dell’istruzione, per seguire il percorso di cambiamento del secondo ciclo e delle classi di abilitazione.

GELMINI - «Oggi iniziamo a progettare un nuovo tassello per il cambiamento del nostro sistema scolastico – ha detto il ministro Gelmini -. Un tassello fondamentale, perché riguarda la formazione iniziale dei futuri insegnanti. Prevediamo una selezione severa, doverosa per chi avrà in mano il futuro dell’Italia e sostituiamo alle vecchie SSIS un percorso più snello, di un anno, coprogettato da scuole e università, concentrato nel passaggio dal semplice sapere al saper insegnare».

 

 

Vale la pena studiare 20 anni e spendere un terzo di quello che guadagnerai poi?

Prendere la laurea di 5 anni per insegnare alle elementari, con gli stipendi che lo Stato elargisce, sarà un autogol, cioè una vera fregatura, o per qualcuno, una missione.

MEGLIO FARE IL COMMESSO, POI DIVENTI TiTOLARE, E CON LE LEGGI ATTUALI, EVADI LE TASSE E SEI RICCO SENZA TANTI SACRIFICI E TANTE SPESE, ANZI GUADAGNANDO BENE. 

GENITORI, DOPO IL DIPLOMA,VISTO COME VANNO LE COSE, VOSTRO FIGLIO O DIVENTA MEDICO, NOTAIO, ARCHITETTO, AVVOCATO O E' MEGLIO CHE FACCIA L'IDRAULICO, O IL COMMESSO, O IL CALCIATORE, SE NE HA LE CAPACITA'.

(PER DIVENTARE BRAVO CALCIATORE OCCORRE ESSERE SANI E GIOCARE A PALLONE 2-3 ORE AL GIORNO, A COMINCIARE DAI 7 ANNI)

Per le donne, se non diventano medici o avvocati e notai, meglio fare o le veline o le commesse.
28 agosto 2009

 
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Meraviglioso amore

Post n°942 pubblicato il 28 Agosto 2009 da albert.z

 
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La premiata ditta Totò & Raffaele

Post n°941 pubblicato il 22 Agosto 2009 da albert.z

La Regione detiene quote della srl dei Cuffaro. E non le cede. C'era l'accordo per la vendita ma dal notaio non si è presentato nessun funzionario
di Emanuele Lauria
Raffaele Lombardo e Salvatore Cuffaro
Raffaele Lombardo e Salvatore Cuffaro
Difficili gli affari fra Salvatore Cuffaro e la "sua" Regione. Difficili, da quando è stato costretto ad accomiatarsi da Palazzo d´Orleans.

Da quando, al suo posto, si è andato a sedere Raffaele Lombardo. Perché Totò & Raffaele, se non sono più amici, sono ancora soci. Soci litigiosi. Partner in un´azienda, la Raphael, che gestisce il grand hotel Federico II a Palermo. L´ex governatore, da oltre un anno, tenta invano di acquistare la quota detenuta dal nuovo governatore nella qualità di legale rappresentante della Regione. E fino a oggi non è riuscito nell´impresa. Finalmente c´è una schiarita, una carta che dice che da di qui a un paio di mesi l´operazione, probabilmente, si compierà davanti a un notaio. Ma Cuffaro è prudente. Come i suoi due fratelli, Giuseppe e Silvio, che partecipano alla quota di maggioranza del Raphael.

Le beffe, d´altronde, finora sono state molte. La Raphael è una società costituita nel 1999 dai Cuffaro e dai fratelli Fabio e Giacomo Hopps, eredi di una storica famiglia di imprenditori marsalesi. Sono loro a gestire, nella fase iniziale, l´albergo a cinque stelle nel centro di Palermo, con una robusta mano pubblica: della Raphael, dal 2000, fa parte anche Sviluppo Italia, controllata dal Tesoro, che acquisisce il 46 per cento delle quote azionarie. Gli Hopps, nell´ottobre del 2007, cedono la loro fetta, e i Cuffaro diventano azionisti di maggioranza con il 54,36 per cento della società: più o meno il 18 per cento a testa. Ma nel frattempo Sviluppo Italia viene sciolta e così il 9 aprile 2008, proprio alla vigilia delle elezioni, il suo capitale - 425 mila euro - passa nelle mani della Regione. Salvatore Cuffaro diventa socio dell´ente che aveva amministrato per otto anni e che aveva dovuto lasciare per via di una condanna e di un vassoio di cannoli. Diventa compare, anche in affari, di Raffaele Lombardo che intanto - con il suo appoggio - viene eletto nuovo presidente.

