W. SHAKESPEARE - RE LEAR IV
cosģ noi siamo per gli dei,
ci uccidono per gioco."
Post n°415 pubblicato il 07 Giugno 2011 da nagel_a
Perché i Feaci non hanno nocchieri, |
Post n°414 pubblicato il 03 Giugno 2011 da nagel_a
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Post n°413 pubblicato il 31 Maggio 2011 da nagel_a
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Post n°412 pubblicato il 30 Maggio 2011 da nagel_a
Sale sulla nebbia Invoco un dio Prego un dio
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Post n°411 pubblicato il 29 Maggio 2011 da nagel_a
C'è stata una festa ieri in città. Una festa di primavera e quasi sembrava che la guerra fosse un incubo germinato dalla fame e dal freddo dell'inverno. C'era voglia di ridere e fiorire per le strade. Tutti i giovani si affollavano a calcare il selciato grigio, come garrule rondini ubriache d'azzurro. Guardo le mie mani. I miei occhi sono asciutti. Il dolore è troppo fondo per trovare parola nelle lacrime. Sono le mie mani a piangere. Erano forti e abili, orgoglio di falegname. Sono rimaste tremanti, a fissare l'ultimo abito di plastica nera sul corpo straziato di mio figlio.
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Post n°410 pubblicato il 26 Maggio 2011 da nagel_a
Registrò soprapensiero lo scenario: il rondò delle foglie turbinanti nel vento, il cigolio roco di altalene vuote, la nebbia che lenta s'insinuava tra i tronchi scuri. Un luogo strano per un appuntamento. La donna si strinse nella sciarpa, tuffandovi il naso e osservando il fiato rapprendersi nell'aria. Rabbrividì in quell'attesa che la teneva in piedi, irrequieta, lo sguardo vigile a spiare ogni movimento. Si chiese se avesse fatto bene ad accettare quello strano, inaspettato invito e non le venne in mente nessuna buona ragione a rassicurarla sull'opportunità della sua presenza lì.
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Post n°409 pubblicato il 23 Maggio 2011 da nagel_a
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Post n°408 pubblicato il 19 Maggio 2011 da nagel_a
Uno dei periodi che più mi affascina nelle sue complesse volute e nelle sue chimeriche espressioni è il barocco.
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Post n°407 pubblicato il 17 Maggio 2011 da nagel_a
Prima o poi la porterò in giardino e la regalerò a qualche gatto di passaggio.
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Post n°406 pubblicato il 15 Maggio 2011 da nagel_a
Vi sono uomini che lasciano tracce, disseminano indizi. Ciò accade inevitabilmente, con parole, gesti e sguardi. La pericolosità sta nel potere evocativo dei loro segni. La pericolosità che si racchiude in ogni potenziale rapimento. Perchè ogni viaggio comporta il rischio del sovvertimento delle coordinate. Ciò che si richiede alla mente del viaggiatore è la disponibilità alla rivoluzione. Vi sono uomini che inseguono tracce e raccolgono indizi. Come segugi dal raffinato olfatto e dalla vista acuta. Sulla inebriante scia di una scoperta che li conduca ove la loro fantasia non giunge, ma dove la loro immaginazione meravigliosamente si abbevera. Il fascino del viaggio li irretisce nella pericolosità radicale della sua portata.
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Post n°405 pubblicato il 12 Maggio 2011 da nagel_a
E io rimango catturata laggiù, in fondo al viale, a camminare tra le prime stelle, in balia della tua voce.
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Post n°404 pubblicato il 10 Maggio 2011 da nagel_a
Poi si scopre che i titoli, come i nomi, non offrono garanzie. Sono una civetteria, che promette ma non s'impegna a mantenere. [però Ceronetti è una garanzia :))]
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Post n°403 pubblicato il 09 Maggio 2011 da nagel_a
Non so se sia sufficiente, raccolte in solitudine le energie, chiamati in riga i pensieri, allineati come soldati di un'armata perduta, fare pace. Fare pace come dopo i litigi dei bimbi, con un sorriso e una stretta di mano. Davanti a uno specchio prima e dinnanzi a una finestra aperta poi. [A P. che raccoglie le energie e le racconta con poesia]
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Post n°402 pubblicato il 04 Maggio 2011 da nagel_a
Dopo l'esitazione iniziale, mosse a passi morbidi e cadenzati verso la poltrona dove sedeva l'uomo. Non ne vedeva lo sguardo, nascosto sotto la tesa di un panama bianco. Immaginava l'inquadratura che avrebbe offerto a quel guardare dal basso: i sandali dal tacco alto, le caviglie affusolate, le gambe nude ma non ancora abbronzate.
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Post n°401 pubblicato il 03 Maggio 2011 da nagel_a
"La vertigine è la voce del vuoto sotto di noi che ci attira, che ci alletta, è il desiderio di cadere, dal quale ci difendiamo con paura" Vi è un indizio di morte nel desiderio soddisfatto. Se la perfezione è il tentativo dell'uomo, quel tentare, quel tendere, scintilla del divino, non possono che essere frustrati, per permettere alla vita di continuare. Il dolce naufragare è la malia delle sirene, lo scioglimento del dualismo corpo e anima in un unico afflato di sensi, senza più peso, liberi da necessità che non sia quella dell'essere. [A volte la stanchezza conduce sul filo dove il vuoto inizia]
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Post n°400 pubblicato il 02 Maggio 2011 da nagel_a
Rileviamo nuvole su cieli sgombri e tersi, perdiamo i segni che raccontano l'arrivo delle tempeste. Totem dalle orbite vuote, monito al nulla, mentre il vento spazza la pianura. [E' una malattia cercare significati in ogni cosa. E io sono una malata terminale]
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Post n°399 pubblicato il 27 Aprile 2011 da nagel_a
C'è una vetta nella selva che percorriamo. Una vetta che sovrasta ogni albero e ogni passo. Allarga la sua ombra, un'ombra che si allunga e si accorcia, si propaga e si ritira, seguendo il corso delle circostanze e degli interessi. Pur nelle sue mutevolezze, si ripropone a ogni sguardo, che sia franco o sbieco, spada di Damocle allungata nell'orbita delle stelle. La nostra fiducia, poichè l'illusione sovente s'intreccia al desiderio e all'immaginazione, indugia inoltre nell'attesa di una figura dai contorni spesso indistinti. La serenità alberga fin nei primi passi della scalata.
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Post n°398 pubblicato il 21 Aprile 2011 da nagel_a
Se le parole non si fossero svuotate di senso, piegate alle necessità aleatorie del quotidiano, direi, certa di trasmetterne la forza: "è così bello oggi il fiume"...
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Post n°397 pubblicato il 19 Aprile 2011 da nagel_a
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Post n°396 pubblicato il 18 Aprile 2011 da nagel_a
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IL REGNO DEL SENSO PROFONDO
"Oltre alla realtà empirica e banale c'era l'ambito dell'immaginazione, costituito da quello stesso mondo percepibile grazie alla vista, al tatto e all'odorato, ma con in più le schiere infinite degli spiriti e delle ombre. [...] Allora non mi capacitavo del fatto che la maggioranza assoluta dell'umanità appartiene al regno del senso profondo non in virtù del proprio sapere - dono assai raro - bensì della vita, della raggiante, viva sostanza, e che, dunque, accusarli di ignoranza era sciocco e assurdo. Invece di interrogatori, inquisizioni e tormenti, avrei dovuto osservarli e comprenderli. Osservarli con tenerezza e comprenderli con intelligenza"
A. Zagajewski - Due città
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Inviato da: cassetta2
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