Ma comincia proprio in quelle settimane un braccio di ferro privato e occulto, che fa da sfondo alla palese rottura dei rapporti politici fra i due allievi di Calogero Mannino. Perché la Regione deve cedere la quota ereditata da Sviluppo Italia, così come previsto in un accordo con il ministero dell´Economia. Ma la vendita tarda. Lombardo non spinge, il senatore dell´Udc attende con qualche insofferenza l´atto che renderebbe la famiglia Cuffaro unica proprietaria della società. Il clima diventa teso a metà dicembre, quando i tre fratelli Cuffaro si presentano dal notaio, a Palermo, per chiudere finalmente l´accordo. Ma all´appuntamento non va nessun esponente della Regione: né il ragioniere generale Enzo Emanuele né altri funzionari. Il leader dell´Mpa ha fatto sapere ai dirigenti del Bilancio che vuole vederci chiaro prima di dare il via libera, che non intende essere trascinato dentro una vicenda, quella del Raphael, già oggetto di attenzione da parte della stampa.
«Presidente, tanto sui giornali ci finiamo in ogni caso, che firmiamo o meno», fa notare a Lombardo uno stretto collaboratore in quelle ore. Niente. C´è un primo rinvio. La Regione non offre traccia di sé neppure a un secondo appuntamento con il notaio fissato sempre alla vigilia di Natale. Cuffaro perde le staffe e si sfoga al telefono con i dirigenti regionali a lui vicini, che non sono pochi. Parte per le ferie con un diavolo per capello. Si deteriora ancora di più un rapporto già segnato dal clamoroso sgarbo dell´esclusione dalla giunta, da parte di Lombardo, di Nino Dina, fedelissimo di Totò.

Bisogna arrivare all´estate 2009 per registrare una nuova puntata della telenovela. Della vicenda Raphael si prende carico il nuovo assessore alla presidenza, l´avvocato Gaetano Armao. Ma ci sono ulteriori rinvii: uno, due, tre. Gli assegni sono pronti, la conclusione dell´affare non arriva. Finché non viene delegata una dirigente dell´assessorato al Bilancio, Filippa Maria Palagonia, che firma un accordo con i fratelli Cuffaro: l´oggetto è, appunto, il passaggio delle quote, ma è subordinato alla certificazione del bilancio della società che nel 2006 aveva una perdita di esercizio di 242.499 euro. Entro due mesi dovrebbe essere fissato il prezzo della compravendita e dovrebbe arrivare finalmente la firma del notaio.

 
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Notizia nauseabonda: IN VENETO IL PD ALLEATO DEL PDL !!!

Post n°940 pubblicato il 22 Agosto 2009 da albert.z
 

L’idea di Fassino coalizzarsi con il Pdl in Veneto alle regionali mina ulteriormente la credibilità del suo partito, seppur conferma la linea d’opposizione altalenante e filogovernativa che i suoi colleghi dirigenti hanno sempre preferito ma che il suo stesso elettorato non gradisce.

Con cosa e con chi pensa di allearsi il Pd di Fassino in Veneto?

Dietro la faccia di Galan, di cui non condivido moltissime scelte politiche adottate per la sua regione, dall’ampliamento della base Dal Molin di Vicenza alla disponibilità al collocamento di ipotetiche centrali nucleari sul territorio, passando per la scarsa assistenza al tessuto economico regionale che ha favorito la fuga di attività produttive in Romania, si nasconde l’arroganza del Presidente del Consiglio.

All’ombra del Pdl crescono due tipi di muffe: coloro che hanno il ruolo di compiacere e servire il proprio capo-padrone e gli esecutori fedeli privi di iniziativa, cui spetta il solo compito di estendere sul territorio le politiche romane. I secondi sono accuratamente piazzati a governare le regioni “occupate”: dall’Abruzzo alla Sardegna, dalla Sicilia al Veneto.

Le coalizioni però si fanno sul programma. I patti con il diavolo, invece, si stringono a scatola chiusa pur di conseguire vantaggi personali. E mentre le prime portano verso il futuro, i secondi conducono su una strada senza vie di uscita.

A quale Veneto del futuro aspira dunque il Pd? Quello delle centrali nucleari, della militarizzazione della regione, dell’odio razziale?

L’opposizione, quella mascherata e compiacente verso questo governo, non è mai vincente. Con questa strategia il Pd non va da nessuna parte anche perché non pone il cittadino al centro delle proprie scelte, ma mostra semmai il vero volto di quella dirigenza castale che, ad oggi, ha prodotto il 50% di astensionismo alle urne. Vale inoltre una vecchia regola: tra l'originale e la brutta copia, se proprio si deve scegliere, meglio l'originale, cioè il Pdl.

 
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AGENDA ROSSA: IL 26 SETTEMBRE A ROMA

Post n°939 pubblicato il 21 Agosto 2009 da albert.z
 

IL 26 SETTEMBRE 2009 TUTTI A ROMA, CON UNA AGENDA ROSSA, PER COMMEMORARE PAOLO BORSELLINO E RICORDARE CHE GLI AUTORI E I MANDANTI NON SONO ANCORA STATI PUNITI

http://resistenzantimafia.blogspot.com/2009/08/forse-saranno-mafiosi-coloro-che.html

"Vi è la prova che Dell’Utri aveva promesso alla mafia precisi vantaggi in campo politico e, di contro, vi è la prova che la mafia, in esecuzione di quella promessa, si era vieppiù orientata a votare per Forza Italia nella prima competizione elettorale utile e, ancora dopo, si era impegnata a sostenere elettoralmente l’imputato in occasione della sua candidatura al Parlamento Europeo nelle fila dello stesso partito, mentre aveva grossi problemi da risolvere con la giustizia perchè era in corso il dibattimento di questo processo penale."

 
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Fisco, l'evasione sui maxiyacht 6 su 10

Post n°938 pubblicato il 20 Agosto 2009 da albert.z
 

I nuovi dati presentati dall'Associazione contribuenti
continua a crescere il fenomeno dei "poveri possidenti"Quasi 40 milioni di redditi nascosti scovati dalla Finanza
dai controlli estivi su barche di lusso e stabilimenti balneari


ROMA - Spiagge, hotel e yacht nel mirino della Guardia di Finanza. Controlli sui possessori di beni di lusso, verifiche negli stabilimenti balneari, sequestri di prodotti contraffatti: sono questi i risultati di un primo bilancio dell'attività della Guardia di Finanza nell'estate 2009. Dal 1 luglio a ferragosto, infatti, le Fiamme Gialle hanno eseguito 14.632 verifiche su 959 proprietari di yacht, oltre ad altri 13.673 controlli nei confronti di persone trovate alla guida di auto di lusso: una strategia di lotta all'evasione nell'ottica del redditometro e della verifica dell'effettivo stile di vita dei potenziali evasori.

Tra i soggetti controllati, infatti - spiega la Guardia di Finanza - "sono stati selezionati quelli a più alto rischio di evasione, cioè quelli relativamente ai quali è stata riscontrata una sproporzione fra i beni posseduti e i redditi dichiarati in misura superiore a 100 mila euro".

L'ampiezza del fenomeno dell'evasione fra i vip è confermata dallo studio presentato oggi a Capri, nel corso della manifestazione Fisco Tour 2009, da Contribuenti.it (Associazione Contribuenti Italiani), che con Lo Sportello del Contribuente rileva costantemente il fenomeno dell'evasione fiscale in Italia. Secondo la ricerca, i "poveri possidenti" sono cresciuti del 3% rispetto a un anno fa, al punto che il 61% degli yacht di lusso, delle barche a vela più sofisticate e degli automezzi di grossa cilindrata sono intestati a nullatenenti o a pensionati ottantenni, prestanome di imprenditori e altri cittadini facoltosi, per non pagare le tasse.

Dallo studio, elaborato su dati provvisori del ministero delle Finanze che fa riferimento all'anno d'imposta 2007, è emerso che un italiano su due dichiara al fisco un reddito inferiore ai 15mila euro contro lo 0,2 per cento che ne dichiara più di 200 mila. Nello stesso periodo in Italia, venivano immatricolate 146 mila vetture tra fuoristrada ed auto di lusso, e addirittura a 23 mila italiani sarebbero state rilasciate altrettante patenti nautiche.

"E' ora di finirla con modeste misure di contrasto all'evasione fiscale - afferma Vittorio Carlomagno, presidente di Contribuenti.it -. Come è accaduto per il credito, è necessario assegnare ai Prefetti un ruolo nel controllo nella lotta all'evasione fiscale con la costituzione di un osservatorio presso tutte le Prefetture".

Tornando all'operazione della Finanza, mille, inoltre, i controlli eseguiti nello stesso periodo nei confronti delle attività tipiche della stagione estiva: alberghi e affittacamere (256 verifiche), ristoranti e pizzerie (237), bar e gelaterie (204), stabilimenti balneari (181), villaggi turistici (47), campeggi (26) e discoteche (24). Ben 44 di queste attività, individuate in sei Regioni tra cui Campania, Toscana e Sicilia, "pur operando alla luce del sole, erano evasori totali, vale a dire - spiegano le Fiamme Gialle - soggetti completamente sconosciuti al fisco, non avendo mai presentato dichiarazione dei redditi".

L'evasione complessiva ha sfiorato i 36 milioni di redditi non dichiarati, oltre a circa 13 milioni di Iva evasa. L'ammontare degli affitti in nero scoperti, invece, è stato pari in tutto a circa 700 mila euro. Tra i casi più singolari quello di tre stabilimenti balneari abusivi scoperti sul litorale di Nettuno, che, oltre a operare 'in nero', occupavano illegalmente un'area demaniale di oltre 1.800 metri quadrati. Facile, a quel punto, proporre un affitto mensile di un ombrellone e lettino a prezzi assolutamente concorrenziali (70 euro) rispetto agli stabilimenti regolari.

(20 agosto 2009)

Sarebbe ora che, oltre a pagare un multa pari al doppio evaso, si facessero anche una decina di anni di galera, come in America!

CON UN PARLAMENTO PIENO DI CONDANNATI LA CRIMINALITA' TRIONFERA'. VIA I CONDANNATI E GLI EVASORI DAL PARLAMENTO.

OCCORRE UNA RIVOLUZIONE DEGLI ONESTI O FINIREMO IN MALORA.

 
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IL NUOVO GESU'

Post n°937 pubblicato il 20 Agosto 2009 da albert.z
 
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LASCIATE CHE LE PUTTANELLE VENGANO A ME

"Mi sento la più vicina a Silvio"
Lui come Gesù, io forse la nuova Veronica"

Definisce se stessa "Alice nel Paese delle meraviglie", mentre la D'Addario
è "l'angelo caduto all'inferno". Frecciate anche contro la Arcuri: "Si faceva pregare.
ROMA - Il nome di Graziana Capone - nota alle cronache anche come "la Angelina Jolie di Bari" - è spuntato a luglio nell'inchiesta pugliese su Gianpaolo Tarantini, e sul suo ruolo di reclutatore di presenze femminili per le cene a Palazzo Grazioli o Villa Certosa. Lei aveva ammesso subito l'"amicizia" col premier, negando però risvolti mercenari: "Non tutti sono in vendita", aveva scritto su Facebook. Ma adesso, intervistata da Novella 2000, Graziana si mostra molto più prodiga di particolari. Raccontando la sua infatuazione per il "presidente", che paragona addirittura a Cristo: come Gesù, spiega, "lui dice 'Lasciate che i fanciulli vengano a me'"...

Per il resto, nella lunga chiacchierata col giornale di gossip, la giovane donna rivendica - come aveva già fatto coi cronisti di Repubblica qualche settimana fa - il suo ruolo di favorita di Papi ("ma io non lo chiamo così", precisa): "Nel posto più vicino al cuore, alle sue cene, lui vuole me". Forse perché, aggiunge "somiglio a Veronica Lario". Un paragone, questo, che sembra non imbarazzare affatto la volitiva ventiquattrenne. Protagonista, secondo quanto emerso a margine dell'inchiesta barese, di un week end al centro Messegué di Todi, chiuso ai clienti "normali", e interamente a disposizione sua, del premier e di altre due ragazze.

E varie settimane dopo queste rivelazioni la linea seguita da Graziana è la stessa: lei e Silvio sono legati da una bella, affettuosa amicizia. Che continua, e che continuerà: "Magari sarò la nuova Veronica", azzarda. Poi spiega: "Quello col presidente è un rapporto assiduo, ci sentiamo moltissimo al telefono". Lei stessa lo definisce "un grande seduttore, eccome se lo é"; anche se, facendo un piccolo passo falso rispetto alla difesa a tutto campo del Cavaliere, ammette di non aver portato alle cene berlusconiane sua sorella più piccola "perché tendo a preservare le persone che amo".

Ma non è solo un gran seduttore, Silvio, nelle parole della Capone. Visto che a un certo punto i suoi toni si fanno quasi mistici: interpellata sul perché lui si circondi sempre di giovani, specie di sesso femminile, spiega che il suo è una sorta di evangelico "lasciate che i fanciulli vengano a me. Il presidente , come Gesù, dà ai giovani un'idea di concretezza, trasmette energia". Segue ulteriore citazione religiosa: "Chi è senza peccato scagli la prima pietra". Forse è per quest'aura di santità, di autorevolezza, quasi di infallibilità che la ventiquattrenne confessa candidamente a Novella di aver chiesto a lui il "permesso" di dare l'intervista.

Non con tutti, però, Graziana è così prodiga di belle parole. Ad esempio, passando a Patrizia D'Addario, sembra di precipitare dal paradiso berlusconiano al girone dei peggiori peccatori: "Lei è l'angelo caduto all'inferno, io sono Alice nel Paese delle meraviglie". Anche verso Tarantini non è tenera: "Non mi ha mai convinto". E infine una frecciatina a Manuela Arcuri: "Per la cena di Natale a Palazzo Grazioli Tarantini la chiamò: ma lei faceva la capricciosa, diceva 'non so'... Avrebbe voluto un invito diretto del presidente".

Quanto al futuro, la Capone dice che non le spiacerebbe una nomina a ministro. Ma può anche darsi che finirà a fare l'attrice, il magistrato o l'avvocato: "Ma solo per sostituire Ghedini", puntualizza.
Certo che Silvio è un vero campione a fare il lavaggio del cervello alle donne! Un vero imbonitore!
MENO MALE CHE GRAZIANA PRESERVA LE PERSONE CHE AMA!
 
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CORROTTI AL GOVERNO, TRA FESTINI E PUTTANELLE

Post n°936 pubblicato il 20 Agosto 2009 da albert.z
 
Foto di albert.z

Dal blog di DANIELE MARTINELLI

La stagione di prosa dei politici è in pieno calendario. Gli italiani in cassa integrazione e i pochi in ferie sono più attenti a ciò che accade. E’ il momento di rincoglionirli con i giochi di prestigio ma purtroppo Bossi e il corruttore non sono proprio dei maghi. Non lo sono nemmeno con i giochi di lingua. La boutade del dialetto e l’inno da parte di Bossi che attacca i giornalisti “che dovrebbero andare in galera perché inventano le storie dell’inno” non fa ridere. Fa solo ribrezzo. Se Bossi fosse un uomo manderebbe prima in galera il corruttore, libero grazie al voto che la Lega ha messo al lodo alfano. Inoltre raglierebbe contro la Mostra del cinema della leghista Venezia, dove Giuseppe Tornatore presenterà in apertura “Baaria” il suo film in dialetto siciliano che significa Bagheria.

Intanto il corruttore va in Tunisia dal presidente “Bela lì” per fare “affari” e fa outing sul suo settimanale “Chi” per servire alle sciure marie il gusto del diverso. Le cassintegrate potranno leggere la vita castigata del “niente festini e puttanelle” in un servizio senza domande, dentro il lettone del direttore Alfonso Signorini tutto lingua e flesso a 90 gradi per mantenersi il posto.

Esauriti i dialetti e gli inni ci prova il corruttore a sconfiggere il “male”. Ma è solo un’illusione. Il migliaio di cassintegrati lombardi della Donora di Cortenuova, della manifattura di Legnano, della Brandt di Brescia e del linificio di Villa D’Almè in procinto di rimanere senza lavoro e senza stipendio perché le loro aziende hanno finito i soldi, non sentono ragioni. Se vedessero lui e il fido Bossi li manderebbero entrambi “a dà vià ‘l cul“.

A li mortacci” è invece il saluto in coro dei 6 mila nuovi disoccupati nel settore turistico campano, che annegano nella crisi e nel mare di liquami fra Capri e costa napoletana. Anche perciò le presenze sono dimezzate nell’”estate monnezza 2009″.
Un bel vaffanculo in volgare dantesco giunge pure dall’Etruria, dove latitano i 5 milioni di fondi per i 3 mila nuovi disoccupati toscani in attesa di risposte. Finora soltanto in 127 hanno avuto l’ok in una regione dove a settembre un artigiano su 10 non ricomincerà.
Scenario cupo anche in Veneto dove 2.690 aziende non riapriranno dopo le vacanze. Il tutto mentre il ministro Zaia va in Meridione a promettere di regalare terreni dello Stato agli imprenditori locali e l’ìistituto Bruno Leoni chiede la No tax area solo dall’Abruzzo in giù.

Una bella Lega e un bel Pdl, non c’è che dire. Ma soprattutto un bell’autunno rovente attende i 2 moschettieri della mafia. Quella che l’eroe Mangano ha portato fortuna al puttaniere, in procinto di andare in pellegrinaggio pure a San Pio nell’intento di scongiurare la sua terribile fine anticipata, dopo lo spavento per la decapitazione in perfetto stile talebano della statua di Bossi a Recoaro terme. Un segnale chiaro, che dimostra come la Lega assieme al corruttore se le cerca. I suoi seguaci integralisti sono capaci soltanto di seminare odio e cavalcare le polemiche sterili di 4 mamme zoticone, che fanno cacciare dalla piscina la collega islamica in burkini. Il tutto grazie al contributo del sindaco scaligero Flavio Tosi, già condannato per razzismo, fra i papabili alla successione del presidente veneto Galan(te).

La Lega cavalca le quisquilie a bordo vasca ma niente provvedimenti per la giunta di Fondi (LT), infiltrata di camorra. Maroni non li ha per fonderla e commissariarla. Come al solito promette : “Tutto rimandato a settembre“. Pur senza crediti. “Compaign dè tace somar” (come tanti somari). Prosa dialettale su cui calare un pietoso sipario.

 
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LA MAFIA E I CARABINIERI

Post n°935 pubblicato il 15 Agosto 2009 da albert.z
 

DA L'INVIATO SPECIALE.

Bocca, la mafia ed i carabinieri                                 Scritto il 14 agosto 2009

Il giornalista ha affrontato un tema scomodo ed il Palazzo, all’unanimità, lo ha violentemente attaccato.

In un articolo per il settimanale ‘L’Espresso’, Bocca ha scritto che in modo diverso il politico Leoluca Orlando, il generale Dalla Chiesa, il mafioso Riina, il testimone CIancimino e tanti altri  “hanno spiegato invano agli italiani che il problema numero uno della nazione non è il conflitto fra il legale e l’illegale, fra guardie e ladri, fra capi bastone e le loro vittime inermi, ma il loro indissolubile patto di coesistenza. L’essere la mafia la mazza ferrata, la violenza che regola economia e rapporti sociali in province dove la legge è priva di forza o di consenso”.

Per Bocca numerosi episodi porterebbero a supporre che “una ragione del ‘comportamento speciale’ della più efficiente polizia italiana (i Carabinieri, ndr) verso la mafia c’è ed è evidente: i carabinieri, come la mafia, non sono qualcosa di estraneo e di ostile alla società siciliana, fanno parte e parte fondamentale del patto di coesistenza sul territorio, di controllo del territorio condiviso con la Chiesa e con la mafia”.

Nell’artico per ‘L’Espresso’ l’ex capo partigiano della ‘Decima Divisione Giustizia e Libertà’ ha concluso: “In ogni paese siciliano accanto alla Chiesa e al parroco c’è una caserma dei carabinieri e una cosca mafiosa. Spiega Camilleri nel suo aureo libretto: i parroci sono persone oneste, ma sanno che a mettersi apertamente contro la mafia restano isolati, senza sussidi, senza ragazzi negli oratori. E i carabinieri? I carabinieri, specie quelli che arrivano da altre provincie, sanno che la loro vita è appesa a un filo che un colpo di lupara può raggiungerli in ogni vicolo, in ogni tratturo. Non è naturale, obbligatorio che si creino delle tacite regole di coesistenza o di competenza?”.

Nel lontano 1968 il regista italiano Damiano Damiani, ispirandosi al romanzo di Leonardo Sciascia, diresse un film che è rimasto un capolavoro del cinema “Il giorno della civetta”. In quell’opera si raccontava di in indagine, condotta in Sicilia dal capitano dell’Arma Bellodi, un settentrionale ed ex partigiano. L’ufficiale riescirà a smaschere il boss Don Mariano Arena, ma alla fine verrà trasferito ed il caso chiuso. Sul ‘neutrale’ Wikipedia si legge: “Nel film risalta in maniera particolare l’atmosfera di omertà esistente nel paese e la corruzione diffusa in tutti gli ambienti: politico, giudiziario, ecclesiastico”.

Ricordate anche cosa disse il pentito ILARDO? e IL CAPITANO MICHELE RICCIO?

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 STORIA ILLUMINANTE o Ilardo, o Mori.
Post n°819 pubblicato il 12 Febbraio 2009
 
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L'Aquila/ Sfollato chiede alloggio a Villa Certosa: "Premier lo aveva promesso"

Post n°934 pubblicato il 13 Agosto 2009 da albert.z

Giovedí 13.08.2009 12:50
terremoto

Tra le domande per la sistemazione in alloggi provvisori presentate dai terremotati aquilani, ve n'è una che indica come destinazione Villa Certosa o Palazzo Grazioli,
residenze del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. La richiesta - inviata alla protezione civile e al Comune dell'Aquila - è di un cittadino la cui casa, nella zona rossa del centro storico dell'Aquila, è inagibile. Nel tipo di sistemazione preferita, alla voce «alloggi in affitto», a penna è stato aggiunto «se possibile, a villa Certosa oppure a Palazzo Grazioli».

«RICHIESTA LEGITTIMA» - «Non si tratta di una provocazione - ha detto il terremotato aquilano - ma di una richiesta legittima basata sulle dichiarazioni del presidente il quale aveva pubblicamente promesso che avrebbe ospitato nelle sue case alcuni terremotati. In questo modo avrei anche l'occasione di essergli utile con consigli basati sulla mia esperienza di terremotato prima in auto, poi in tenda e infine in due alberghi, e di profondo conoscitore della città». Bernardini è segretario generale ed economo del Consorzio di ricerche applicate alla biotecnologia (Crab), ma fu licenziato illegittimamente sei anni fa ed è in attesa che sia dato seguito a due sentenze della magistratura che impongono al Consorzio il suo «reintegro immediato» nelle funzioni e il pagamento delle retribuzioni e dei contributi.

 
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La mappa delle zone franche

Post n°933 pubblicato il 13 Agosto 2009 da albert.z

Le tasse sulle società /2 La tesoreria di diversi gruppi italiani è in Lussemburgo. Il Paese è uscito dalla lista di proscrizione compilata dall’OcseDalle Cayman al Delaware. Le piazze del fisco facile ormai sono sotto tiro

I l Delaware non è uno Stato degli Stati Uniti? E nel Delaware non sono domiciliate decine di migliaia di finanziarie a proprietà straniera attratte da una legislazione fiscale particolarmente favorevole? Gibilterra, Jersey e Guernsey non sono «dipendenze della Corona britannica» e contestualmente tra le mete preferite di chi nasconde patrimoni? Le famigerate British Virgin Islands, non sono, appunto, British? E Madeira non è territorio portoghese? Le Bahamas insieme a Bermuda non sono una sorta di sponda finanziaria degli Usa, tollerata e quasi protetta? Hong Kong e Singapore non sono un rifugio dei capitali «comunisti» cinesi? A Cayman, prototipo dell’anonimato e simbolo delle peggiori nefandezze della finanza criminale, non hanno società e filiali i più blasonati gruppi bancari del mondo, italiani compresi? E se hanno filiali lì è per fare raccolta con i pescatori dell’isola? E sempre a Cayman non sono domiciliati quasi tutti i grandi hedge fund, quelli che hanno come investitori Stati, fondazioni, fondi pensione, enti, chiese eccetera? San Marino, pur nella sua autonomia di Repubblica indipendente, non è un’anomalia finanziaria e bancaria nel cuore della Romagna e dell’Italia? Perché Montecarlo è la residenza ideale di chi ha un reddito da favola ma vive altrove (piloti, ciclisti, calciatori, finanzieri, assicuratori)? Come mai in Lussemburgo ci sono più holding che abitanti, gli italiani in giacca e cravatta sono migliaia (e non fanno pizze) e chi parla russo ha il posto assicurato in banche e fiduciarie? E la civilissima Svizzera con la sua «prolunga» Liechtenstein (i collaudati schemi prevedono fondazione nel principato di Hans-Adam II e conto bancario in un istituto rossocrociato), non sono icone del segreto bancario e della riservatezza e proprio per questo naturale approdo dell’evasione fiscale, se non peggio?
Sono, ovviamente, tutte domande retoriche. E altrettanto ovviamente c’è una bella differenza tra chi offre poche o zero tasse (purché attragga lavoro e produzione e non solo caselle postali di comodo) ma rispetta e applica le regole sull’antiriciclaggio e sulla trasparenza e chi invece vive e prospera sull’assenza di regole, di collaborazione internazionale, offrendo di fatto copertura alla criminalità e agli evasori.
Detto questo non si può non cogliere un’ipocrisia di fondo: alcune delle cosiddette piazze off-shore sono parte integrante di un sistema politico di riferimento che magari è lo stesso che tuona contro i paradisi. Insomma, è come se il fisco «ufficiale» e intransigente fosse la moglie e il paradiso fiscale l’amante, ufficiosa e tollerata.
Ma per non fare di tutta l’erba un fascio, per non confondere chi rispetta le norme da chi invece cerca di dribblarle, un’idea potrebbe essere quella di porre ufficialmente una domanda a chi, imprenditore, finanziere, ha attività o patrimoni nei paradisi fiscali. Perché lei signor X che è italiano (francese, spagnolo) ha la proprietà della sua azienda alle Isole Vergini (Lussemburgo, San Marino, Cayman)?
Poi la risposta potrebbe diventare pubblica nel bilancio. E per cominciare si potrebbe partire da chi si quota in Borsa o da chi al listino c’è già.
Perché le autorità di vigilanza non chiedono conto delle strutture proprietarie che transitano o approdano nei paradisi fiscali? E perché non invitano i gruppi a spiegare il motivo per cui la tale controllata ha sede a Bermuda o in Lussemburgo o a Madeira, in modo che la trasparenza tolga spazio ai dubbi? Del resto la gran parte delle multinazionali quotate ha filiali in vari paradisi fiscali. In Francia, per esempio, è stato stimato che le principali imprese del Cac 40 possiedono quasi 1.500 filiali off-shore. In Italia, secondo calcoli recenti, oltre il 50% delle aziende di Piazza Affari e il 25% dei gruppi bancari possiedono una partecipata in un paradiso fiscale.
Il Lussemburgo, il più gettonato (e ormai fuori dalle liste di proscrizione dell’Ocse anche grazie all’opera del primo ministro Jean-Claude Juncker), generalmente è sede della tesoreria dei gruppi o è sponda per le emissioni obbligazionarie o è subholding di partecipazioni estere. Mediaset Investment, controllata da Mediaset, raccoglie infatti una serie di partecipazioni estere (ma non solo) del gruppo (e Trefinance fa lo stesso per Fininvest). Storicamente il Granducato Lussemburgo è un Paese ad alta densità di interessi italiani.
Colossi a controllo statale come Eni, Enel, Finmeccanica hanno molte attività e partecipazioni sparse tra Lussemburgo (tutte), Jersey, Mauritius (Finmeccanica), Bermuda, Bahamas, Singapore, Bermuda, Isole del Canale (Eni), Panama, Cayman (Enel), ognuna sicuramente con la sua logica industriale e commerciale, spesso poi sono un residuo di acquisizioni. Stesse tracce di partecipazioni off-shore anche in molti grandi gruppi privati. Perché proprio lì? Un risposta può essere utile a chi decide di investire.
Se qualche anno fa fosse arrivata a Collecchio la seguente formale domanda: «Caro Calisto ci dici che cos’è la Bonlat? Il bilancio indica la sede a Cayman, perché? Ma (soprattutto) ci spieghi dove e come sono investiti i 4 miliardi di liquidità (falsa, ndr) che dichiara di avere?», forse il crac della Parmalat dei ragionieri si sarebbe fermato qualche miliardo prima.

 
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I cauti disagi del Vaticano

Post n°932 pubblicato il 13 Agosto 2009 da albert.z
Foto di albert.z

"La gente ha capito il disagio, la mortificazione, la sofferenza che una tracotante messa in mora di uno stile sobrio" ha causato alla Chiesa cattolica. Lo sottolinea, nel suo terzo intervento in poche settimane, il direttore di Avvenire, Dino Boffo, rispondendo a una nuova lettera di un sacerdote sul dubbio che i pronunciamenti ecclesiastici sulle "vicende morali" del presidente del Consiglio "non siano stati sufficientemente netti". Il premier commette porcherie di ogni tipo e la chiesa sente solo disagio!!!!!IL TRAGICO E' CHE BERLUSCONI NON SI E' MAI COMPORTATO DA CATTOLICO CRISTIANO, LO DIMOSTRA LA STORIA DELLA SUA VITA, DALLA ISCRIZIONE ALLA MASSONERIA, AL MAUSOLEO NELLA SUA VILLA SENZA ALCUN SIMBOLO CRISTIANO......ALLE NUMEROSE LEGGI VIOLATE ED ALLE ALTRETTANTO RIDUZIONE DELLE PRESCRIZIONI PER QUEI REATI. LA CHIESA LO VUOLE CRISTIANO PER AVERLO DALLA SUA PARTE, COME CON L'ICI.Se fosse stato Prodi lo avrebbero massacrato ogni giorno di articoli al veleno. ( E lo hanno fatto per molto meno).Per Berlusconi, che ha tolto l'ICI alle chiese, invece si parla di stile non sobrio.!!!Povero Gesù tradito per qualche euro.

PER APPROFONDIRE GLI ATTACCHI A PRODI:

  1. http://www.leftwing.it/old/index.php?id=682
  2. http://www.dongiorgio.it/pagine.php?id=1085&nome=politica

 
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DISTRUTTI DA DUE ANNI DI GOVERNO DI TRADITORI DEL POPOLO

Post n°930 pubblicato il 07 Agosto 2009 da albert.z
 

Se perfino gli operai votano centrodestra e LEGA, vuol dire che il programma e gli uomini del centrosinistra non convincono.
Da trent'anni le posizioni economiche e le normative che riguardano gli operai, gli impiegati e i pensionati sono punitive per queste categorie a reddito fisso. Non è solo la tassazione, che da sola è un fattore discriminante della situazione di disagio notevole rispetto ai liberi professionisti, commercianti, artigiani, industriali, che pagano solo il 10% delle tasse sul loro reddito. Ormai queste classi sono sempre più messe in un angolo sia dai governi di centrodestra che dai governi di centrosinistra. Le varie normative le riducono a servi delle classi dominanti, come i banchieri,gli assicuratori, i finanzieri, e i soliti industriali, che attraverso una azione continua di lobbie hanno sempre il coltello dalla parte del manico, CON FACILITAZIONE DI PRESCRIZIONE ANTICIPATA PER I LORO REATI. Non c'è barba di Authority che li metta in riga, dato che le pene inflitte sono minime e di difficile applicazione, in quanto i ricorsi portano spesso a prescrizione.

 Il Parlamento, il governo, le Istituzioni sono continuamente al servizio dei poteri forti, nel bene e nel male.
I vari Cragnotti, Tanzi, Assicurazioni, Berlusconi godono del loro potere senza remore. Si fanno, o si fanno fare leggi ad hoc, per cui possono impunemente fregarsene delle regole, del libero mercato, dell'etica e del rispetto degli altri.
A ciò ha concorso anche il governo Prodi, sia con indulti, condoni e leggi fatte o non fatte, LA MANCATA ABOLIZIONE DELLA LEGGE CIRIELLI, che dimostravano chiaramente quali fossero gli ideali a cui si ispirava Prodi. Se il centrosinistra non mette le regole alle Banche, alle assicurazioni, ai petrolieri, ai finanzieri, a chi fa i prezzi, a chi evade ed invece tiene in una situazione di disagio i cittadini, con la mancata Sicurezza, la sfacciataggine idiota di voler andare contro la stragrande maggioranza dei propri elettori con l'indulto, le furberie sul fisco che lasciavano agli evasori ampie possibilità di manovra per evasioni, dato che i controlli, non tanto sugli scontrini, ma quelli sul reddito, sono scarsi, e le pene minime, per cui valeva la pena di continuare ad evadere.

I precari, abbandonati alla mercè dei padroni, senza protezione e quel che è peggio con paghe orarie addirittura incentivanti la precarietà per i vantaggi concessi agli industriali italiani di pagarli poco, come gli operai fissi e non come avviene negli altri paesi, di pagarli di più.
Si potrebbe continuare sulle cose che hanno tolto la voglia di votare per questi rappresentanti, che avrebbero dovuto essere del popolo di centrosinistra, invece erano rapresentanti traditori, che curavano gli interessi dei poteri forti e punivano, non i privilegiati, ma i deboli.
L'ULTIMO GOVERNO PRODI E' STATO IL PEGGIOR GOVERNO CHE GLI ELETTORI DEL CENTROSINISTRA ABBIANO MAI AVUTO.
CI HANNO DEVASTATO DENTRO, PRENDENDOCI IN GIRO COME DEI POVERI DEFICIENTI.

 
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Piano di Rinascita della P2

Post n°928 pubblicato il 05 Agosto 2009 da albert.z

A leggere oggi il Piano di Rinascita Democratica, quello che era il manifesto della loggia massonica P2, vengono i brividi. Quelli che sono i punti sostanziali del piano eversivo di Licio Gelli sembrano realizzati dal Cavaliere.(che tra l'altro della P2 aveva la tessera numero 1816)

Affiliazione di esponenti politici trasversali rispetto agli schieramenti politici, immediata nascita di 2 soli movimenti, uno attestato sulle posizioni di sinistra, l'altro su quelle di destra.

Costituzione di una tv via cavo da impiantare a catena per controllare l'opinione pubblica del paese ... il vero potere risiede nei detentori del controllo dei mass media. Piano di Licio Gelli di 30 anni fa.

Il controllo deve essere esteso alla carta stampata.

Scendere in politica garantendosi l'appoggio indiscriminato dei media acquisiti.

Altri punti del piano eversivo della P2 riguardano l'ordinamento giudiziario (esami psicoattitudinali, dividere le carriere). Ma anche rilanciare il nucleare e mandare l'esercito nelle strade.

E' tutto vero ? Non lo so, questo decidetelo voi. Certo che c'è da pensare e se poi lo dice lo stesso Gelli ecco che tutto si realizza poco a poco, pezzo a pezzo, forse sì, dovrei avere i diritti d'autore, ho scritto tutto 30 anni fa, in 53 punti, c'è poco da stare tranquilli. 

 
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